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TUGNOLI Armando

1924. Sollevamento Pesi. 18° pesi massimi-leggeri

Genovese, classe 1894, gareggia per la “Sestrese”. Dal fisico possente (pesa 82 kg), pratica il sollevamento pesi anche se non eccelle in particolare. Il giornalista Arturo Balestrieri, grande esperto della “Gazzetta”, non è tenero con lui e lo definisce “un modesto praticante”. In effetti rimane sempre lontano dalle prime posizioni ai tricolori. Nel 1924, alla soglia dei 30 anni, dopo un’onesta carriera senza grandi slanci, cerca la qualificazione olimpica. Inizialmente non pare alla sua portata e nelle prime prove di selezione non emerge particolarmente. Però ha un grande sussulto nell’ultima e decisiva prova, proprio nella “sua” palestra sestrese, il 22 giugno. Galvanizzato dalla notizia che la FAI è intenzionata a largheggiare ed a portare ben tre atleti per categoria, dà tutto sè stesso e si esprime al massimo. Solleva in totale 385 kg, cogliendo la terza piazza. Pur rimanendo lontano dall’inarrivabile Giambelli (472,5 kg!) e pure dal bravo Merlin (402 kg), ottenendo addirittura un risultato paragonabile a quello di un peso “piuma”, Tugnoli convince la Commissione Tecnica e per il rotto della cuffia guadagna la maglia azzurra. Sembra più una sorta di “premio alla carriera” per un mediocre sollevatore che una convinta selezione, anche perchè non è certo da lui che si attende l’exploit a Parigi. In effetti Tugnoli non va lontano. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano.

Tugnoli gareggia nei “massimi-leggeri”, categoria in cui si schierano 20 atleti di 12 nazioni, ed il cui peso-limite è di 82,5 kg. La competizione, disputata il 23 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare, strappo a due braccia e slancio a due braccia. Tugnoli non è autore di una grande prova, anzi va proprio male: finisce difatti 18° ed ultimo dei classificati con 375 kg sollevati. L’oro va al francese Rigoulot con 502,5 kg davanti allo svizzero Hunenberger ed all’austriaco Friedrich, entrambi fermi a 490 kg. Limiti ben lontani dal risultato di Tugnoli i cui standard risultano molto al di sotto della sufficienza. Basti dire che ottiene il suo miglior risultato nello slancio ad un braccio dove si classifica 15° p.m., con 70 kg contro i 107,5 di Huneberger che realizza pure il record mondiale. Per il resto prestazioni ancora peggiori, spesso all’ultimo posto della graduatoria: 20° nello strappo ad un braccio (55 kg contro 87,5 di Rigoulot), 17° nella pressa (75 kg contro il record mondiale di 100 dello svizzero Scharer), 18° nello strappo (75 kg contro 102,5 di Rigoulot, altro record mondiale) e 17° p.m. nello slancio (100 kg contro i 135 di Rigoulot). Valori che, se confrontati con gli altri, testimoniano meglio di ogni altro commento la partecipazione olimpica di Tugnoli al quale probabilmente è stato effettivamente fatto un “regalo olimpico”. Tant’è vero che dopo i Giochi, in pratica, non si rivede più ad alti livelli.