CHIERRONI Vittorio
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Abetone (PT) 26.05.1917 / Abetone (PT) 29.7.1986
1936. Sci Alpino. 18° Combinata
1948. Sci Alpino. 7° Combinata, 21° Discesa Libera, 30° Slalom
1948. Portabandiera
Impara da bambino ad andare sugli sci come tutta la famiglia. Consegue il primo risultato significativo il 18 aprile 1932 nella discesa nazionale dell’Abetone: si piazza terzo, primo degli Allievi, alle spalle di Colli e Neri. Per un ragazzo che deve ancora compiere 15 anni, si tratta di un grande risultato. Nel 1933 insiste: il 12 marzo all’Abetone chiude al quinto posto la combinata del campionato toscano dopo essere giunto 4° in discesa e quinto in slalom (vince Zanni, altro futuro olimpionico). Nel 1934 si conferma. Il 15 febbraio ad Asiago vince il Campionato Italiano Avanguardisti di slalom. Ai tricolori del Sestriere si difende, ma trova avversari più esperti: solo 17° in discesa (dove pure cade), lontano dal vincitore Lacedelli, è buon quarto nello slalom vinto da Dimai, per concludere quindi nono nella combinata alpina. Per un giovane non si tratta di risultati mediocri. Il 6 marzo, ancora al Sestriere, chiude sesto la prima prova per la “Coppa Fisi” di discesa, vinta da Lacedelli. Cinque giorni dopo, nella seconda prova, disputata sulla pista delle Tofane a Cortina, termina quinto (vince Dimai). Il 19 marzo vince la discesa a Corvara. L’8 aprile gareggia nella consueta “discesa del Canin”, dalla Sella del Monte Forato (oltre duemila metri) al rifugio Nevea, Alpi Giulie: chiude buon quinto, primeggia l’austriaco Pfeifer. I tecnici azzurri cominciano a tenerlo d’occhio. Nel 1935 è subito protagonista nelle sei discese consecutive che dal 10 al 15 gennaio si svolgono al Sestriere per la “Coppa del Re”. Ottiene un secondo posto (alle spalle dell’austriaco Gasperl), un terzo e vari piazzamenti intorno alla quarta/quinta posizione: nella classifica finale, a punti, termina quinto, lontano comunque dallo stesso Gasperl che vince alla grande. Il 19 gennaio al Mottarone Chierroni finisce quinto la prova di gigante vinta dall’austriaco Lantschner che poi sarà estromesso dalla classifica per problemi burocratici, non avendo ricevuto l’autorizzazione a gareggiare dalla sua federazione. Il giorno seguente, Chierroni conclude sesto nello slalom vinto dal conterraneo Gualtiero Petrucci, chiudendo al quinto posto la combinata alpina vinta da Guarnieri. Il 30 gennaio Chierroni è a Garmisch che sta testando i suoi impianti in vista dei Giochi: nella discesa è buon sesto anche se non vicino ai fratelli norvegesi Ruud che guadagnano i primi due posti.
Ci riprova il 2 febbraio nello slalom dove termina solo 21°, finendo 13° nella combinata alpina vinta dal norvegese Sorensen. Chierroni ha qualità, ma sbaglia sempre troppo. L’11 febbraio chiude al quinto posto la discesa tricolore di Cortina vinta da Menardi. Il giorno seguente stesso risultato nel gigante vinto da Sertorelli. Trova la sua grande giornata, senza errori, il 14 febbraio quando si aggiudica il titolo italiano di slalom, ottenendo il primo posto anche nella combinata alpina. Un posto ai Giochi è suo. Anche perchè si conferma presto: il 10 marzo a S. Martino di Castrozza vince lo slalom organizzato appositamente dalla FIS per testare gli azzurri. La stagione non è finita: il 7 aprile, sulle nevi casalinghe dell’Abetone, Chierroni chiude al quarto posto la discesa vinta dall’austriaco Engl. Ormai è comunque entrato nel giro azzurro: difatti viene convocato per il primo collegiale preolimpico, sviluppato già a novembre alla Farnesina di Roma dove si lavora esclusivamente “a secco”, dal punto di vista atletico. Quindi a dicembre è al Sestriere dove il CT Gasperl porta nove sciatori tra i quali deve scegliere i quattro per i Giochi. Al termine del raduno, il 31 dicembre si disputa uno slalom o “discesa obbligata” come si chiamava allora: vince bene Chierroni che in precedenza è stato superato solo da Sertorelli nella