DEMETZ Mattia
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1928. Sci di Fondo. 20° 50 km, 22° 18 km
Detto Mattia, nato nel 1909, sin da giovanissimo si segnala come uno dei fondisti più promettenti della Val Gardena. Non a caso viene inserito subito nella formazione che rappresenta l’intera valle nella grande “Adunata Valligiani” la quale annualmente viene organizzata da “La Gazzetta dello Sport” e rappresenta una sorta di campionato a squadre per tutti i fondisti italiani. La prima partecipazione di Demetz alla prova è datata 1921 quando il 13 febbraio la Val Gardena ottiene un bel terzo posto, alle spalle di Cortina e Val Formazza, nella prova che si tiene su un percorso di 28 km, con partenza ed arrivo nella stessa “perla delle Dolomiti”. L’anno seguente la Val Gardena chiude quinta: la prova si tiene al Passo del Brennero, nei pressi di Colle Isarco, sotto una fitta nevicata e lungo 30 km: vince la Val Formazza. Nel 1923, il 4 febbraio, la “Valligiani” si disputa a Ponte di Legno, ancora su 30 km, col percorso che fa perno sul Tonale: rivince la Val Formazza, trascinata dal grande Ferrera, e la Val Gardena termina al 7° posto. Demetz dunque, seppur forte a livello gardenese, è ancora “uno dei tanti” su scala nazionale: difatti non emerge a dicembre nelle selezioni per i Giochi di Chamonix, non venendo selezionato. Inizia però a carburare e la sua prima stagione interessante è il 1925. Il 1 febbraio è secondo nel “Campionato delle Tre Venezie”, disputato a Santa Cristina di Val Gardena, lungo 30 km tra Monte Pana ed Alpe di Siusi, alle spalle di Colli. Tra 21 e 23 febbraio partecipa ai tricolori di Cortina e non sfigura: terzo nella 24 km, a 13’04” dal primo, e 4° nella 35 km, a 12’53” dal vincitore che è sempre lo stesso Colli, il “campionissimo” dell’epoca. Inizia ad essere considerato tra i nostri migliori fondisti, meritatamente. Si rivede nella grande e tradizionale “Valligiani” del 1° marzo che si tiene stavolta in Val Gardena, su un percorso di 31 km, con partenza a Selva ed arrivo a Santa Cristina, attraverso il Passo Sella ed intorno al Sasso Lungo, in uno scenario di incomparabile bellezza. La squadra di casa, guidata proprio da Demetz[1], chiude però soltanto all’ottavo posto: vince la Valtellina. Nel 1926 va a corrente alternata. Il 31 gennaio vince a Pieve di Cadore il “Campionato delle Tre Venezie” sui 18 km. Sette giorni dopo, guida da “capitano” la squadra della Val Gardena nella “Valligiani”, disputata stavolta ad Asiago su 27 km. Il risultato però non è dei migliori: chiudono solo al 13° posto, lontani circa mezz’ora dai vincitori formazzini. Distacco similare per Demetz anche due giorni dopo, ancora ad Asiago, nel “Campionato delle Tre Venezie” su 35 km: 33’ dal vincitore, il fenomenale Colli.
Il 12 febbraio vince invece a Soprabolzano, peraltro su una concorrenza non trascendentale. Ad inizio 1927 figura tra i convocati per il primo collegiale preolimpico dal neo CT, il norvegese Olavsen. Il raduno si svolge a Claviere tra l’11 ed il 20 gennaio. Alla fine del ritiro si svolge una prova di fondo su 25 km e vince proprio Demetz che il 23 gennaio è però battuto da Gluck a Calalzo nel “Campionato delle Tre Venezie” su 18 km: 27” il divario col vincitore. Ai primi di febbraio a Cortina si svolge una grande manifestazione internazionale di fondo, una sorta di “mini-Olimpiade”: il giorno 3 nella 50 km Demetz chiude ottimo 4° anche se ben lontano (40’) dal vincitore, il forte svedese Lindgren che supera il connazionale Wickstroem ed il boemo Donth. Va decisamente peggio invece tre giorni dopo nella 18 km: rivince Lindgren ma Demetz termina solo 20°. La 50 km sembra la sua distanza preferita: il 13 febbraio a St. Moritz termina difatti ottimo secondo, alle spalle del solo elvetico Wampfler che gli infligge 3’35” di distacco. Il 20 febbraio guida la Val Gardena nel “Trofeo Campari”, disputato su 35 km a Ponte di Legno: secondi, a 2’58” dalla Val Formazza. Con lui gareggiano Gluck, L. e G. Senoner. La stessa squadra, rinforzata da Stuffer, chiude al 5° posto la tradizionale “Valligiani”, disputata a Bormio il 27 febbraio. Dopo due giorni, a