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VERRATTI Ciro

Archi (CH) 17.08.1907 / Milano 06.07.1971

1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre

Nato in Abruzzo ma napoletano d’adozione: nel capoluogo partenopeo frequenta anche l’Università. Si appassiona presto alla scherma grazie al fratello maggiore Silvio, maestro, mentore e guida preziosa per tutta la carriera. Coglie i primi risultati già intorno ai 18 anni: il 10 maggio 1925 chiude terzo nel torneo di fioretto organizzato nella Grande Accademia Nazionale di Napoli, riservato agli juniores, battuto da Girace e Marinelli. Il 14 ottobre è quinto nella “Coppa Flegrea” di spada, disputata alla “Pro Bagnoli” e vinta da Argento: Verratti dunque mostra dimestichezza con varie armi ed appare tra i giovani più interessanti dell’intero panorama nazionale. Il 21 marzo 1926 a Napoli, nella Sala Maddaloni, partecipa ad un’importante esibizione in cui gareggia pure il redivivo Nedo Nadi. Verratti perde 6-8 il match di fioretto con De Vecchi. Non brilla eccessivamente nei campionati campani, disputati a Napoli alla fine di aprile: 6° nella spada, 7° nel fioretto e 10° nella sciabola. Dimostra comunque di saper combattere con le tre armi anche se forse ne dovrebbe privilegiare una. Il 15 giugno a Napoli, nella Sala Maddaloni, chiude al terzo posto la “Coppa Strega” di spada, sopravanzato da De Vecchi e Quinto. Nel 1927 non va benissimo. Non emerge ai tricolori. Il 9 ottobre è secondo nel campionato campano di spada, battuto da Argento. Guadagna però quest’ultima manifestazione il 20 gennaio 1928, battendo in finale Quinto 10-6. Il 31 maggio a Torino si aggiudica il campionato italiano universitari di fioretto che lo lancia verso i Mondiali Universitari di Parigi dove, a metà agosto, si aggiudica l’oro nel fioretto individuale ed a squadre[1]. Ha capito che il fioretto è la “sua” arma per eccellenza. Nel 1929 prosegue la sua ascesa. A livello universitario teme pochi confronti: è difatti il trascinatore della nostra Nazionale goliardica che a Sanremo il 5 aprile travolge la Francia 11-5 in un match di fioretto. Si conferma anche ai massimi livelli. Il 10 aprile è nella compagine azzurra che si aggiudica il titolo europeo a Napoli nel fioretto a squadre: disputa due incontri, con Ungheria ed Austria, e vince tutti e sei i suoi assalti (16-0 per i nostri i due risultati complessivi). Nel torneo individuale invece si ferma in semifinale. Il 20 maggio finisce 6° nei tricolori di fioretto vinti da Guaragna. Ormai è tra i nostri schermidori più affermati. Il 19 gennaio 1930 a Catania chiude al secondo posto la “Coppa Pessina” di fioretto: a superarlo il più esperto Salafia. Il 3 marzo a Sanremo, in un confronto tra universitari, col fioretto supera Dutot 8-3 e De Rolland 8-1. Il 4 aprile è a Parigi, nella prestigiosa Sala Wagram dove col fioretto è sconfitto 10-8 dal francese Gardére. A metà maggio è buon protagonista ai tricolori di Napoli: 4° nel fioretto, 6° nella spada e 7° nella sciabola.

verratti grandeAi primi di luglio è a Darmstadt, in Germania, per i Mondiali Universitari: nel fioretto vince il torneo a squadre[2] ed è secondo nell’individuale, battuto da Rastelli. Il 17 agosto è ad Arenzano, per un’esibizione nel Grand Hotel: col fioretto supera Ferrero 7-5. Il 4 febbraio 1931 al Teatro Lirico di Milano, in una grande serata di esibizioni, col fioretto batte il francese Lemoine 10-7. Con la stessa arma il 5 maggio a Venezia giunge in finale ai tricolori, ma termina solo ottavo: vince Guaragna. La sua ascesa tecnica si blocca, per un motivo ben preciso: ha iniziato a lavorare come giornalista, anche per testate importanti, specializzato nel settore sportivo. Per questo nel 1932 non viene preso in considerazione per i Giochi: d’altra parte nelle selezioni, quando vi partecipa, finisce sempre lontano dai primi. Si rivede nel 1933, ai Mondiali Universitari di Torino, disputati ai primi di settembre: vince l’oro nel fioretto a squadre e l’argento nella prova individuale, battuto solo da Nostini. Laureato, entra al Corriere della Sera: scrive di scherma, ovviamente, ma anche di ciclismo, inviato agli avvenimenti più importanti. Non abbandona comunque la scherma: lascia spada e sciabola, concentrandosi esclusivamente sul fioretto. Si allena duramente a Milano col fratello Silvio, si testa in vari assalti accademici e si ripresenta in pedana il 15 maggio 1935, proprio ai tricolori di fioretto. Non ha dimenticato come si combatte: chiude al quinto posto, vince Bocchino. Selezionato in Nazionale, nell’ultima decade di giugno è a Losanna per gli Europei. Gli azzurri si aggiudicano il titolo di fioretto a squadre[3]: dopo aver liquidato Jugoslavia (16-0), Ungheria (12-4) e Belgio (9-5), in finale superano Ungheria (9-2), Austria (9-2) e Francia che battono solo per il conto delle stoccate (67-55) dopo aver pareggiato 8-8. L’oro comunque è nostro. Nell’individuale invece Verratti chiude sesto mentre, caso più unico che raro, vincono a pari merito in quattro[4]. Nel 1936 fa un bel pensierino sui Giochi. Difatti si rivede a buoni livelli solo il 21 marzo nella preolimpica di fioretto disputata a Ferrara: chiude nono (vince Bocchino) e deve ancora faticare per assicurarsi un posto in azzurro. Ci riprova il 26 aprile a Merano: sesto (vince Gaudini), può sperare. Ai tricolori, disputati il 13 giugno a Napoli, termina quarto, alle spalle di tre campioni come Guaragna, Gaudini e Marzi: la speranza diventa molto concreta. Difatti viene convocato per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Alla fine il fiorettista-giornalista Verratti convince tutti.

Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Verratti partecipa alla gara di fioretto a squadre che si tiene nella “Haus des Sports”, la “casa dello sport”, un palazzetto nei pressi dell’Olympiastadion. Al via 18 nazioni ed il 2 agosto nel primo turno viene subito schierato titolare contro l’Egitto, agevolmente superato 13-1. Gli altri azzurri sono Guaragna, Bocchino e Di Rosa, con Verratti che si aggiudica i suoi 4 assalti. Poichè anche l’Austria supera gli africani (11-5) ed accedono al turno successivo due squadre, non si effettua l’incontro tra azzurri ed austriaci. Verratti è titolare anche contro la Svizzera, liquidata con un sonoro 15-1. In pedana troviamo pure Gaudini, Marzi e Di Rosa che è l’unico a cedere un punto. Poichè anche gli USA superano gli elvetici (13-3), pure stavolta accediamo subito alle semifinali senza ulteriori incontri. In semifinale, iniziata quello stesso 2 agosto, il discorso diventa più impegnativo, ma non troppo. Liquidiamo difatti l’Austria per 12-4, con Verratti splendido, unico a chiudere 4-0. Bocchino difatti perde con Losert che batte anche Di Rosa e Gaudini, superato pure da Baylon. L’ultimo match dell’estenuante giornata arriva contro l’Ungheria e, con Verratti ancora strepitoso (4-0) è un’altra schiacciante vittoria: 13-3 il risultato. Due punti sono ceduti da Bocchino (che perde con Bay e Hatszeghy) ed uno da Guaragna (con Bay). Se ne riparla il 4 agosto contro gli USA e Verratti è di nuovo titolare. Con lui Guaragna, Gaudini e Di Rosa. Dominiamo 13-3, con Verratti a cedere stavolta un punto, battuto da Pecora che supera pure Gaudini mentre Hurd piega Guaragna. Il quarto azzurro, Di Rosa, esce invece imbattuto. Voliamo dunque in finale, disputata poche ore dopo. Come spesso accaduto, l’incontro decisivo è con la Francia. Schieriamo ovviamente la nostra migliore formazione: Gaudini, Bocchino, Marzi e Guaragna, con Verratti dunque assente. Se Gaudini (0-3) delude clamorosamente, ci pensano Marzi e Guaragna (3-0) a rimettere i nostri sulla giusta via, con pure Bocchino in bella evidenza (3-1): alla fine vinciamo 9-4 (i restanti assalti non si disputano per il risultato acquisito). Gli altri due incontri sono formalità: la Germania è schiantata con un indiscutibile 16-0 dalla stessa formazione che ha battuto la Francia mentre Verratti torna in pedana contro l’Austria, dominata 13-3 e di nuovo senza perdere un assalto. I tre punti difatti sono persi da Di Rosa (con Baylon), Marzi (con Lion) e Guaragna (con Schonbaumsfeld). Con tre vittorie su tre, ed un cammino senza ostacoli, gli azzurri guadagnano uno splendido oro davanti alla “solita” Francia e Germania. Per Verratti un grande torneo, encomiabile, in prima fila, di tutto rispetto. Parla il suo fantastico score, 23 vittorie ed una sola sconfitta! Verratti diventa famoso ed apprezzato al punto che viene scelto per interpretare la parte del Corsaro Nero nell’omonimo film del 1937 con al fianco Ada Biagini[5], altra campionessa di scherma. Il poliedrico Verratti continua ad alternare per qualche anno scherma e professione giornalistica: nel 1939 consegue il titolo italiano di fioretto, ultimo suo grande successo sportivo. Prosegue quindi la sua attività di giornalista per decenni, seguendo i principali avvenimenti sportivi, in Italia ed all’estero. Muore a 63 anni per le drammatiche conseguenze di un incidente automobilistico avvenuto mentre si trovava in Friuli, al seguito del “Giro d’Italia” ciclistico.


[1] Con lui gareggiano Volponi, Gerace e Rastelli

[2] Con lui gareggiano Rastelli, Volponi e Roca

[3] Con lui gareggiano Marzi, Purcaro, Nostini, Gaudini e Bocchino

[4] Marzi, Bocchino, Gardere e Lemoine

[5] Nata a Livorno l’08.06.1900. Al suo attivo 4 titoli italiani di fioretto consecutivi (1935-1938) ed un bronzo a squadre ai Campionati Internazionali 1937