discesa di Claviere. Il risultato si inverte il 9 gennaio 1936 nella discesa che vale il titolo italiano: Chierroni supera tutti mentre nello slalom, il giorno seguente, è battuto solo da Sertorelli. Risultati che gli valgono il trionfo nella combinata alpina ed ovviamente la maglia azzurra per i Giochi, con pieno merito. E’, assieme al conterraneo Zanni, il primo sciatore appenninico a scendere nell’agone olimpico. A Garmisch le medaglie si assegnano solo nella combinata che, disputata per la prima volta ai Giochi, consiste di discesa e slalom (in due manches), con classifiche separate in base ai tempi impiegati. Vengono poi assegnati punti (100 al primo) in base ai distacchi accumulati, a scalare, secondo una determinata tabella. La discesa si disputa il 7 febbraio, su un percorso di 3,8km e 959m di dislivello, in località Kreuzeck. Al via 66 sciatori di 21 nazioni. Temperatura qualche grado sotto zero. Il più veloce risulta il norvegese Ruud in 4’47”4 davanti ai tedeschi Pfnur (4’51”8) e Lantschner (4’58”2). Chierroni, malconcio per i postumi di una caduta alla vigilia, chiude 12° in 5’20”0: prestazione onorevole, buona se si considerano le sue condizioni fisiche. Due giorni dopo, il 9 febbraio, tocca allo slalom in due manches.
Con Ruud in difficoltà (salta una porta), ne approfittano i tedeschi: primo Pfnur (2’26”6) e secondo Lantschner (2’37”3) mentre Chierroni, che sbaglia molto, è il peggiore dei nostri e finisce solo 27°, in 3’24”2. Fatti i conti, dominio tedesco: oro a Pfnur (99,25 punti), argento a Lantschner (96,26) e bronzo al francese Allais (94,69). Chierroni finisce 18°, con 80,80: partecipazione globalmente dignitosa, ma senza squilli e condita (non è la prima volta) da troppi errori. Si rivede su alti livelli solo il 22 marzo quando nella discesa di Corno alle Scale è battuto da Zanni. Il 19 aprile coglie un grande successo nella discesa della Marmolada dove batte niente meno che Gasperl, il CT azzurro. Per un decennio, con la guerra che gli toglie molte soddisfazioni, si mantiene ai massimi livelli. Nel 1937 a Megeve vince il “GP Parigi” in discesa e combinata oltre ad ottenere un buon quinto posto in libera e sesto in combinata ai Mondiali di Chamonix[1], prove entrambe vinte dal francese Allais. Nel 1938 primeggia nel tricolore di libera mentre ai Mondiali di Engelberg non va benissimo[2]. Migliora l’anno seguente ai Mondiali di Zakopane, in Polonia, dove chiude sesto nella libera e nella combinata, settimo in slalom. Nel 1940 è imbattibile ai tricolori: vince libera, slalom e combinata. È il miglior viatico per i Mondiali di Cortina del 1941 dove Chierroni è splendido oro nello slalom, a pari merito col tedesco Pfeifer, e bronzo nella combinata alle spalle del tedesco Jennewein e l’altro azzurro Marcellin, dopo essere giunto quarto nella libera, disputata peraltro con 38 di febbre: ma questa rassegna iridata non sarà mai riconosciuta ufficialmente dalla Federazione Internazionale[3]. Nel 1943 torna al titolo italiano nella libera che rivince nel 1947, rivaleggiando con l’amico-nemico Zeno Colò: i due vengono definiti dalla stampa “i Coppi e Bartali dello sci”. Nel 1948 torna ai Giochi, stavolta a St. Moritz: è il portabandiera azzurro, ma termina sempre lontano dal podio[4]. Vince però lo slalom del prestigioso trofeo dell’Arlberg Kandahar, tenuto quell’anno a Chamonix. Nel 1950 primeggia nel gigante della “3 Tre” (a Madonna di Campiglio) che rimane il suo ultimo grande successo.
[1] In slalom Chierroni finisce decimo
[2] Termina 13° nella libera, 15° nella combinata e 24° nello slalom
[3] In effetti si tratta di un’edizione “ridotta” causa la guerra: vi partecipano solo 11 nazioni e tutti i paesi in conflitto con l’Italia non si schierano alle gare. Per questo non verranno mai considerati negli albi d’oro della rassegna
[4] Giunge 7° in combinata, 21° in discesa e 30° in slalom. L’oro va, rispettivamente, al francese Oreiller (combinata e discesa) ed allo svizzero Reinalter