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TOMMASI Virgilio

Verona 10.05.1905 / Roma 20.02.1998

1924. Atletica Leggera. 7° Salto in Lungo

1928. Atletica Leggera. 25° p.m. Salto in Lungo

Tesserato fin da giovanissimo con la “Bentegodi”, è avviato allo sport dal padre Salvatore, buon ciclista a livello regionale nel periodo eroico, tra bicicli e bicicletti. Proprio il genitore sarà sempre il suo primo tifoso, accompagnandolo spesso alle gare e seguendo con grande passione lui ed il fratello minore Angelo, olimpionico di salto in alto nel 1932. Il primo successo significativo di Tommasi senior (per distinguerlo dal fratello) arriva nel campionato veneto di salto in alto, con 1,60 m, a Verona il 28 maggio 1922. Tre settimane dopo, il 22 giugno a Trieste, nei tricolori della FGNI, è secondo nell’alto da fermo e nell’alto con rincorsa, battuto rispettivamente dal romano Fogliazzi e dal milanese Ghiringhelli. Si segnala anche ai tricolori FISA: il 16 settembre a Busto è terzo nell’alto da fermo (1° Contoli), il giorno seguente è quinto nel lungo da fermo (vince ancora Contoli) e sette giorni dopo a Milano, sul nuovo campo della “Forza e Coraggio”, in Via Trento, si piazza terzo nel lungo, alle spalle di Contoli e Nespoli. Tuttavia Tommasi non si limita solo all’alto e la sua poliedricità si esplica meglio nel 1923. L’11 marzo allo stadio militare di Venezia, nella riunione di apertura organizzata da “La Fenice”, vince 100 e lungo. Il 2 aprile a Caravaggio primeggia sulle 100y. Il 22 aprile vince i 100 al meeting di Codogno. Il 6 maggio a Venezia è primo sui 100 davanti al noto Zucca. Sette giorni dopo, si aggiudica i campionati veneti dei 100 a Trento. Pare in evidente crescita. Ai tricolori di Bologna, disputati il 23 e 24 giugno, è terzo nel lungo (dietro Nespoli e Contoli), terzo nei 200 e quarto nei 100, gare queste ultime due vinte entrambe dal veterano Giongo. Considerando che ha solo 18 anni, per Tommasi sono ottimi risultati. L’8 luglio a Modena vince i 100. Il 12 agosto a Padova, in una riunione definita preolimpica, si aggiudica il lungo ed è terzo nell’alto vinto da Barrettoni. Il 15 settembre sul campo di Viale Lombardia a Milano, in una preolimpica, vince il lungo. Nella stessa specialità viene invece battuto dal suo grande rivale Contoli a Bologna il 14 ottobre. Con il diploma di ragioniere in tasca, Tommasi affronta baldanzosamente l’annata olimpica 1924. Il 30 marzo ad Este vince il campionato veneto in lungo e triplo. Il 12 e 13 aprile gareggia nella “preolimpionica” (all’epoca le chiamano così) di Genova e vince il lungo con l’ottimo 6,92m. In questa specialità si ripete 14 giorni dopo a Bologna, sul campo della Virtus, in un’altra “preolimpionica”: la maglia azzurra è sempre più vicina. Ma un infortunio muscolare gli complica i piani. Ritrova la forma a fine maggio, al concorso ginnico di Firenze, quando primeggia nel lungo ma, cimentandosi nel “percorso di guerra” (sic), si infortuna nuovamente. Ciò gli impedisce di essere presente all’ultima prova di selezione olimpica, disputata il 7 e 8 giugno a Milano.

