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VARETTO Carlo

Vergato (BO) 26.05.1905 / Vergato (BO) 10.01.1986

1936. Tiro a Segno. 23° p.m. Carabina Piccolo Calibro

1956. Tiro a Segno. 26° Carabina Piccolo Calibro Tre Posizioni

varetto grandeIl padre Aldo è un buon tiratore di livello nazionale ed il figlio ne segue le orme, non solo nello sport: presto difatti aiuta il genitore nel negozio di orologeria ed oreficeria, situato nel centro di Vergato dove è presente un ben avviato poligono in cui il giovane Carlo impara l’arte del tiro. Varetto conquista il primo piazzamento importante nel 1934 quando giunge secondo nei tricolori di Moschetto “Flaubert” da 50m, alle spalle di Zorzi. Spara bene con tutte le tipologie di armi anche se predilige i fucili. Il 1935 è la sua prima annata di spicco: vince il titolo italiano di carabina piccolo calibro, arma nella quale partecipa ai Mondiali di Roma, chiudendo 10° a livello individuale (migliore dei nostri) e nono a squadre. Entra definitivamente nel novero dei nostri migliori tiratori. Ai primi di luglio del 1936, in Nazionale, vince il “torneo delle nazioni latine”, contro Francia, Portogallo e Monaco: primeggia nella carabina piccolo calibro, la “sua” specialità per antonomasia. Ovviamente, il CT Battistoni lo inserisce nella lista per Berlino, raggiunta in treno con partenza da Verona il 27 luglio. Le gare olimpiche di tiro a segno si svolgono al poligono di Wannsee, nei pressi di Potsdam, nella periferia sud-occidentale di Berlino. L’8 agosto Varetto partecipa alla carabina di piccolo calibro cui prendono parte 66 tiratori di 25 nazioni. La prova prevede 30 colpi in due serie da 15, col centro del bersaglio che vale 10: dunque il punteggio massimo ottenibile è 300. Varetto va piuttosto bene, ma la gara è di altissimo livello: con 292 punti difatti l’azzurro termina solo 23° pari merito.

L’oro va allo strepitoso norvegese Rogeberg che non sbaglia niente ed ottiene proprio 300. Le altre medaglie sono aggiudicate a 296 punti dove arrivano diversi tiratori a pari merito: la discriminante è data dai colpi dell’ultima serie più vicini al centro. L’argento così va all’ungherese Berzsenyi ed il bronzo al polacco Karas. A 4 punti dal bronzo, pur se la concorrenza è elevata, la prova di Varetto può comunque essere giudicata in modo sufficiente. In quello stesso 1936 Varetto si aggiudica il titolo italiano della carabina di piccolo calibro, posizione in piedi. Negli anni seguenti la sua carriera continua alla grande. Nel 1937 è ai Mondiali di Helsinki, nella carabina piccolo calibro tre posizioni, ma non va benissimo: 46° a livello individuale, nono a squadre. Nel 1939 consegue due titoli italiani, nel fucile d’ordinanza tre posizioni e nella carabina di piccolo calibro in piedi dove si ripete nel 1941 e 1942. A dimostrazione di essere un tiratore completo, razza in via d’estinzione, nel 1941 ottiene il tricolore pure nella pistola libera. Stabilitosi a Porretta Terme, ma col negozio ancora a Vergato, supera indenne la guerra dopo la quale è tra i promotori della ricostruzione del poligono di Vergato dove riprende presto a sparare. Non ha perso la mira, anzi: nonostante i 40 anni suonati torna ai massimi livelli. Tant’è vero che rivince 10 titoli italiani, sette con la carabina piccolo calibro tre posizioni (l’ultimo nel 1958, a 53 anni!) e tre con la carabina standard tre posizioni. Soprattutto, partecipa ad un’altra edizione dei Giochi, nel 1956 a Melbourne: chiude 26° la carabina piccolo calibro tre posizioni[1]. Il figlio Sergio ne segue le orme con un certo successo[2]. I Varetto, una grande famiglia di tiratori italiani.

Berlino 1936. Varetto, a sinistra, posa col CT degli azzurri, Attilio Battistoni


[1] L’oro va al sovietico Bogdanov, argento per il ceco Horinek e bronzo allo svedese Sundberg

[2] Nato a Vergato il 28.07.1937. Specializzato nella pistola “olimpica”. Partecipa ai Giochi di Roma del 1960, giungendo 29°. Bronzo mondiale nel 1962 a squadre. All’attivo 4 titoli italiani consecutivi, dal 1963 al 1966. Muore a soli 43 anni per una grave forma di epatite