VITTORI Nicolò
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Isola d’Istria 13.03.1909 / Trieste 26.05.1988
1928. Canottaggio. MEDAGLIA D’ORO Quattro con
1936. Canottaggio. Eliminato Semifinale Quattro con
Nato in territorio allora appartenente all’Impero Austro-Ungarico, poi passato all’Italia a seguito della Prima Guerra Mondiale. Gli istriani dopo il conflitto sono italiani a tutti gli effetti. Di professione contadino, Vittori si tessera per la “Pullino” sin dalla sua fondazione, nel 1925. I primi cimenti a livello nazionale risalgono all’anno seguente. Il 12 settembre Vittori è sulla “yole di mare a 4” che vince a Trieste, grazie ad un grande sprint negli ultimi metri. Con lui Stradi, Delise, Deste ed il timoniere Petronio che è il deus-ex-machina della società. Petronio è un vulcano di energia e passione, plasma i suoi uomini, cerca di assemblarli sugli equipaggi nel migliore dei modi. Coglie i primi frutti del suo grande lavoro l’anno seguente. Ai tricolori di Como, disputati a metà agosto, la “Pullino” si laurea campione italiano nella “yole di mare a 4”: con Vittori a bordo troviamo Stradi, Deste, Perentin e lo stesso Petronio che si ritaglia il ruolo di timoniere anche se in genere quel posto è ricoperto da ragazzini e, soprattutto, da persone più leggere. Alla fine però Petronio ha ragione e, in vista dei Giochi di Amsterdam, crea la compagine dei suoi sogni, il “4 con”, ribattezzato “Armando Diaz” con slancio patriottico: assieme a Vittori troviamo Perentin, Delise, Deste ed ovviamente Petronio come timoniere. La squadra è forte: il 29 aprile, nella prima preolimpica a Trieste, domina il campo. I cinque si ripetono il 7 luglio a Pallanza nei tricolori, superando di misura i favoriti della “Argus” di S. Margherita. Col successo, un po’ a sorpresa ma pienamente meritato, la “Pullino” guadagna anche la selezione azzurra per i Giochi. Il ritiro collegiale preolimpico di rifinitura si svolge nella stessa Pallanza sotto la guida degli ex campioni Scipione Del Giudice e Gaetano Caccavallo. Le premesse sono buone, gli istriani paiono in forma anche se nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Perentin gareggia nel “4 con” cui prendono parte 11 nazioni. Il 3 agosto nel primo turno gli azzurri vogano...da soli dato che, per sorteggio, non hanno avversari ma, per regolamento, devono comunque giungere al traguardo: vi riescono, senza ovviamente dannarsi l’anima, in una regata utile come ultimo allenamento e “prova generale”. Il giorno seguente l’avversario c’è, ma è come se non esistesse visto che la Germania viene lasciata addirittura a 50”, dopo un’esaltante gara tutta di testa.
