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URBANI Dino

Livorno 08.03.1882 / Varese 09.05.1958

1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, Eliminato Semifinale Spada Individuale

Livornese purosangue, è uno dei tanti allievi del burbero Beppe Nadi, padre dei grandi Nedo ed Aldo, nonchè fondatore del “Circolo Fides”, fucina di talenti nei primi decenni del Novecento. Urbani si adegua con pazienza ai metodi spartani del maestro Nadi ed incrocia più volte le lame con Nedo che sale rapidamente ai vertici mondiali. Urbani rimane qualche gradino in basso, ma è pur sempre un ottimo schermidore, e con le tre armi anche se la spada a Livorno è poco amata. Si segnala più volte in vari tornei anche se ottiene solo piazzamenti e rare vittorie. La Prima Guerra Mondiale interrompe tutto e di scherma agonistica se ne riparla solo nel 1919. Urbani è tornato in pedana e Nedo Nadi non lo ha certo dimenticato. Grazie difatti ai suoi buoni uffici, Urbani, essendo ancora sotto le armi, è selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Per la scherma il padre-padrone è il Generale Ceccherini, già medaglia d’argento olimpica nella sciabola a squadre nel 1908. I nostri, con ben cinque livornesi, sono forti ma anche sfortunati: nella prova di fioretto a squadre perdono in finale contro la Francia ma solo per il computo delle stoccate (127 a 125). Gli azzurri si prendono la rivincita nella sciabola a squadre: 19-8 al Belgio, 19-10 alla Francia, 19-8 al Portogallo il loro cammino lastricato d’oro, con Urbani buon protagonista. Urbani partecipa anche al torneo individuale di spada, ma viene eliminato al primo turno, sconfitto dal belga Bochs e dal francese Hugnet. Comunque ha ampiamente dimostrato di poter avere un suo ruolo significativo anche a livello internazionale. Ancora aggregato al “clan” dei livornesi, dove Nedo Nadi rimane una sorta di dio intoccabile, Urbani inizia il 1920 facendo un pensierino ai Giochi di Anversa, nonostante i 37 anni. Non è un campionissimo, questo è chiaro, ma un ottimo gregario di lusso. Il 26 luglio gareggia al torneo di Venezia che si svolge nel sontuoso cortile di Palazzo Ducale e che rappresenta una sorta di rifinitura per i potenziali azzurri. Urbani ottiene piazzamenti dignitosi: 9° nella spada e 6° nella sciabola, confermandosi tra i migliori schermidori italiani anche se in posizioni di rincalzo. Comunque Nedo Nadi, che nella città lagunare ha vinto in entrambe le armi davanti al fratello Aldo, lo tiene in grande considerazione e gli dà fiducia. Nedo difatti, oltre che capitano, è anche il selezionatore occulto della nostra Nazionale dove non si entra senza la sua approvazione.

Nadi vuole gente di fiducia accanto a sé, che non faccia polemiche, che sappia stare al proprio posto ma che, al contempo, sappia essere affidabile e convincente in pedana. Non guarda l’età che anzi può essere sinonimo di esperienza: non a caso convoca anche quarantenni (Speciale, Olivier, Canova) che si riveleranno decisivi. Dunque inserisce nella lista per Anversa anche Urbani che esordisce nell’agone olimpico il 20 agosto nel torneo di spada a squadre che si svolge al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Partecipano 11 nazioni. Non siamo favoriti: la Francia è fortissima, Portogallo e Belgio temibili. Commettiamo probabilmente un’imprudenza, certamente dettata dal cercare il risparmio di energie e dovuta anche alle imperfette condizioni di Nedo che ha qualche linea di febbre. Fatto sta che affrontiamo la poule eliminatoria schierando molte seconde linee e fatichiamo parecchio a centrare la qualificazione. Perdiamo 7-8 col Portogallo, strappiamo un faticoso 6-6 alla Svezia, domiamo a fatica i Paesi Bassi 7-6, evento che, alla fine, si rivelerà il passo decisivo. Unico spunto importante, il successo 8-4 col Belgio. Lo score 3-1 ci consente comunque, a fatica, di approdare in finale. E qui le cose cambiano perchè entrano i tre “titolari fissi”, i fratelli Nadi e proprio Olivier, considerato una sicurezza. Urbani, dopo aver tirato bene nelle eliminatorie, rientra in squadra contro la Svizzera che è domata 8-7, grazie anche le sue due vittorie in altrettanti assalti. Poi torna in panchina da dove assiste agli altri incontri: il Portogallo (con Thaon di Revel al posto di Urbani) è schiantato 12-3, la Francia 9-7 ed il Belgio 10-6. Negli ultimi due matches il quarto uomo è l’ottimo Costantino. È praticamente fatta, manca solo l’incontro con gli USA che finisce in un abbraccio collettivo dopo che Nedo ha infilzato Lyon, garantendo ai nostri la stoccata che mancava per garantire matematicamente il successo. Prima l’Italia, secondo il Belgio col famoso Boin, solo terza la Francia. Un altro oro e nella specialità storicamente meno amata dai nostri! Grandissima prova di squadra anche se poteva certamente essere gestito meglio l’inizio. Urbani ha tirato bene anche se, in definitiva, è stato poco impiegato ma ha comunque contribuito ad un successo storico per l’intero nostro movimento, importante anche sotto l’aspetto tecnico e psicologico. Urbani ci riprova nel torneo individuale di spada che è iniziato quello stesso 20 agosto, ancora al Floralien. Partecipano ben 80 schermidori di 13 nazioni. Gli italiani sembrano avere buone chances anche se i fratelli Nadi, esausti per le vittoriose battaglie dei giorni precedenti, danno forfait ed i francesi hanno il dente avvelenato per la clamorosa sconfitta patita dagli azzurri nella prova a squadre. Ogni assalto si decide alla prima stoccata vincente. Urbani inizia bene: giunge secondo nella poule eliminatoria, perdendo solo col francese Massard (poi oro). Il secondo posto in classifica gli consente tranquillamente di accedere ai quarti di finale dove è di nuovo tra i migliori: con lo score di 6-4 giunge 3° a pari merito (vince lo svedese Hellsten) ed accede alle semifinali.

