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ROSSI Franco

Milano 02.01.1916 / Alassio (SV) 03.02.2006

1936. Hockey su Ghiaccio. Eliminato Primo Turno

1948. Hockey su Ghiaccio. 8°

Già a 16 anni è sul ghiaccio, nella prima squadra dell’Ambrosiano che però nel Campionato Italiano del 1932 raccoglie solo sconfitte. Nel 1933 va a rimpinguare i ranghi del Milano, la squadra più forte della città e d’Italia, come riserva. Debutta il 10 dicembre, al casalingo Palazzo del Ghiaccio, quando il Milano batte 5-2 una selezione francese. Il 29 dicembre invece secca sconfitta (0-4) contro i tedeschi del Berliner. Poi trasferta a St. Moritz per un importante torneo internazionale: intanto il 31 dicembre sono sconfitti 3-1 dalla squadra locale. Si prendono però subito la rivincita e nella prima partita del torneo, il 2 gennaio 1934, superano lo stesso St. Moritz per 3-2 dopo un tempo supplementare. Il giorno seguente però, in semifinale, si arrendono 4-0 ai forti cechi dell’LTC Praga. Il 4 gennaio giocano dunque la “finalina” 3°-4° posto: pareggiano 2-2 col Berliner e le due squadre, sportivamente, concordano di non giocare il periodo supplementare. Dunque meneghini classificati terzi a pari merito: il torneo, una sorta di Champions dell’epoca, è vinto dal Queen’s Club di Londra che batte i praghesi 3-1. Il Milano torna sul ghiaccio, in casa, il 9 gennaio quando perde 1-3 con gli austriaci del Wiener. Quindi si affronta la trasferta in Germania: il 13 gennaio, a Monaco, il Riessersee è sconfitto 2-0. Il giorno seguente, a Garmisch, le “Camicie Brune” (squadra di evidente matrice nazista) superano 2-0 il Milano. Poi tocca ai Mondiali, disputati proprio al Palazzo del Ghiaccio meneghino. Intanto il 31 gennaio una rappresentativa milanese, in pratica la stessa Nazionale, perde 0-1 con i francesi dello Chamonix e non è un bel viatico per la rassegna mondiale. Non va meglio l’ultima amichevole di preparazione con i fortissimi USA: perdiamo 0-5. Rossi comunque, data anche la sua giovane età, è riserva e nei primi incontri non viene schierato. La prima partita dei Mondiali è con la Germania, il 4 febbraio: incontro alterno ed emozionante, conduciamo 2-0 ma subiamo la rimonta tedesca e perdiamo 2-3. Tutto è demandato all’incontro con la temibile Austria: gagliarda partita azzurra, andiamo subito in vantaggio e resistiamo sino alla fine nel tripudio dei 4mila spettatori presenti. Entriamo così nei gironi di semifinale dove il 6 febbraio impattiamo 0-0 con l’Ungheria dopo tre tempi supplementari. Due giorni dopo, perdiamo 0-3 con la Svizzera e siamo così relegati al girone di consolazione dove il 9 febbraio battiamo 3-0 la Romania, ma poi il giorno seguente perdiamo 1-4 con l’Inghilterra. Giochiamo l’ultima partita l’11 febbraio con l’Austria ed è un altro pareggio, 2-2, con Rossi stavolta sul ghiaccio anche perchè qualche titolare è stanco. Chiudiamo al nono posto, vince il Canada che in finale piega 2-1 gli USA. Il 6 marzo nella prima finale del Campionato i meneghini battono 2-0 il Cortina al Palazzo del Ghiaccio.

