TONANI Giuseppe
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Lodi Vecchio 02.10.1890 / Milano 01.10.1971
1920. Tiro alla Fune. 5°
1924. Sollevamento Pesi. MEDAGLIA D’ORO pesi massimi
1928. Sollevamento Pesi. 7° pesi massimi
Un “gigante buono” e non solo sotto l’aspetto sportivo, di carattere gioviale ed aperto, con spirito fortemente improntato al credo libertario e socialista. Non a caso la sua squadra è l’APEF ovvero Associazione Proletaria Educazione Fisica definita anche “la fucina dei muscoli rossi”. Se non bastasse, Tonani viene soprannominato “Ercole proletario”. Trasferitosi presto a Milano, pratica nuoto e podismo, ma quando arriva a pesare intorno ai 100 kg, si indirizza giocoforza verso gli sport di fatica ed il sollevamento pesi che però negli anni ’10, a livello di pesi “massimi”, è dominato dai genovesi Bottino e Carpi i quali gli lasciano poco spazio. Tuttavia, ben allenato dal mentore Enrico Taliani, già buon alzatore, subito dopo la fine della “Grande Guerra”, Tonani ci prova. Il 13 giugno 1920 vince il torneo organizzato dal Centro Atletico Milanese, sollevando 240 kg. Intanto dirotta le sue attenzioni...sul tiro alla fune. Le apposite selezioni olimpiche si tengono a Genova, l’11 luglio, guidate dal Prof. Teotimo Marchisio, sotto l’egida della FAI (Federazione Atletica Italiana), in varie prove: un test consiste nel trainare, da soli, una slitta del peso di circa 100 kg mentre nello sferisterio dello Zerbino si sviluppano vere e proprie gare di tiro alla fune, per squadre di tre elementi. Vince la “Fratellanza Savonese” che in finale batte 2-0 la genovese “Colombo”. La squadra di Tonani non va troppo lontano ma lui, col suo quintale scarso, si fa notare ed apprezzare anche a livello di mera forza bruta espressa. Le selezioni difatti non guardano solo al risultato, anzi tendono a premiare proprio gli atleti capaci di esprimere la forza maggiore. Così Tonani, grazie alla sua enorme possanza fisica, riesce a guadagnarsi la trasferta in Belgio. Ci prova anche nel sollevamento pesi, categoria “massimi”. Anche queste selezioni si tengono a Genova, nella palestra della “Colombo”, il 19 luglio, in un caldo infernale. Tonani è superato dal grandissimo Bottino (poi oro ad Anversa) ed il suo sogno olimpico nei pesi sfuma malamente. Ma Tonani in Belgio ci va comunque, col tiro alla fune e la sua presenza non passa inosservata fin dal ritiro collegiale che si svolge ai primi di agosto a Savona. Tra i dieci tiratori (otto titolari e due riserve), o “funisti”, emerge un forte cameratismo e, istigati proprio da Tonani, si sviluppano forti sentimenti socialisti al punto che, durante il viaggio in treno per Anversa e pure all’arrivo in stazione, i nostri cantano a squarciagola “Bandiera Rossa” tra l’imbarazzo generale degli altri componenti la spedizione. Chiassosi e provocatori, con mugugni e proteste continue, i tiratori di fune si fanno notare anche nella sede della nostra delegazione, una scuola requisita per l’occasione, dove gli atleti dormono in camerate, che diventa in pratica la prima “Casa Italia” della storia. La gara di tiro alla fune, specialità inserita nei Giochi fin dal 1900, si svolge all’Olympisch Stadion ed inizia il 17 agosto. Partecipano solo 5 nazioni. Il 18 agosto l’Italia è subito e nettamente sconfitta dai Paesi Bassi che vincono rapidamente le due manches: la prima termina dopo 1’11”, la seconda addirittura dopo solo 43”.
