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TOSCANI Pietro

Milano 28.07.1904 / Rogoredo - Milano 23.05.1940

1928. Pugilato. MEDAGLIA D’ORO pesi medi

Detto Piero, ottiene i primi buoni risultati alla soglia dei vent’anni di età. Gareggia, nei “medi”, per l’US Lombarda, ai suoi esordi la stampa lo definisce “alto e ben costruito, elemento interessante”. Il 27 aprile 1924 vince la “Coppa Boine”, battendo Adami. Nel 1925 prosegue la sua ascesa. Tra fine febbraio e primi di marzo vince il campionato lombardo, superando in successione ai punti De Michelis, Luraghi e (in finale) Meroni. Si conferma presto, già a metà aprile, quando al cinema Dumonti di Via Frisi a Milano, vince il Campionato della “Lega Nord”, ovvero dell’Alta Italia, battendo in finale ai punti il piemontese Oliveri. Ciò gli vale la qualificazione per i tricolori di Firenze dove però il 10 maggio è sconfitto da Leopardi. Il 18 ottobre nella palestra meneghina della “Lombarda” in Via Romano, è battuto ai punti da Meroni. Si riscatta il 27 dicembre, addirittura a Copenaghen dove alcuni pugili lombardi sono stati invitati per una tournée in mezza Europa. Toscani batte il padrone di casa Fredriksen ai punti. Viene considerato uno dei migliori pugili italiani di categoria anche se gli manca il colpo da ko cui sopperisce con una grande mobilità, ottima tattica e tecnica. Però nel 1926 combatte poco. Si rivede difatti solo l’11 settembre, nell’incontro Lombardia-Lazio a Milano, quando supera nettamente ai punti Summa che viene messo al tappeto e contato sette secondi: i romani vengono seccamente sconfitti 7-1. Dopo aver guadagnato il titolo di “Campione dell’Alta Italia”, Toscani il 23 ottobre, nella palestra dell’API, batte agevolmente ai punti De Micheli. Quindi il 4 novembre a Losanna è sconfitto per kot dal padrone di casa Perrelet. Pochi giorni dopo, nella nuova sede della “Lombarda”, vince ai punti con Daccò. Alla fine di novembre è in tournée a Copenaghen e vince con Petersen. Va forte, ma con qualche battuta a vuoto, anche nel 1927. Il 23 gennaio nella “Coppa Canetta” a Milano perde ai punti con Redaelli, in un incontro molto equilibrato e di difficile interpretazione per i giudici il cui verdetto lascia perplesso più di uno spettatore. Il 19 febbraio al Teatro Diana di Milano perde ai punti con Meroni. Il 5 marzo nella palestra della “Lombarda” a Milano batte Todeschini per kot alla prima ripresa: il match fa parte dell’incontro Lombardia-Piemonte, terminato 5-3 per i padroni di casa. Nel weekend successivo si svolge a Torino il retour-match: Toscani batte Luraghi per kot al secondo round, ma i lombardi perdono 5-6 il computo totale. Il 28 marzo, nelle sale della “Corale Verdi” a Milano, Toscani si laurea campione lombardo, battendo ai punti Meroni. Pochi giorni dopo è grande protagonista della “Coppa Frattini”, disputata a Milano nella neonata “Sala Carpegna”: batte Bonfigli, Redaelli e Caneva, aggiudicandosi alla grande il torneo. A metà maggio è sfortunato al Campionato Europeo di Berlino: batte l’austriaco Krauss, ma in semifinale è sconfitto immeritatamente dal tedesco Maier. Il verdetto è talmente ingiusto e scandaloso che perfino gli stessi padroni di casa fischiano, l’arbitro protesta a lungo e due giudici verranno squalificati. Ma la sconfitta rimane.