Si ripetono due giorni dopo per 4-1 e riconquistano il titolo italiano: per Rossi, appena 18enne, è il primo alloro anche se non è stato tra i giocatori più impiegati. La nuova stagione parte il 31 ottobre, con la novità della “Coppa Internazionale”, una specie di Champions dell’epoca: al Palazzo del Ghiaccio il Milano è sconfitto 1-3 dai parigini dello Stade Français. Non vanno meglio le partite successive: il 7 ed 8 novembre il Milano viene seccamente sconfitto a Londra, prima dallo Streatham (0-9) e poi dai Wembley Lions (0-2). Quindi perde anche il “ritorno” a Parigi (1-6): batoste che testimoniano a dovere il livello internazionale del nostro movimento hockeystico. Il Milano guadagna il primo punto nella manifestazione imponendo lo 0-0 sul suo campo ai tedeschi del Riessersee il 21 novembre. Il 30 novembre, ancora al Palazzo del Ghiaccio, il Milano supera 3-0 il St. Moritz. Il 16 dicembre grande vernissage: il Milano ha l’onore di inaugurare lo stadio olimpico di Garmisch dove perde 3-2 col Riesersee. Cinque giorni dopo, al Palazzo del Ghiaccio, forse stanchi per il viaggio, i meneghini a sorpresa sono battuti dal Budapest per 2-1. Continuano ad andare su e giù tra le Alpi, come globe trotters: il 28 dicembre si aggiudicano la Coppa Kandersteg, nell’omonima cittadina svizzera, superando 4-2 il Fortshaus di Francoforte. Quindi si va a St. Moritz per il consueto torneo di fine anno. Dopo aver battuto la squadra locale, il Milano perde in finale 8-2 coi londinesi del Queen’s Club i quali poi si ripetono il 4 gennaio 1935 sul Palazzo del Ghiaccio meneghino contro la rappresentativa milanese, battuta 3-2. Il 10 gennaio altra sconfitta casalinga per Milano, stavolta 3-1 contro gli inglesi dello Streatham, gara valevole per la Coppa Internazionale dalla quale ormai i meneghini sono eliminati. Due giorni dopo, in un tour de force che serve da preparazione per i Mondiali, la solita selezione milanese, che poi è la Nazionale, batte 4-1 il Cambridge (altri inglesi!). Infine il 14 gennaio il Milano è sconfitto 3-1 dai fortissimi canadesi del Winnipeg Monarchs. Poi si va a Davos per i Mondiali.

L’Italia inizia alla grande, battendo 2-0 la Germania il 19 gennaio. Gli entusiasmi sono presto smorzati dall’inatteso pareggio, 1-1, con la Francia il giorno seguente. Il 21 gennaio si impatta anche con la Polonia, ancora 1-1, ma ciò vale il passaggio del turno. Iniziano però gli incontri più ostici: il 22 gennaio, dopo una gran partita, perdiamo 5-1 con la Cecoslovacchia, ma il risultato è bugiardo perchè i tempi regolamentari si sono chiusi 1-1 e gli azzurri hanno ceduto, anche mentalmente, nel primo supplementare. Il giorno seguente riceviamo una bella batosta (0-9) dai fortissimi canadesi. Il 24 gennaio ecco un altro 1-1, stavolta con la Svezia. Il nostro torneo si chiude il 26 gennaio con una sconfitta per 1-2 contro l’Austria. Alla fine chiudiamo al settimo posto e tutto sommato non è un risultato disprezzabile: vince il Canada che in finale supera 4-2 un’ottima Svizzera. Rossi poi partecipa ai Mondiali Universitari di St. Moritz, ai primi di febbraio, ma gli azzurri vincono solo con la Francia e chiudono al quinto posto (su sei). Il 20 febbraio il Milano subisce una dura sconfitta dai “Diavoli Rossoneri”, l’altra squadra meneghina, che si impongono 5-0, aggiudicandosi l’ambita “Coppa del Podestà” che vale la supremazia cittadina. Poi ai primi di marzo tocca alle finali di Campionato, disputate al Palazzo del Ghiaccio meneghino: il giorno 3 il Milano, in una sfida in famiglia, supera la...seconda squadra del Milano 11-0. Tutto si decide tre giorni dopo quando il Milano viene sconfitto 1-2 dai “Diavoli” che così guadagnano il loro primo scudetto in un ideale passaggio di consegne. La stagione seguente Rossi rimane col Milano che però ha perso molti giocatori importanti (se n’è andato ai “Diavoli” anche il portiere Gerosa). Esordio stagionale il 28 novembre, al Palazzo del Ghiaccio, con gli austriaci del Wiener che vincono 2-0. Il 7 dicembre si torna al successo, 2-0 al St. Moritz. Quattro giorni dopo, a sorpresa, il Milano supera i “Diavoli”, favoriti per tutti, nel derby cittadino, combattutissimo e splendido per intensità e cornice: 5-3, con un Rossi grandioso in difesa. La rivincita si gioca il 19 dicembre e per il Milano è notte fonda: perde difatti 1-6, con gli avversari, evidentemente più attenti, a dominare in lungo e largo. Quattro giorni dopo, il riscatto arriva con gli austriaci del Klagenfurt, domati 4-2. Le prime partite del 1936 il Milano le gioca a Cortina, con la squadra locale: l’11 gennaio è un pareggio per 1-1 mentre il giorno seguente i meneghini prevalgono 1-0.

