ZORZI Angelo
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Milano 04.05.1890 / Milano 28.12.1974
1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre
1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre. 16° Concorso Individuale
Tesserato per la “Miani”, si inserisce presto nel mondo ginnico meneghino, diventando in breve un ottimo ginnasta, in grado di cavarsela bene su ogni attrezzo al punto che entra nel giro della Nazionale e si guadagna la convocazione per i Giochi di Stoccolma. La nostra compagine è guidata dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia dove è fissato il ritiro preolimpico in cui non manca il cameratismo tra i nostri atleti che dimostrano un affiatamento, in gara e fuori gara, non comune. Zorzi, pur non venendo selezionato per il concorso individuale, è pedina importante della squadra, per una prova in cui contano, oltre alle qualità tecniche, anche amalgama e sincronismo tra i vari atleti i quali infatti gareggiano contemporaneamente, dovendo quindi eseguire lo stesso esercizio negli identici tempi e modi. La spedizione azzurra parte tra molte speranze anche se il viaggio verso la Svezia, in treno, non è dei più agevoli: dura infatti tre giorni attraverso Austria e Germania, con tanto di ferry-boat. Per i nostri anche una grande esperienza di vita. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono a 4 alla volta sullo stesso attrezzo, dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi, anche con clavette e bastoni. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90. Un grande trionfo per gli azzurri, che gareggiano in maglia bianca, guidati dal fenomenale Braglia. Al rientro in patria, grandi feste per tutti. Zorzi è festeggiato a Milano ma anche ad Alessandria quando è tra gli azzurri che si esibiscono in occasione dell’inaugurazione del nuovo campo della “Forza e Coraggio” tra l’entusiasmo generale.
Rientra alle gare nel concorso organizzato dalla “Costanza” a Milano dove si piazza 5° nella prova artistica individuale, confermando le sue qualità anche se qualcuno, talora molti, gli giunge sempre davanti. La musica non cambia nel 1913: Zorzi è 3° nella gara artistica al concorso di Alessandria vinto da Romano e quindi 8° nel grande concorso federale di Milano, sorta di campionato nazionale, preceduto da molti suoi compagni di Stoccolma. Risultati simili nella seconda parte di stagione: il 7 settembre Zorzi è quinto nella gara artistica organizzata a Milano dalla “Costanza” nel cortile delle scuole di Via Galvani il 7 settembre e sette giorni dopo, a Stresa, chiude settimo, preceduto anche da due giovani promettenti come Paris e Levati. Prestazioni che non gli permettono di essere selezionato per i Mondiali di Parigi, vi sono troppi ginnasti più forti di lui. Rimane un atleta valido, una pedina importante del gruppo, ma pur sempre una seconda schiera come confermato anche dal grande concorso ginnico federale di Genova del maggio 1914: Zorzi chiude solo 14° nella gara artistica. Non riesce a vincere nemmeno su un campo di partenti qualitativamente limitato: nel concorso di S. Angelo Lodigiano è secondo dietro il giovane Paris. Quando poi il gioco diventa più duro, va anche peggio: il 13 luglio nel prestigioso concorso di Grenoble, Zorzi chiude nono, ancora preceduto da molti “eroi” di Stoccolma. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rallenta l’attività agonistica e Zorzi, al pari di molti altri ginnasti ed atleti in genere, gareggia raramente nel periodo bellico. Si ripresenta difatti soltanto il 1 settembre 1918, tesserato per l’US Milanese, quando è secondo nella gara artistica alle spalle di Boni in una manifestazione polisportiva organizzata dalla “Pro Milano”. Nel 1919 si riparte, anche se con una certa difficoltà. I primi concorsi di un certo livello si rivedono difatti solo il 21 settembre, a Milano (dove vince Boni) ed a Genova: qui Zorzi chiude solo quinto. L’anno seguente è olimpico ed ovviamente tutti sono concentrati sull’appuntamento di Anversa. Molti “eroi” di Stoccolma, per vari motivi, non sono disponibili ed i veterani come Zorzi sono valutati con un occhio di riguardo dal CT Manlio Pastorini. Zorzi, lo sanno tutti, non è un campionissimo, ma ha esperienza e può essere utile al gruppo. Difatti, dopo aver confermato le sue buone qualità nelle apposite selezioni di Genova, tenutesi a fine giugno nei locali dell’Andrea Doria, il suo nome è nella lista dei 32 uomini che si ritrovano per il raduno collegiale a Villa Badia, a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio.
Qui, sotto la guida del CT Pastorini ed Enrico Gualdi (Presidente della Commissione Tecnica federale), i nostri affinano la preparazione fino alla “gara interna” del 28 luglio, una sorta di saggio tenuto ancora nella palestra dell’Andrea Doria, che screma il plotone ai 24 titolari. Zorzi è tra questi e dunque si va ad Anversa, in treno via Modane e Parigi, dopo l’ultimissima “prova generale” tenuta a Sampierdarena il 16 agosto. I nostri paiono in forma e nell’ambiente c’è moderata fiducia. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Due giorni dopo, il 26, ancora di pomeriggio va in scena la gara artistica, il grande concorso individuale, con 25 partecipanti di 7 nazioni. Cinque le prove in programma: corpo libero, cavallo con maniglie, sbarra, parallele, anelli. In questi ultimi tre attrezzi sono previsti esercizi sia obbligatori che liberi, negli altri due casi solo liberi. I punteggi variano da 0 a 10, più due punti per ogni esercizio iniziato e finito regolarmente. Dunque il punteggio massimo ottenibile è 96. L’oro va al grande Zampori che batte di misura gli ostici francesi mentre Zorzi guadagna il 16° posto: a 7 punti dal bronzo non si possono avere recriminazioni ed il risultato è consono al livello dimostrato in tutta la carriera.
A 30 anni suonati Zorzi comunque può ritenersi più che soddisfatto della sua carriera: sono pochi gli azzurri che possono vantare due ori olimpici ad otto anni di distanza, sia pure in competizioni a squadre. L’attività agonistica di Zorzi volge ormai al termine. Coglie comunque qualche altro buon piazzamento nelle gare artistiche a carattere regionale: nel 1921 è 2° a Pavia, l’anno seguente stesso piazzamento nei locali della “Costanza”, nel 1923 è 2° a Vigevano e 3° nella “Coppa Romano” a Milano. Ma in troppi, anche tra i più giovani, gli sono ormai superiori. La riprova si verifica il 5 e 6 gennaio 1924, nella palestra della “Forti e Liberi” di Monza dove si tengono le selezioni olimpiche decisive. Zorzi non va bene: il CT Corrias non lo inserisce nella lista degli “azzurrabili”, ma gli lascia una piccola speranza, probabilmente per il suo passato, collocandolo fra gli “incerti”. Tuttavia nei ritiri collegiali che si susseguono nei mesi seguenti, anche al Parco Reale di Monza dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, Zorzi non dà le necessarie garanzie e viene definitivamente escluso. Il colpo è duro, ma non molla anche se i risultati scarseggiano. Si rivede il 18 luglio 1926 quando, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, chiude al quarto posto la gara artistica dominata dal sempre grande Paris. È l’ultimo suo risultato significativo: di lì a poco, a 36 anni suonati, Zorzi chiude l’attività agonistica. Rimane nel mondo della ginnastica come giudice.