VALLE Leone
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1885 / deceduto
1924. Equitazione. 5° Concorso ad Ostacoli a Squadre, 15° Concorso ad Ostacoli Individuale
Entrato alla mitica scuola di Pinerolo, ne assorbe perfettamente i dettami, allievo prediletto di Acerbo e compagno di corso di molti altri validi cavalieri (tra cui l’olimpionico Cacciandra). Di stile non particolarmente “classico” ma piuttosto energico, si basa molto sull’esperienza anche se non disdegna la teoria. Animo generoso, non gli manca il coraggio, anche per il suo carattere franco ed aperto, sempre in positivo. Gareggia in diversi concorsi fin dai primi anni ’10, distinguendosi a più riprese anche se senza mai toccare vertici particolari. La Prima Guerra Mondiale blocca la sua carriera. Si rivede al termine del conflitto, ma manca la convocazione per Anversa: in effetti vi sono cavalieri che offrono maggiori garanzie. Negli anni seguenti però, più maturato e consapevole, si riscatta alla grande. Nel 1921 è nominato istruttore alle scuole di Pinerolo e Tor di Quinto, a conferma del suo status di ottimo cavaliere. Nel frattempo continua a gareggiare: il 15 ottobre 1921 giunge terzo nel concorso di Pallanza vinto da Cerboneschi. L’anno seguente, il 25 maggio, vince a Genova la gara a coppie del concorso ad ostacoli, montando Bocca, assieme al vecchio compagno Cacciandra (su Melanina). Ormai è lanciato e viene preso in considerazione anche per la nostra rappresentativa che gareggia nella “Coppa delle Nazioni”: nel 1923 si aggiudica questa prestigiosa competizione internazionale a squadre a Nizza (su Sbruffo) ed a Bruxelles (su Camoscino)[1]. Evidente che quando nel 1924 bisogna stabilire la lista degli azzurri per i Giochi, il nome di Valle sia in prima fila.
Difatti il CT, colonnello Starita, non ha dubbi e gli garantisce il viaggio a Parigi. Valle gareggia il 27 luglio nel concorso ad ostacoli che si svolge nello stadio di Colombes. Partecipano 43 cavalieri di 11 nazioni. Il percorso di gara si rivela molto ostico e difficile al punto che nessuno ottiene il “netto”. Valle commette diversi errori e, con venti punti di penalità, chiude 15°, abbastanza lontano dai 10 punti del bronzo, il polacco Krolikiewicz. L’oro va allo svizzero Gemuseus, in sella a Lucette, con 6 punti, mentre l’argento è appannaggio del sempre grande Lequio, sul fido Trebecco, che accusa 8,75 punti. Più lontani gli altri due italiani, con Alvisi solo 26° e Beraudo addirittura ritirato. Ciò compromette per i nostri la classifica a squadre: chiudono solo quinti, con 57,5 punti, sopravanzati nell’ordine da Svezia, Svizzera, Portogallo (53 punti) e Belgio (57). Bastava poco di più per ottenere il bronzo: un brusco passo indietro per i nostri in una specialità che il nostro movimento ha contribuito molto a sviluppare sotto il lato tecnico. Negli anni seguenti Valle si divide tra il ruolo di istruttore ed i concorsi. In particolare si applica al cosiddetto “Campionato del cavallo d’arme”, una sorta di “completo” atto a premiare il cavaliere che meglio sa adattarsi alle varie specialità. Valle, unico nella storia, riesce a vincere due edizioni consecutive, ancora su Bocca, nel 1924 e 1925. Fa ancora di più: rivince nel 1929, su Federico, confermandosi cavaliere eccelso, tra i migliori della sua epoca. Intanto nel 1927 ha vinto una gara similare a Tor di Quinto, in sella ad Athos. Poi continua ad insegnare l’arte di cavalcare, rimanendo per sempre un maestro di alto livello tecnico.
[1] Con lui a Nizza gareggiano Caffaratti e Lequio, a Bruxelles è insieme a Caffaratti e Formigli