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WIESINGER Paula

Bolzano 27.02.1907 / Alpe di Siusi (BZ) 11.06.2001

1936. Sci Alpino. 16a Combinata

La prima grande sciatrice italiana. Sin da ragazza è una grande sportiva. Orfana del padre, caduto durante la Prima Guerra Mondiale, lavora in una pasticceria a Bolzano, ma la lascia spesso per praticare alpinismo e sci nella zona di Vipiteno dove si è trasferita la madre che sovente va a trovare (Paula vive coi nonni). Alla fine abbandona il lavoro e diventa guida alpina: accompagna nelle scalate pure Re Alberto del Belgio[1] e si fa notare più volte come arrampicatrice di vaglia, la prima donna del genere, stimata da tutti i suoi compagni di cordata. In estate Wiesinger nuota nei laghetti alpini, in inverno ovviamente scia e lo fa talmente bene che inizia a cimentarsi nelle gare. Ottiene il primo risultato significativo il 1° marzo 1931 quando a Roccaraso si aggiudica il titolo italiano assoluto, dominando sia la discesa che lo slalom, risultando ovviamente prima nella classifica combinata. La stagione non è finita: il 3 maggio viene difatti organizzata una grande gara internazionale di discesa in alta quota, nelle Alpi Giulie, partendo dalla Sella del Monte Forato (oltre duemila metri) per arrivare al rifugio Nevea. Wiesinger chiude ottima terza, superata dalle svizzere Honigmann e Zogg. Nel 1932 si ripete ed intanto gestisce un rifugio alpino, presto meta di molti turisti, spesso altolocati: lo fa col compagno e futuro marito Hans Steger che pure la allena. Alle spese di trasferta invece provvede un’ereditiera americana, Hulda Jane Tutino, stabilitasi a Selva di Val Gardena e che è diventata amica e prima sostenitrice della “Paula” come ormai tutti chiamano Wiesinger, sciatrice sempre più famosa ed apprezzata. Il 20 e 21 gennaio è grandissima protagonista dei tricolori a Cortina. Vince nettamente la discesa e chiude quarta lo slalom appannaggio di Velo, aggiudicandosi l’apposita classifica combinata che la incorona di nuovo campionessa italiana assoluta. In effetti è la sciatrice più forte e completa. Lo conferma nella stessa Cortina il 4 febbraio, aggiudicandosi un’altra discesa nella quale supera le più forti sciatrici austriache, britanniche e svizzere. Primeggia anche otto giorni dopo, nel campionato francese di discesa, a Chamonix dove prevale sulle svizzere Maillart e Meyer. In estate torna a scalare. L’8 gennaio 1933 è protagonista a Grindewald, in Svizzera, dove si tiene una grande riunione internazionale femminile: chiude quarta sia nella discesa (vinta dall’austriaca Stiller) che nello slalom, appannaggio dell’elvetica Zingg che si aggiudica pure la combinata dove Wiesinger termina quarta.

L’8 febbraio partecipa alla discesa dei Mondiali di Innsbruck: chiude buona quarta, superata nell’ordine dall’austriaca Wersin-Lantschner, la svizzera Zogg e l’altra austriaca Baumgarten. Nella classifica a squadre le nostre giungono quinte (primeggia l’Austria). Dieci giorni dopo, è a Cortina per i tricolori: nella discesa chiude seconda, battuta da Crivelli, ma solo perchè trova sulla sua strada alcune concorrenti partite prima di lei (!) che la ostacolano non poco. Si riscatta subito: vince lo slalom (dove infligge 10” a Crivelli) e la combinata. Il 26 febbraio Wiesinger si aggiudica la discesa di St. Moritz, ripetendosi nello slalom tre giorni dopo ed assumendo una certa valenza internazionale. Ci riprova a Murren per il prestigioso trofeo Arlberg-Kandahar, ma in discesa cade malamente ed è costretta al ritiro (vince l’elvetica Zogg). Si rivede il 25 aprile nell’ormai consueta “discesa del Canin”, tra la Sella del Monte Forato (oltre duemila metri) ed il rifugio Nevea, sulle alpi Giulie: chiude terza, alle spalle della svizzera Zogg (fuoriclasse dell’epoca) e la tedesca Baumgarten. Nel 1934 se la prende comoda ed ottiene i primi risultati significativi solo nella grande riunione internazionale indetta dalla FIS a St. Moritz: il 15 febbraio chiude 12a nella discesa vinta dalla svizzera Ruegg, al termine di una prova costellata da troppi errori. Si riscatta il giorno seguente nello slalom, con un buon quinto posto: purtroppo la brutta discesa non le consente di entrare nelle prime dieci in combinata dove finisce undicesima. Le due prove sono vinte entrambe dalla tedesca Cranz. Compie un grande exploit il 19 febbraio: vince difatti, nella stessa St. Moritz, la prova del km lanciato, ricevendo lodi unanimi per gagliardia e coraggio. Il giorno seguente si piazza seconda nella discesa organizzata dallo “SC Alpina”, alle spalle dell’elvetica Rominger. Wiesinger realizza una splendida tripletta ai tricolori del Sestriere, tra 3 e 4 marzo: vince discesa, slalom ed ovviamente combinata alpina, per un trionfo che sancisce il suo status di miglior sciatrice italiana. Si conferma l’11 marzo quando nello slalom, gareggiando con gli uomini (!), chiude al sesto posto e prima delle donne, superando anche molti azzurri di primo livello tra cui gli olimpionici Guarnieri e Dallago. Nel weekend successivo è protagonista a St. Anton, in Austria, nella “Coppa Kahandar”: in discesa, complici troppi errori, chiude nona (primeggia l’inglese Kessler), ma il 18 marzo si aggiudica lo slalom e termina quarta la combinata, appannaggio ancora di Kessler. Dopo otto giorni, a Buchberg, in Svizzera, coglie il quinto posto in discesa e l’ottavo in slalom, gare vinte rispettivamente dall’austriaca Ripper e la stessa Kessler.

