TOMMASI Angelo
-
Verona 17.11.1911 / Verona 24.06.2004
1932. Atletica Leggera. 9° p.m. Salto in Alto
Fratello minore di Virgilio, ne segue le orme sin da adolescente anche se preferisce concentrarsi soprattutto sul salto in alto più che sul lungo. I due sono avviati allo sport dal padre Salvatore, buon ciclista a livello regionale nel periodo eroico, tra bicicli e bicicletti. Tommasi junior (per distinguerlo dal fratello) si segnala già nel 1928 quando gareggia tra i dopolavoristi, figurando fra i migliori a livello nazionale. L’anno seguente passa alle gare FIDAL anche se stenta ad emergere. L’8 settembre gareggia a Genova, sul campo della Nafta, nel “GP Regioni Alta Italia”: chiude al 4° posto nell’alto vinto da Petito. 14 giorni dopo è a Bologna per i tricolori: chiude di nuovo 4° nell’alto appannaggio di Pacchioni. Non inizia bene il 1930: il 6 aprile, sul campo meneghino dello “SC Italia”, termina terzo nell’alto, battuto da Degli Esposti ed il fratello Virgilio. Il 1° giugno a Brescia, favorito dalle scelte dei tecnici che testano molti giovani, esordisce in Nazionale, nell’incontro Italia-Spagna: vince l’alto ed i nostri si impongono 86-60. Il 26 luglio ad Udine finisce terzo nei tricolori dell’alto “da fermo”, battuto da Bruni ed il fratello Virgilio. Il 19 ottobre chiude 6° nell’alto del “Campionato delle Regioni Alta Italia”, disputato al “Littoriale” di Bologna: vince Palmieri, ma sulla prestazione di Tommasi pesa un infortunio alla gamba di stacco. È ancora giovane, deve maturare. Si rivede il 14 maggio 1931 nel grande concorso ginnico nazionale di Venezia dove finisce secondo nell’alto, battuto da Degli Esposti. Dieci giorni dopo, a Firenze, si aggiudica la prima prova tricolore nell’alto. Ciò gli vale la convocazione in Nazionale per l’incontro Italia-Francia a Bologna il 7 giugno quando però nell’alto, vinto da Menard, chiude solo quarto. I nostri comunque si aggiudicano la classifica 78-69. Il 28 giugno, sul campo genovese della Nafta, finisce terzo nella seconda prova tricolore del salto in alto: lo superano Caldana e Mercatelli. Il 2 agosto vince il titolo italiano juniores nell’alto, disputato al “Littoriale” di Bologna. Risultato che gli permette di tornare in Nazionale per Ungheria-Italia a Budapest: chiude terzo nell’alto, battuto dai magiari Orban e Keskarski. I padroni di casa si impongono 78-64. Il 22 agosto è a Londra, Stamford Bridge, per Inghilterra-Italia, vinto 83,5-62,5 dai locali: nell’alto finisce quarto ed ultimo. Il 6 settembre a Firenze, nell’ultima prova tricolore, viene battuto da Broglia, ma si aggiudica la classifica finale a punti che vale il titolo tricolore. Si conferma il 27 settembre nella sua Verona, saltando 1,863m ed ottenendo il primato italiano. Lo stesso Broglia però lo supera anche a Firenze, nella finale del “GP Regioni”, il 18 ottobre quando Tommasi è secondo pure nel triplo, sopravanzato da Tabai. Dieci giorni dopo, è tra i protagonisti dell’inaugurazione del nuovo stadio a Riva del Garda: nell’alto però è a sorpresa battuto da Bergamini e nel lungo, vinto dal fratello Virgilio, chiude terzo. Nel 1932 punta ovviamente i Giochi ed inizia bene: il 20 marzo a Verona porta il primato italiano dell’alto a 1,867m. Poi il 21 aprile a Firenze, nella prima preolimpica, si impone nella stessa specialità. Si ripete l’8 maggio a Padova nei campionati regionali, aggiudicandosi pure il triplo. Sette giorni dopo, è grande protagonista all’Arena di Milano nella seconda preolimpica: nell’alto supera l’allora fatidica soglia di 1,90m, stabilendo un altro record italiano.
È in forma e non in una sola disciplina: il 22 maggio a Schio consegue il titolo regionale nel lungo (davanti al fratello Virgilio) e nel pentathlon. Il 5 giugno a Bologna, nell’ultima preolimpica, chiude secondo nell’alto, battuto da Degli Esposti, ma ottiene comunque la convocazione per il ritiro preolimpico, tenuto allo Stadio Berta di Firenze, con sede alla pensione “Monte Senario” di Bivigliano, sulle colline a nord del capoluogo. Ritrova la Nazionale il 19 giugno a Zurigo per Svizzera-Italia: vince bene nell’alto e si guadagna definitivamente i Giochi, quattro anni dopo il fratello Virgilio (che invece viene escluso). I nostri si aggiudicano il confronto 92-65. Si conferma il 28 giugno a Firenze, saltando 1,905cm, ottenendo l’ennesimo record italiano. Poi, terminato finalmente il ritiro fiorentino, è tempo di pensare al viaggio in America. Il 1° luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Le gare olimpiche di atletica si svolgono nell’immenso “Coliseum”. Tommasi gareggia nell’alto cui prendono parte 14 atleti di 10 nazioni. Non va troppo bene: salta solo 1,85m e chiude 9° pari merito. Vince, dopo un emozionante spareggio, il canadese McNaughton con 1,97m davanti allo statunitense Van Osdel ed al sorprendente filippino Toribio. Per Tommasi una prestazione poco esaltante. Nel viaggio di ritorno i nostri si fermano a Chicago dove il 18 agosto è prevista una grande riunione post-olimpica. Tommasi chiude quarto nell’alto vinto dallo statunitense Worte. Rientrati finalmente in Italia, si torna ad allenamenti e gare. Tommasi si presenta ai tricolori di Pisa, disputati il 17 e 18 settembre, vincendo nell’alto e chiudendo terzo nel triplo, alle spalle di Guglielmi e Tabai. Sette giorni dopo, a Verona partecipa all’incontro “Bentegodi”-Zurigo: vince l’alto, ma nel computo generale gli elvetici prevalgono per un punto. Il 16 ottobre Tommasi ritrova l’azzurro per Italia-Ungheria a Torino: nell’alto chiude secondo alle spalle di Bodosy. I nostri si impongono 72-69. Il 4 novembre a Napoli, nella finale del “GP Regioni”, vince l’alto e finisce secondo nel triplo, superato dallo specialista Tabai. Riparte da queste due specialità il 2 aprile 1933 a Verona dove vince entrambe le prove. Il 21 maggio si aggiudica l’alto a Modena, ripetendosi 4 giorni dopo a Milano, sul campo dello “SC Italia”, anche se a pari merito con Degli Esposti.