Ponte di Legno, Demetz si aggiudica il titolo italiano della 20 km, davanti a 46 avversari, con 4’44” su Mazzel. Un grande successo che lo lancia definitivamente nell’èlite dei nostri fondisti. Il 21 marzo si piazza sesto in un’anomala gara di discesa, dal Passo Rolle a S. Martino, vinta da Massari. Tra dicembre e gennaio 1928 si allena a lungo nel collegiale di Livigno, guidato dal neo CT, il norvegese Svesse Lislegaard. Il ritiro gli giova parecchio perchè il 31 gennaio ed il 1° febbraio è assolutamente il migliore nei tricolori di Cortina: trionfa difatti nella 30km e nella 18km, infliggendo distacchi sensibili agli avversari. Col ritiro dalle scene del grande Colli, può essere considerato il miglior fondista italiano del momento. La vittoria nella 18km lo lancia per il titolo di combinata, ma nel salto gareggia mediocremente e chiude la generale al secondo posto, battuto da Venzi. Guadagna comunque la convocazione per i Giochi di St. Moritz dove esordisce nella massacrante 50 km che si disputa il 14 febbraio ed alla quale partecipano 41 atleti di 11 nazioni. Il fohn crea parecchi problemi, portando la temperatura fino a 25°C. La gara è così ancora più difficile e lentissima: il tempo finale di molti atleti supera difatti le 5 ore. Si assiste ad un assoluto trionfo svedese, col podio monopolizzato: vince Hedlund in 4h52’03” davanti a Jonsson in 5h05’30” e Andersson in 5h05’46”.
Demetz si difende, chiudendo esattamente a metà classifica: in 5h47’47” termina difatti 20°, comunque primo degli italiani, rammaricandosi per la scelta della “scivolina” come viene chiamata allora la sciolina. In effetti Demetz ha applicato sugli sci una miscela adatta alle temperature rigide mentre col passare della mattinata la temperatura s’è alzata di molto, compromettendo lo scivolamento dei suoi sci su una neve sempre più fradicia. Tre giorni dopo, senza aver completamente recuperato l’immane fatica, Demetz si schiera anche al via della 18 km cui prendono parte 49 atleti di 15 nazioni. Stavolta le condizioni sono opposte: si gela, la temperatura è di –7°C. Demetz è di nuovo il migliore dei nostri, e non è un dato di poco conto, anche se termina soltanto 22°, in 1h57’08”. Il podio è tutto norvegese: vince Grottumsbraaten in 1h37’01” davanti a Hegge (1h39’01”) e Odegard (1h40’11”). I 17’ di distacco accusati da Demetz parlano chiaro anche se la sua prova rimane comunque dignitosa. Si rivede l’anno seguente. Il 6 gennaio 1929 Demetz chiude al quinto posto la “Coppa Monte Pana”, 16 km ad Ortisei. Sette giorni dopo, vince al Sestriere una prova di 3 km in discesa. Il 20 gennaio chiude al terzo posto, migliore degli italiani, l’importante gara internazionale che si tiene sull’Altopiano del Renon lungo 15 km: è preceduto dal finlandese Mattila e dal ceco Novak. Il 3 febbraio è sfortunato nella 16 km dei tricolori di Claviere: cade, perde terreno e finisce quinto (vince Bacher). Si rivede in piena estate, il 30 giugno, nella tradizionale “Staffetta dello Stelvio”: con lo “SC Ladinia”, assieme a Delago e Senoner, chiude al quarto posto. Vince la Guardia di Finanza. Nel 1930 inizia la sua parabola discendente. Il 9 febbraio finisce al 22° posto la 18km del campionato svizzero ad Engelberg, vinta da Bussmann, ma ha una scusante: ha sbagliato sciolina. Va meglio nella discesa dove termina 10° (vince Zogg). Ai tricolori di Ponte di Legno va decisamente male: finisce 22° nella 17 km vinta da Dezulian e 8° nello slalom appannaggio di Venzi. Questo risultato lo deprime e nel 1931 non si risolleva al punto che sparisce praticamente di scena. Si rivede solo il 14 febbraio 1932 quando chiude al terzo posto la “Coppa Città di Genova”, alle spalle di Prenn e Kasebacher. Quindi con la compagine “Bolzano II[2]” il 21 febbraio a San Candido termina secondo nel Campionato Italiano Giovani Fascisti a squadre, alle spalle di “Bolzano I”. Ormai però, nonostante la sua ancor giovane età, ha dato il meglio di sè: demotivato ed inconcludente, non ottiene ulteriori risultati apprezzabili.
[1] Con lui gareggiano Gluck, Mussner, E. e L. Senoner
[2] Con lui gareggiano V. Demetz, Mutschlechner e Oberbacher