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STAMPA Giovanni

Napoli 18.02.1913 / Napoli 25.05.2000

1936. Vela. 5° classe “sei metri”

Inizia giovanissimo ad andare a vela, nello splendido Golfo partenopeo. Si segnala nei “dinghy”: nel 1932, a Napoli, chiude al terzo posto il tricolore, alle spalle dei conterranei Postiglione e Cimino. Continua a navigare, su varie tipologie di imbarcazione, rivelandosi spesso tra i migliori a Napoli e dintorni. Acquisisce esperienza, diventa esperto manovratore di vele. Quando arriva il momento di assemblare gli equipaggi per i Giochi di Berlino, il CU Pasquale De Conciliis, che essendo napoletano come lui lo conosce bene, pensa di testarlo nelle prove di selezione. Non delude e Stampa alla fine viene inserito a bordo di “Esperia”, il “6 metri” che dovrà difendere i nostri colori a Kiel, nell’estremo nord della Germania, quasi al confine con la Danimarca, nel Mar Baltico, a 350 km da Berlino, dove appunto si svolgeranno le regate olimpiche. L’equipaggio di “Esperia” ha la dorsale costituita dai famosi fratelli Oberti, già olimpionici nel 1928, e vede anche la presenza di un altro napoletano, Cosentino, oltre del ligure Volpi. I velisti partono per Berlino il 22 luglio, in treno da Milano. Al via della classe “6 metri” si presentano 12 equipaggi di altrettante nazioni: la classifica si basa sui piazzamenti ottenuti nelle singole prove, attribuendo 12 punti al primo, 11 al secondo e così via. Ovviamente, vince chi totalizza il maggior numero di punti. Il 4 agosto i nostri non esordiscono benissimo: chiudono settimi, lontani dai vincitori, gli svedesi di “May Be”. Il giorno seguente la vittoria arride ai norvegesi, con gli azzurri quinti. La terza regata sembra rappresentare la svolta per i colori italiani: arriva difatti un bel successo che fa risalire “Esperia” al secondo posto della classifica.

Tutto può ancora succedere, ma la fiducia torna presto a scendere: il 7 agosto si impongono i tedeschi di “Gustel V” e per gli azzurri è notte fonda. Il nono posto difatti li fa retrocedere in sesta posizione nella graduatoria generale. Servirebbe almeno un’altra vittoria che però non arriva nelle ultime tre regate. Dapprima, l’8 agosto, giunge un sesto posto (primeggia la Svezia), poi addirittura una decima piazza. Serve a poco, se non ai rimpianti, l’ottimo terzo posto guadagnato il 10 agosto nella regata conclusiva. Le ultime due prove sono vinte dai norvegesi che alla fine, dopo un serrato duello, devono arrendersi ai britannici nella generale, per un solo punto. L’oro difatti va a “Lalage” della Gran Bretagna con 67 punti, argento appunto per “Lully II” dei norvegesi (66) e bronzo per gli svedesi di “May Be” con 62. “Esperia” chiude quinta con 50, superata anche dagli argentini di “Wiking” (52). Precede comunque una sfilza di imbarcazioni: Germania, Finlandia, Paesi Bassi, USA, Francia e Polonia mentre la Svizzera è clamorosamente squalificata “per professionismo[1]”. Per gli azzurri comunque una buona prestazione, più che sufficiente ed onorevole, con una bella vittoria ma anche con qualche recriminazione: l’inizio stentato ed il decimo posto nella penultima regata hanno certamente inciso sulla posizione finale. A conti fatti, la medaglia poteva pure non essere un sogno. Stampa poi non si segnala ulteriormente a grandi livelli.

stampa grande

Il 22 luglio 1936 i velisti azzurri partono in treno dalla stazione centrale di Milano per Berlino. Nella foto di rito della carovana è presente anche Stampa, evidenziato dal tondo


[1] Il suo timoniere, André Firmenich, è infatti accusato di aver guadagnato premi in denaro con la sua attività di velista