La severa Commissione Tecnica, presieduta dall’ex ostacolista Colbachini, non fa sconti a nessuno e lo inserisce nella lista dei “rivedibili”: sarà azzurro se manifesterà una buona condizione nell’apposito ritiro collegiale di Busto. In effetti ritrova la giusta forma ed alla fine guadagna Parigi. Le gare olimpiche di atletica si svolgono nel famoso stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato nel film “Momenti di Gloria”. Tommasi gareggia nel salto in lungo cui prendono parte 34 atleti di 21 nazioni. L’8 luglio inizia con le qualificazioni e va piuttosto bene: con 6,88m guadagna il sesto posto a pari merito, con tre centimetri di margine sullo statunitense Rose, ed accede alla finale. Poche ore dopo torna in pedana: si migliora di un solo centimetro, salta 6.89m, e finisce settimo ed ultimo anche se a soli tre centimetri dal britannico MacIntosh che lo precede in sesta posizione. L’oro va allo statunitense Hubbard con 7,44m davanti al connazionale Gourdin ed al norvegese Hansen che ottiene 7,26m. Dunque Tommasi rimane lontano dal bronzo ben 37 cm, certamente non pochi e che non danno adito a recriminazioni. La prestazione di Tommasi, tra i pochi atleti a raggiungere la finale in quell’edizione, rimane comunque più che sufficiente. Gareggia quindi nelle riunioni post-olimpiche, iniziando tra l’altro ad adottare lo stile “a forbice”, appreso proprio durante i Giochi. I risultati sono soddisfacenti: il 20 luglio a Francoforte e due giorni dopo a Dusseldorf è 2° dietro l’estone Klumberg. A Dusseldorf si piazza anche terzo nell’alto vinto dall’estone Eber. Il 27 luglio Tommasi vince il lungo a Krefeld. Si rivede ai tricolori di Bologna, sul campo della Virtus: guadagna il titolo nel lungo con 6,93m. Il 5 ottobre a Trento salta 3,06m in lungo da fermo ed ottiene il primato italiano di questa specialità ormai anacronistica. Nel lungo “normale” si conferma il miglior esponente italiano il 12 ottobre a Bologna, sfiorando il limite dei 7 metri, atterrando a 6,99m. Tommasi è grandissimo nella prima gara del 1925, il 13 aprile a Bologna, sul campo della “Virtus”. Vince il lungo con 6,84m, ma sente di poter fare di più e chiede un apposito tentativo di record: riesce nel suo intento, atterrando a 7,17m, misura già di un certo spessore internazionale. Il 10 maggio a Vicenza, nel grande concorso ginnico internazionale, vince con 6,84m. Il 24 maggio primeggia nel prestigioso meeting delle “5 Nazioni[1]” a Berlino, saltando 7,13m. I nostri però chiudono soltanto al quarto posto, riuscendo a superare i Paesi Bassi: vince la Germania su Ungheria e Norvegia.

Tommasi si ripete sei giorni dopo a Praga, nel primo incontro ufficiale che la nostra Nazionale disputa contro la Nazionale di un altro paese: gli azzurri però, peraltro in formazione rimaneggiata, perdono la sfida nel computo generale dei punti. Tommasi è ancora grande a Budapest il 3 giugno quando rivince il lungo. Ormai è noto anche a livello internazionale: invitato di nuovo a Berlino, il 21 giugno si afferma con 7,03m, superando l’estone Klumberg che si ferma a 6,89. La sua regolarità intorno ai sette metri è impressionante: il 28 giugno con 7,02m si aggiudica alla grande il titolo italiano a Bologna dove, tra l’altro, chiude al quarto posto nel triplo vinto da Trabucco. Nel 1926 si conferma anche se gareggia poco. Il 13 maggio a Mestre vince il titolo regionale nel lungo, è secondo nell’alto e nel triplo, superato rispettivamente da Zanetti e Pighi. Il 3 giugno, sul campo del Milan di Viale Lombardia, va in scena l’atteso confronto Italia-Cecoslovacchia: Tommasi vince il lungo ed è 4° nell’alto vinto da Palmieri. I nostri si impongono 62-54 nel computo totale. Il 12 e 13 giugno è grande protagonista a Napoli, sulla pedana dell’Arenaccia, dove si disputano i tricolori: vince nel lungo, sfiorando i 7 metri, e chiude 4° nel peso vinto da Pighi. Il 4 luglio è a Londra, Stamford Bridge, dove finisce secondo nel lungo, battuto solo dall’australiano Honner. Chiude praticamente qui la sua stagione. Nel 1927 la musica non cambia. Il 18 aprile a Genova vince il lungo ed un mese dopo, il 18 maggio, bissa a Bologna, nella prima preolimpica di una lunga serie. Il 26 giugno a Faenza primeggia ancora nel lungo. Si ripete il 24 luglio a Torino, Stadio Militare, dove è secondo nel disco, battuto dallo specialista Pighi, e terzo nell’alto appannaggio di Palmieri. Sette giorni dopo, domina il lungo nella preolimpica disputata sul campo del GSOM. Il 30 agosto, con un bel balzo a 7,03m e nonostante un infortunio che lo blocca a metà gara, conquista l’oro nel Mondiale Universitario a Roma. Si rivede solo il 2 ottobre al “Littoriale” di Bologna, nell’incontro Italia-Ungheria: non ancora al meglio della forma, chiude al terzo posto nel lungo, superato da Torre e Puspoki. I nostri vincono 56-46. Non è ancora a posto fisicamente e trascorre un inverno tranquillo, pensando solo ai Giochi. Si rivede solo il 27 maggio 1928 quando stravince il lungo nella preolimpica di Milano, sul campo dello “SC Italia”.

