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TOGNINI Franco

Monza 28.01.1907 / Monza 27.04.1980

1932. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, 6° Anelli, 11° Corpo Libero, 12° Concorso Individuale

1936. Ginnastica Artistica. 5° Concorso a Sqaudre, 23° p.m. Corpo Libero, 26° Volteggio, 37° p.m. Anelli, 39° Concorso Individuale, 40° Parallele, 43° Cavallo con maniglie, 70° Sbarra

Pratica la ginnastica sin da adolescente, tesserato per la “Forti e Liberi” di Monza, ed ottiene il primo risultato importante il 20 settembre 1926 quando vince la gara artistica del concorso ginnico di Gallarate riservata agli juniores. Il 3 ottobre ai tricolori di Prato chiude al terzo posto, pari merito con Cigala, la gara artistica riservata agli juniores: lo superano il vincitore Tronci ed il ligure Bornetto. Comunque è tra i nostri giovani più promettenti al punto che nel 1927 viene selezionato per i primi stages dei “probabili olimpici”, tenuti in ottobre a Brescia sotto la guida del CT Zampori. Gli allenamenti sembrano fruttare bene: il 18 dicembre Tognini chiude al terzo posto i campionati lombardi, superato solo da due olimpionici come Mandrini e Paris. Inoltre è il migliore alle parallele. Nel 1928 continua a progredire e, dopo la prova decisiva a Brescia il 27 maggio, viene selezionato tra i 12 “probabili olimpici” che effettuano il ritiro collegiale a Gardone. Ma non convince pienamente la Commissione Tecnica ed alla fine, anche per la giovane età, rimane escluso dai Giochi. Non si perde d’animo, ha qualità, ma deve crescere. Il 26 agosto giunge terzo nella gara artistica dei campionati lombardi a Seregno, battuto da Pollastri ed Armelloni: è il migliore agli attrezzi, ma perde i punti decisivi nella catastrofica prova del salto con l’asta. Il 14 ottobre si presenta ai tricolori juniores, disputati a Torino sul campo del “GS Lancia”: chiude solo settimo (vince Pietra). Non è in forma: il 25 novembre a Busto finisce addirittura 11° (vincono Neri e Lucchetti a pari merito). La sua stagione non è comunque da buttare anche se nel finale ha un po’ deluso, patendo forse lo smacco della mancata selezione olimpica. Nel 1929, complice il servizio militare, gareggia poco. Diserta i tricolori e si vede solo il 3 novembre quando chiude ottimo secondo il concorso di Torino, organizzato dal “GS Lancia” e vinto dal grande Neri che si impone anche 14 giorni dopo a Bologna nel “GP Brunetti” dove Tognini finisce terzo, battuto anche da Mandrini. Termina invece secondo il 15 novembre nella “Corona Braglia” a Modena, vinta di nuovo dall’imbattibile Neri. Buoni risultati che rilanciano le sue quotazioni. Nel 1930 si conferma su alti livelli. Il 31marzo chiude al secondo posto il campionato lombardo: a batterlo il solo Mandrini. Finisce invece quarto l’8 settembre ai tricolori di Firenze dove a precederlo sono comunque tre grandi ginnasti come Neri, Lucchetti e Lertora. Tognini è buon protagonista anche il 21 settembre a Bari, nell’incontro Italia-Ungheria che i nostri vincono 460,80 a 420,80. Il migliore di tutti a livello individuale è però il grande magiaro Pellè mentre Tognini finisce quinto, contribuendo comunque in maniera significativa al successo azzurro. Il 26 ottobre chiude al secondo posto, dietro l’imbattibile Neri, il “Trofeo Braglia” a Modena. Identico risultato il 16 novembre a Bologna nel “GP Brunetti”.

