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TUGNOLI Giuseppe

Bologna 02.10.1888 / Bologna 13.09.1968

1920. Atletica Leggera. 14° Getto del Peso

Dal fisico possente ma asciutto e ben proporzionato, senza troppe masse adipose, si dedica principalmente ai lanci, ma non disdegna talora di impegnarsi anche in altre discipline. Alto 1,81 m per 84 kg, ha una circonferenza toracica di 107 cm ed un insospettabile agilità che lo porta pure ad essere un buon protagonista del salto in alto. Inquadrato inizialmente nella “Sempre Avanti!” bolognese, compagine di chiara matrice socialista, ottiene i primi risultati di un certo livello nel 1907, al concorso ginnico di Venezia, una sorta di campionati italiani delle società appartenenti alla Federazione Nazionale Ginnastica: giunge 3° nel lancio della pietra, allora in auge, e nel giavellotto mentre è quarto nel lancio della palla vibrata[1]. L’anno seguente, nel concorso di Piacenza ottiene risultati similari, ma vince il giavellotto, lanciando a 30,75m: 2° nella pietra, terzo nel disco e nella palla vibrata, quarto p.m. nel salto in alto. Nel 1909 si capisce definitivamente di che pasta è fatto: nel concorso ginnico di Varese vince pietra, giavellotto e palla vibrata. Il 17 ottobre nella sua Bologna ottiene ben tre primati nazionali: peso (13,60 m), disco in bronzo (43,20 m) e giavellotto (50,75 m). Può già essere considerato, a 21 anni appena compiuti, il miglior lanciatore italiano, certamente il più completo su alti livelli. Si conferma alla grande nel 1910: nei tricolori organizzati dalla FGNI a Genova vince pietra, disco e giavellotto (col record italiano di 51,00 m) mentre è secondo nel peso e nella palla vibrata. Il 5 giugno, nel meeting di Verona, ottiene il record nazionale nel peso (13,85 m) e di nuovo nel giavellotto “libero[2]” (54,00 m). Nel prestigioso concorso di Torino dell’anno seguente, nel neonato Stadium, batte tutti nel peso e nella pietra, ma è sconfitto nel disco in bronzo dal grande rivale Avattaneo sul quale però si prende subito la rivincita a Pistoia dove si impone anche nel giavellotto. In quello stesso 1911 Tugnoli è tricolore nella “palla di ferro” (peso) e nel disco di legno: si cimenta anche nel Pentathlon Reale dove però chiude solo quinto. Nel 1912, annata olimpica, si tessera con la “Virtus”, ma subisce un piccolo passaggio a vuoto. A Roma, nelle prove di selezione per i Giochi di Stoccolma, vince “solo” il giavellotto mentre è secondo nel disco sia di bronzo (battuto a sorpresa dal concittadino Rossini) che di legno dove si impone il forte Lenzi il quale lo supera anche nella palla di ferro. Tugnoli è poi 4° nel Pentathlon Reale. Risultati che, date anche le ristrettezze economiche della nostra spedizione olimpica, non bastano a farlo selezionare per i Giochi. A Stoccolma va chi lo ha battuto nelle selezioni (Lenzi, Pagani, ecc.) anche se i loro risultati saranno alquanto scadenti dal punto di vista tecnico. Col senno di poi Tugnoli avrebbe anche potuto meritare la convocazione. Prima della fine stagione comunque Tugnoli dà uno squillo importante: al concorso ginnico di Monaco, dove la sua “Virtus” è l’unica squadra italiana e fa incetta di vittorie, trionfa nel peso e guadagna la “corona d’alloro” nella gara atletica.