Un fiasco colossale che porta i nostri a rinunciare addirittura a proseguire il torneo, caratterizzato peraltro da uno svolgimento macchinoso per l’attribuzione delle medaglie per i piazzati. L’oro va alla Gran Bretagna, da sempre specialista della disciplina, argento per i Paesi Bassi e bronzo al Belgio. I nostri, perduto l’unico incontro disputato, chiudono mestamente all’ultimo posto, quinti. Certamente, non una prova brillante. Di tiro alla fune ai Giochi, peraltro, non se ne parlerà più, e non solo a livello italiano perchè difatti la disciplina sparirà subito dal cartellone olimpico. Si riparlerà, eccome, invece di Tonani che insiste col sollevamento pesi, e fa bene. Intanto il 31 ottobre, alzando 320 kg, si aggiudica il campionato sociale dell’Associazione Proletaria. Tuttavia stenta ad emergere: il 20 marzo 1921 nella “Corona Giudici”, gara a squadre, è 2° con l’APEF dietro il CAM. Un mese dopo è battuto da Epicoco nel campionato lombardo: solleva un totale di 343 kg contro i 360 dell’avversario. A trent’anni suonati, molti tirerebbero i remi in barca. Non Tonani che insiste. Il 18 e 19 febbraio 1922 si disputano i tricolori a Genova, nei locali della “Sampierdarenese”: sono le gare che dovevano disputarsi a dicembre 1921 ma poi posticipate per problemi organizzativi. Tonani chiude terzo, con 360 kg dietro a Carpi (suo stesso risultato ma meno pesante) e Bottino (375). L’inviato della “Gazzetta”, il grande esperto Balestrieri, ha parole importanti per lui e lo giudica “avviato ad un grande avvenire”, dimenticandosi forse la sua età. Però Balestrieri, e non è la prima volta, ha visto giusto. Il 15 ottobre Tonani si aggiudica il campionato lombardo, suscitando grande impressione. Sette giorni dopo però, nei tricolori di Sestri Ponente, niente può contro il formidabile Bottino che lo batte nettamente: 407,5 kg contro 372,5. Tutti parlano bene di Tonani, lo vedono potenzialmente alla pari di Bottino, ma ancora il divario esiste. La situazione non cambia nel 1923. L’11 marzo a Genova, nei locali della “Colombo”, nel grande meeting nazionale organizzato dalla FAI, Tonani solleva un totale di 469 kg, ma Bottino va ben oltre, con 505 kg e tre record italiani. A Tonani si rimprovera una certa superficialità negli allenamenti ed un’incompleta concentrazione. Sembra avere grandi margini di miglioramento, ma ancora non sa sfruttare appieno la sua potenza. Vi riesce in parte il 28 ottobre quando, nei locali della sua APEF in Via Vignola, guadagna il titolo di Campione Lombardo, sia nei “massimi” che assoluto, sollevando un totale di 482,5 kg e mostrando, a detta dei tecnici, forti miglioramenti nello stile. Finalmente arriva il giorno della consacrazione. Il 25 novembre a Genova, nei locali della “Colombo”, Tonani strabilia tutti e batte il grande Bottino nei tricolori, aggiudicandosi il titolo assoluto e quello dei “massimi”. Solleva un totale di 497 kg contro i 494 di Bottino, per un duello che entusiasma tutti e pone i due ai vertici mondiali della specialità. Tonani guadagna il vantaggio decisivo nello slancio col braccio destro (dove con 92 kg stabilisce il primato italiano) e nello strappo a due braccia: è sbocciato, un po’ in ritardo, un campione.
