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DENTE Piero

1924. Pattuglia Militare. Ritirato

Militare, classe 1901, è un tenente degli Alpini, che sa andare con disinvoltura sugli sci, in particolare ottimo fondista. Alla fine del 1923 l’Esercito prende in mano la situazione relativa alla spedizione azzurra ai Giochi di Chamonix, i primi riconosciuti ufficialmente dal CIO, in merito alla prova di “pattuglia militare”. La selezione per la gara olimpica di questa disciplina si svolge a Gressoney l’11 gennaio, alla presenza del Generale degli Alpini Barco. Su un percorso di 23 km tra gli ufficiali vince proprio Dente, con un vantaggio considerevole (3’12”) sul secondo classificato, Volla. L’apposita Commissione Tecnica, della quale fa parte anche Aldo Bonacossa, non ha dubbi e delega Dente al ruolo di caposquadra della nostra compagine per Chamonix. Gli altri tre azzurri sono “soldati semplici”, i primi tre dell’apposita prova svoltasi in contemporanea con quella degli ufficiali: Lagger, Francia e Bich. Nella stessa Gressoney si svolge il ritiro collegiale di preparazione, sotto la supervisione del maggiore Feruglio. Dente è probabilmente il migliore dei nostri, esperto e costante, una sicurezza sugli sci. In quanto ufficiale, in gara porterà pistola e binocolo mentre gli altri tre si mettono a tracolla il fucile. La prova di “pattuglia militare” è difatti in sostanza un antenato del biathlon anche se si svolge in condizioni assai diverse dalle attuali. Su un percorso di 30 km gareggiano 4 sciatori per squadra, tutti insieme. A metà percorso tre di questi quattro devono sparare 18 colpi (6 a testa) ad un bersaglio posto a 250 m di distanza.

Per ogni bersaglio centrato si tolgono 30” al tempo complessivo impiegato che viene calcolato sul quarto arrivato di ogni compagine. Fondamentale dunque la coesione di squadra e non essere troppo penalizzati al tiro. La gara olimpica si svolge il 29 gennaio, con partenza alle 8.40 e gareggiano 6 nazioni. Nevica ed il vento gelido acuisce la fatica. Il percorso, troppo pianeggiante, non favorisce i nostri: è prevista un’unica salita, quella di Charamillon, ed oltre tutto gli azzurri gareggiano con sci di frassino ed attacchi “da turismo” mentre gli avversari, al contrario, viaggiano su sci di hickorj ed attacchi Bergendahl da corsa. Come se questo non bastasse, entra in campo pure la sfortuna. Dopo pochi km Francia ha un malore ed il tenente Dente lo attende mentre gli altri due continuano ma senza spremersi troppo. La squadra dunque si sfalda ed a metà percorso i nostri si posizionano al quinto posto. Quando Francia, ripresosi, e Dente stanno rientrando sui due compagni, il patatrac: Bich rompe uno sci! Non esiste ancora la possibilità di sostituire l’attrezzo, gara finita ed azzurri ritirati con le lacrime agli occhi. Oro alla Svizzera, strepitosa nel fondo, con 1’34” sulla Finlandia (prima all’intermedio) ed alla Francia, pessima al tiro. Per i nostri una grande sfortuna senza la quale forse avrebbero potuto lottare almeno per il bronzo. Dente continua la carriera militare ed a livello sportivo si rivede solo nel 1926 quando il 5 marzo, in una tormenta di neve, si aggiudica il campionato italiano militari di fondo su 25 km, dopo un bel duello con Silvestri, superato per soli 15”. Poi non gareggia più ad alti livelli.