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TORRETTA Gasparo Lorenzo

Milano 1883 / Milano 05.07.1910

1908. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 100 m

torretta grandeAtleta a tutto tondo, capace di spaziare dalla ginnastica alla velocità, dai salti al calcio e perfino alla lotta, fin da giovanissimo. Nella stagione 1899-00 gioca infatti una partita nel Milan, ma è in atletica che coglie i suoi massimi allori. Difendendo le insegne della “Mediolanum” (cui sarà sempre fedele), ottiene i primi piazzamenti significativi già da adolescente: vince le sue prime gare, riservate ai “minori di 16 anni”, nel 1898, saltando in alto 1,60m, seppur aiutato dalla pedana elastica come si è soliti fare in quel periodo, e in lungo 5,40m. Ma è valido anche sui 100: nel 1899 giunge 3° nel Campionato Alta Italia ed è spesso protagonista nelle prove disputate ai Boschetti di Milano. Nel 1900 continua a dilettarsi nell’alto ed è protagonista di una delle prime gare mai sviluppate in Italia senza pedana elastica: Torretta salta 1,54m, preceduto per due soli cm da Pizio, il più forte specialista dei primordi. Torretta salta ancora più alto: vince una prova a Premeno con 1,85m, ovviamente aiutato dalla pedana. Ma, nonostante la giovane età, è forte in varie specialità ed in una sola giornata di gare al Trotter vince 50 m, 220 m con ostacoli e salto in lungo (con 5,03m). Suscita sorpresa soprattutto il successo nei 50 perché il battuto è il forte Colombo, appena rientrato dai Giochi di Parigi. Non finisce qui perché circa un mese dopo, sulla pista ricavata all’interno del Velodromo di Torino, Torretta si aggiudica il titolo italiano sulle 100y, bissandolo la stagione seguente, correndo in 10”1/5. Nel 1901 vince anche nel salto in lungo al Concorso Ginnico di Bologna ed è secondo nella “gara individuale atletica” (una sorta di pentathlon) nel concorso di Saronno. Dà il meglio di sé però sui 100: nel 1902 é primo nel Campionato nazionale, sulla pista del Recinto dell’Esposizione a Torino, davanti agli ottimi velocisti Tarella e Brambilla. In quella stagione appare imbattibile, aggiudicandosi cinque prove di seguito e primeggiando pure più volte nel lungo (Torino, Arena di Milano, Vercelli). Poi deve fare i conti col servizio militare: trova il tempo di vincere il lungo nel 1903 al concorso ginnico di Milano e nel 1904 ai concorsi di Torino e Firenze[1]. Non disputa però i tricolori e si ritrova nel 1905 quando, oltre a vincere la prova di lungo nel concorso ginnico di Vercelli e la “gara atletica” di Busto Arsizio, riguadagna il titolo nazionale dei 100, alternando velocità all’alto dove a Brunate supera Brambilla, con un sontuoso 1,85m (con pedana). Dà sfoggio delle sue qualità di saltatore anche in una prova molto particolare che si svolge all’Arena di Milano, il cosiddetto Palio, una sorta di gimkana, una corsa ad ostacoli, alti 1,20 m, con un’ultima barriera alta 1,50 m da superare solo con l’aiuto delle mani. Torretta perde qualche metro ma si accoda ai primi proprio davanti all’ostacolo finale. Qui tutti i concorrenti appoggiano le mani al muro e tentano di scavalcarlo mentre Torretta lo salta a pié pari, con un balzo prodigioso, ricade in piedi dall’altra parte e va a vincere. Tuttavia i suoi migliori risultati vengono dai 100: nel 1906 Torretta eguaglia il primato italiano sulla distanza con 11”. In quello stesso 1906 a Roma, nelle selezioni per i Giochi “intermedi” di Atene, con 6,39m ottiene il record italiano anche nel salto in lungo.

Torretta tra l’altro è tra i migliori anche nell’anomala specialità, ma consueta in quell’epoca, del “salto in lungo da fermo”: anche di questa gara si aggiudica la prova di selezione olimpica, ma ai Giochi del 1906[2] partecipa nel salto in lungo “normale” e nei 100. Nella prima disciplina arriva 17°, ad oltre un metro dal podio, mentre nella prova veloce è secondo in batteria e passa il turno, ma la sua corsa si ferma in semifinale dove è solo 5° su sei. Torretta è poliedrico: si cimenta pure nelle prove con ostacoli, dove spesso è tra i migliori, nel salto in alto e negli esercizi ginnici. Spesso è accompagnato, anche in gara, dai fratelli Renzo e Luigi. Intanto nel 1906, dopo i Giochi ateniesi, vince i 100 m ed i 120 m ad ostacoli dell’importante Concorso Ginnico tenuto all’Arena di Milano. Gareggia molto anche sotto l’egida della Federazione Ginnastica e brilla nei Campionati Federali, con prove atletiche, di Vigevano nel 1906: vince difatti nel salto in alto (con 1,75m) e nel lungo (con 6.10m) mentre è terzo nel lancio della palla vibrata. Si ripete nel concorso ginnico di Vicenza dove, oltre ai due salti ed ai 100, primeggia pure nella lotta. Alto e lungo sono le specialità in cui domina anche nel 1907 quando si impone nell’annuale Concorso Ginnico federale, tenuto stavolta a Venezia, mentre è secondo nei 100, battuto dal sempre più convincente Barozzi. Intanto salta 2,90 m con l’asta. Gareggia molto, forse troppo e probabilmente, nonostante i 25 anni, a Londra arriva “provato” dall’intensa attività delle stagioni precedenti. Viene difatti selezionato per i Giochi quasi “ad honorem”, come una sorta di premio alla carriera, probabilmente anche grazie all’intervento dell’influente Alberto Alberti, presidente della “Mediolanum”, consigliere della FGNI e dirigente sportivo certamente di spicco e molto ascoltato. In effetti Torretta nei primi mesi del 1908 non ha risultati rilevanti, almeno nella velocità: non sembra nelle migliori condizioni di forma, la sua è una convocazione sulla fiducia, forse fin troppo “spinta”. Difatti il 20 luglio nello stadio di White City, appositamente costruito per i Giochi, nella batteria dei 100 m viene superato dal britannico Stark, l’unico altro concorrente, che gli impedisce di proseguire la competizione, peraltro con un tempo (11”4/5) alla sua portata. Non averlo ottenuto, è la migliore testimonianza della scarsa condizione palesata ai Giochi, affrontati certamente non nel momento migliore della sua carriera. Torretta, è evidente, ha ormai dato il meglio di sé e nei mesi seguenti le sue buone prestazioni si diradano. Confermando la sua poliedricità, si dedica pure alla “palla a sfratto”, specialità in cui porta al successo la sua “Mediolanum” (col fratello Luigi) al concorso ginnico di Valenza. Gareggia anche nel tiro alla fune, disciplina olimpica a tutti gli effetti, assieme ai due fratelli, dove guadagna la vittoria nell’importante riunione atletica del 29 agosto 1909 all’Arena. Pur gareggiando ancora saltuariamente, non ottiene più risultati di spicco. Muore improvvisamente, a soli 27 anni, per un’appendicite, lasciando profondo cordoglio tra i suoi molti estimatori.


[1] In quegli anni difatti, e fino al 1913, salti e lanci vengono gestiti dalla Federazione Ginnastica e non da quella podistica

[2] Mai riconosciuti ufficialmente dal CIO