Si conferma alla grande nel 1924, puntando decisamente i Giochi. Nella prima preolimpica, disputata a metà marzo a Sestri Ponente, alza 505 kg totali e costringe di nuovo alla resa un imbufalito Bottino il quale addirittura preferisce ritirarsi piuttosto che essere sconfitto. I tecnici sono concordi: Tonani è grande, ha immense risorse e finalmente inizia a regimentarle, sfruttandole nella giusta maniera. Deve lavorare di più sugli strappi, ma è sulla strada buona per grandi risultati. Peccato che la sua fede politica, fortemente contraria a Mussolini ed al suo governo che ormai sta procedendo verso la dittatura, gli precluda una maggiore visibilità: Tonani non è certamente tra gli atleti più apprezzati a livello governativo e mediatico. Oggi diremmo che non è politically correct e paga il suo non-allineamento. Però è forte, fortissimo. Stravince anche la seconda preolimpionica, disputata il 3 e 4 maggio a Milano nella sua APEF: solleva 505 kg contro i 455 del secondo, Mercoli. I tecnici già intravedono buone possibilità per Parigi. Tonani si allena con scrupolo e migliora giorno dopo giorno. Altro show il 22 giugno a Genova, nell’ultima prova di selezione, tenutasi nei locali della “Colombo”. Solleva un totale di 510 kg ed ottiene un nuovo, clamoroso, record: con 132,5 kg nello slancio a due braccia cancella il primato di Bottino del quale ormai è l’erede riconosciuto. Su di lui si accentrano grandi sogni per Parigi. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Tonani gareggia nei “massimi”, categoria in cui si schierano 19 atleti di 12 nazioni, ed alla quale possono partecipare atleti che pesano più di 82,5 kg. La competizione, disputata il 23 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare (o distensione a due braccia), strappo a due braccia e slancio a due braccia. Tonani è assolutamente strepitoso. La gara è difficile, il favorito pare l’austriaco Aigner, iridato in carica, ma Tonani è spettacolare, lotta kilo a kilo. L’altalena delle prove è emozionante: Tonani ed Aigner sono secondi a pari merito, con 80 kg, nello strappo ad un braccio, sorpresi dal lussemburghese Alzin che alza 87,5 kg ma poi sparisce di scena. L’austriaco prevale nello slancio ad un braccio, 97,5 kg contro i 95 dell’azzurro, secondo. Alla pressa i due terminano di nuovo a pari merito, primi con 112,5 kg. Si rivela decisivo lo strappo: Tonani solleva 100 kg esatti ed è primo p.m. mentre Aigner si ferma a 95 (chiude ottavo p.m.). Nello slancio di nuovo parità, tra i due, quarti p.m. con 130 kg (1° Tammer con 140). Fatti i conti, Tonani alza un totale di 517,5 kg. Aigner si ferma a 515 kg e per Tonani è medaglia d’oro! Il bronzo va, dopo spareggio, all’estone Tammer con 497,5 kg. Un trionfo per certi versi inaspettato, soprattutto dalle altre nazioni, ma pienamente meritato ed in cui, per una volta, i “muscoli rossi” hanno sbeffeggiato con un oro brillante il tracotante e protervo movimento fascista che proprio in quei giorni sta mostrando la sua vera faccia, con l’omicidio di Giacomo Matteotti[1].
Potere al popolo, sembra urlare questa medaglia: un urlo che però rimarrà a lungo soffocato. Tonani sarà difatti sempre demitizzato dal regime ed i fascisti faranno di tutto per disconoscere i suoi successi. Intanto ha un oro olimpico in bacheca. Nel 1925 si mantiene ad alti livelli. Il 21 giugno si aggiudica il titolo italiano FGNI, sollevando un totale di 490 kg contro i 465 di Mercoli: è ancora il più forte pesista a livello nazionale. Ma un infortunio muscolare in allenamento lo tiene lontano dai tricolori di novembre e da alcuni tentativi di record che stava preparando. Dall’inizio del 1926 i fascisti milanesi prendono di mira l’APEF che è fatta oggetto di vari “assalti”, inizialmente solo verbali. L’attività prosegue imperterrita. Il 1° agosto nei locali dell’APEF si disputa una riunione già definita preolimpica. Tonani solleva un totale di 330 kg anche se lo stile lascia un po’ a desiderare e non sembra in perfetta forma. Appare invece in piena efficienza il 24 ottobre quando a Pavia si aggiudica il campionato lombardo. Difatti il 6 e 7 novembre a Bologna trionfa nei tricolori anche se fatica molto a contenere Mercoli: 347,5kg contro 345. Pochi giorni dopo, è protagonista di un clamoroso quanto sconcertante episodio: la sede dell’APEF viene distrutta e data alle fiamme da una squadra di fascisti i quali rubano targhe, coppe e trofei. Un assalto squadrista in piena regola, da manuale, a spregio del vivere civile. Tonani, narra la leggenda, si difende come può, pare addirittura brandendo i manubri dei pesi, cercando di lottare con gli assalitori. Fatica vana, sempre che sia vera. Fatto è che la sede viene devastata perchè l’APEF, come già detto, è considerata un “covo di sovversivi comunisti”. Tonani comunque non si fa intimidire e non lascia, anzi raddoppia i titoli: difatti il 5 dicembre a Bologna, nella palestra della “Virtus”, si aggiudica anche il campionato italiano della FGNI. Alla faccia dei fascisti. Il 19 dicembre è protagonista a Genova, nei locali della “Colombo”, dell’incontro Italia-Svizzera: solleva ben 507,5 kg totali ed approfitta dell’infortunio di Hunemberger per aggiudicarsi la categoria dei “massimi”. Proprio grazie a questo infortunio, i nostri vincono il match. Con l’APEF ancora senza sede e derelitta, coi fascisti ormai incontenibili, nel 1927 Tonani si accasa al “GS Battisti”. Il 25 maggio vince agevolmente la gara nella palestra dell’Audace a Roma. Altrettanto facilmente si aggiudica il campionato sociale della “Battisti” il 3 luglio. 21 giorni dopo però, poco allenato, affronta con sufficienza i campionati lombardi di Milano e viene sorprendentemente battuto da Mercoli. Si riscatta l’11 dicembre, nella prima preolimpica, disputata a Sestri Ponente: solleva un totale di 347,5 kg, staccando il redivivo Bottino di 7 kg.
