SPERONI Carlo
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Busto Arsizio 13.07.1895 / Busto Arsizio 12.10.1969
1912. Atletica Leggera. Ritirato Maratona
1920. Atletica Leggera. 5° 3000 m a Squadre (con Ambrosini, Maccario, Martinenghi), 7° 5000 m, Ritirato Finale 10000 m
1924. Atletica Leggera. Ritirato Cross-country
Tra i più grandi fondisti italiani a cavallo della Prima Guerra Mondiale. Tesserato per la gloriosa “Pro Patria et Libertate” bustocca, fondata nel 1881, già a 12 anni entra a lavorare come operaio in uno stabilimento tessile. Come molti giovani del suo tempo, si appassiona presto allo sport, al ciclismo in particolare: disputa pure qualche gara, ma poi passa al podismo, pare dopo aver visto il clamore suscitato da Dorando Pietri a Londra ed aver assistito alla Maratona di Milano del 1908. Speroni si allena soprattutto la sera quando, quasi per disintossicarsi dal lavoro, corre e corre intorno alla sua città anche se, negli anni a venire, gareggerà sempre molto, in diverse specialità, preferendo la competizione all’allenamento quotidiano ed organizzato. Talento precocissimo, già nel 1910, a soli 15 anni, coglie le prime vittorie di rilievo: fa suoi il tricolore della categoria “Giovanetti” ed il “Giro di Gaggiano”. Il 1911 è stagione interlocutoria: battuto dal piacentino Rossi in una corsa per giovani organizzata dalla “Libertas” in Piazza d’Armi a Milano, vince a Cuggiono una gara su strada di 8,5 km. Alle prese con un infortunio alla caviglia, gareggia poco. Settimo nella “Corsa Statuto” a Milano ai primi di giugno, un mese dopo chiude 3° il cross-country di Taliedo ed il 27 agosto viene superato solo da Riva nella “Gorla-Sesto-Gorla” (9 km). Disertati i tricolori di Roma e superato il problema alla caviglia, il 17 settembre ottiene un bel successo nella “Tre Coppe Fovrini”, sul percorso Milano-Ospitaletto-Milano. Ha solo 16 anni ed appare tra i giovani podisti più promettenti. Chiude l’annata il 15 ottobre, giungendo 4° nel “Giro di Como” vinto da Orlando. Inizia il 1912, fondamentale annata olimpica, col 2° posto in una prova di 8,5 km a Legnano, alle spalle di Marinoni. Il 3 marzo vince la “Coppa Malvezzi” di 7,5 km, nel fango e nel vento, con un gagliardo sprint finale ed il 7 aprile si aggiudica il “GP Pasqua” a Milano. Sembra in grande ascesa e lo conferma col successo nel “Giro di Verona” del 28 aprile sotto pioggia e vento, favorito anche dall’improvviso ritiro, a due km dall’arrivo, di Orlando con cui si trovava al comando. Una settimana dopo, nella sua Busto trionfa nella Traversata di 14 km: ormai sembra più di una promessa. Difatti il 12 maggio trionfa nella “Coppa Bordighera” di 19,6 km davanti a Maccario e dopo pochi giorni “esplode” definitivamente nei tricolori di Verona che valgono anche come selezione per i Giochi di Stoccolma. Giunge 2° nei 10mila, a due soli secondi da Orlando, dopo aver condotto tutta la gara ed essere stato superato allo sprint.
E’ nata una stella che si conferma il giorno seguente quando conquista il titolo italiano dei 20 km in pista, staccando tutti nettamente. La sua ascesa sembra non avere limiti e non dimentichiamo che non ha ancora compiuto i 17 anni: il 26 maggio, sua prima trasferta all’estero, vince a Montecarlo una gara sulle 5 miglia; il 2 giugno a Milano, sul campo dell’US Milanese, percorre in un’ora 17,592 km, stabilendo di passaggio il primato italiano su una distanza spuria come i 15 km con 51’07”2/5. Quattordici giorni dopo, ancora nella metropoli meneghina, stabilisce il nuovo record nazionale dei 25 km in pista con 1h29’36”1/5[1]. Quindi il 23 giugno vince il “GP Fogliarino”, di 8,8 km e poi infila una splendida doppietta, centrando il successo nella “Coppa Weiss” a Milano (11 km) e nel “Giro di Chiasso” (13,2 km). Indubbiamente è tra i podisti più in forma, ma la FISA inizialmente non ha inserito il suo nome nella lista per i Giochi, data anche la troppo giovane età. Dopo forti polemiche, la Pro Patria si accolla le spese di trasferte e Speroni parte. In effetti è il più giovane azzurro dell’intera spedizione, tutti gli sport compresi. Una spedizione però organizzata non benissimo: gli atleti infatti giungono in Svezia a ridosso delle gare e dopo un disagevole viaggio in treno durato tre giorni e tre notti nelle quali in pochi hanno dormito dato il caos e l’affollamento dei convogli. Speroni ha comunque tempo per acclimatarsi anche se gli sembra di essere precipitato in un altro mondo (e non è il solo azzurro). Compie però, probabilmente anche consigliato male, un azzardo: viene difatti iscritto alla maratona che diventa in pratica la prima long distance cui partecipa. Se difatti fino ai 25 km ha dimostrato di avere stoffa e temperamento, oltre si va in territorio sconosciuto, dovendo compiere tra l’altro il 38% dei km totali[2]. La maratona si corre il 14 luglio, in un caldo infernale quanto insolito per Stoccolma: la