L’8 aprile Wiesinger gareggia nella “discesa del Canin”, tra la Sella del Monte Forato (oltre duemila metri) ed il rifugio Nevea, Alpi Giulie: è la favorita, ma a sorpresa viene superata dalla triestina Christian. Si prende la rivincita nel weekend seguente all’Abetone dove vince due discese di fila, la “Coppa Bargossi” e la “Coppa Cassa di Risparmio di Pistoia”. La stagione sembra non avere fine: si gareggia difatti in alta quota come sulla Marmolada dove il 6 maggio Wiesinger vince un’altra discesa. Sette giorni dopo, altra discesa, ma sul Gleno: Wiesinger è la migliore delle donne, ma in vista dell’arrivo ha un incidente col sopraggiungente Nobl, partito tre minuti (!) prima di lei: i due si toccano e cadono. Paula chiude così solo tredicesima mentre il successo va a Lacedelli. In ogni caso, dato che questa discesa è l’ultima tra le prove prevista, le viene assegnata la “Coppa FIS”, stilata su una classifica a punti in base ai piazzamenti dell’annata: tra le donne risulta primissima. Il 22 maggio altre gare su un ghiacciaio, stavolta quello delle Breonie: nello slalom Wiesinger gareggia di nuovo assieme agli uomini e chiude sesta, non lontanissima dai vincitori a pari merito, gli austriaci Nobl e Lantschner. Ovviamente, è la migliore tra le donne e precede numerosi uomini. Wiesinger si rivede in prima fila nel 1935. Già il 4 gennaio chiude al terzo posto la discesa della Corviglia a St. Moritz: terza, ben inteso, dietro due uomini, lo svizzero Kech e l’inglese Klyde. Precede dunque molti maschi (!). Il 14 gennaio non ha soverchie difficoltà a vincere la discesa “preolimpionica” del Sestriere davanti a Frida e Dei Rossi: le tre, in pratica, si guadagnano già la convocazione tra le “probabili azzurre” da parte del CT per il settore femminile, il grande sciatore austriaco Nobl, sostituito poi dal connazionale Wolfgang. Il 30 gennaio Wiesinger è a Garmisch dove si stanno testando gli impianti in vista dei prossimi Giochi: nella discesa femminile chiude decima, ma sul suo risultato pesa una caduta. Vince la forte tedesca Cranz che bissa nello slalom dove Wiesinger chiude nona: Cranz primeggia anche nella combinata, con Wiesinger ottava, superata dall’altra azzurra Crivelli. Wiesinger si riscatta ai tricolori di Cortina: l’11 febbraio stravince la discesa ed il giorno seguente primeggia nel gigante. Inevitabile favorita dello slalom, vi commette qualche errore di troppo e finisce terza, superata da Dei Rossi e Christian, salvando per pochi centesimi di punto il successo nella combinata alpina. Nessuno comunque mette in dubbio la sua superiorità a livello nazionale, per lei parlano i risultati: il 10 marzo vince lo slalom di S. Martino di Castrozza. La stagione non è finita perchè si gareggia in alta quota e sui ghiacciai: il 28 aprile Wiesinger chiude seconda la discesa della Marmolada, battuta da Frida ma sulla sua prova pesa, e non poco, la perdita di un bastoncino poco dopo la partenza. Si riscatta subito: il 5 maggio vince la discesa del Cervino e sette giorni dopo è la migliore donna nella discesa del Gleno, chiudendo ottava assoluta, di nuovo davanti a molti uomini.