Si conferma il 25 marzo 1928 ai tricolori di Milano, organizzati dal “GS Battisti” nel salone di Via Romano. Vince alla grande, lasciando Bottino a 20kg di distanza (350 a 330). Il 3 giugno è nuovamente il migliore nella preolimpica di Pavia: evidente che la maglia azzurra è sua. Ovviamente è tra i selezionati dal CT Taliani (proprio il suo mentore) per il ritiro collegiale di rifinitura, tenutosi a Viggiù, nell’Albergo d’Italia. Negli ultimi test Tonani pare in buona forma, anche se forse non al livello di quattro anni prima causa qualche dolorino di troppo. Comunque nell’ambiente azzurro c’è fiducia e si va ai Giochi piuttosto convinti di ripetere buone prestazioni. Le gare olimpiche si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di palazzetto degli sport di potenza, situato a lato dell’Olympisch Stadion, verso est. Tonani, come al solito, gareggia nei “massimi” cui prendono parte 17 atleti di 11 nazioni e dove possono iscriversi atleti che pesano più di 82,5 kg. La gara si svolge il 28 e 29 luglio e prevede tre sollevamenti: pressa militare, strappo e slancio. Tonani inizia bene ed alla pressa militare giunge 2°, con 117,5, comunque distanziato dal tedesco Strassberger che con 122,5 ottiene il nuovo record mondiale. Tonani è pienamente in corsa per una medaglia anche se torna a farsi vivo un dolore alla spalla destra, retaggio di un vecchio infortunio. Anche per questo Tonani nello strappo va male: i giudici gli negano due alzate, ai più apparse regolari o comunque al limite. Poteva andargli meglio ed alla fine solleva “solo” 97,5 kg, piazzandosi addirittura 12°. Gli altri fuggono via: l’estone Luhaar, l’austriaco Leppelt ed il tedesco Volz, alzano 110 kg e guadagnano la prima posizione parziale. Nella generale comunque Tonani è 3° p.m. e non tutto sembra perduto. Ci vorrebbe una super-prestazione allo slancio che però non arriva. Luhaar ed il cecoslovacco Skobla sollevano 150 kg e vincono, Tonani si ferma a 137,5 e chiude sesto. Troppo poco per sperare. L’oro va a Strassberger con 372,5, argento per Luhaas con 360 e bronzo a Skobla con 357,5. Tonani termina con 352,5, al settimo posto: a 37 anni, e considerati gli acciacchi, non è un risultato da disprezzare, ma gli altri stavolta si sono rivelati più forti. Nel 1929 insiste e rimane tra i migliori. Ai tricolori di Bari però, il 6 ottobre, patisce un’indiscutibile sconfitta da Mercoli che lo supera per 10kg (332,5 kg contro 342,5). La parabola della sua carriera ha ormai virato verso il basso. Il 28 settembre 1930 comunque guadagna il titolo lombardo dei “massimi”, nei campionati disputati nei locali del “GS Azienda Tramviaria”. Bissa questo successo l’8 marzo 1931, a 40 anni suonati, nella palestra meneghina della “Pro Patria”. Torna il sogno dei Giochi e non sembra una chimera: il 3 maggio, nella prima preolimpica tenutasi a Milano nella palestra di Via Moscati, batte tutti tra i “massimi”, realizzando pure il record italiano nella distensione con 120,6 kg. Il 21 giugno a Bologna, nella seconda prova di selezione, si conferma, superando Bottino per 2,5 kg (337,5 contro 335). Il 20 settembre a Genova, nei locali della Doria, domina i tricolori anche se rimane al di sotto dei suoi standard.