temperatura raggiunge i 32°C. Il percorso prevede una puntata verso nord, fino alla cittadina di Sollentuna, ed il ritorno all’Olympiastadion. Partono 68 atleti di 19 nazioni, ma molti si trovano presto in difficoltà proprio per le condizioni meteo. Non così Speroni che baldanzosamente si tiene a ridosso dei primi mentre si susseguono i ritiri ed i drammi: il portoghese Lazaro, vittima di un collasso, addirittura stramazza al suolo e, ricoverato in ospedale, morirà il giorno seguente. Speroni insiste: a metà gara è quinto, non lontano dalla terza posizione. Al km 35 è ancora sesto, ma emerge improvvisamente la sua desuetudine a correre oltre i 30 km. Probabilmente ha osato troppo, forse è ancora acerbo: al km 38 non ha più forze e, afflitto dai crampi, si ferma ed è costretto al ritiro. La gara si trasforma in un clamoroso trionfo sudafricano, con l’oro a McArthur e l’argento a Gitsham mentre il bronzo va allo statunitense Strobino, di origine italiana, a lungo nel mirino di Speroni che, secondo gli entusiastici commentatori italiani, avrebbe potuto lottare per il bronzo con una più oculata gestione delle energie.
Dopo i Giochi, in quel 1912, Speroni si conferma a sprazzi: il 31 luglio vince una prova sui 10 km al Velodromo Milanese, poi è battuto da Morganti nel “Giro della Bovisa” e da Lussana nel “Giro dei 4 Ponti” a Genova. Sembra aver perso il ritmo vincente, forse anche a causa di un elevato dispendio di energie. Il suo 8° posto nella “Traversata di Milano” del 20 settembre, vinta da un ottimo Orlando, conferma il suo momento grigio. Nove giorni dopo, è battuto da Lussana nella 10 km organizzata dalla Pro Morivione. Torna alla vittoria in una corsa di 3,5 km a Gorla Minore, ma di fronte ad un campo di partenti scarsamente competitivo. Il 20 ottobre giunge un’altra sconfitta, nella “Coppa Città di Pavia”, 15 km in Piazza Castello: è secondo dietro il “solito” Lussana, sua “bestia nera” con cui però si prende una bella rivincita, superandolo il 3 novembre nel “Giro di Bergamo” (12 km). La settimana seguente chiude bene l’annata col successo nella corsa dell’ora nella sua Busto. Evidente a tutti che abbia ancora molto da dire e da dare. Difatti, il 23 febbraio, inizia il 1913 con un bel successo nella “Coppa Malvezzi” sul percorso Gorla-Sesto-Gorla e si ripete quindici giorni dopo nella “Coppa Vanzulli” di 11 km. Chiarisce definitivamente di non essere una meteora il 16 marzo, aggiudicandosi a Genova il titolo italiano di cross-country, su un percorso di 7,5 km, ricco di saliscendi e che si snoda nella valle del Bisagno. Speroni è lanciato ed osa: la mattina del 6 aprile, sulla pista dell’US Milanese, tenta di abbassare il primato italiano dei 5mila. Non vi riesce, causa anche un vento impetuoso che ne limita la corsa. Deluso, cerca subito la rivincita e nello stesso pomeriggio batte tutti in un altro 5mila sullo stesso anello. Si conferma grande il 13 aprile, superando tutti nella “maratonina” di Bordighera, 19,5 km sotto l’infuriare del maestrale, davanti a Maccario e tanti francesi. La settimana seguente però il suo fresco prestigio è incrinato nella “Traversata di Firenze” (5,5 km) dove viene superato dal rientrante Orlando. Ritrova subito il successo in una 15 km nella sua Busto, miglior viatico per la grande vittoria nella “Nizza-Monaco”. A 18 anni ancora da compiere ormai è un talento affermato. Si conferma parzialmente nella “due giorni” organizzata l’11 e 12 maggio dalla FISA all’Arena di Milano. Dapprima, con Orlando e Porro, è secondo nella 20 km a squadre dietro alla Francia ma davanti alla Germania. Il giorno seguente è di nuovo secondo, stavolta nella maratona, alle spalle del forte francese Pauteux che, col tempo di 2h36’19”, compie una performance di altissimo livello, stabilendo addirittura la migliore prestazione a livello mondiale. Speroni giunge a 8’, ma il suo risultato non è da sottovalutare: il suo 2h44’57” rimarrà tra l’altro il suo miglior tempo sulla distanza. Speroni é ormai tra i migliori fondisti italiani e lo dimostra anche all’estero: il 18 maggio a Marsiglia perde di misura il confronto sulle 5 miglia col fortissimo idolo locale Bouin, ma di passaggio ottiene il primato italiano dei 5mila con 15’31”0. Una settimana dopo, ancora Bouin vince la gara sulla mezz’ora di Montecarlo dove però Speroni, che forse gareggia troppo, si ritira senza mai essere stato in grado di resistere al ritmo del fuoriclasse francese. Trova subito il riscatto nel “Giro di Cremona” del 1 giugno che vince agevolmente. Sulle distanze più brevi però patisce ancora gli specialisti come Orlando che lo batte in un 5mila a Mantova il 15 giugno. Quindici giorni dopo, coglie un successo pieno di significato emotivo: a Genova insieme al fratello Antonio, che cerca di seguirne le orme (ma non vi riuscirà[3]), è primo in una gara a coppie. I due vincono anche una 20 km “all’americana” il 13 luglio a Bologna.