Nel 1913 Tugnoli è grande nell’importante meeting internazionale organizzato all’Arena di Milano dalla FISA che, per la prima volta, gestisce salti e lanci, appena “strappati” non senza polemiche alla Federazione Ginnastica. Tugnoli l’11 maggio vince nel disco, battendo il forte francese André che lo supera nel peso. Il giorno seguente Tugnoli fa sua la gara nazionale nel peso, sopravanzando l’eterno rivale Avattaneo, ormai alle ultime recite. Dieci giorni dopo, Tugnoli è il migliore nelle prove atletiche del Pentathlon Reale, disputato all’interno del concorso ginnico federale di Milano, una sorta di campionato nazionale, ma una sua defaillance (legata ad un’improvvisa indisposizione) nella gara di lotta, l’ultima del programma, lo relega in quarta posizione. Nella stessa manifestazione però vince agevolmente peso e disco mentre è secondo nel giavellotto. Risultati similari nel meeting di Forlì del 15 giugno dove vince nel peso ed è secondo sia nel disco che nel giavellotto, battuto rispettivamente dai concittadini (e rivali) Rossini e Pasciutti. Il 6 luglio vince a Conegliano, sotto la pioggia, nel disco ed un mese dopo replica a Faenza, cogliendo il successo pure nel salto in alto, dimostrando dunque anche una certa elasticità fisica, sia pure su un campo di partenti qualitativamente ridotto. Alla fine di agosto dà spettacolo nel grande concorso ginnico di Acqui organizzato dalla Federazione Ginnastica, sorta di tricolori: vince disco, pietra e peso; è secondo nel lancio della palla vibrata (o “sfratto”) dietro lo specialista Butti che lo relega alla piazza d’onore anche nell’alto ma solo perchè, a parità di misura, vale l’altezza personale (e l’avversario è più basso). Altro show ai campionati nazionali della FISA: Tugnoli si aggiudica peso, pietra e disco mentre è secondo nel disco (dietro Lenzi) e terzo nel giavellotto. Tugnoli è poi nel quintetto della “Virtus” che vince il titolo tricolore di “palla a sfratto” il 19 settembre a Genova, nei Campionati Nazionali organizzati dalla Federazione Ginnastica. Nel 1914 si conferma. Il 26 aprile a Forlì vince disco, giavellotto e perfino alto. Il mese seguente è a Genova per il grande concorso ginnico federale: si cimenta nel Pentathlon Reale ma siamo alle solite. Va bene nelle prove atletiche, pessimo nella lotta che lo esclude dalla battaglia per il podio, chiudendo quinto anche a seguito di un ritiro polemico nei confronti dei giudici. Poi a metà giugno compie la sua prima trasferta all’estero, a Budapest, sul campo dell’Isola Margherita: non sfigura, piazzandosi secondo nel disco (dietro Ambrosy) e nel giavellotto (alle spalle di Mudin), terzo nel peso. Può dunque ambire a recitare un bel ruolo anche a livello internazionale. Intanto rientra in patria ed il 2 agosto brilla nel concorso ginnico di Prato: vince peso ed alto, è secondo nel disco (battuto dal sempre valido Tirelli) e 3° nel giavellotto, ma porta punti pesanti alla sua “Virtus” che si aggiudica il primo posto tra le squadre.