La maglia azzurra di Amsterdam si avvicina. Intanto il 10 giugno partecipa al triangolare Francia-Svizzera-Italia che si tiene nello stadio parigino di Colombes: vince il lungo, ma i nostri perdono il confronto con la Francia (132-108), pur superando nettamente la Svizzera (ferma a 69). Tommasi ha ritrovato la forma vincente: tra la fine di giugno ed i primi di luglio domina il lungo dei tricolori, disputati sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Nessuno può togliergli la maglia azzurra anche perchè nelle ultime due preolimpiche, l’8 e 15 luglio a Bologna, dimostra di essere in palla, con salti intorno ai sette metri. Ad Amsterdam le gare olimpiche di atletica si svolgono all’Olympisch Stadion. Tommasi gareggia nel salto in lungo cui prendono parte 41 atleti di 23 nazioni. Il 31 luglio affronta le qualificazioni ma la sua corsa si ferma subito. Ottiene difatti 6,76m, risultato mediocre che gli vale il sesto posto del suo girone e soltanto il 25° generale, a pari merito con l’altro italiano Torre. Tommasi dunque viene subito eliminato. L’oro va allo statunitense Hamm con 7,73, argento per l’haitiano Cator con 7,58 e bronzo all’altro statunitense Bates con 7,40: risultati inarrivabili per Tommasi che rimane molto al di sotto dei suoi standard, per una prestazione in definitiva mediocre. Peccato perchè dopo 45 giorni si migliora assai. Difatti il 16 settembre a Budapest, nell’incontro Ungheria-Italia[2], salta 7,25m, ottenendo il primo posto ed il nuovo primato italiano. Una misura che ai Giochi lo avrebbe portato ben più in alto, ma non certamente in zona medaglia. Il 14 ottobre spadroneggia a Schio, vincendo alto, lungo (con 7 metri esatti) e 100. Si rivede il 19 novembre a Trieste dove si impone nel lungo ed è secondo nell’alto, battuto da Palmieri. Sei giorni dopo, al “Littoriale” di Bologna tenta l’assalto al suo record nel lungo: non vi riesce per poco, raggiungendo 7,22m[3]. Rientra in gara solo il 12 maggio 1929 a Roma, nello stadio del PNF, quando vince il lungo. Si ripete il 9 giugno a Padova, nel match universitario Italia-Ungheria, vinto dai nostri 64-58. Il 14 luglio partecipa al triangolare Italia-Francia-Svizzera, disputato a Bologna, ma nel lungo è battuto dallo svizzero Meier. I nostri comunque si aggiudicano l’incontro, con 127 punti contro i 122 dei francesi ed i 62 degli elvetici. Tommasi si rivede il 28 luglio a Udine dove si aggiudica il titolo regionale nel lungo. L’8 settembre a Genova, sul campo della Nafta, nel “Torneo delle Regioni Alta Italia”, vince nettamente il lungo. Il 21 settembre è grande protagonista ai tricolori di Bologna dove con 7,41m stravince e realizza il primato italiano nel lungo. Un mese dopo è atteso ad un altro exploit nel match Italia-Ungheria, disputato sul campo genovese della Nafta il 20 ottobre: ma non va oltre i 7 metri e viene superato da Balogh. I magiari, più forti proprio nei salti e lanci, si aggiudicano la classifica 78-64. Quattro giorni dopo, è a Mestre dove vince il lungo e chiude secondo nell’alto, alle spalle di Palmieri. Il 10 novembre a Pescantina si aggiudica 100 e lungo. Inizia il 1930 in maniera anomala: il 6 aprile difatti, sul campo meneghino dello “SC Italia”, chiude secondo nell’alto, battuto da Degli Esposti.

