VAGLIO Piero
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Milano 12.02.1888 / deceduto
1920. Lotta greco-romana. Eliminato Ottavi di Finale pesi piuma
Appartenente alla categoria dei “minimi”, già a 18 anni si segnala in grado di competere per un buon piazzamento: nel 1906 è terzo nel torneo di Soresina. L’anno seguente è secondo nei tricolori, battuto da Dubini, ed a 20 anni, nel 1908, ottiene le prime rilevanti vittorie: Campione dell’Alta Italia, Campionato Milanese, tornei di Legnano e Stradella. Delude nelle eliminatorie olimpiche, dove peraltro trova una concorrenza fortissima (il futuro oro Porro). Dopo un periodo di appannamento, torna a galla nel 1911 quando guadagna il titolo di Campione Milanese e nel torneo organizzato dalla “Mercurio” nella palestra di Via Casati perde solo col grande Porro. Vaglio sembra possedere ottime qualità, ma scoppia la guerra italo-turca e viene inviato in Libia come zappatore del 68° Fanteria. A Bengasi è ferito e contrae il tifo, rimanendo per qualche giorno tra la vita e la morte. Riesce a salvarsi e rientra in patria. Salta così la possibilità di essere selezionato per i Giochi di Stoccolma anche se vi erano probabilmente avversari più forti (non solo Porro). Si ripresenta alle gare nel settembre 1912 quando vince il campionato sociale della “Sparta”, la sua squadra, nella palestra di Corso Buenos Aires. A dicembre il primo grande successo: ad Acqui si aggiudica il titolo di Campione Italiano nei pesi “minimi”, battendo in finale il torinese Aymar (ma Porro è assente). Nel 1913 è battuto nel Campionato Lombardo da Ferrara, ma solo per sorteggio dopo un match durato 40’ e terminato in parità (o “nullo” come si diceva in quel tempo). Vince invece nettamente il Campionato Milanese e chiude al secondo posto, per la categoria dei “piuma” (fino a 60 kg), il torneo dei tricolori, disputato a Genova nella palestra della “Colombo”, battuto solo da Ghezzi dopo un match molto equilibrato, terminato ai supplementari e con un verdetto discutibile. Molti infatti avevano visto Vaglio più attivo e meritevole proprio nell’extra-time. Nel 1914 si conferma: è il migliore tra i “piuma” nella “Targa Pampuri” a Milano e nel torneo organizzato, ad ottobre, dalla SC Virtus nella palestra di Via Scarlatti, ancora nella metropoli meneghina. Non solo: in quest’ultima occasione batte anche il “minimo” Naldini e conquista la vittoria assoluta. L’entrata in guerra del nostro paese blocca l’attività e Vaglio viene richiamato alle armi. Si ripresenta solo nel 1917, tesserato con la “Post Resurgo Libertas”.
Ad aprile vince il Campionato Sociale, poi trionfa ai tricolori dei “piuma” (peso-limite 60 kg), battendo Murisengo e Borghi mentre il competitor più insidioso, Ponte, si ritira. Scoppia però una polemica tra Vaglio e Borghi il quale si ritiene defraudato della vittoria nel match tricolore. La querelle va avanti per qualche tempo, anche con lettere e dichiarazioni ufficiali sulla “Gazzetta”, finchè il 29 luglio i due si affrontano nel salone della “SS Manfredini” a Milano: non c’è storia, Vaglio schiena l’avversario dopo 6’27” di lotta, chiudendo definitivamente la pratica. Il 1918 vede Vaglio assorbito dagli obblighi militari e, di conseguenza, non gareggia praticamente mai. Di lotta se ne riparla nel 1919. Già tra la fine di gennaio ed i primi di febbraio Vaglio torna in pedana, ancora nei “minimi”, nel torneo organizzato dallo “SC Italia” nei locali del Teatro Carcano di Milano. Non è in forma: batte Pizzoccaro ai punti, ma perde gli altri incontri. Si riscatta a metà marzo, nel torneo organizzato dall’US Milanese nei suoi locali di Via Pastrengo: vince nei “piuma” il cui peso-limite è ancora 60 kg, non perdendo nemmeno un incontro. Rimane uno dei nostri migliori lottatori e come tale viene selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni, aperta solo ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Non è una manifestazione di poco conto: vi partecipano 29 nazioni. Vaglio esordisce nei “piuma” il 24 giugno e batte lo statunitense Wisanen dopo 4’10” di combattimento, grazie ad un “ponte schiacciato”. Nonostante sia osteggiato dalle giurie, riesce ad arrivare in finale ma qui trova, di nuovo, un arbitraggio negativo (“incompetente” viene definito dalla “Gazzetta”) e viene sconfitto dal belga Dierck. Il suo comunque rimane un bel torneo.
Complici obblighi militari e qualche piccolo infortunio, Vaglio non gareggia più sino al termine della stagione, disertando anche i tricolori di dicembre a Genova. Si ripresenta in pedana, tesserato per la “Post Resurgo Libertas”, solo a metà marzo 1920, a Bologna, nel torneo organizzato al Teatro Contavalli dove batte Selleri, Lunati ed il triestino Popovich, guadagnando il primato tra i “minimi” che, sulla falsariga olimpica, assumono la denominazione di “piuma”. Nel weekend del 26-27 giugno si tiene a Milano, nei locali delle scuole di Via Ruffini, l’eliminatoria lombarda per le selezioni olimpiche. Vaglio è grandissimo perchè batte tutti, perfino il fenomenale Porro, oro olimpico nel 1908 e rientrato alla grande, battuto ai punti dopo 46’ di lotta grazie ad una cintura di fianco a terra. Il suo successo, anzi la sconfitta di Porro, fa scalpore e lancia Vaglio ai vertici nazionali della categoria. Le selezioni olimpiche si svolgono a Genova, nella palestra della “Colombo” tra il 10 e 13 luglio. Vaglio ritrova Porro che stavolta si prende la rivincita, sia pure ai punti ed al termine di un match lungo ed equilibrato. La Commissione Tecnica, sollecitata dal CT Grenna, non se la sente di escludere uno dei due e, alla fine, entrambi guadagnano il pass per Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi dopo il collegiale di rifinitura tenutosi a Savona ai primi di agosto. Le gare olimpiche di lotta si svolgono nel Salone delle Feste della Società Zoologica Reale, nei pressi dello zoo e della Stazione Centrale. Vaglio gareggia nei “piuma” il cui peso-limite è di 60 kg. Al torneo, ad eliminazione diretta, partecipano 21 lottatori di 12 nazioni. Esentato per sorteggio dal primo turno, Vaglio entra in pedana il 17 agosto per gli ottavi contro il belga Boumans: è un match molto equilibrato ma che il padrone di casa risolve a proprio vantaggio dopo 15’20” di battaglia. L’avventura olimpica di Vaglio dunque termina subito. Il torneo si trasforma in un trionfo finlandese, con l’oro a Friman e l’argento a Kahkonen mentre il bronzo va allo svedese F. Svensson. Dopo i Giochi, Vaglio sparisce quasi dalle pedane. Si rivede ad alti livelli solo il 19 dicembre 1922 quando si aggiudica il “Campionato Lombardo” tra i “piuma”. Sarebbe ancora un ottimo lottatore, ma dirada i suoi impegni. Nel 1924 tenta la chance olimpica ma senza fortuna: il 25 maggio nella selezione di Torino, tra i “gallo”, è battuto da Moruzzi e capisce di aver fatto il suo tempo. Difatti non figurerà più ad alti livelli.