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TUNESI Adolfo

Cento (FE) 27.08.1887 / Bologna 29.11.1964

1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre

Bolognese d’adozione, gareggia per la “Santa Lucia” (futura “Virtus”) fin da adolescente, specializzandosi negli anelli, suo attrezzo preferito. Alla fine della prima decade del Novecento entra nel giro della Nazionale: nel 1911 è riserva al torneo internazionale di Torino. Sa disimpegnarsi bene in tutti gli attrezzi ed i nostri tecnici lo tengono in molta considerazione. La decisiva prova di selezione olimpica si tiene il 9 giugno 1912 proprio a Bologna, nella palestra della Virtus. Tunesi si conferma ginnasta valido ma non eccezionale: chiude la gara artistica al nono posto, staccato di quasi due punti dal vincitore Romano[1]. Viene comunque inserito nella nostra Nazionale, guidata dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis che fa gli onori di casa a Brescia dove è fissato il ritiro preolimpico in cui non manca il cameratismo tra i nostri atleti che dimostrano un affiatamento, in gara e fuori gara, non comune. Al termine del ritiro si svolge un’apposita gara artistica, organizzata nella suggestiva “fossa” del castello di Brescia, tesa a indicare i sei atleti che dovranno rappresentare l’Italia anche nella prova individuale. Tunesi chiude al settimo posto, a 60/100 dalla sesta posizione di Bianchi e dunque viene confermato solo nella gara a squadre. Si dimostra comunque pedina importante della compagine, per una prova in cui contano, oltre alle qualità tecniche, anche amalgama e sincronismo tra i vari atleti i quali infatti gareggiano contemporaneamente, dovendo quindi eseguire lo stesso esercizio negli identici tempi e modi. La spedizione azzurra parte tra molte speranze anche se il viaggio verso la Svezia, in treno, non è dei più agevoli: dura infatti tre giorni attraverso Austria e Germania, con tanto di ferry-boat. Per i nostri anche una grande esperienza di vita. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90.

Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia e con Tunesi impeccabile. Proprio Tunesi è poi al centro di un clamoroso caso storico-statistico e di un errore di fondo nel quale incorrono, ancora oggi, diversi commentatori. Il 12 luglio, il giorno seguente il grande trionfo italiano, si disputa il concorso individuale dove il grandissimo Braglia otterrà un altro oro e sarà accompagnato sul gradino più basso del podio da un altro azzurro. Molti, anche i documenti ufficiali, ritengono che questo azzurro sia proprio Tunesi. In realtà non è così. Seppur iscritto regolarmente alla prova, tant’è vero che il suo nome compare nei referti ufficiali, all’ultimo momento Tunesi viene sostituito da Mazzarocchi che si è piazzato meglio di lui nell’ultima prova di selezione svoltasi a Brescia pochi giorni prima della partenza per la Svezia. Inoltre Mazzarocchi è un pupillo del grandissimo Braglia, pure portabandiera dell’intera spedizione azzurra, che potrebbe aver avuto una parte non indifferente nella sostituzione in questione. Sostituzione che avviene peraltro senza comunicazione ufficiale perché il cambio non é consentito dal regolamento. Da qui dunque nasce l’equivoco: Tunesi perciò non gareggia nel concorso individuale e non ottiene la medaglia di bronzo. Forse scottato da questo episodio, che certamente per lui non deve essere stato facile accettare, Tunesi non raggiungerà più i vertici di Stoccolma. Difatti nel maggio del 1913 è solo 13° nel grande concorso ginnico federale di Milano, sorta di campionato nazionale, nettamente preceduto da molti suoi compagni di Stoccolma, primo fra tutti Braglia che insiste a fare il fenomeno (ma sarà l’ultima volta). Il resto della stagione va per Tunesi tra alti e bassi: escluso dalla Nazionale per i Mondiali, il 2 agosto viene battuto da Domenichelli nella gara artistica del concorso ginnico di Prato, ma tre giorni dopo vince, sia pure a pari merito col rampante Castigliolo, a Montecatini, in un contesto tecnico comunque di secondo piano. Intanto è scoppiata la Prima Guerra Mondiale e l’attività sportiva subisce un inevitabile rallentamento. Anche i concorsi ginnici si diradano e molti ginnasti partono per il fronte. Tunesi raggiunge la fatidica soglia dei 30 anni ma non molla. Nel 1920 si ripresenta, con la speranza concreta di poter tornare ai Giochi: alla fine di giugno vince a Forlì la gara artistica davanti a Ferrari e Domenichelli, ma alla fine non viene selezionato, complici anche alcuni piccoli infortuni. Continua poi a gareggiare anche se rimane sempre lontano dai vertici. Poi si dedica all’attività di giudice, continuando dunque a frequentare il mondo della ginnastica per molti anni anche come allenatore.


[1] Romano ottiene 57,41 punti mentre Tunesi si ferma a 55,72