Già sette giorni dopo torna al lungo ed a Bologna salta 7,11m, mostrandosi in grande condizione. Il 25 maggio a Firenze si aggiudica il titolo italiano universitario nel lungo. Il 22 giugno torna a Bologna e rivince, arrivando a 7,15m. Il 13 luglio è a Parigi, stadio di Colombes, per il match Francia-Italia: vince il lungo e chiude 4° nell’alto. I nostri perdono il confronto 67 a 81. Sette giorni dopo, altro confronto internazionale, stavolta a Basilea contro la Svizzera: Tommasi vince bene il lungo e finisce quarto nell’alto vinto da Pacchioni. Gli azzurri si impongono 88-69. Ai tricolori di Udine, il 26 e 27 luglio, raccoglie solo sconfitte: nel lungo è clamorosamente battuto dall’outsider Maffei, nell’alto e nel lungo “da fermo” è superato da Bruni, nel triplo chiude quinto (vince Palmano) e sesto nell’alto (primo Degli Esposti). Il 19 ottobre è battuto di nuovo nel lungo dall’emergente Maffei nel “Campionato delle Regioni Alta Italia”, disputato a Bologna. Stesso risultato il 2 novembre a Firenze, sul campo del “Giglio Rosso”. Inizia il 1931 a Roma nei tricolori universitari del 19 aprile: nel lungo però è battuto nuovamente dal viareggino Maffei che sembra ormai il suo erede designato. Tommasi non si arrende: il 10 maggio a Padova conquista il titolo regionale nel lungo. Quattro giorni dopo, è grande protagonista del concorso ginnico nazionale a Venezia: vince lungo e “pentathlon reale” mentre finisce secondo nella “gara atletica”, battuto da Pighi, e quarto nell’alto vinto da Degli Esposti. Il 31 maggio a Bologna riesce finalmente a battere Maffei, ma gli serve un bel balzo a 7,23m. Non gli riesce altrettanto il 7 giugno, ancora nel capoluogo felsineo, nel match Italia-Francia: chiude difatti al terzo posto il lungo vinto proprio da Maffei. I nostri si aggiudicano l’incontro 78-69. Maffei è diventato la sua “bestia nera”: difatti è lui a batterlo il 26 luglio a Roma in una delle prove tricolori. Il 9 agosto gareggia a Budapest nell’incontro Ungheria-Italia vinto dai magiari 78-64: vince di nuovo Maffei mentre Tommasi chiude solo quarto. Si riscatta il 4 ottobre all’Arena di Milano dove si aggiudica il lungo davanti a Maffei, guadagnando pure il titolo italiano nell’apposita classifica basata su più prove, con un solo punto di margine sullo stesso viareggino. Il risultato cambia il 18 ottobre nel “GP Regioni” a Firenze: Tommasi finisce terzo, superato non solo da Maffei ma anche da Cortopassi. Dieci giorni dopo, è grande protagonista nell’inaugurazione del nuovo stadio a Riva del Garda: vince il lungo, chiude secondo sui 100 e nel peso (vinti rispettivamente da Beretta e Pighi) oltre a finire terzo nell’alto. Si rivede solo nel 1932 quando, come tutti, cerca la qualificazione olimpica. Il 15 maggio vince il lungo nella preolimpica all’Arena di Milano, superando il suo grande rivale Maffei che lo ha oscurato nei mesi precedenti. Si ripete il 5 giugno a Bologna, nell’ultima preolimpica, ma ciò non gli è sufficiente per guadagnarsi la convocazione per i Giochi: il CONI ha stretto i cordoni della spedizione, per le ingenti spese da sostenere, e vengono inviati solo atleti in grado di ben figurare, guadagnando la finale. Evidentemente, Tommasi non dà le sufficienti garanzie in questo senso. Si “vendica” il 24 luglio a Udine quando ritrova la Nazionale per Italia-Austria: vince nel lungo, andando oltre i 7 metri, confermando come forse avrebbe meritato il viaggio a Los Angeles. I nostri si impongono 76-55. Si rivede due mesi dopo, il 25 settembre a Verona dove la sua “Bentegodi” incontra lo Zurigo: nel lungo è battuto da Hertig e nell’alto finisce quarto (primeggia il fratello Angelo), ma si aggiudica la 4x100. Sette giorni dopo a Bologna chiude solo quarto i tricolori del lungo appannaggio del “solito” Maffei, battuto poi da Tommasi il 4 novembre a Napoli, nella finale del “GP Regioni”. Tommasi si rivede il 2 aprile 1933 a Verona dove si aggiudica il lungo, sfiorando i sette metri. Ai tricolori di Firenze, il 30 luglio, è battuto nel lungo da Tabai. È l’ultimo suo risultato di spicco. Poi diventa dirigente di alto livello, con numerosi incarichi al CONI e Presidente federale Alta Italia nel 1944. Il figlio Salvatore detto Rino è stato un grande giornalista sportivo, ben noto per le sue numerose apparizioni televisive.


[1] Con Italia e Germania gareggiano Paesi Bassi, Norvegia ed Ungheria

[2] I magiari si aggiudicano il match 55-47

[3] Il record è di 7,25m