L’11 giugno è in Nazionale, allo stadio parigino di Colombes, per Francia-Italia dove primeggia nell’alto. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Il 29 giugno a Torino si impone nell’alto dove l’8 luglio a Londra, stadio di White City, è battuto dal magiaro Bodosi. Otto giorni dopo, a Schio vince il titolo regionale nel salto...con l’asta. Torna all’alto ed il 29 luglio a Firenze vince il titolo italiano. Il 3 settembre rivince nell’alto, a Bergamo. Sei giorni dopo, ai Mondiali Universitari di Torino finisce quarto nell’alto vinto dal magiaro Bodosi. Il 17 settembre è in Nazionale per Italia-Inghilterra all’Arena di Milano: vince l’alto ed i nostri si aggiudicano l’incontro 85-62. Sette giorni dopo, si ripete a Firenze ed il 1° ottobre a Verona ottiene il record italiano nell’alto con 1,91m. L’8 ottobre ritrova la Nazionale, a Padova per Italia-Svizzera: vince il lungo e gli azzurri si impongono 93-65. Nel weekend seguente, a Torino è battuto dal magiaro Bodosi nell’alto, specialità in cui primeggia a Trieste il 29 ottobre quando chiude terzo nel lungo, sopravanzato da Tabai ed il magiaro Megjeri. Tommasi si rivede in campo solo il 3 giugno 1934 a Torino, nel “GP Fidal”, dove a sorpresa è battuto nell’alto dall’emiliano Dotti che lo supera anche il 28 luglio nella gara che vale il titolo italiano, disputata all’Arena di Milano. Non convocato per la prima storica edizione degli Europei (a Torino), Tommasi ritrova la Nazionale il 2 ottobre a Napoli per Italia-Austria vinto dai nostri 76-56: primeggia nell’alto, riscattando un’annata avara di soddisfazioni. Nella stessa sede il 1° novembre è battuto di nuovo da Dotti nell’alto dei cosiddetti “Giochi Partenopei”, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali. Tommasi torna in campo solo ai tricolori del 1935, disputati a Firenze il 27 e 28 luglio: vince l’alto e finisce terzo nel triplo, superato da Pende e Frosali. Il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, giunge quarto nell’alto vinto dallo statunitense Cornelius. Il 1° settembre ritrova la Nazionale, sia pure “cadetti”, a Udine, per il triangolare con Austria e Jugoslavia: nell’alto è battuto da Borrini, ma i nostri giungono secondi nella generale, superati dagli austriaci. Tommasi torna in Nazionale “A” il 22 settembre a Torino, per Italia-Francia: nell’alto è superato da Dotti e gli azzurri si aggiudicano il confronto 83-65. Nel 1936 cerca ovviamente la qualificazione ai Giochi. Inizia bene: il 29 marzo a Rapallo vince l’alto dove però il 21 aprile è battuto da Dotti a Verona ed il 17 maggio a Bologna dall’outsider Natale. Ritorna al successo il 30 maggio all’Arena di Milano: in una riunione disturbata dalla pioggia, salta 1,80m, misura che ancora non soddisfa i tecnici. Un mese dopo, il 28 giugno, Tommasi vince il titolo italiano a Bologna, con 1,88m. Tuttavia il CT Comstock non lo giudica in grado di ben figurare ai Giochi e dunque Tommasi non viene convocato per Berlino. Decisione forse ingiusta perchè il 23 agosto, quando ormai i Giochi sono finiti, Tommasi a Bologna salta 1,91m, eguagliando il suo primato nazionale, dimostrando dunque di essere comunque in forma ed al limite delle sue possibilità. Tant’è vero che ritrova la Nazionale il 29 agosto a Torino per Italia-Giappone: chiude terzo nell’alto, superato da Asakumi e Yada. I nostri vincono il confronto 92-81, grazie alle staffette. Il 13 settembre Tommasi vince l’alto a Firenze, ripetendosi il 4 ottobre a Parma ed il 1° novembre a Venezia. Nonostante sia ancora giovane (25 anni), la carriera di Tommasi prende la china discendente: ai tricolori del 1937, disputati a Firenze, salta solo 1,70m nell’alto, chiudendo dodicesimo. Poi sparisce di scena.