Ormai è stabilmente tra i nostri migliori ginnasti ed essere il secondo dietro Neri è tutt’altro che un disonore. Tognini si rivede agli attrezzi solo il 17 maggio 1931 nella grande gara internazionale di Venezia dove chiude al settimo posto (vince il finnico Savolainen). Pur disertando i tricolori, ritrova la Nazionale il 13 dicembre a Budapest, nella rivincita coi magiari: Tognini finisce quinto nell’individuale, vinto dal “solito” Pellè, ma i nostri comunque si impongono nel computo globale, 374,90 a 374,0. Per i Giochi del 1932 non si effettuano selezioni vere e proprie quanto una serie infinita di stages, sotto la guida del CT Braglia e del potente segretario FGNI Corrias. A coadiuvare i due anche altri grandi campioni del passato come Paris che in particolare cura la preparazione dei lombardi tra cui anche Tognini. Braglia e Corrias fanno comunque il bello e cattivo tempo nel senso che alla fine decidono loro, a prescindere pure dalla cosiddetta selezione finale, tenutasi a Roma tra il 17 e 19 giugno. Alla fine comunque Tognini entra nella lista dei migliori dodici. Partecipa così al ritiro collegiale preolimpico dove dai dodici iniziali si deve scendere ai sei prescelti per i Giochi. In realtà la scelta è veramente difficile e complicata: nel ritiro di Monza, nella palestra della “Liberi e Forti”, i selezionatori si accorgono di quanto sia alto il livello dei nostri ginnasti. Si organizzano anche alcune esibizioni, per meglio testare gli azzurri: Biella, Pavia, Monza, Cornigliano vedono grande entusiasmo ed applausi da parte del pubblico. Alla fine, invece dei sei, ne vengono scelti sette e Tognini è tra questi. Così si può pensare al viaggio in America. Il 1° luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Ad ogni fermata del treno i ginnasti scendono, si sgranchiscono i muscoli con vari esercizi e corse intorno al convoglio. In California poi iniziano gli allenamenti di rifinitura e Tognini pare in buone condizioni. Le gare olimpiche di ginnastica si svolgono al mitico ed immenso “Coliseum”.

Al concorso individuale, disputato tra 8 e 10 agosto, partecipano 24 atleti di 5 nazioni. La prova consiste in esercizi obbligatori e liberi su cinque attrezzi: parallele, sbarra, volteggio, anelli e cavallo con maniglie. Punteggio massimo ottenibile, 150. Tognini si difende bene, pur risultando il peggiore degli azzurri. Bene al volteggio dove chiude ottavo (prevale Guglielmetti) così come agli anelli (primeggiano a pari merito Lertora e l’ungherese Pellè). Meno bene alle parallele, 11° (primi a pari merito Guglielmetti ed il finnico Savolainen), ed alla sbarra, 13° a pari merito col giapponese Homma (predomina Pellè). Sulle sue prestazioni pesa, e non poco, una ferita ad una mano, una specie di vescica apertasi nei primi esercizi. Anche per questo Tognini va male pure al cavallo con maniglie dove peraltro tutti gli italiani stentano: finisce 15° (si impone lo statunitense Haubold). Totalizza dunque un totale di 127,275 punti che gli vale comunque un discreto 12° posto. L’oro va all’altro azzurro Neri su Pellè e Savolainen. L’Italia conquista l’oro nella classifica a squadre: gli azzurri totalizzano 541,850 punti contro i 522,275 degli USA ed i 509,775 della Finlandia. I nostri vincono in tutti gli attrezzi tranne il cavallo con maniglie dove sono battuti dagli USA. La classifica a squadre è ottenuta tramite la semplice somma dei punteggi realizzati dai migliori quattro atleti per nazione: per gli azzurri Neri, Lertora, Guglielmetti e Capuzzo mentre Tognini, il peggiore dei nostri, non va a punti ma ottiene comunque la medaglia. Per la nostra ginnastica si tratta di un grandissimo trionfo dopo la debacle di quattro anni prima. A Los Angeles c’è una differenza importante rispetto ad Amsterdam: le prove sui singoli attrezzi vengono svolte a parte e non all’interno del concorso individuale. Difatti l’8 agosto Tognini ha già gareggiato nel corpo libero cui hanno partecipato 25 atleti di 6 nazioni. È andato male, chiudendo 11°, a due punti dal bronzo di Lertora. L’oro va all’ungherese Pellè, argento allo svizzero Miez. Tognini va decisamente meglio il 12 agosto agli anelli, la sua specialità, terminando al 6° posto, ad un punto e mezzo dal bronzo di Lattuada. Oro ed argento vanno agli statunitensi Gulack e Denton. Per Tognini comunque una partecipazione più che sufficiente, impreziosita dall’oro a squadre, peraltro condizionata dalla ferita alla mano che comunque ne ha limitato l’efficienza. Tra viaggio di ritorno, feste e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi) se ne vanno due mesi. Poi Tognini effettua con la Nazionale una tournèe di esibizione, sempre col tutto esaurito e grande entusiasmo: i ginnasti si esibiscono ovunque, perfino in Sardegna e Tunisia. Tognini torna alle gare solo nel giugno del 1933 quando è grande protagonista nel campionato lombardo di cui vince le prime due prove (Lecco e Seregno) mentre è secondo nella terza, a Saronno dove è superato da Lattuada: si aggiudica nettamente la classifica finale.