Qui però trova avversari effettivamente più forti ed il suo bilancio di 4 successi e 7 sconfitte dà adito a pochi dubbi. Il francese Casanova vince il gironcino ed Urbani chiude solo 7° a pari merito, venendo eliminato. Il torneo si trasforma in un grande trionfo dei francesi che si portano a casa le tre medaglie: oro a Massard, argento a Lippmann e bronzo a Buchard, con il solo Olivier (sesto) a salvare parzialmente l’onore azzurro. Urbani comunque non ha demeritato, dimostrandosi tra i nostri migliori spadisti del momento, ma per lui non finisce qui. Il 24 agosto difatti partecipa anche al torneo di sciabola a squadre che inizia all’Olympisch Stadion ma poi, per la pioggia battente, viene trasferito al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Solo 8 le nazioni presenti e per questo viene deciso di sviluppare un’unica poule, senza eliminatorie. Grandi assenti proprio i formidabili ungheresi, ufficialmente “non invitati” ma in realtà estromessi dai Giochi, alla pari di tedeschi e austriaci, per il pesante ruolo giocato nella Prima Guerra Mondiale. La mancanza dei magiari favorisce indubbiamente gli azzurri che dominano letteralmente il campo, gestendo con accuratezza il turn-over degli uomini, schierando sette degli otto uomini presenti nella lista ufficiale. Il solo Cesarano non scende in pedana e ciò gli preclude la possibilità di mettersi la medaglia al collo. Perchè i nostri non lasciano il minimo spazio agli avversari, letteralmente schiantati. Urbani disputa un solo match, contro i Paesi Bassi, dominati 12-4. Con lui i fratelli Nadi e Puliti. Proprio quest’ultimo ed Aldo Nadi sono i titolari fissi in tutti gli incontri mentre Nedo Nadi è assente solo contro la Danimarca (dove entra Gargano), stesa 13-3.

Con lo stesso punteggio è regolata la temibile (sulla carta) Francia e pure la Cecoslovacchia (con Baldi in pedana) mentre il Belgio (ancora con Baldi) è sconfitto 12-4. L’ultimo incontro in programma, con la Gran Bretagna, non viene neppure disputato dato che non avrebbe cambiato l’esito finale. Dunque oro strameritato all’Italia, argento alla Francia e bronzo per i sorprendenti Paesi Bassi. Urbani, in definitiva, col suo unico incontro disputato, non ha poi faticato molto per guadagnare questa medaglia d’oro che fa il paio con quella guadagnata nel fioretto, a dimostrazione delle sue grandi qualità schermistiche. I due ori rappresentano il vertice della sua carriera che comunque continua con onore ancora per qualche tempo. Difatti ai primi di dicembre vince il torneo di sciabola organizzato per celebrare il 50° anniversario del Veloce Club a Milano, con lo score di 8-1, battuto solo da Sormano. Si rivede su buoni livelli nel 1922 quando si aggiudica, ancora nella sciabola, il torneo organizzato dalla Società del Giardino a Milano il 3 dicembre. Si ripete un mese dopo, il 13 gennaio 1923, nei locali della “Patriottica”, confermandosi grande sciabolatore. A febbraio del 1924 partecipa alla prima prova preolimpica di selezione, a Roma, ed entra nella lista dei 30 azzurrabili sia nella sciabola che nella spada. Ma poi non va oltre e non riesce a qualificarsi per i Giochi. Ormai è a fine carriera anche se non manca qualche sussulto di classe: il 14 dicembre 1925, in un’esibizione al Teatro del Verme di Milano, con la sciabola batte il rampante De Vecchi 10-8. Si rivede il 6 giugno a Cremona nel prestigioso “Trofeo del Littorio” di sciabola dove però chiude solo 11°, manifestando un deciso calo di rendimento. È questo il suo ultimo risultato significativo, in una carriera lunga e vincente che ne fa uno dei più forti schermidori italiani dei primi anni Venti.

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Urbani, primo a sinistra, posa con la squadra di sciabola vincitrice ai “Giochi” interalleati di Joinville nel 1919. Con lui da sinistra: Cesarano, Nedo Nadi, il CT Ceccherini, Aldo Nadi, Puliti e Baldi

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Anversa 1920. La Nazionale che vince l’oro nella sciabola a squadre. Presente anche Urbani, evidenziato dal tondo