Cinque giorni prima Carlo ha ottenuto il primato italiano sui 5mila, correndo in 15’36” sulla pista dell’US Milanese nonostante un acquazzone estivo[4]. I due fratelli insistono e sulla pista casalinga di Busto rivincono un’altra 20 km a coppie il 27 luglio. Gli Speroni sono grandi protagonisti anche nel “Giro di Acqui”: vince Carlo ed Antonio è terzo. Il 24 agosto Carlo è primo anche nel “Giro di Ventimiglia” e la settimana seguente va all’estero, a Trieste[5], dove si aggiudica una 30 km che si spinge fino a Noghere, per poi rientrare allo stadio, battendo nettamente il padrone di casa Cottur[6]. Il 14 settembre vince il “Giro di Varese” sui 12 km e la settimana seguente a Milano, sulla pista dell’US Milanese, conquista il tricolore dei 20 km, segnando il nuovo primato italiano della distanza con 1h07’27”4 oltre ad altri limiti nazionali in diversi passaggi (10 miglia, 15 km). Non ha ancora vent’anni, i tecnici si chiedono dove possa arrivare. Intanto prosegue la scia di vittorie: il 28 settembre, sul campo della “Pro Morivione”, fa sua la “Coppa Martinenghi” di 9 km, il 19 ottobre è primo nella 15 km di Pavia e la settimana seguente batte tutti ad Abbiategrasso (8 km). Chiude l’annata tentando di stabilire il record italiano su 2 e 3 km, ma non vi riesce, nonostante si prodighi in due assalti (31 novembre e 7 dicembre) sulla pista dell’US Milanese. Il 1 febbraio esordisce nella nuova annata, il 1914, venendo battuto allo sprint da Martinenghi nel fango del cross di Milano, ma si riscatta la settimana seguente, aggiudicandosi il cross di Varese. Il 15 febbraio però ecco la resa dei conti: nell’importante cross di Stupigini è di nuovo battuto dal sempre più convincente Martinenghi con cui instaura una certa rivalità. Speroni riesce a superare il forte avversario nel cross di Brescia del 15 marzo, ma solo perchè, a detta dei commentatori, viene nettamente favorito dall’aver opportunamente indossato scarpe chiodate che tengono meglio il grip sul fango scivoloso: Martinenghi è secondo, non lontano, e pare il vincitore morale della prova. Altra vittoria per Speroni il 29 marzo nella sua Busto, in una gara sulle 5 miglia ed il 5 aprile ancora un successo nel “Giro di Codogno” di 9.7 km dove il fratello Antonio coglie un buon 5° posto. Dopo la vittoria nel “GP Pasqua” (11 km) a Milano, è costretto al ritiro nella “Nizza-Monaco” per dolori di stomaco.
Non va meglio nei 5mila della “Coppa Pentathlon”, sul campo dell’US Milanese, dove gli fanno male le scarpette, se le toglie stizzito e continua a correre a piedi nudi, ma perde terreno e si ritira. Torna grande a maggio quando in rapida successione si aggiudica “Giro di Verona” e maratonina di Bordighera. Alla fine di giugno è primo a Brescia, con Antonio terzo: i due fratelli trionfano poi sulle strade di casa nella “Traversata di Busto” di 12 km: primo Carlo e secondo Antonio quasi a braccetto. Sono primi insieme il 13 luglio nell’americana di 10 km a Venezia e si distinguono pure nel “Giro di Legnano” del 26 luglio: Carlo, ovviamente, vince ed Antonio chiude 4°. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rallenta tutte le attività sportive ed i tricolori sono posticipati alla fine di settembre. Qui Carlo esordisce col botto, vincendo i 10mila, con due minuti di vantaggio sul secondo (Bausola) ed ottenendo l’ottimo tempo di 32’34”3/5[7]. Ritiratosi nei 5mila, non riuscendo a resistere al ritmo di Brega (poi vincitore), Speroni poi si conferma il migliore sui 20 km, in un crescendo rossiniano. Un inizio guardingo e poi un’accelerazione irresistibile che lo porta a realizzare un tempo fenomenale, di livello mondiale, 1h06’36”[8], nonostante (ancora!) un problema alle scarpette che addirittura si toglie al km 16, proseguendo a piedi nudi fino al traguardo. Di passaggio, stabilisce pure il record italiano della mezz’ora (9,199 km) e soprattutto dell’ora con 18,0605 km, strappandolo a Pagliani che lo deteneva dal 1905 con 17,810 km[9]: Speroni è dunque il primo italiano ad abbattere sulla distanza la barriera dei 18 km. La parola fuoriclasse non sembra sprecata. Difatti insiste con i trionfi, infliggendo al “povero” Malvicini due sconfitte consecutive, il 25 ottobre nella “Coppa Calcagni” a Pavia (15 km) ed