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BONOMO Mario

Asiago (VI) 25.01.1912 / Asiago (VI) 28.08.1983

1936. Salto con gli sci. Ritirato

Impara da bambino ad andare sugli sci e si appassiona al salto dove esordisce ad alti livelli appena diciassettenne, nel 1929: il 10 marzo chiude ottavo la gara internazionale ad Oropa, vinta dall’elvetico Lauener su Venzi. Il 9 febbraio 1930 ad Asiago finisce 4° la gara vinta da Caneva su Venzi. A metà febbraio partecipa ai tricolori di Ponte di Legno, con discreti risultati: 7° nel salto, finisce terzo nella classifica assoluta di combinata nordica. Si dedica difatti anche al fondo. Nella stessa località il 16 febbraio chiude al 9° posto il “Trofeo Branca” vinto dall’elvetico Badrutt, con un salto record a 75m. A 18 anni appena compiuti, Bonomo pare avere grandi prospettive. Il 10 marzo chiude terzo la gara juniores di salto ad Oropa, ma vince sei giorni dopo il “Trofeo Gancia” a Claviere. Nel 1931 insiste col fondo: il 18 gennaio chiude 4° la 18km dei campionati sociali dello “SC Asiago” vinta da Segavento. Il 1° febbraio nella sua Asiago chiude al 13° posto il “Campionato delle Tre Venezie” di fondo, specialità in cui tuttavia stenta ad affermarsi pienamente. Il 15 febbraio termina quinto una gara di salto ad Asiago vinta da Ambrosetti. L’8 marzo vince tra gli Juniori la prova di salto ad Oropa. Due giorni dopo, è a Cortina dove si disputano i tricolori: chiude solo 29° la prova di fondo su 18km, vinta nettamente da Tavernaro, ma recupera nel salto dove termina secondo, battuto solo da Dallago. Nella combinata nordica risulta dunque terzo, sopravanzato dallo stesso Tavernaro e Caneva. Finisce invece secondo nella gara assoluta del salto, disputata a parte rispetto a quella della combinata, superato di nuovo da Dallago. Il CT della Nazionale, il norvegese Peder Kjellberg, ha parole di elogio per lui e lo convoca, assieme ai migliori saltatori, per il primo ritiro preolimpico, tenutosi a Claviere intorno alla metà di marzo. Alla fine però, data anche la sua inesperienza, ai Giochi non va. Si ripresenta alle gare solo il 31 gennaio 1932 a Zermatt, quando i suoi migliori colleghi (segnatamente Dallago e Zardini) sono già a Lake Placid per i Giochi. In Svizzera chiude solo 16°, ma con due buoni salti intorno ai 45 metri (vince l’elvetico Troiani). Trova la forma giusta ed il 2° febbraio a Dobbiaco si laurea Campione Italiano Giovani Fascisti, grazie anche ad un bel salto a 39m, unico a sfiorare la “soglia 40”. Sciatore completo, il 21 febbraio partecipa ai tricolori della 18km di fondo, anche in chiave-combinata: non va benissimo, chiudendo solo 23° (vince Tavernaro). Si riscatta il giorno 23, vincendo la prova di salto, con ampio margine, e terminando terzo nella classifica assoluta del Campionato, alle spalle del “solito” Tavernaro (buon quarto nel salto) e Caneva. Bonomo sale sul gradino più basso del podio anche il 6 marzo nella gara internazionale di salto ad Oropa dove a batterlo sono solo i due forti elvetici Chiogna e Babrutt. Ci riprova 14 giorni dopo a Claviere, ma la qualità degli avversari è ancora più alta e Bonomo chiude solo 13°.

bonomo grandeSi rivede nel 1933. Il 22 gennaio a Cortina chiude al quarto posto il campionato veneto di salto vinto da Dallago. Sette giorni dopo, nella stessa località finisce terzo la “Coppa Franchetti”, superato dal ceco Hartig e Caneva. Convocato di nuovo in Nazionale dal CT Kjellberg, segue il ritiro collegiale a Dobbiaco, per poi presentarsi ai Mondiali di Innsbruck dove però delude fortemente: nella combinata nordica termina 39° dopo aver compromesso tutto nella prova di fondo (68°). La gara è vinta dallo svedese Erikson. Cerca il riscatto nel salto, ma cade nella seconda prova e finisce 51° (vince lo svizzero Reymond). Il 15 febbraio Bonomo chiude buon sesto la prestigiosa gara di salto a Kitzbuhel vinta dall’austriaco Sailer. Tre giorni dopo, è a Cortina per i tricolori: nella 18km di fondo, valida anche per la combinata, termina 25° (vince Dezulian). Nel salto sbaglia la prima prova e si ritira. Nel tricolore di salto viene superato per un punto (207,1 contro 208,3) dal redivivo Venzi che dunque lo costringe alla piazza d’onore. Bonomo coglie il secondo posto anche nel tricolore di salto dei “Giovani Fascisti”, disputato a San Candido: a batterlo il conterraneo Caneva che si aggiudica pure la combinata, con Bonomo quarto. Le parti però si invertono il 26 febbraio ad Asiago dove Bonomo si prende una bella rivincita proprio sulle nevi di casa. Sette giorni dopo, vince pure la gara di salto a Dobbiaco, sfruttando la caduta di Dallago. Si rivede a fine anno, dopo che a Cortina ha ufficialmente guadagnato la qualifica di “maestro di sci”, con apposito corso ed esame. Nonostante un allenamento precario, il 31 dicembre ad Airolo, in Svizzera, termina al terzo posto un’importante gara internazionale di salto che vede due norvegesi (Reber e Alstad) ai primi posti. Pochi giorni dopo, si ripete ad Andermatt dove peraltro la concorrenza è ancora più qualificata visto che vince il fuoriclasse Ruud davanti a Kobberstadt, altri due norvegesi. Bonomo tra l’altro in questa gara si lascia alle spalle l’iridato Reymond: due grandi prove, con sei salti (tre per gara) al limite della perfezione. Bonomo realizza un’altra prova di buon livello il 21 gennaio 1934 a Ponte di Legno: chiude quarto, vince lo svizzero Badrutt. Disertata la grande gara internazionale di St. Moritz, Bonomo torna al successo nella sua Asiago il 18 febbraio, con un salto che sfiora i 60m. Il 3 marzo termina solo 35° la gara tricolore sui 18km, disputata al Sestriere e vinta a sorpresa dal piemontese Gerardi. Domina nel salto, ma non gli basta per primeggiare nella combinata nordica dove è superato da Menardi. Il 4 marzo guadagna nettamente il titolo italiano di salto, specialità in cui quello stesso giorno chiude al secondo posto la “Coppa Spalletti”, superato dal norvegese Sorensen. L’11 marzo nella grande gara di salto ad Oropa chiude buon terzo, sopravanzato dai norvegesi Mursted e (ancora) Sorensen.