La preparazione olimpica inizia già a novembre quando le migliori sciatrici, tra cui ovviamente Wiesinger, vengono convocate all’Accademia Femminile di Educazione Fisica ad Orvieto dove inizia la preparazione atletica, con lavoro “a secco”. Un mese dopo, si va al Sestriere, sotto la direzione dell’austriaco Wolfgang e la supervisione del Commissario Gianni Albertini. Wiesinger in allenamento cade e si infortuna leggermente, ma è prontissima per i tricolori di Madonna di Campiglio dove tra 9 e 11 gennaio conquista il titolo in discesa, slalom e combinata, confermandosi la numero uno del nostro movimento. Si va quindi a Garmisch, con Wiesinger nostra principale speranza. La gara olimpica di combinata, per la prima volta ai Giochi, consiste di discesa e slalom (in due manches), con classifiche separate in base ai tempi impiegati. Vengono poi assegnati punti (100 alla prima) in base ai distacchi accumulati, a scalare, secondo una determinata tabella. Questa gara assume particolare significato storico: è difatti la prima volta in assoluto che si disputa una prova femminile per le medaglie ai Giochi Invernali. La discesa si svolge il 7 febbraio, su un percorso di 3,3km ed 820m di dislivello, in località Kreuzeck. Al via 37 sciatrici di 13 nazioni. Temperatura abbondantemente sotto zero. La più veloce risulta a sorpresa la giovanissima e sconosciuta norvegese Nilsen in 5’04”4 davanti alle tedesche Resch (5’08”4) e Grasegger (5’11”0). Wiesinger chiude 10a in 5’55”2: un po’ al di sotto delle aspettative, ma una scivolata, con tanto di sci incrociati, pesa molto sul suo tempo finale. Il giorno seguente tocca allo slalom in due manches. Con Nilsen in difficoltà (salta una porta e deve risalire), ne approfittano le tedesche: prima Cranz in 2’22”1 e seconda Grasegger (2’33”4).

Wiesinger va male, stranamente a disagio sul ghiaccio che ricopre la pista: con 4’02”2 termina solo 24a, compromettendo le chances di un bel piazzamento finale. Fatti i conti, è dominio tedesco: oro a Cranz (97,06 punti), grazie ad un fenomenale recupero nello slalom, argento per Grasegger (95,26) e bronzo a Nilsen (93,48). Wiesinger chiude 16a, con 72,19 punti: molto al di sotto delle aspettative, ma con due cadute in due gare non si poteva pretendere di più. Wiesinger torna ai massimi livelli a metà marzo, nel prestigioso “GP Kandahar” di St. Anton: chiude terza la discesa, alle spalle dell’olandese Schimmelpenning e la svizzera Steuri. Poi è ottava nello slalom vinto dall’austriaca Baumgarten che si impone pure nella combinata dove Wiesinger è ottima terza. Si rivede il 22 marzo alla Conca di Biandino, in Valsassina: nella discesa chiude ottava assoluta, precedendo diversi uomini, ed ovviamente prima tra le donne. Il 5 aprile all’Abetone, a sorpresa, è battuta in discesa dalla giovanissima e rampante Celina Seghi. Subisce la stessa sorte 14 giorni dopo, nella discesa della Marmolada dove a superarla è Frida: sconfitte che incrinano il suo mito di imbattibile. Torna grande presto: il 26 aprile vince difatti la tradizionale “discesa del Canin” ed un mese dopo, il 24 maggio, prevale nella discesa del Cervino. Chiude l’annata il 21 giugno col successo nella discesa del Cristallo a Bormio. Si rivede ai primi di gennaio del 1937 quando è protagonista a Megeve, in Francia, dove vince la discesa e termina seconda nella combinata, superata dall’inglese De Cosson. Quindi conquista altri successi, sempre in discesa: a Chamonix, a Ponte di Legno, nella “sei giorni” del Sestriere. In Primavera vince anche la discesa del Canin. È l’ultima vittoria della sua splendida carriera: alla soglia dei 30 anni di età difatti si ritira dall’attività, rimanendo per sempre tra le sue amate montagne e nel suo rinomato hotel, lo “Steger Dellai”, situato all’Alpe di Siusi, dove si occupa personalmente anche della cucina. “La Paula”, la prima grandissima e mitica primattrice del nostro sci.


[1] Nato a Bruxelles l’08.04.1875. Salito al trono nel 1909, si appassiona all’alpinismo e diventa membro del CAI, compiendo molte ascensioni sulle Dolomiti. Muore il 17 febbraio 1934 proprio durante una scalata, all’apparenza non estremamente impegnativa, sulla collina di Namur


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