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TUZI Adriano

Roma 08.02.1906 / deceduto

1928. Canottaggio. Eliminato Recuperi Primo Turno due di coppia (con Melchiorri)

Inizia a regatare con l’Aniene, nel Tevere, poco prima dei vent’anni di età. Molto alto per l’epoca e dal fisico possente, 1,87m x 85kg, coglie i primi risultati significativi nel 1927: il 21 aprile vince nel singolo la “Coppa Natale di Roma”, ovviamente nella capitale. A Torino il 26 giugno arriva secondo nello skiff, battuto da Colombo. Il 17 luglio vince a Livorno, ancora nel singolo. L’11 settembre ai Mondiali Universitari di Pallanza coglie due belle vittorie: nel “doppio” (o “due di coppia”), assieme al compagno di colori Melchiorri, e nell’otto. Nove giorni dopo, a Lecco si ripete nel “doppio”, ancora con Melchiorri. Il 25 settembre tenta l’avventura dell’impegnativa Milano-Gaggiano nello skiff, ma gli va male: chiude solo sesto, vince lo svizzero Schneider. Il 1928 è annata olimpica e Tuzi cerca la qualificazione in due specialità. Difatti nella prima preolimpica, il 27 maggio ad Albano, dà spettacolo: vince nel singolo e nel doppio, col fido Melchiorri. I due però, il 3 giugno a Torino, vengono battuti dai lombardi Castoldi-Bozzi nel campionato italiano universitario. Castoldi supera Tuzi anche nel singolo. Tuzi capisce che è meglio concentrarsi su una sola specialità: nello skiff ha troppi avversari davanti, compreso il grande Bernasconi, e dunque opta per il “due di coppia”. Il 9 luglio, con Melchiorri, a Pallanza guadagna il titolo tricolore nel “doppio”, superando nettamente (8”) i lariani De Col-Mariani. Col successo arriva anche la maglia azzurra per i Giochi. Il ritiro collegiale si svolge nella stessa Pallanza, sotto la guida degli ex campioni Del Giudice e Caccavallo. Poi tutti ad Amsterdam: nel clan azzurro c’è moderata fiducia, ma nessuno si nasconde le difficoltà. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Tuzi gareggia nel “due di coppia” assieme a Melchiorri: alla prova partecipano 10 equipaggi di altrettante nazioni. Il 3 agosto gli azzurri sono nettamente battuti dai francesi Robineau-Caplain che li staccano di 7”: si rendono protagonisti di una gara scialba, senza mordente, con gli avversari che scappano via sin dalla partenza.

Hanno tuttavia un’altra possibilità per accedere al turno successivo, il repechage ovvero i recuperi. Il giorno seguente, 4 agosto, sono così di nuovo in acqua, ma vengono superati dagli olandesi Cox-Pieterse: stavolta non vi sono sconti, sono eliminati. L’oro va agli statunitensi Costello-McIlvaine, argento per i canadesi Wright-Guest e bronzo agli austriaci Losert-Flessl. Per Tuzi e Melchiorri una prestazione alquanto opaca. Tuzi si rivede il 16 giugno 1929 quando si aggiudica una gara di skiff a Napoli. Si ripete sette giorni dopo a Genova. Più difficile invece imporsi ai tricolori di Pallanza il 27 e 28 luglio: nel “doppio” Tuzi-Melchiorri sono sconfitti dal duo lariano Bernasconi-De Col mentre nel singolo Tuzi chiude terzo, sopravanzato dallo stesso Bernasconi e Mariani. Col singolo il 6 ottobre Tuzi vince una regata a Piacenza, sul Po. Si rivede, assieme a Melchiorri, il 4 maggio 1930 ai tricolori universitari, disputati a Pavia: i due vincono nel “doppio”. Il 3 luglio sono a Darmstadt, in Germania, per i Mondiali Universitari: chiudono secondi, battuti dai tedeschi. Altra piazza d’onore il 21 settembre a Lecco, alle spalle del duo lariano Mariani-De Col. Scissa la coppia e passato alla “Tevere Remo”, Tuzi ritenta la strada del singolo: il 23 luglio 1934 chiude al terzo posto il tricolore di Castel Gandolfo, alle spalle di Amante e Mascherpa. Il 6 giugno 1935 vince a Genova mentre il 30 giugno a Pallanza è battuto da Gavazzini. Il 6 luglio a Lecco guadagna il tricolore davanti al campione uscente, e consocio, Amante. Dodici giorni dopo, è a Berlino dove nelle acque di Grunau, le stesse previste per i Giochi dell’anno seguente, finisce sesto. Nel 1936, capendo di aver poche chances nel singolo, rigioca la carta del “doppio”, stavolta assieme a Bendoni: in effetti i due vincono il “due di coppia” nella selezione preolimpica decisiva, a Pallanza il 19 luglio. Ma i loro tempi sono mediocri e non migliorano neppure nell’ultimo test, appositamente fatto eseguire dalla severa Commissione Tecnica il giorno seguente. Niente da fare: sono esclusi dalla lista per i Giochi dove, giusto dirlo, avrebbero comunque avuto poche chances di ben figurare. È il suo ultimo risultato su alti livelli, poi sparisce praticamente di scena.


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