il 15 novembre a Crescenzago. Speroni è un fuoriclasse ma non ancora un podista “completo”. Lo dimostra nel tricolore di maratona, a Legnano il 29 novembre: rimane in testa fino al km 36 quando è raggiunto da Blasi. Schiantato, anche psicologicamente, come a Stoccolma, Speroni si ritira ai meno6, pure preda dei crampi, mentre l’avversario va a siglare la miglior prestazione italiana in 2h38’00”1/5. Speroni dunque sembra soffrire troppo il finale della maratona, probabilmente a causa di una preparazione inadeguata, un po’ naif, senza i giusti dettami tecnici: fuoriclasse sì, ma ancora in fase di gestazione, comunque non semplice. Nel 1915 Speroni esordisce il 14 febbraio nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria: vince in maniera netta, col fratello Antonio quarto. Insiste coi cross e fa bene: il 21 febbraio, con la neve nei campi, è primo nel cross dell’USM ed una settimana dopo trionfa anche a Genova. Si ripete il 7 marzo a Padova poi però è battuto a Torino da Bausola ed è solo 4° a Varese il 21 marzo (vince Lussana). È comunque il favorito del tricolore di cross a Milano, con partenza ed arrivo al campo dell’US Milanese e stavolta non tradisce le attese, “vendicandosi” degli stessi Lussana (secondo) e Bausola (terzo).
Lussana è battuto anche il 9 maggio nella “Coppa Minerva” a Crescenzago, ultima gara importante disputata prima dell’entrata in guerra del nostro paese. Speroni, al contrario del fratello Antonio, non parte per il fronte: viene dichiarato “rivedibile per malattia”, non si capisce su quali basi. Anche perchè continua a gareggiare. L’8 agosto disputa un 5mila ad handicap al Velodromo Sempione nella prima grande riunione polisportiva per le vittime della guerra: non riesce a recuperare il divario iniziale e chiude terzo, dietro Cucchi ed Austoni. Non vengono organizzate molte gare e l’attività prosegue sporadicamente. Il 23 ottobre, su un campo di partenti ormai ridotto in quantità e qualità (molti atleti sono al fronte), Speroni domina la “Gorla-Sesto-Gorla”. Nel 1916 l’attività sportiva riprende con un certo vigore e Speroni la fa da padrone, anche a causa della limitata concorrenza: già il 23 gennaio vince la “Coppa d’Inverno” a Pavia ed il 2 aprile domina il cross internazionale di Milano nonostante, già al comando, venga investito da un ciclista che lo scaraventa a terra. Speroni trova in Malvicini il competitor più agguerrito, ma riesce sempre a batterlo, sia il 16 aprile nell’australiana al “Sempione” che la settimana seguente, nel “GP Pasqua” a Milano sotto un violento nubifragio. Lo stesso accade il 7 maggio ancora al “Sempione” in una gara a coppie dove con Carlo gareggia Antonio e con Malvicini il fratello minore Manlio. Stessa storia la settimana seguente a Busto Arsizio sul km dove Speroni non può certo farsi battere in casa. Il duello continua sino a fine stagione, ma l’esito non cambia: Speroni vince il 28 maggio la prova sui 12 km organizzata sul campo dell’US Milanese (e come corollario batte anche Porro sugli 800), il “Giro dei 4 Ponti” a Torino il 4 giugno e la “Coppa Excelsior” sul vialone di Monza (qui però Malvicini è terzo, superato anche da Nicolello). Su pista invece non va altrettanto bene: il 15 giugno, al campo dell’US Milanese, Speroni fallisce un tentativo di primato sulla mezz’ora e dieci giorni dopo è battuto da Porro sui 1000 al Velodromo Sempione, evento che si ripete il 16 luglio ma sugli 800. Nel frattempo però, il 9 luglio, Speroni ha vinto alla grande la “Coppa Malvezzi” su strada. Vincerebbe anche il “Premio Reale” a Milano se non sbagliasse strada a metà gara. Torna al successo il 27 agosto al “Sempione”, in un’americana a coppie, assieme a Balzanini e davanti al duo Negri-Malvicini. Sulla stessa pista il 17 settembre guadagna l’ennesima vittoria su Malvicini in una eliminazione. È ancora il miglior fondista d’Italia e lo conferma una settimana dopo, nell’importante riunione chiamata “Gare atletiche nazionali” a Milano, sul campo dell’US Milanese, con valenza di tricolori (che causa la guerra non si disputano): vince nettamente i 5mila. Il 22 ottobre nell’handicap sui 2800m al Velodromo Sempione non riesce a recuperare lo svantaggio iniziale e, rialzatosi, chiude quarto (vince Pagliani).
