ZANZOTTERA Cesare
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Busto Garolfo (MI) 29.06.1886 / Legnano (MI) 28.06.1961
1908. Ciclismo. Eliminato Primo Turno 100 km (ritirato) e 5000 m
Dopo qualche bella prova in età giovanile, inizia a segnalarsi a livello nazionale nel 1906 quando, ancora dilettante, gareggia con i professionisti nelle prove su strada “promiscue”, aperte a tutte le categorie, aspetto comune nel periodo eroico del ciclismo. A vent’anni giunge secondo nella “Milano-Modena”, battuto dal più esperto Carapezzi[1], ma vince la Milano-Bologna, prima tappa della “Milano-Roma”, quando supera i compagni di fuga, compreso il grande Gerbi[2], il popolare “diavolo rosso”, che deve arrendersi al suo spunto finale. Possente e velocissimo allo sprint, Zanzottera miete successi a ripetizione: nel 1906 “Milano-Brescia” (lasciandosi alle spalle i migliori sprinters professionisti tra cui Cuniolo[3]) e “Milano-Varese-Milano”; nel 1907 “Campionato Brianzolo”, “Circuito Emiliano” e la sempre prestigiosa “Coppa del Re[4]”, di nuovo allo sprint. Trova pure il tempo di provarsi come podista sulle distanze brevi e grazie alla sua possenza vince qualche riunione di secondo piano sui 100, soprattutto a Legnano, sua patria d’adozione. Comunque è il ciclismo dove si esprime al meglio: appare una grande “speranza” e nel 1908 rimane dilettante, puntando ai Giochi di Londra. Coglie il primo successo della nuova stagione nella prestigiosa riunione di inaugurazione del nuovo Velodromo Milanese, con la pista in legno, costruito in Via Argelati[5], aggiudicandosi la prova di velocità davanti ai più forti corridori italiani del momento. Si ripete nei tricolori di velocità[6], grazie alle sue doti di possente sprinter e guadagna la selezione per i Giochi di Londra dove però non ha fortuna. Il 15 luglio, sulla pista del nuovo stadio di White City, nella batteria dei 100 km cade e deve ritirarsi; due giorni dopo, il 17, nel primo turno dei 5mila m è 3° su 9 (vince il futuro oro Jones) ma non riesce a superare il turno. Al rientro in Italia torna alle corse su strada con successo: vince infatti, davanti ad uno stuolo di professionisti, la “Coppa Val d’Olona”. L’anno seguente passa professionista e si aggiudica, ovviamente allo sprint, la “Milano-Modena[7]”, oltre a giungere 4° nel Campionato Italiano e 6° nel “Lombardia”. Ma poi sparisce rapidamente di scena, risultando alla fine un grande incompiuto, pur con qualche sprazzo rilevante.
[1] Anteo Carapezzi, nato a Correggio il 26 febbraio1876. In quel 1906 vince anche la “Coppa Città di Carpi”. Partecipa poi a due edizioni dei Mondiali di Velocità su pista (1908 e 1913) ma senza ottenere risultati di spicco
[2] Giovanni Gerbi, nato a Borgo Trincere di Asti il 4 giugno 1885. Il più grande corridore italiano dei primi del ‘900. Una ventina le sue vittorie, spesso ottenute al termine di mirabolanti fughe solitarie. Vincitore del “Giro di Lombardia” del 1905, prima edizione di questa “classica”, e di tre edizioni della “Roma-Napoli-Roma”
[3] Giovanni Cuniolo, nato a Tortona il 25 gennaio 1884. Grande velocista, al suo attivo le prime tre edizioni del Campionato Italiano Professionisti su strada ed il Giro di Lombardia del 1909
[4] I battuti sono Granaglia e Galazzi
[5] In pratica si trovava tra il Naviglio Grande ed il Naviglio Pavese
[6] Sul podio salgono Durando e Stoppani
[7] Secondo giunge il francese Lorgeou e terzo Bruschera