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COLLI Vincenzo

Cortina d’Ampezzo (BL) 22.09.1899 / Cortina d’Ampezzo (BL) 22.06.1961

1924. Sci di Fondo. 11° 50 km

collivincenzo grandeFiglio di una guida alpina, si appassiona allo sci sin da bambino, seguendo le orme del fratello maggiore Enrico. Coglie i suoi primi risultati dopo la guerra: il 25 gennaio 1920 a Cortina è secondo in una gara di 12 km dietro al fratello Enrico, staccato di 4’33”. Il 21 febbraio 1920 è nella squadra di Cortina che giunge seconda nella “Valligiani” a Selva Val Gardena nella 30 km di fondo. Con lui anche il fratello Enrico e Ghedina, altri futuri olimpionici. La prova è a squadre ed i cortinesi sono partiti da casa il giorno prima, con gli sci, attraversando Falzarego, Valparola e Passo Gardena, arrivando a Selva intorno alle 17 della vigilia, quasi come “ultima rifinitura”. Nell’inverno seguente insiste: il 26 dicembre è secondo in una 16 km a Cortina dietro il fratello Enrico, a 4’01”, davanti a Ghedina. Il 12 gennaio 1921 altra seconda piazza, stavolta in una gara di salto a Cortina, vince Gaspari. Sette giorni dopo, assente il fratello, vince a Pieve di Cadore una 22 km, con 4’ di margine su Ghedina. Il 24 gennaio è nella squadra che vince l’eliminatoria cortinese per l’Adunata dei Valligiani: con lui il fratello Enrico, Ghedina, Dallago e Lacedelli. La stessa formazione trionfa nella finale dell’Adunata, il 13 febbraio, sulle nevi di casa. Il percorso è di 28 km, si parte da Ronco e si arriva nei pressi dell’Hotel Corona dopo un tracciato di 28 km piuttosto impegnativo, coi passi di Falzarego e Giau. La squadra dei fratelli Colli chiude in 3h38’52”, con oltre 11’ di margine sulle compagini di Val Formazza e Val Gardena. L’anno seguente i cortinesi però trovano pane per i loro denti. Il 19 febbraio 1922 si disputa la tradizionale “Valligiani”, organizzata stavolta al Passo del Brennero, nei dintorni di Colle Isarco (Gossensass) su un percorso ondulato di 30 km e sotto una copiosa nevicata. I cortinesi, con la stessa squadra dell’anno precedente, vengono superati, e non di poco (7’), dai fortissimi formazzini guidati dal grande Benigno Ferrera. Nell’inverno successivo Colli gareggia poco e senza risultati di spicco, ma si ripresenta baldanzoso alla fine del 1923 quando si deve stilare la lista degli azzurri per i Giochi di Chamonix, i primi ufficialmente riconosciuti dal CIO. Il 30 dicembre a Claviere, nell’apposita selezione olimpica, è ottimo secondo nella 40 km vinta dal fratello Enrico che si aggiudica anche la 17 km dove Vincenzo chiude solo ottavo. La bella prova nella gara più lunga gli vale comunque la convocazione. Gli azzurri si ritrovano al Sestriere dove affinano la preparazione sotto la guida di Hosquet, una sorta di CT. Poi tutti in Francia.