Rossi è inserito dal CT Medri nella lista degli azzurri per i Giochi: la preparazione avviene al Palazzo del Ghiaccio meneghino ma non sembra molto promettente. Nell’unico test-match, disputato contro una selezione di stranieri che giocano in Italia, gli azzurri perdono 6-1. Il torneo olimpico di hockey su ghiaccio inizia il 6 febbraio e vi partecipano 15 nazioni. Rossi titolare fisso, in difesa come sempre. Nel primo turno l’Italia esordisce il 7 febbraio contro la Germania che, nettamente superiore, vince 3-0. Il giorno seguente affrontiamo gli Stati Uniti ed è una partita sorprendentemente equilibrata, nella quale i nostri reggono bene il confronto con i quotati americani. Il risultato si sblocca solo nel terzo tempo: al 39° Garrison porta in vantaggio gli USA. Sembra finita, ma passano appena tre minuti e Mario Zucchini pareggia. Si va ai supplementari dove una rete di Scotti regala all’Italia il primo storico successo ai Giochi. Il risultato infonde fiducia ai nostri ma il 9 febbraio arriva il patatrac. Affrontiamo la Svizzera che ha perso le due precedenti partite, ma non riusciamo a confermarci: al 20° Kessler porta in vantaggio gli elvetici e non riusciamo più a recuperare. L’incontro termina 1-0 per i nostri avversari. La classifica del girone viene così stilata: al primo posto Germania e USA con 4 punti, poi Italia e Svizzera con 2. Poichè passano le prime due, azzurri eliminati. Non senza recriminazioni: siamo stati in grado di superare gli USA, ma abbiamo sciupato tutto con la Svizzera. L’oro, a sorpresa, va alla Gran Bretagna, argento al Canada e bronzo agli USA. All’Italia rimane un senso di occasione sprecata. Il 17 marzo, al Palazzo del Ghiaccio meneghino, Rossi ed il Milano perdono la finale di Campionato coi “Diavoli” per 1-0, al termine di una partita combattutissima e decisa da un gol di L. Zucchini nel terzo periodo. Dopo i Giochi, Rossi continua per tre lustri la carriera sul ghiaccio. Rivince lo scudetto col Milano nel 1937, 1938 e 1941. Nel 1939 con la Nazionale torna ai Mondiali dove chiudiamo al nono posto. Poi la guerra, con Rossi inviato a combattere in Russia, interrompe tutto. Se ne riparla dopo il conflitto e Rossi, sempre col Milano, rivince lo scudetto nel 1947, il primo assegnato nel dopoguerra. L’anno seguente torna ai Giochi, a St. Moritz, con gli azzurri che chiudono all’ottavo posto[1]. In quello stesso 1948 Rossi rivince lo scudetto col Milano. Termina la sua brillante carriera a 34 anni, conquistando l’ennesimo titolo tricolore, sempre col Milano, nel 1950. Poi valido allenatore e dirigente.


[1] L’oro va al Canada su Cecoslovacchia e Svizzera