Pur disertando i tricolori, Tognini viene inserito nella lista dei 24 “azzurrabili”, già compilata dal CT Braglia in vista dei collegiali che dovranno preparare al meglio la spedizione per gli Europei di Budapest, ma con un occhio già rivolto anche ai Giochi di Berlino. A Budapest però andiamo male: Tognini, molto falloso, finisce lontano dai primi e gli azzurri, in verità deludenti, chiudono solo quarti, ad otto punti dal bronzo della Germania, superata da Cecoslovacchia e Svizzera (oro). Le prestazioni deludenti dell’Europeo portano alla sostituzione del CT che diventa il prof. Arturo Brombale. Tognini rimane in Nazionale e partecipa ai vari ritiri preolimpici. Si rivede in gara solo il 1° febbraio 1936 a Venezia dove, al Teatro Fenice, si affrontano Italia ed Austria: chiude ottimo terzo la classifica individuale, alle spalle dei grandi Guglielmetti e Neri. Gli azzurri vincono 183,85-175,75. Molto considerato dai tecnici, il 6 maggio disputa Italia-Germania, al Teatro Lirico di Milano: i nostri, male alla sbarra, sono battuti 340,5-336,325 e Tognini compie una buona prova. Mantiene il suo posto in Nazionale e viene convocato per i vari stages preolimpici, l’ultimo dei quali si tiene a Como presso la palestra Negretti. Alla fine è nella lista per i Giochi. Quindi il 27 luglio, in treno da Verona, si parte per Berlino dove le prove di ginnastica si tengono il 10 e 11 agosto, in una sorta di teatro all’aperto, il Dietrich Eckart Freilichtbuhne, a poche centinaia di metri dall’Olympiastadion. Tognini gareggia nell’individuale la cui classifica si basa sui punteggi ottenuti nei sei esercizi previsti, obbligatori e liberi. Partecipano 111 ginnasti di 14 nazioni. Ogni nazione può schierare un massimo di otto atleti e la classifica a squadre sarà realizzata per semplice somma dei punteggi ottenuti dai migliori sei. L’oro va al tedesco Schwarzmann, argento per lo svizzero Mack e bronzo all’altro tedesco Frey. Tognini non va benissimo e finisce 39°, lontano dieci punti dal terzo posto. Nella prova a squadre gli azzurri terminano quinti, con un totale di 615,133 punti: sono preceduti nell’ordine da Germania, Svizzera, Finlandia e Cecoslovacchia, col bronzo distante oltre 23 punti. Non certo una grande prova di squadra: discreta e sufficiente ma poco brillante rispetto al passato. Sono validi ad anelli e cavallo con maniglie, deludono alla sbarra. Si assegnano anche le medaglie per ogni attrezzo, tramite la somma dei punti ottenuti nell’esercizio obbligatorio e nel libero. Tognini sviluppa la prova migliore al corpo libero dove è il primo dei nostri, chiudendo 23° p.m. ad oltre un punto dal podio. L’oro va allo svizzero Miez, argento per l’altro elvetico Walter, bronzo per il tedesco Frey e lo svizzero Mack. Negli altri attrezzi è un mezzo disastro: se si difende al volteggio (26°), va assai peggio ad anelli (37° p.m.), parallele (40°) e cavallo (43°) ma soprattutto alla sbarra (70°)[1]. Per Tognini, in sostanza “salvatosi” solo al corpo libero, non si tratta certo di una prestazione memorabile come nella precedente edizione, ma è tutta la ginnastica italiana che, dopo i fasti del passato, esce piuttosto ridimensionata da Berlino. Tognini non demorde: il 3 e 4 ottobre partecipa ai tricolori di Bologna dove chiude al terzo posto, superato da Fioravanti e Guglielmetti. Con i Giochi del 1936, approssimandosi ai 30 anni di età, Tognini ha raggiunto il culmine della sua carriera: difatti non ottiene più vittorie eclatanti. Diventa giudice e nel dopoguerra assume l’incarico di CT della Nazionale, anche ai Giochi di Londra del 1948 e poi a metà degli anni ‘50. Dunque, un personaggio di spicco della nostra ginnastica. A Monza gli è stata intitolata la via dello Stadio Brianteo.

 


 

[1] In questi attrezzi le medaglie vengono così assegnate, nell’ordine: volteggio Schwarzmann (D), Mack (CH), Volz (D); anelli Hudec (CS), Stukelj (YU), Volz (D); parallele Frey (D), Reusch (CH) e Schwarzmann (D); cavallo Frey (D), Mack (CH), Bachmann (CH); sbarra Saarvala (SF), Frey (D), Schwarzmann (D);


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