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VOLPI Giuseppe

Nizza (Francia) 13.05.1908 / Napoli 18.12.1989

1936. Vela. 5° classe “sei metri”

Nato a Nizza ma napoletano d’adozione. Appartiene difatti al glorioso circolo nautico Posillipo e nel Golfo di Napoli dà sfoggio delle sue abilità di velista sin dai primi anni Trenta. Quando arriva il momento di selezionare gli equipaggi per i Giochi del 1936, il CU De Conciliis, che è napoletano come lui e lo conosce bene, lo prende in considerazione. Si tenta una difficile amalgama tra elementi liguri e partenopei, le due scuole veliche principali del Paese senza dimenticare l’alto Adriatico: su “Esperia”, il “sei metri” designato per la partecipazione azzurra, non possono mancare i famosi gemelli genovesi Oberti, già olimpionici nel 1928. A loro, dopo varie prove di selezione dove si mettono in mostra, vengono affiancati tre elementi napoletani: Stampa, Cosentini ed appunto Volpi. Si parte per la Germania il 22 luglio, in treno da Milano. Le regate olimpiche di vela si svolgono a Kiel, nell’estremo nord della Germania, quasi al confine con la Danimarca, nel Mar Baltico, a 350 km da Berlino. Al via della classe “sei metri” troviamo 12 equipaggi di altrettante nazioni: la classifica si basa sui piazzamenti ottenuti nelle singole prove, attribuendo 12 punti al primo, 11 al secondo e così via. Ovviamente, vince chi totalizza il maggior numero di punti. Il 4 agosto i nostri non esordiscono benissimo: chiudono settimi, lontani dai vincitori, gli svedesi di “May Be”. Il giorno seguente la vittoria arride ai norvegesi, con gli azzurri quinti. La terza regata sembra rappresentare la svolta per i colori italiani: arriva difatti un bel successo che fa risalire “Esperia” al secondo posto della classifica.

Tutto può ancora succedere, ma la fiducia torna presto a scendere: il 7 agosto si impongono i tedeschi di “Gustel V” e per gli azzurri è notte fonda. Il nono posto difatti li fa retrocedere in sesta posizione nella graduatoria generale. Servirebbe almeno un’altra vittoria che però non arriva nelle ultime tre regate. Dapprima, l’8 agosto, giunge un sesto posto (primeggia la Svezia), poi addirittura una decima piazza. Serve a poco, se non ai rimpianti, l’ottimo terzo posto guadagnato il 10 agosto nella regata conclusiva. Le ultime due prove sono vinte dai norvegesi che alla fine, dopo un serrato duello, devono arrendersi ai britannici nella generale, per un solo punto. L’oro difatti va a “Lalage” della Gran Bretagna con 67 punti, argento appunto per “Lully II” dei norvegesi (66) e bronzo per gli svedesi di “May Be” con 62. “Esperia” chiude quinta con 50, superata anche dagli argentini di “Wiking” (52). Precede comunque una sfilza di imbarcazioni: Germania, Finlandia, Paesi Bassi, USA, Francia e Polonia mentre la Svizzera è clamorosamente squalificata “per professionismo[1]”. Per gli azzurri comunque una buona prestazione, più che sufficiente ed onorevole, con una bella vittoria ma anche con qualche recriminazione: l’inizio stentato ed il decimo posto nella penultima regata hanno certamente inciso sulla posizione finale. A conti fatti, la medaglia poteva pure non essere un sogno. Volpi poi sparisce presto di scena senza cogliere ulteriori successi di spicco.

volpi

Il 22 luglio 1936 i velisti azzurri partono in treno dalla stazione centrale di Milano per Berlino. Nella foto di rito della carovana è presente anche Volpi, evidenziato dal tondo, quarto da sinistra in piedi

 


[1] Il suo timoniere, André Firmenich, è infatti accusato di aver guadagnato premi in denaro con la sua attività di velista