Si rivede ai tricolori di fine settembre, disputati sul campo dell’US Milanese e non lascia scampo agli avversari: vince peso, pietra e disco, ottenendo il secondo posto nel giavellotto “libero”. Nessuno può mettere in dubbio la sua caratura di lanciatore “multiplo”.  L’entrata in guerra del nostro paese, il 24 maggio 1915, blocca l’attività sportiva. Tugnoli non viene inviato al fronte e quando le gare riprendono, è tra i principali protagonisti. Il 10 ottobre, sul campo dell’US Milanese, ottiene due primati italiani: 17,78 m nel lancio della pietra e 56,24 m nel giavellotto “libero”. Inoltre vince anche peso (13,18 m) e disco (39,37 m), sollevando entusiasmi nei tecnici. Nel 1916 l’attività continua ad intermittenza. Il 30 aprile Tugnoli è al Velodromo delle Cascine per un meeting di atletica: partecipa nel pentathlon dove chiude secondo nella generale, battuto di misura da Baldwin, perdendo troppo terreno nei 100 e nel lungo dopo aver vinto le prove di lancio della bomba a mano (siamo in guerra...), giavellotto e salto in alto dove addirittura eguaglia il primato italiano con 1,75 m. Tugnoli si ripete il 28 maggio, sul campo dell’US Milanese, dove scaglia la bomba a mano a 50,30 m, con 5 metri di vantaggio sul secondo. Vince anche pietra e giavellotto mentre chiude 4° nell’alto. Sullo stesso teatro altro spettacolo il 24 settembre nelle “Gare Atletiche Nazionali”, appositamente organizzate dalla FISA in sostituzione dei tricolori che, causa la guerra, non si disputano. Tugnoli, pur non al massimo della forma, stravince i quattro lanci previsti: giavellotto, disco, peso e pietra. Poi parte volontario in guerra con gli Alpini e combatte in prima linea nella zona dell’Isonzo e di Gorizia. Si rivede in gara nel 1918 quando, dopo la disfatta di Caporetto, i vertici militari favoriscono lo sport, nell’idea-illusione (fomentata anche dalla “Gazzetta” a spron battuto) di preparare al meglio soldati-atleti. Vengono organizzate manifestazioni apposite, importanti anche come propaganda, dette appunto “gare militari”. Tra le prove, condite da inni e sfilate, coi Bersaglieri in prima fila, cross, corse a ostacoli, gimkane, perfino assalti alla trincea simulati. Il 28 aprile al “Sempione”, tra queste prove, Tugnoli lancia la bomba a mano a 68 m, ricevendo applausi a scena aperta. Poi, alla chetichella, arriva in pedana un semplice fante, uno sconosciuto pastore marchigiano, Allegrini di Macerata, che arriva a 72 m, togliendogli la vittoria tra la sorpresa generale. Si replica il 1 maggio e Tugnoli lancia una bordata a 78 m. Tutti aspettano Allegrini che non molla e va molto vicino al lancio del bolognese: si misura nel silenzio tombale. Risultato: 77,5. Stavolta vince Tugnoli che il 7 luglio gareggia a Parigi, nel mitico stadio di Colombes, di fronte a 10mila spettatori, in un importante meeting tra soldati delle forze interalleate.

Tugnoli dà spettacolo: vince nel peso (11,68 m) e nel disco (36,46 m) e conduce al successo l’Italia nel lancio della bomba a mano per squadre. Trascorre l’intera estate tra deposito militare, licenza e fronte. Si rivede in campo solo dopo la Vittoria. L’8 novembre, in una manifestazione per soldati, Tugnoli partecipa ad un decathlon abbastanza particolare, organizzato a Piazzola sul Brenta dalla Squadra del Comando Supremo, in cui oltre alle prove consuete troviamo anche lancio di bomba a mano e percorso di guerra. Spettacolare nei lanci, discreto nei salti, pessimo nella velocità, Tugnoli chiude quarto nella classifica vinta da Lorenzetti. Poi, finalmente, si volta pagina e nel 1919 si torna ad una comunque ancora difficile normalità. Tugnoli però rimane militare: la smobilitazione difatti avviene molto lentamente. Si stabilisce a Piazzola sul Brenta, nella base della Scuola Ginnastica del Comando Supremo dove si sta allestendo la squadra da inviare ai “Giochi Interalleati” di Parigi, prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni e riservata ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Ai primi di aprile Tugnoli batte tutti nel disco e nel peso: nei lanci rimane indiscutibilmente il nostro atleta di punta e prepara bene l’appuntamento parigino, anche nel collegiale di Arma di Taggia dove vengono riuniti i nostri principali atleti. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Tugnoli però delude le aspettative: lontano dai primi nel lancio della bomba (vince lo statunitense Thompson con 74,92 m) e del peso, è comunque quarto nel disco, sopravanzato da tre statunitensi (Higgins, Byrd e Duncan), ad un metro dal bronzo. Rientrato in Italia, si rivede in gara solo il 2 settembre ad Udine e dà nuovamente spettacolo: vince disco, peso, giavellotto e perfino l’alto con 1,60 m. Il 5 ottobre è a Lucca, in Piazza d’Armi, ma è superato nel disco da Testoni e nel giavellotto da De Lorenzi. Il weekend seguente è tra i più attesi ai tricolori di Milano, disputati sul campo di Via Goldoni, lo stesso in cui l’Inter gioca le partite casalinghe: Tugnoli è grande ma non grandissimo. Vince difatti il lancio della pietra ed il giavellotto “stile libero”, ma è battuto nella palla vibrata da Butti mentre nel peso e nel disco viene superato, sia pure per questione di centimetri, da Lenzi[3]. Tugnoli affronta con tranquillità l’inizio del 1920, fondamentale stagione olimpica, ma sembra subito ben preparato: il 28 marzo a Busto vince il disco, ripetendosi il 18 aprile a Castellanza. Due mesi dopo, il 13 giugno, Tugnoli è a Udine, per la prima prova di selezione olimpica ma trova avversari insormontabili: Lenzi difatti lo batte sia nel disco che nel peso mentre nel giavellotto finisce terzo, sopravanzato da Bottura e Testoni.