Il 7 agosto, per una stranezza del regolamento, nei quarti di finale i nostri si ritrovano a fianco gli stessi tedeschi, vincitori del repechage ovvero i recuperi: il risultato non cambia anche se stavolta la Germania si difende meglio, terminando ad 8” di distacco. L’8 agosto ecco la semifinale contro la Svizzera: chi perde, per un’altra stranezza del torneo, incontrerà la Polonia per stabilire l’altra finalista. Vince l’Italia, con un buon margine e ciò vuol dire un grande risparmio di energie. Il 9 agosto difatti si disputa l’altra “semifinale” tra Svizzera e Polonia: sono proprio gli elvetici a prevalere cosicchè il 10 agosto in finale gli azzurri ritrovano i rappresentanti della Confederazione. Ma gli svizzeri, inevitabilmente, sono più stanchi ed i nostri si mostrano in grandissima forma: gli azzurri dominano, aggiudicandosi la prova con 16” di margine. Medaglia d’oro! Un trionfo grandioso, condito da distacchi spesso abissali, che acquista pure un fortissimo sapore propagandistico, per un’altra medaglia che giunge dalle “terre redente”. I cinque si rivedono alla grande l’anno seguente: il 27 e 28 luglio conquistano a Pallanza il titolo tricolore, superando gli altri olimpionici della “Vittorino” di Piacenza. Vittori è anche sull’otto della “Pullino” che viene bruciato dai livornesi. Il 17 e 18 agosto il “4 con” della “Pullino” si schiera agli Europei di Bydgoszcz: coglie un altro splendido oro, con 3” di margine sui coriacei danesi. I cinque festeggiano questo successo a Trieste il 1° settembre quando, tra l’entusiasmo generale, vincono la regata sulla “Timavo” e poi forniscono l’ossatura decisiva per l’otto che pure primeggia. La “Pullino” insiste nel 1930 anche se perde due pedine importanti come Deste (partito militare) e Delise (emigrato). Vittori rimane elemento fondamentale del “4 con” che, con Felluga e Chicco nel ruolo di “new entry”, il 28 e 29 giugno primeggia a Budapest, in importanti regate internazionali. I cinque si ripetono ai tricolori di Salò del 26 e 27 luglio quando guadagnano un altro titolo tricolore. Ciò consente loro di disputare gli Europei di Liegi dove il 17 agosto ottengono un buon argento, battuti dalla Danimarca. Chiudono l’annata in bellezza il 1° settembre quando vincono a Barcola. Vittori inoltre si impone anche nella “yole a 4 con” assieme a Perentin, Stradi, Palma e l’onnipresente Petronio. Nel 1931 rientra Delise e ritrova il suo posto nel “4con” che però, clamorosamente, non si presenta ai tricolori. Vince comunque la regata di Trieste, disputata il 30 agosto. Facendo a meno di Petronio, l’11 ottobre gli istriani vincono il “4 senza” nella prima regata remiera mai disputata all’Idroscalo di Milano.
La “Pullino” affila le armi in vista dei Giochi e Petronio si riprende il posto di timoniere: il 15 febbraio 1932, nella preolimpica di Viareggio, disputata in un canale del Lago di Massaciuccoli, gli istriani vincono il “4con” davanti ai napoletani dell’Italia e rilanciano le loro quotazioni. Si ripetono il 24 aprile nelle regate di Barcola, disputate peraltro con mare abbastanza mosso. Un mese dopo, il 22 maggio, vincono anche a Villa Olmo, Como, la regata preolimpica, sotto la grandine (!), con netto margine sull’Esperia di Torino. Il 5 giugno sul Lago di Albano si svolge l’ultima preolimpica e si disputa una sfida alquanto atipica tra il “4senza” dell’Aniene ed il “4con” della Pullino che, pur partendo con 14” di vantaggio, alla fine soccombe nettamente. Il risultato è che il “4 senza” va ai Giochi e gli istriani devono ancora faticare. Tutto si decide ai tricolori di Stresa, disputati il 26 giugno. La “Pullino” si trova a lottate punta-punta con i conterranei della “Libertas” di Capodistria. La sfida è incerta ed emozionante, ma negli ultimi 500 metri la “Pullino” cede, dapprima a poco a poco, poi nettamente finchè si arrende. Ai Giochi va, non senza sorpresa, la “Libertas”. La “Pullino” comunque non molla: il 15 agosto a Pallanza vince la selezione per gli Europei, anche