Si rivede il 28 febbraio 1932 a Genova, nella “Coppa Zucconi”, organizzata dalla “Sampierdarenese” e valida come indicativa preolimpica: viene clamorosamente battuto da Mercoli che lo surclassa, infliggendogli un distacco di 32 kg che certo non testimonia una sua forma vincente. Si riscatta il 17 aprile nella seconda preolimpica, disputata a Milano nella palestra ATM, e che vale anche come prova del tricolore (assegnato a punti in tre gare): supera Mercoli per 2,5kg, ma il totale alzato (340kg) non soddisfa i tecnici. Stessa situazione a Roma il 28 maggio nella terza gara di Campionato: Tonani vince ma non convince. Viene comunque convocato per il collegiale azzurro di Roma che servirà a decidere i nomi per Los Angeles sotto la direzione del CT Merlin. Però Tonani non dà le sufficienti garanzie e viene escluso dalla lista azzurra. Bisogna aggiungere che, date le ingenti spese di trasferta, il CONI stringe i cordoni della borsa e la spedizione azzurra risulta alquanto limitata numericamente: il 41enne Tonani, i cui risultati sono comunque lontani dall’eccellenza e dalla possibilità di un buon risultato, paga dunque queste scelte contingenti. Non molla: il 7 maggio 1933 vince la prima prova tricolore, disputata a Milano nel Teatro Tonoli. Poi però sparisce sino al 15 aprile 1934 quando, tesserato per il “GS Oberdan”, si impone, di nuovo, nella prima gara di Campionato, a Sestri Ponente. Il 6 maggio coglie un altro successo, nel confronto diretto con Uboldi, all’interno del match tra la sua società ed i Vigili del Fuoco di Milano che perdono 8-7. I pompieri si prendono la rivincita il 1° luglio quando si aggiudicano il primo titolo a squadre mai assegnato, con Tonani e l’Oberdan al secondo posto. Il 27 settembre a Modena, nella seconda prova tricolore, Tonani chiude terzo, sopravanzato da Mercoli e Beretta, ma il gioco relativo dei punti lo favorisce e si aggiudica il Campionato. A 44 anni è una bella soddisfazione, ma anche la verifica che il settore “massimi” della nostra pesistica è piuttosto fermo. Tonani deve rinunciare agli Europei di Genova, tenutisi a metà novembre, causa un infortunio muscolare: non avrebbe comunque avuto molte chances di medaglia. Rientra in pedana solo il 19 maggio 1935 a Genova, nella seconda prova tricolore dell’annata: chiude secondo alle spalle di Beretta che vince pure la terza ed ultima prova di Campionato, a Varese il 18 agosto. Tonani termina terzo, superato anche da Mercoli ed occupa il gradino più basso del podio pure nella classifica finale di Campionato, appannaggio dello stesso Beretta. Chiude al terzo posto, con la sua ASSI, anche il tricolore a squadre, disputato a Genova il 6 ottobre e vinto dai Vigili del Fuoco meneghini sulla Pro Patria. Nel 1936 diserta tricolori e preolimpiche, ma il 24 maggio vince, con l’ASSI, la “Coppa Storace” a Genova. Si mantiene ancora sulla breccia: nel 1937 vince il Campionato Italiano. Rimane in pratica su buoni livelli sino alla soglia dei 50 anni (!). Si ritira poi nella sua, già avviata, fattoria di Sannazzaro de’ Burgundi, nel pavese. È tra i pochi atleti italiani di tutti i tempi ad aver partecipato ai Giochi in due sport diversi.
[1] Il noto deputato socialista, fiero avversario di Mussolini, scompare il 10 giugno 1924, rapito da una banda di fascisti. Il suo cadavere viene ritrovato, per caso, il 16 agosto 1924 nella macchia della Quartarella, un bosco nei pressi di Riano