Tutto però rimane aperto ed alla fine il CT Adams, dopo il ritiro collegiale a Busto Arsizio, premia Tugnoli col viaggio ad Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion. Tugnoli esordisce la mattina del 17 agosto nelle qualificazioni del getto del peso cui prendono parte 20 atleti di 10 nazioni. Passano il turno solo i primi sei e Tugnoli chiude 14°, con 12,07 m, appena dietro l’altro italiano Lenzi (12,32 m): ben lontano dal 13,60 m con cui l’estone Tammer guadagna il sesto ed ultimo posto utile per raggiungere la finale. Con oltre un metro e mezzo di distanza, non servono recriminazioni: gli altri sono più forti e Tugnoli esce di scena. La gara si trasforma in un trionfo finlandese, con l’oro a Porhola e l’argento a Niklander mentre il bronzo va allo statunitense Liversedge. Forse Tugnoli poteva fare di più. Lo dimostra ai tricolori del 3 ottobre, disputati a Milano sul campo dello SC Italia, zona Baggina: vince difatti peso e pietra, è secondo nel disco (dietro De Lorenzi) e 4° nel martello che vede assegnato il titolo per la prima volta proprio in questa circostanza. Si conferma il 17 ottobre sul campo bolognese della Virtus: vince disco, peso ed alto oltre a chiudere secondo nella palla vibrata dietro Pasciuti. Inizia il 1921 con calma e la prima gara importante cui partecipa è quella che si svolge a fine maggio sul campo dello SC Italia a Milano e valida come selezione per l’incontro internazionale di Praga: vince peso e disco. Nella capitale ceca primeggia proprio in quest’ultima specialità mentre è terzo nel martello (battuto dagli slavi Poluga e Gaspar) e 4° nel peso. Si mantiene sulla breccia, ma trova sempre qualcuno in grado di batterlo e probabilmente spreca troppe energie gareggiando nelle varie specialità. Prova ne sia la sfilza di secondi posti che ottiene ai tricolori di metà settembre nella sua Bologna: disco, palla vibrata, peso, pietra e martello! In pratica tutti i lanci lo vedono sul secondo gradino del podio. Nel 1922 insiste, con grandi risultati: il 20 maggio a Bologna lancia il disco a 42,21 m, ottima misura e nella stessa specialità guadagna il titolo emiliano il 1° giugno, ancora nel capoluogo felsineo, bissandolo nel peso e giungendo secondo nell’alto (dietro Contoli). Il 22 giugno a Trieste, nel Concorso Ginnico Nazionale, sorta di tricolori della FGNI, vince disco e peso. L’8 luglio, appositamente selezionato dalla FISA, gareggia a Praga, in un’importante riunione a carattere internazionale: vince il martello ed è secondo nel peso, superato dal ceco Narincic. Il giorno seguente primeggia anche nel disco. Il 14 agosto nel concorso ginnico di Como vince peso e lancio della pietra. Ai tricolori di Busto, a metà settembre, guadagna il titolo nel disco mentre nel lancio della palla vibrata è superato dal sempre valido Butti. Nel weekend successivo, per una stranezza di quell’annata, i tricolori continuano sul nuovo campo meneghino della “Forza e Coraggio” in Via Trento: Tugnoli ottiene altri due secondi posti, nel peso (battuto da Bottura) e nel martello (vince Nava).

