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TAMAGNINI Vittorio

Civitavecchia (RM) 11.02.1910 / Civitavecchia (RM) 20.01.1981

1928. Pugilato. MEDAGLIA D’ORO pesi gallo

Già a 14 anni è in palestra, spinto anche dal padre Benedetto, suo primo tifoso. Di fisico minuto, gareggia nei pesi “carta”. Notevoli i suoi esordi: il 14 marzo 1926, nella sua Civitavecchia, batte Del Bufalo per kot alla terza ripresa. Cresce un po’ di peso, fa esperienza anche se a livello nazionale nel 1927 non ottiene risultati significativi. Tutto cambia nel 1928 quando ormai è un peso “gallo” e s’è guadagnato il soprannome di “tizzo nero” perchè scuro di pelle e di capelli. Il 26 marzo si aggiudica il “Campionato dell’Italia Centrale”, battendo ai punti il sardo Melis. Il 13 aprile partecipa all’incontro “Italia centrale”-Danimarca, disputato al Teatro Adriano di Roma: batte ai punti Nielsen. I nostri dominano, vincendo 7-1. Alla fine di aprile, nella meneghina Sala Carpegna, Tamagnini è grande nei tricolori: batte il giuliano Malvich, quindi il siciliano Natale e, in finale, il ligure Savi, laureandosi campione italiano con pieno merito. Il pubblico lo ama per il suo spirito battagliero, “ardente ed indemoniato” come viene definito dai cronisti. In effetti è un pugile indiavolato, dal ritmo frenetico e dai colpi saettanti, estroso e veloce, inesauribile. La maglia azzurra per i Giochi è sua. Trova pure un maestro d’eccezione nel concittadino professionista Saraudi, olimpionico del 1924, che gli fa da sparring-partner, consigliandolo al meglio. Tamagnini è inevitabilmente tra i convocati per il ritiro collegiale preolimpico che si svolge in un suggestivo chalet nei pressi del Lago del Segrino, nel comasco, sotto la guida dell’ex olimpionico Garzena e del maestro Zanati, coadiuvati dal massaggiatore Paolo Bianchi detto “schisc”. Il supervisore e DT però è Carlo Czerny. I pugili convocati sono ben 32, ma Tamagnini si conferma il migliore tra i “gallo” e va ai Giochi. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di Palazzetto dello Sport situato a lato dell’Olympisch Stadion, in pieno centro ad Amsterdam. Tamagnini gareggia nei “gallo”, il cui peso-limite è 53,523 kg. Al torneo partecipano 18 pugili di altrettante nazioni. Esentato dal primo turno per sorteggio, Tamagnini esordisce l’8 agosto, superando ai punti il messicano Ortiz. Il giorno seguente, nei quarti di finale, batte ai punti il britannico Garland, mettendolo al tappeto per 6”, mostrando grande vitalità e facendo ben sperare. In semifinale convince nuovamente, atterrando anche l’irlandese Traynor che si rialza nel giro di 3-4 secondi.

Però l’irlandese ha capito l’antifona: inizia a “tenere”, a giocare sporco e colpisce alla nuca l’azzurro. Viene così richiamato dall’arbitro, ma nel secondo round stessa storia ed altro colpo proibito alla nuca di Tamagnini: l’arbitro richiama l’irlandese al centro del ring e lo squalifica. L’azzurro comunque si trovava nettamente in vantaggio. In finale affronta il tosto statunitense Daley che lo surclassa in statura ed allungo, ma non trema e mostra grande tecnica, con velocità e precisione, schivando ripetutamente i colpi dell’avversario che inquadra raramente il bersaglio. Al contrario, Tamagnini, molto mobile e vitale, centra più volte l’americano ed i giudici alla fine gli danno ragione: è medaglia d’oro! Il bronzo va al sudafricano Isaacs. Grandissimo protagonista di un torneo impeccabile, Tamagnini si merita l’appellativo di “uragano di Amsterdam” proprio per la vitalità e l’energia dimostrate. Si ripete a metà novembre in Svezia dove alcuni azzurri vanno in tournée. Tamagnini prima vince il torneo di Stoccolma, superando in finale Mellstrom, poi ad Uppsala sconfigge Almstrom ed infine a Gotemburgo batte Johnsson. Festeggia questa vittoriosa tournée il 22 dicembre alla meneghina Sala Carpegna, battendo Cabri ai punti. Il suo curriculum da dilettante non può che aprirgli le porte del professionismo dove Tamagnini inizia nel 1929 con vittorie a raffica. Il 12 novembre 1930 conquista il titolo italiano dei “piuma”, battendo Quadrini. Combatte molto anche all’estero: Francia, Algeria, Tunisia, Svizzera. Tenta inutilmente due volte la scalata al titolo europeo, perdendo prima nel 1931 a Barcellona con lo spagnolo Girones e poi nel 1935 a Parigi col francese Holtzer. Tra i due matches combatte e vince anche in America, riconquistando il titolo italiano nel 1934 contro Abbruciati a Roma. Finalmente corona la sua carriera col titolo europeo, il 10 ottobre 1936 a Roma contro il belga Renard, vincendo per ko alla settima ripresa. Tiene il titolo pochi mesi, perdendolo nell’aprile 1937 con Arnault a Parigi ed infilando poi qualche sconfitta di troppo, non riuscendo più a rientrare in possesso nemmeno del titolo italiano. Ormai ha esaurito le risorse ed alla fine del 1939 lascia l’attività. Si rivede solo, quasi per scommessa, il 23 settembre 1945 quando risale sul ring per l’ultima sfida, vincendo ai punti contro Cosmi a Civitavecchia. La sua carriera comunque rimane luminosa, con l’oro olimpico, il titolo europeo ed uno score che parla da solo: 48 vittorie, 11 sconfitte e 6 pareggi.


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