Speroni si riscatta il 19 novembre nella “Monza-Milano”, tra freddo, nebbia e fango dove lascia il “solito” Malvicini a 41”. Raffreddato, chiude l’annata il 17 novembre con una secca sconfitta nella “Traversata di Milano” dove si mantiene coi primi fino a metà gara, ma poi non riesce a replicare allo scatto vincente di Porro e si ritira. Speroni comincia bene il 1917, aggiudicandosi il cross che si tiene l’11 febbraio nel Parco Reale di Monza, ma già una settimana dopo è secondo nella “Traversata di Legnano”, battuto a sorpresa da Pagliani[10] che diventa il suo rivale più ostico. Rivale nettamente superato il 25 marzo nel prestigioso “Criterium Nazionale”, a Torino, che in pratica sostituisce i tricolori di cross. Poi la pacchia finisce anche per Speroni: nuovamente visitato dai medici militari, stavolta viene dichiarato “abile e arruolato”. Viene collocato nel 73° Fanteria di stanza a Lecco: non va comunque in prima linea, e non è poco. Ottiene qualche licenza per gareggiare, ma la forma inevitabilmente non è delle migliori: il 1° luglio si ritira nella prova sui 7700m disputata sul campo dell’US Milanese (1° Pagliani) mentre la settimana seguente è secondo in una gara di 12 km a Milano, battuto dal sempre più convincente Pagliani che diventa quasi un incubo per lui, visto che gli toglie pure il primato italiano della mezz’ora. In effetti Pagliani in quel 1917 è autore di una stagione eccezionale e Speroni, male allenato ma che coraggiosamente non si tira indietro, gli vede le spalle anche nel “Giro di Milano” del 9 dicembre quando, in un freddo glaciale e sotto qualche spruzzata di nevischio, deve arrendersi sulla salita del bastione di Porta Romana. Nel 1918, stroncati da Caporetto, i vertici militari cambiano atteggiamento nei confronti dello sport, favorendo le gare tra militari, anche quelle atletiche ed in particolare i cross-country, ideali per preparare i giovani ai cimenti bellici. Speroni, tesserato per lo “SC Palatino” di Torino è tra i grandi protagonisti dell’inizio stagione: battuto il 13 gennaio da Omodei e Faletto nel cross di Stupinigi, dopo una dispendiosa gara d’attacco, il 10 febbraio vince al Velodromo Sempione una prova sui 400 davanti a Scuri. La settimana seguente, il giorno 17, è primo nel cross del Parco Reale di Monza, valido come Campionato Militare del Corpo d’Armata di Milano, trascinando al successo la sua squadra del 73° Fanteria. Sfruttando la sua popolarità, fonte anche di propaganda per l’Esercito che, col nuovo Capo di Stato Maggiore Diaz[11], punta molto sullo sport, invece che al fronte, Speroni combatte tra brughiere e piste, e non è una differenza da poco. La settimana seguente, il giorno 24, sullo stesso scenario monzese è battuto solo dal padrone di casa Ambrosini cui ha lasciato troppo spazio in partenza. Un mese dopo, il 24 marzo, Speroni ottiene un successo importante: si aggiudica i 5mila nel meeting internazionale organizzato a Roma, a Piazza di Siena, dal “Giornale d’Italia”, con la partecipazione di atleti-soldati britannici ed americani. I battuti sono lo statunitense Brown e Pagliani che non è quello dell’anno precedente, ma pur sempre un osso duro.
Difatti proprio Pagliani si aggiudica il 1° aprile una gara di 2,8 km al “Sempione” nella quale Speroni, subito a disagio ed attardato, si ritira. Chiude invece terzo, superato dal sorprendente Balzarini che batte anche Arri, nel “Giro di Torino” del 7 aprile. Le autorità militari continuano a favorire le gare atletiche ed il 28 aprile, in una prova riservata ai soldati della Divisione di Brescia, Speroni vince il cross di Bergamo, disputato all’Ippodromo di Santa Caterina sotto una fitta pioggia, davanti al redivivo Malvicini. Il 5 maggio è primo in un’americana di 2,8 km, disputata al Velodromo Sempione, assieme all’emergente Bonini. Alla fine di maggio Speroni è a Londra, nel mitico Stamford Bridge, per un importante meeting tra i soldati interalleati: eliminato in batteria nelle 880y, stravince la prova su strada delle 15 miglia, superando il franco-algerino Djebella e Pagliani. Lo stesso Pagliani il 23 giugno batte Speroni in un handicap di 9 km al “Sempione”: i due però sono partiti scratch, ovvero senza vantaggi reciproci, e dunque Pagliani si conferma un ottimo podista. Speroni inoltre sembra attraversare un momento-no: il 30 giugno a Villa Borghese, a Roma, è solo terzo sui 5mila vinti dal padrone di casa Brega sull’onnipresente Pagliani. Speroni si riscatta il 14 luglio a Legnano, vincendo nettamente il miglio davanti al “solito” Pagliani che viene di nuovo battuto il 28 luglio nella “Targa Lombarda”. Battuta d’arresto per Speroni il 25 agosto al “Sempione” dove, dopo un bel duello con Pagliani, i due vengono infilati dall’arrembante Bonini e Speroni, rialzato, chiude terzo. Confermando le continue oscillazioni di risultati che sta attraversando in questa stagione, il 1° settembre Speroni vince il “Giro di Torino”, gara che poi sarà annullata dalla FISA per alcune beghe con gli organizzatori. Il 15 settembre Speroni è il favorito principale del “Giro di Milano”, 4 km, e rispetta il pronostico: va in testa, è primo al