Nel 1923 inizia con una sconfitta: il 1° aprile a Rivarolo è battuto nel peso da Brunoldi, ma si riscatta presto: il 13 maggio vince il campionato ligure a Genova nel disco e nel peso. La FISA lo invia a Parigi per un importante meeting, una sorta di prova generale dei Giochi dell’anno successivo: il 9 giugno Tugnoli si piazza quinto nel disco vinto dall’ungherese Phey ed il giorno seguente ottiene lo stesso risultato nel peso dove brilla il ceco Marancic. Due prestazioni buone ma non certo eccezionali. Si riscatta ai tricolori di Bologna, disputati il 23 e 24 giugno, aggiudicandosi il titolo nel disco e nel peso. Il 12 agosto viene battuto dal sempre valido Lenzi nel disco a Padova. Si rivede solo due mesi dopo, il 14 ottobre a Bologna dove vince nel disco. Nel 1924 cerca la maglia azzurra per i Giochi di Parigi. Il 13 e 14 aprile gareggia nella “preolimpionica” (come è chiamata all’epoca) di Genova: vince nel disco ed è terzo nel peso. 14 giorni dopo, altra preolimpionica, a Bologna: vince disco e peso, è in forma. Il 25 maggio a Udine, nell’ultima preolimpionica, è battuto nel peso dal ritrovato Lenzi e la situazione si ingarbuglia. Il 31 maggio, nel concorso ginnico di Firenze, è battuto da Pighi nel disco, ma vince nel peso. Sì, la situazione non è semplice da gestire, nemmeno per la Commissione Tecnica della FISA. La scusa però è presto trovata: nell’ultima prova di selezione, a Milano, sul campo di Viale Lombardia, Tugnoli chiude solo quarto nel disco e la questione si chiude. No, anzi, si riapre, all’italiana. La CT dà difatti a Tugnoli un’ultima chance, se non altro per il suo passato. Lo inserisce difatti nella lista dei “rivedibili” ovvero di coloro che nel collegiale di Busto dovranno confermare una buona condizione. Il 22 giugno, nella stessa cittadina bustocca, è il momento della verità, ma Tugnoli manca l’appuntamento: nel disco è secondo dietro Pighi, ma lontano dal “minimo” richiesto. Tugnoli non dà sufficienti garanzie ed il suo nome è escluso dalla lista per i Giochi. Peccato, ma ha deciso la dura legge del campo anche se non mancano le critiche alla severità della CT. Dura lex sed lex: Tugnoli non torna in azzurro e la sua carriera subisce una certa involuzione. Si rivede solo il 18 giugno 1925 quando nei tricolori di Bologna si piazza secondo nel peso, alle spalle di Pighi. Però, a 37 anni, ha fatto il suo tempo ed abbandona l’attività.

 


 

[1] Si ricorda che in quel periodo, fino al 1913, i lanci ed i salti ricadevano sotto l’egida appunto della FGNI

[2] Il giavellotto “libero” veniva lanciato con uno stile ben diverso da quello odierno. Veniva difatti impugnato a due mani di cui una sotto alla coda

[3] Nel peso Lenzi lancia a 13.00 m e Tugnoli a 12.95; nel disco Lenzi arriva a 37.59 m contro 37.57 m


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