nell’otto dove è cooptato l’intero equipaggio del “quattro”: tuttavia alla manifestazione continentale l’otto non viene inviato perchè il suo tempo non è ritenuto significativo a livello internazionale. Basta e avanza comunque il “4con” che a Belgrado guadagna uno strepitoso oro, superando per cinque secondi la Danimarca mentre terza arriva la Cecoslovacchia. Un successo che dà nuova linfa all’attività degli istriani. Il 25 settembre tutta Trieste è sulla riva del mare ad attendere la grande sfida tra “Pullino” e “Libertas” (argento olimpico a Los Angeles), ma l’attesa di stampa e tifosi va delusa. La “Libertas” non ingrana sin dalla partenza, perde terreno e addirittura abbandona tra la delusione generale. Per la “Pullino” è un’altra iniezione di fiducia che però fa aumentare il rammarico di non essere riusciti a qualificarsi per i Giochi. I quattro (più uno) sono in gran forma: il 16 ottobre, invitati al “Trofeo Camps” a Barcellona, vincono nettamente davanti al CN Tarragona ed ai padroni di casa. Si rivedono solo il 2 luglio 1933 a Trieste per i campionati giuliani dove la “Libertas” si prende la rivincita e domina la regata del “4con”. La “Pullino” si consola col successo nell’otto dove il “4con” è trasferito in massa. Il duello però è infinito e si ripete ai tricolori di Napoli il 30 luglio quando Umberto Vittori, fratello di Nicolò, sostituisce Delise: stavolta vince la “Pullino”, con 3” di margine. La marcia degli istriani non si interrompe: il 27 agosto vincono l’oro agli Europei di Budapest, con 4” di margine sui magiari.
Tra l’altro si tratta dell’unico successo azzurro nella manifestazione e la “Pullino” torna sugli scudi anche per la stampa. Il 3 settembre Vittori è sull’otto della “Pullino che a Trieste si aggiudica il “Campionato Adriatico”. I cinque si ripresentano baldanzosi ai tricolori di Castel Gandolfo del 1934, disputati il 23 luglio e dominano il campo, confermandosi i migliori interpreti del “4 con”. Non si fermano qui: il 12 agosto a Lucerna vincono l’oro europeo, con 4” di margine sulla Francia. Sono ancora il nostro miglior armo in assoluto. Il 26 agosto festeggiano il titolo con una facile vittoria a Trieste, salutati dall’ovazione generale. L’anno seguente, inserito il “figliol prodigo” Deste al posto di Chicco, la “Pullino” rivince il titolo italiano, superando gli storici rivali della “Libertas” nella regata di Lecco il 6 agosto. Il 18 agosto i cinque sono a Berlino dove nelle acque di Grunau, le stesse previste per i Giochi dell’anno seguente, si svolgono gli Europei: la “Pullino” è poco brillante, ma guadagna comunque il bronzo, alle spalle di Germania e Francia. Nel 1936 gli istriani sono ovviamente molto attesi in vista dei Giochi. Non deludono: il 7 giugno dominano la prima preolimpica, disputata all’Idroscalo di Milano. Si ripetono il 19 luglio, nella selezione decisiva di Pallanza, con 4” di margine sui napoletani dell’Ilva: tornano dunque ai Giochi. Si parte, in treno, il 27 luglio da Verona. Le prove olimpiche di canottaggio si svolgono sul campo di regata di Grunau, sul fiume Dahme, nella periferia sud-orientale di Berlino. Nel “4 con” partecipano 16 nazioni. L’11 agosto, nel primo turno, gli azzurri chiudono secondi, a 8’3 di distacco dai vincitori elvetici. Riescono a superare Ungheria, Uruguay e Belgio, ma non basta dato che solo i primi classificati accedono direttamente alla finale. Due giorni dopo, il 13 agosto, dunque i cinque gareggiano nei “recuperi” che poi rappresentano una sorta di semifinale. I nostri però si trovano in difficoltà e chiudono terzi, battuti da Ungheria e Polonia che li distanzia di 3”2: riescono a superare solo la Jugoslavia. Troppo poco, sono eliminati. L’oro va alla Germania, argento a Svizzera e bronzo a Francia. Per i nostri una prova poco brillante che chiude definitivamente il ciclo, peraltro esaltante, della “Pullino” e di cui Vittori, che non ottiene più successi rilevanti, è stato un grande protagonista.
Amsterdam 1928. Il “4con” d’oro