Sette giorni dopo, una caduta all’atterraggio gli pregiudica una buona classifica a Claviere dove termina nono (vince il norvegese Ruud). Il 22 marzo arriva un altro piazzamento: 5° a Bardonecchia nella gara rivinta da Ruud. Il 31 marzo Bonomo termina ottavo ad Arosa dove i primi sette (!) sono tutti norvegesi: vince ancora il fuoriclasse Ruud che si ripete il 2 aprile a Davos dove Bonomo cade due volte su tre e termina 11°. Bonomo inaugura la nuova stagione il 26 dicembre nel tradizionale appuntamento di Santo Stefano a St. Moritz: nel salto, vinto da Ruud, chiude buon sesto, davanti a molti nomi di spicco del panorama alpino. Poi però s’infortuna in allenamento ad una caviglia ed è costretto a disertare le importanti gare preolimpiche di Garmisch dove si testano gli impianti dei prossimi Giochi. Ricompare il 9 febbraio 1935 ad Asiago dove si aggiudica il campionato zonale. La caviglia è ancora dolente, ma Bonomo si presenta ai tricolori di Cortina dove però, il 17 febbraio, cade rovinosamente al termine del primo salto e si ritira. Si cimenta anche nello slalom: il 10 marzo a S. Martino di Castrozza chiude decimo (vince Chierroni) mentre nel salto non va oltre il quinto posto, lontano dal vincitore Demenego. Ci si attende di più da lui, soprattutto in chiave azzurra. Il 31 marzo ottiene un bel terzo posto nella “Coppa d’oro del Duce” di salto vinta al Mottarone dall’outsider Rigoni. A novembre Bonomo viene convocato per il primo collegiale azzurro, tenuto alla Farnesina di Roma, con esercizi atletici “a secco”. Si va poi al Passo Rolle dove, con sede nella Scuola Alpina della Regia Guardia di Finanza, i “probabili olimpici” si allenano intensamente, sotto la guida del responsabile settore salto, il norvegese Olav Ulland che ha affiancato Kjellberg. Per la selezione olimpica finale tutto, o quasi, si decide ai tricolori, disputati il 12 gennaio 1936 a Madonna di Campiglio: Bonomo, non molto corretto nello stile, chiude secondo, alle spalle di Da Col per pochi punti. La maglia azzurra è comunque sua. Si parte per Garmisch già il 17 gennaio e si arriva in Germania via Trento. Sei giorni dopo, viene organizzata una gara internazionale di salto: vince il grande norvegese Ruud e Bonomo, di nuovo alle prese con una caviglia in disordine, chiude 12°. Si rimette in sesto per la gara olimpica che il 16 febbraio chiude i Giochi: partecipano 48 atleti di 14 nazioni. L’avvenimento è attesissimo al punto che si presentano oltre 100mila spettatori. In tribuna d’onore perfino Hitler, contornato da Goering e Goebbels. L’oro va al norvegese Ruud con 232 punti. Argento allo svedese Eriksson con 230,5 mentre il bronzo è dell’altro norvegese Andersen (228,9). Bonomo cade malamente nel primo salto, compiendo un volo impressionante, e si ritira, non venendo neppure classificato. Giornata-no, proprio nel momento più importante della carriera: meglio dimenticare in fretta. Vi riesce solo a sprazzi negli anni seguenti dove nei tricolori di salto va a corrente alternata: 2° nel 1938 alle spalle di Rodighiero, è 4° nel 1939 e sesto nel 1940. Si riscatta però nel 1941 quando si aggiudica il titolo italiano. Poi, complice la guerra, sparisce di scena e si dedica...al tennis, divenendo maestro e trasferendosi a Verona dove si stabilisce ed insegna a lungo sulla terra rossa.