passaggio dal Duomo, ma improvvisamente ha uno scatto d’ira, si toglie le scarpe (e non è la prima volta che lo fa), prosegue a piedi scalzi. Il solito Pagliani lo incalza, lo raggiunge e lo supera. Speroni, affranto, si ritira. Ad una sconfitta, di nuovo, fa seguire un trionfo: il 20 settembre, allo “Stadium” di Roma, vince i 5mila in un meeting di soldati interalleati. Passa esattamente un mese e Speroni vince anche la maratonina di Milano, 20 km, davanti a Malvicini. Identico risultato sette giorni dopo nel “Circuito Monzese”. Ma Speroni, con una caviglia in disordine, soffre la sconfitta più cocente in casa, nella sua Busto, quando si ritira nella “Traversata”, superato dai suoi rivali diretti (vince Pagliani): la gara si disputa il 3 novembre, proprio il giorno decisivo per la nostra avanzata nelle terre irredente. La guerra è, finalmente, finita. Ma non la stagione agonistica che anzi vive gli ultimi scampoli in totale libertà: il 17 novembre Speroni è sconfitto da Pagliani sugli 8 km del “Giro di Bergamo”. Il 1° dicembre tocca all’affollatissimo “Giro di Milano” ad handicap, con ben 323 partenti, una festa dello sport e della Vittoria. Pur giungendo quinto e non riuscendo a recuperare l’intero divario, Speroni è il più veloce in gara e supera ben 319 concorrenti, con una performance di tutto rilievo (vince il genovese De Benedetti). Speroni chiude l’annata con una vittoria, il 15 dicembre, nella maratonina di La Spezia. Nonostante Pagliani si sia confermato rivale difficile ed ostico, Speroni è ancora il nostro miglior fondista.
Lo conferma subito nel 1919: il 26 gennaio allo “Stadium” di Roma vince la gara sulla mezz’ora, percorrendo 8,860 km. Il 2 marzo Speroni è il favorito dei tricolori di cross, disputati nel Parco Reale di Monza: attacca subito, rimane in testa ma a sorpresa viene risucchiato e addirittura superato, poi sbaglia strada. Chiude solo quarto, vince l’outsider Parisio[12]. La rivincita non si fa attendere: Speroni supera Parisio il 26 marzo nel cross per il Campionato di cross del Corpo d’Armata di Milano tenutosi a Boldinasco. Tre giorni dopo, altra vittoria per Speroni, stavolta su strada, nella “Coppa Malvezzi”. Il 13 aprile è a Genova, Marassi: vince un’anomala prova sui 1200 “con ostacoli”, simile alle siepi di oggi, ma è battuto sui 5 km da Martinenghi. Maggio non gli è propizio: il giorno 11 si ritira nella “Targa Lombarda” vinta di nuovo da Martinenghi ed il giorno 25 chiude soltanto settimo, dopo una gara anonima, la “Traversata di Brescia”. Appare involuto, ma forse è sovraffaticato dalle troppe gare, un vizio da cui si lascerà prendere spesso. Ritrova il successo l’8 giugno a Napoli, nel “Giro dei 4 Comuni” dove fulmina Porro. Quattro giorni dopo, è a Roma, allo Stadium e vince i 5mila davanti a Negri assieme al quale il 15 giugno viene sconfitto, sulla stessa pista, in un’americana da Bonini-Baldan. Speroni appare comunque in buone condizioni e fa ben sperare in vista dei “Giochi Interalleati” di Parigi che i nostri hanno preparato in un collegiale ad Arma di Taggia. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Ben 29 le nazioni partecipanti. Speroni è tra i favoriti della “maratonina” di 16 km che si disputa il 5 luglio ma al 10° km, vistosi staccato di 50 metri dai primi, si ritira, nonostante gli accorati inviti a non mollare da parte di Pagliani che vorrebbe collaborare per rientrare in testa. Speroni abbandona, attirandosi non poche critiche mentre Pagliani, ripartito, chiude buon quinto e con l’onore delle armi. Vince il forte francese Vermeulen. Tornato in Italia, Speroni si prende un mese di pausa: si rivede solo il 3 agosto a Mantova dove vince i 5mila davanti a uomini di spicco come Martinenghi, Blasi e Lussana: è ancora il più forte. Sette giorni dopo, è primo a Vado Ligure in una prova di 7,5 km in pista ed il 17 agosto al “Sempione” domina i 5mila anche se poi si fa battere sui mille da Bertoni che ne sfrutta la partenza avventata. Rientra alle gare dopo un mese, il 14 settembre a Brescia: vince un’americana assieme a Bonini davanti a Cermenati-Negri. 14 giorni dopo, si laurea, ancora a Brescia, Campione Lombardo dei 5mila. Diserta però i tricolori, ripresentandosi alle gare solo il 26 ottobre, vincendo il “Giro di Castellanza” su 8.5 km e poi un’americana in pista di 3 km, con Bertoni. Speroni si rivede il 23 novembre: a Brescia vince la “Traversata Notturna” davanti a Lussana. Questa è l’ultima sua gara del 1919. Inizia il 1920, cruciale annata olimpica, con calma, allenandosi poco. Il 25 gennaio, denotando una certa mancanza di condizione, chiude quinto il cross di Cavaria vinto da Lussana e l’8 febbraio è quarto nel cross della Bovisa (1° Ambrosini). Speroni stenta a trovare la forma: il 22 febbraio, assieme al fratello Antonio, proprio nella sua Busto, è solo terzo nell’americana a coppie vinta da Ambrosini-Simonazzi. Carlo è poi battuto da Ambrosini il 14 marzo nel cross di Legnano. Strano a dirsi, ma Speroni sembra aver smarrito la via della vittoria. La ritrova 14 giorni dopo, sulla pista casalinga di Busto, guadagnando una prova sulle 5 miglia davanti a Malvicini.