Il 30 gennaio Colli gareggia nella durissima 50 km che, oltre tutto, si svolge in un freddo glaciale ed è disturbata da un fastidioso vento di stampo siberiano. Partenza ed arrivo allo Stadio Olimpico, per un percorso impegnativo, ricco di saliscendi e con un dislivello di circa 800 m. Al via, dalle 8.37, 33 sciatori di 11 nazioni, per la prima grande prova internazionale che non si tiene in Scandinavia. Gli “uomini del Nord” comunque si rivelano, come ampiamente previsto, i migliori. I formidabili norvegesi occupano le prime quattro posizioni: vince Haug in 3h44’32” su Stromstad (a 1’51”) e Grottumsbraaten (a 3'13”) mentre la “medaglia di legno” va a Mardalen. Seguono quindi svedesi e finlandesi, ma il primo dei “normali” è Enrico Colli che chiude nono, col tempo di 4h01’50” davanti al conterraneo Ghedina ed al fratello Vincenzo il quale, con 4h31’34”, precede il formazzino Ferrera (13°). Una bella prova complessiva degli azzurri anche se il distacco dal podio testimonia a dovere il divario ancora esistente con l’eccellenza del fondo. Divario anche tecnico ed organizzativo, senza dubbio. Grande sorpresa suscita difatti, in tecnici e sciatori, l’utilizzo dei norvegesi di un particolare “unguento”, come viene definito all’epoca, da applicare sotto gli sci e che indubbiamente favorisce la scorrevolezza e dunque le prestazioni dei già forti scandinavi. Un unguento che poi sarà ribattezzato sciolina. Vincenzo Colli s’è comunque disimpegnato onorevolmente, meritandosi la sufficienza piena in un contesto tecnico di primissimo livello. Dopo i Giochi, pur non raggiungendo i vertici del fratello maggiore, Vincenzo continua ad ottenere buoni risultati. Il 21 febbraio chiude 8° la “Coppa Bich” a Valtournanche, vinta dal fratello Enrico. Sei giorni dopo, con la squadra cortinese guidata da Enrico, a Courmayeur si aggiudica la “Coppa Marone-Cinzano”, sul percorso di 30 km e sotto una tormenta di neve, davanti agli aostani di Valtournenche.

Se ne riparla nel 1925 quando, assieme al fratello, Vincenzo si reca in Cecoslovacchia, a Janské Lazné, in una sorta di campionato europeo: sui 18 km si piazza buon nono. Nel weekend successivo tricolori a Cortina: chiude 3° sui 35 km, alle spalle di Enrico e Ghedina, a 8’36”. I cortinesi sono i grandi favoriti della grande e tradizionale “Valligiani” che si tiene stavolta in Val Gardena, su un percorso di 31 km, con partenza a Selva ed arrivo a Santa Cristina, attraverso il Passo Sella ed intorno al Sasso Lungo, in uno scenario di incomparabile bellezza. Ma Ghedina dopo 8 km rompe l’attacco di uno sci e la squadra si scompagina, coi fratelli Colli davanti senza spingere troppo e gli altri ad inseguire[1]. Al traguardo il cronometro non ammette dubbi: Cortina è seconda, a 8’04” dai sorprendenti valtellinesi, favoriti peraltro dall’esser partiti tra gli ultimi e dunque, data l’abbondante nevicata in corso, aver usufruito di una pista “battuta” dal passaggio degli avversari. Inutile dire che senza l’incidente Cortina avrebbe probabilmente vinto. Nel 1926 Vincenzo non consegue risultati importanti, ma grazie al suo passato all’inizio del 1927 è tra i convocati per il primo collegiale preolimpico dal neo CT, il norvegese Olavsen. Il raduno si svolge a Claviere tra l’11 ed il 20 gennaio. Tuttavia Vincenzo non è tra i più forti: il 23 gennaio chiude solo quarto il “Campionato delle Tre Venezie”, disputato a Calalzo su 18 km e vinto da Gluck. In pratica rinuncia alle selezioni per i Giochi di St. Moritz. Sembra ormai perduto per il fondo, ma nel 1929 ha un sussulto ed il 6 gennaio vince a Cortina la “Coppa Caldana”, peraltro gara con molti tratti in discesa. Sette giorni dopo, è nella squadra di Cortina che si aggiudica il Campionato Provinciale[2] ed il 20 gennaio finisce 14° la gara internazionale di 15km che si tiene sull’Altopiano del Renon e vinta dal finnico Mattila. Rimane questo il suo ultimo risultato significativo. Col fratello Enrico ormai a scartamento ridotto, anche Vincenzo tira i remi in barca e lascia l’attività.


[1] Oltre ai due Colli e Ghedina, nella squadra cortinese figurano Lacedelli e Dallago

[2] Con lui gareggiano il fratello Enrico, Dallago, Ghedina e Lacedelli