L’11 giugno nella palestra della “Lombarda” Toscani batte ai punti il nizzardo Solis. Il 22 settembre gareggia nell’incontro Lazio-Lombardia, tenutosi al Teatro Morgana di Roma: batte Berardi, ma i laziali vincono 6-3. Il 5 novembre, nella meneghina Sala Carpegna, viene sconfitto ai punti da Redaelli, il suo competitor più insidioso nella categoria. Nel 1928 inizia tranquillo l’annata olimpica e si prepara bene per i tricolori che si svolgono a fine aprile nella meneghina Sala Carpegna. Vi giganteggia, guadagnando il titolo, superando in finale il friulano Dobrez: una maglia azzurra per i Giochi è praticamente sua. Toscani difatti è tra i convocati per il ritiro collegiale preolimpico che si svolge in un suggestivo chalet nei pressi del Lago del Segrino, nel comasco, sotto la guida dell’ex olimpionico Garzena e del maestro Zanati, coadiuvati dal massaggiatore Paolo Bianchi detto “schisc”. Il supervisore e CT è comunque Carlo Czerny. I pugili convocati sono ben 32, ma Toscani si conferma il migliore tra i “medi” e va ai Giochi. Pare in buona forma e nell’ambiente azzurro c’è fiducia. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di Palazzetto dello Sport situato a lato dell’Olympisch Stadion, in pieno centro ad Amsterdam. Toscana gareggia appunto nei “medi”, il cui peso-limite è 72,574 kg. Al torneo partecipano 17 pugili di altrettante nazioni. Esentato dal primo turno per sorteggio, Toscani esordisce l’8 agosto, superando ai punti il danese Ludvigsen. La sua cavalcata non conosce ostacoli. Il giorno seguente, nei quarti, batte un altro scandinavo, lo svedese Kjallander. In semifinale, il 10 agosto, sconfigge il belga Steyaert, volando in finale. Qui l’11 agosto affronta il tosto ceco Hermanek, ma si disimpegna con intelligenza: non si scopre troppo nei primi due rounds e dà tutto nella terza ripresa quando colpisce ripetutamente l’avversario che ha un momento di defaillance, piegando le gambe, ma si riprende subito. Però il match è incanalato ed i giudici danno ragione alla maggiore aggressività dell’azzurro: è medaglia d’oro! Il pubblico non è d’accordo e protesta, ma il verdetto rimane, stavolta è andata bene agli azzurri. Il bronzo va allo stesso Steyaert. Grandissimo protagonista di un torneo impeccabile, Toscani s’è dimostrato comunque meritevole del titolo. Dopo i festeggiamenti, torna a boxare con intensità. Il 13 ottobre, nella meneghina Sala Carpegna, accetta la sfida del combattivo romano Longhi che liquida nettamente ai punti. Nella stessa sede il 25 novembre sconfigge ai punti anche Sciutto ed il 16 dicembre supera Branchi. Il 13 gennaio 1929, sul ring della “Battisti”, batte Levati ai punti. Otto giorni dopo, al Cinema Triestino di Milano, supera anche Lunghi, pur deludendo le attese e con un verdetto contrastato. Il 30 gennaio 1930, al Teatro Del Verme di Milano, partecipa al match tra una rappresentativa della “Battisti” ed una squadra francese: batte Pichot ai punti. I nostri dominano 8-0. Poi passa professionista, ma la sua carriera non è eccezionale. Combatte poco rispetto ad altri e perde incontri importanti all’estero che potevano permettergli il salto di qualità: nel 1931 a Lione è battuto dal france Thil, nel 1933 a Vienna dall’austriaco Neubauer. Non combatte mai per il titolo italiano, la sua attività è sempre di contorno a matches più importanti. Chiude comunque con una vittoria, l’8 maggio 1935 a Ginevra contro Delez. Tutto sommato ottiene uno score dignitoso: 11 vittorie, 6 sconfitte, 5 pareggi. Muore giovane, alla soglia dei 36 anni: è il primo oro olimpico azzurro di Amsterdam che se ne va.


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