L’11 aprile è buon protagonista dei tricolori di cross a Genova: tenta di forzare il ritmo, rimane in testa coi migliori, ma cede nella fase decisiva, accusando una noia muscolare e finisce rialzato in diciottesima posizione. Sette giorni dopo, ancora non a posto completamente sotto l’aspetto fisico, chiude terzo un 5mila a Castellanza dietro Martinenghi e Lussana. Finalmente il 23 maggio ritrova il successo, a Legnano nella “Coppa Marinoni”, 9 km sotto la pioggia battente, dove il fratello Antonio è buon quarto. Poi si concentra sulla preparazione per i Giochi, esplodendo al momento giusto. Il 4 luglio, nella prova di selezione olimpica tenutasi a Milano sul campo dello SC Italia, Speroni vince i 10mila, con l’ottimo tempo di 32’19”: è pronto per Anversa e si punta molto su di lui. D’altra parte si conferma presto: il 18 luglio, nell’ultima riunione di rifinitura, è primo sui 5mila a Busto e sei giorni dopo vince il “Giro di Legnano”, col fratello Antonio quinto. Quindi, in treno, via Modane e Parigi, si va ad Anversa. Le gare di atletica si svolgono all’Olympisch Stadion. Speroni esordisce la mattina del 16 agosto nei 5mila m cui prendono parte 38 atleti di 16 nazioni. Parte alla grande: col tempo di 15’27”6 vince la sua batteria (9 al via) davanti niente meno che all’ancora poco noto finlandese Nurmi, staccato di sei secondi. Il giorno seguente è tra i favoriti della finale dove partono in 16. Qualcosa va storto: forse stanco per le energie sprecate in batteria, finisce difatti settimo in 15’21”6, lontano ben 8” dal bronzo dello svedese Backman. L’oro va al francese Guillemot in 14’55”6 davanti proprio a quel Nurmi che inizia a farsi valere. Deluso ma non affranto, pronto al possibile riscatto, Speroni torna in pista il 19 agosto per i 10mila cui partecipano 35 atleti di 17 nazioni. Stavolta in batteria va tranquillo e pensa solo alla qualificazione visto che sui 13 partenti ne passano cinque. Arriva quarto senza strafare, in 32’13”1, col finlandese Limatainen che vince in 32’08”2. Il giorno dopo, il 20, finale: ma anche qui non ingrana, perde presto il treno dei primi e si ritira a metà gara. Vince, guarda un po’, Nurmi in 31’45” su Guillemot (posizioni invertite rispetto ai 5mila) ed il britannico Wilson. Non si può far finta di niente: Speroni stavolta ha deluso. Ci riprova il 21 agosto nella prova a squadre sui 3000 metri. Soltanto sei le nazioni iscritte. Si parte tutti insieme e la classifica viene stilata a punti, in base ai piazzamenti ottenuti al traguardo dai primi tre di ogni paese (1 al primo, 2 al secondo, ecc.). Il 21 agosto, nella semifinale, l’Italia è terza: totalizza difatti 25 punti (Ambrosini 6°, Maccario 9°, Speroni 11°, con Martinenghi 12°) contro i 12 della Svezia (Lindgren primo all’arrivo) e gli 11 della Gran Bretagna, ma davanti al Belgio (30). Si guadagna così l’accesso alla finale del giorno seguente, il 22. Un po’ a sorpresa, stravincono gli USA che piazzano primo Brown e terzo Schardt, totalizzando solo 10 punti.
