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VERCESI Ines

Pavia 05.01.1916 / deceduta nel 1997

1928. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ARGENTO Concorso a Squadre

Quando viene deciso di inviare una squadra femminile di ginnastica ai Giochi di Amsterdam, l’intero paese freme e si mobilita. A Pavia il supervisore è l’attivissimo Gino Grevi, professore di Educazione Fisica e grande uomo di sport che da qualche anno sta istruendo ginnaste adolescenti, formando una squadra di ottimo livello. Le “piccole pavesi”, come sono chiamate, dalla metà degli anni Venti hanno difatti trionfato in diversi concorsi a scala nazionale, svettando nella categoria delle “piccole italiane”. Hanno colto il primo successo importante il 1° novembre 1926 nel “Concorso dell’Adriatico” ad Ancona, bissando il trionfo l’anno seguente a Bologna (8 maggio) ed a Como (20 settembre). Evidente che la squadra pavese, costituita da ragazzine di 13-15 anni, è tra le favorite per essere inviata ai Giochi di Amsterdam e l’intera città segue con affetto esercitazioni ed allenamenti che si svolgono non solo nella palestra di Via Porta, ma anche in Piazza Castello sotto gli occhi dell’intera comunità. Ines Vercesi è tra queste atlete. La prova decisiva di selezione olimpica si svolge a Milano, sul campo della “Forza e Coraggio” il 17 giugno 1928. Le squadre partecipanti sono quattro: con le pavesi vi sono “Ginnastica Torino”, “Forza e Costanza Brescia” e “US Sestri Ponente”. La gara consiste in tre prove: corpo libero, attrezzi (tra cui spalliera) e salti. Le pavesi vincono soprattutto grazie ad esercizi originali ed innovativi, diversi dalle altre concorrenti, dove a detta dei commentatori “la difficoltà di esecuzione si accompagna alla perfezione, la grazia copre la durezza e l’armonia crea un tono di poesia”. Sono in 10 ma se ne aggiungono due in qualità di riserve: Luigina Giavotti e Rita Vittadini. Per prepararsi al meglio, ai primi di luglio vengono inviate in ritiro collegiale a Pallanza, all’albergo “Belle Vue” e si allenano nel parco della villa Rovelli-Montobbio.

Vezzeggiate da tutti, sono affidate alle cure di Maria Bisi, la custode della palestra pavese, nominata fittiziamente “presidentessa” della società in modo da superare i cavilli burocratici, che tutte chiamano affettuosamente “mamma Maria” e che si fa in quattro per metterle a loro agio in una simile avventura, seguendole amorevolmente fino ad Amsterdam. In Olanda prendono alloggio, come tutti gli azzurri, sul piroscafo “Solunto” e compiono le ultime rifiniture sulla banchina del porto. Le gare olimpiche di ginnastica a squadre si svolgono l’8 e 9 agosto nell’Olympisch Stadion. Partecipano solo 5 nazioni, con squadre di 12 elementi. La nostra Nazionale è la più giovane del lotto, con un’età media di 14,3 anni. La classifica viene stilata in base a tre prove: corpo libero a squadre, attrezzi e volteggio. Nella prima prova, il corpo libero, domina l’Ungheria che supera di misura i Paesi Bassi, con l’Italia terza. Negli attrezzi le magiare cedono di schianto ed i Paesi Bassi guadagnano il primo posto, con le nostre ottime seconde. Il volteggio lascia tutto inalterato: oro ai Paesi Bassi con 316,75 punti, splendido argento all’Italia (289), bronzo alla Gran Bretagna (258,25). Nei commenti viene rimarcata la differenza di età tra le nostre e le olandesi, “donne già fatte” come dicono i giornali dell’epoca. Un argento comunque storico perchè si tratta del primo al femminile per il nostro sport e per la giovane età delle protagoniste. Le “piccole pavesi”, come vengono ribattezzate dalla stampa, divengono famosissime: al loro rientro in patria sono accolte da grandissimi festeggiamenti e ricevute da Mussolini in persona. Vercesi tenta poi la via dell’atletica, partecipando a gare di velocità, ma senza particolari risultati. Lascia presto l’attività agonistica e di lei si perdono le tracce.

vercesi grande

Le “piccole italiane” che nel 1928 ad Amsterdam conquistano l’argento nella prova a squadre di ginnastica femminile. Tra loro anche Vercesi