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SPIGHI Garibaldi

Pisa 12.06.1891 / 09.07.1978

1920. Equitazione. MEDAGLIA D’ARGENTO Concorso Completo a Squadre, 5° Concorso Completo Individuale, 10° p.m. Concorso Salto ad Ostacoli Individuale

Nato in una famiglia dall’evidente matrice garibaldina, visto il nome di battesimo. Grande appassionato di cavalli al punto da fondare una scuderia tesa anche a favorire la selezione equina, con la ricerca di una produzione animale di primo livello. Profondo conoscitore della tecnica, unisce ai dettami generali un certo ardimento ed impeto tipicamente toscani, diventando un cavaliere di primo piano e confermandosi nei primi anni del dopoguerra. Valido in ogni circostanza, viene inserito nella lista per i Giochi dall’Ispettorato Ippico, non senza sorpresa di qualcuno. Saprà invece smentire gli scettici. Ad Anversa, Spighi esordisce in quello che oggi è definito “concorso completo” anche se all’epoca è ben diverso dall’attuale e viene chiamato “evento dei tre giorni”. Sono previste difatti tre gare: una cavalcata di 50 km in campagna di cui 5 km con 20 ostacoli, un cross di 20 km da percorrere in un’ora con aggiunta di 4 km di steeple-chase ed infine un concorso ad ostacoli. Le tre prove si tengono rispettivamente a Merksem, all’Hoogboom Country Club a KaPellèn ed all’Olympisch Stadion di Anversa. Al via si presentano 25 cavalieri di 8 nazioni. La prima prova, i 50 km, si svolge il 6 settembre, con partenza alle 8 di mattina. In sei vengono classificati primi a pari merito e tra loro figura proprio Spighi (che monta Otello) assieme ad un altro italiano, Cacciandra: i due totalizzano 900 punti. Non poteva esserci avvio migliore. Gli altri azzurri sono Caffaratti (13° a pari merito) ed Asinari (18°). Tutto rimane in gioco, ma siamo partiti bene. Due giorni dopo, l’8 settembre, tocca alla seconda prova, i 20 km. Vince lo svedese Von Braun che totalizza 630 punti, con Spighi autore di una prova discreta ma nulla più: 10°, con grave compromissione delle possibilità di medaglia. Ottimo invece Caffaratti, terzo, che risale fino alla quinta posizione in classifica. Male gli altri azzurri: 13° p.m. Asinari ed addirittura ultimo Cacciandra, protagonista di una giornata-no, entrambi ormai fuori dalla lotta per il podio. Negli ostacoli, il 10 settembre, brilla la grande scuola italiana: Cacciandra si toglie la platonica soddisfazione di battere tutti nettamente (453,75 punti), con un risultato eccezionale quanto fondamentale per la classifica a squadre.

Caffaratti ottiene un brillante terzo posto (271,25) alle spalle dello svedese Helmer (320). Spighi è discreto settimo (207,5) mentre Asinari incappa in un tracollo e non termina la gara. I conteggi per la classifica finale sono presto eseguiti: oro a Helmer (1775 punti), argento all’altro svedese Lundstrom (1738,75), bronzo al bravo Caffaratti (1733,75). Bene anche Spighi (quinto con 1647,5) che porta un contributo fondamentale alla causa azzurra mentre Cacciandra (14° con 1353,75) ed Asinari (19° e penultimo con 1245) pagano le loro controprestazioni di una giornata. Ma la splendida prova di Cacciandra tra gli ostacoli ha un peso notevole. Si fanno difatti i conti anche per la classifica a squadre: la Svezia porta a casa un altro oro (5057,5) ma l’Italia guadagna un grande argento (4735) davanti al Belgio (4560,5). I punti vengono difatti assegnati tramite la semplice addizione dei primi tre di ogni nazione e dunque anche Spighi, forse il meno quotato dei nostri alla vigilia, si mette la medaglia al collo. Fatti i complimenti agli svedesi, che confermano il primato del 1912, anche i nostri comunque escono con molto onore da una competizione complicata, difficile, estenuante, tra le più particolari ed affascinanti dell’intero programma olimpico. Galvanizzato dalla medaglia, Spighi è al via due giorni dopo, il 12 settembre, del concorso individuale di salto ad ostacoli che si svolge all’Olympisch Stadion ed è l’ultima gara in programma di quell’edizione dei Giochi. Partecipano 25 cavalieri di 6 nazioni. La gara si traduce in un assoluto trionfo italiano: l’oro va difatti a Lequio di Assaba, su Trebecco, che ottiene solo due punti di penalità. Argento per un altro italiano, Valerio che monta Cento, con 3 punti. Bronzo per lo svedese Lewenhaupt con 4 punti. Spighi, su Virginia, chiude onorevolmente 10° a pari merito, con 8 punti, preceduto anche dall’altro italiano Santorre di Santarosa, 7° a pari merito, su Neruccio, con 7 punti. Lontani gli altri due cavalieri azzurri: l’atteso Ubertalli, capo-squadra della spedizione, delude e si piazza solo 17°, montando Proton ed ottenendo 10,25 punti mentre Benini, ultimo dei nostri, è 19° con 13 punti. Nel complesso un risultato che mostra appieno la forza del nostro intero movimento equestre, ormai riconosciuto a livello internazionale. Per Spighi una partecipazione più che positiva, coronata da un bell’argento. Può tornare soddisfatto alla sua scuderia. Non si ripeterà più ad alti livelli.

spighi grande