Argento alla gran Bretagna con 20 e bronzo alla Svezia con 24. Quarta la Francia con 30 ed infine solo quinta, ed ultima, l’Italia con 36: Ambrosini è di nuovo il migliore dei nostri, con l’11° posto; Maccario è 16°, Speroni 17° e Martinenghi 19°. Come si vede dal nudo conto delle cifre, altra contro-prestazione di uno Speroni che ad Anversa è rimasto ben lontano dai suoi standard. Rientrato in Italia, ritrova subito il successo nel “Giro di Novara” del 31 agosto. Poi dà spettacolo ai tricolori di Roma il 19 e 20 settembre: vince difatti 5mila e 10mila, trovando la grande forma forse in ritardo rispetto al cruciale appuntamento dei Giochi. Sette giorni dopo, si conferma nel “Giro di Biella” davanti ad Arri, recente bronzo di maratona ad Anversa. Speroni è in formissima: il 10 ottobre fa suo anche il “Giro di Stresa” ed il giorno 17 è primo nella maratonina “dei 4 Comuni” a Brescia (21 km) dove il fratello Antonio chiude buon terzo alle spalle di Marenco. I due sono grandi protagonisti a Lecco dove il 24 ottobre vincono un’americana di 5 km e Carlo s’impone anche nel “Giro” della città. L’11 novembre Speroni è battuto da Ambrosini nel “Giro di Modena”. La sua stagione si chiude qui col rimpianto dei Giochi dove, a detta di tutti, avrebbe potuto fare qualcosa di più. Si riparte già il 2 gennaio 1921 col cross di Laveno: Speroni chiude terzo, battuto da Ambrosini e Robino, subito davanti al fratello Antonio. Si assenta dalle corse per più di un mese, ripresentandosi il 6 febbraio, vincendo il cross dei “7 campanili” a Cavaria, superando Ambrosini dopo un bel duello. 14 giorni dopo, ai tricolori di cross invece delude: perde subito contatto dai primi e si ritira. Si riscatta il 27 febbraio, dominando il cross di Legnano, col fratello Antonio buon quarto. Esattamente un mese dopo è primo anche nel cross di Varese. Poi ottiene una bella doppietta in una settimana: il 3 aprile vince nella sua Busto i 5mila ed il giorno 10 è primo a Milano nella “Coppa Malvezzi” di 8 km. Il 17 aprile piccola battuta d’arresto per Speroni nella “Coppa Bonacina”, 7 km a Legnano: chiude terzo, sopravanzato da Oleotti e Martinenghi. Insieme al fratello Antonio viene poi battuto sette giorni dopo da Lussana-Negri in un’americana sul campo della Pro Sesto. Speroni si rivede solo a metà maggio nel prestigioso meeting londinese di Stamford Bridge dove ottiene uno strepitoso successo nella prova delle 3 miglia di fronte ai più quotati mezzofondisti europei. Poi subisce un calo di rendimento ed il 5 giugno viene sorpreso da Negri nel “Giro di Legnano”. Il 26 giugno, assieme al fratello Antonio, è secondo in un’americana a Varese. Passano venti giorni e guadagna due bei successi in rapida successione: una prova sui 7 km a Crema, davanti al fratello Antonio, ed un 5mila a Gallarate. Il 31 luglio è primo nella “Traversata di Legnano” ed il 7 agosto non può non vincere i 5mila nella sua Busto. 14 giorni dopo, trionfa a Taino in una corsa su strada di 6 km, battendo Malvicini. Identico risultato il 28 agosto nel “Giro di Biella”. L’11 settembre Speroni batte tutti nella sua Busto sui 5 km. Nel weekend successivo coglie un’altra grande doppietta 5mila-10mila ai tricolori di Bologna.
Il 2 ottobre Speroni vince in scioltezza il “Giro di Lavagna”, ma sette giorni dopo a Varese viene battuto nell’americana di 5 km, assieme al fratello, da Martinenghi-Brunelli. Speroni si rende comunque protagonista di un ottimo finale di stagione: il 16 ottobre vince il “Giro di Chiari” e sette giorni dopo, davanti a 200mila persone, stravince il prestigioso “Giro di Milano”, di 14 km, rimanendo in testa fin dall’inizio. Rimane grandissimo nei primi giorni di novembre: il giorno 1 si aggiudica la “Traversata di Piacenza”, il 5 fa sua la “Coppa Armistizio” a Milano ed il 6 vince a Monza un’americana con Ambrosini. Il 20 novembre altro bel successo nella “Milano-Busto” a squadre, disputata a staffetta, con la sua “Pro Patria”, assieme tra gli altri al fratello. È l’ultima sua gara stagionale. Speroni inizia il 1922, ovviamente, con un successo: il 4 febbraio trionfa nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria ed otto giorni dopo è primo nel cross di Legnano. In forma strepitosa, il 26 febbraio primeggia nel cross di Varese ed il 5 marzo si impone nel prestigioso cross internazionale di Milano, intitolato alla “Fiera Campionaria”, con partenza ed arrivo sul campo del Milan[13] ed al quale prendono parte diversi stranieri, soprattutto francesi e svizzeri. Si conferma sette giorni dopo, primeggiando nel cross di Stupinigi, ma la corsa è annullata per un generale errore di percorso. Il 19 marzo si presenta da favorito ai tricolori di cross, ma incappa in una giornata-no e si ritira. Si rivede solo il 7 maggio quando si aggiudica la “Traversata di Venezia”, tra ponti e calli. Sette giorni dopo, a Busto ottiene il nuovo primato italiano dei 3mila, ben spalleggiato da Marenco e dal fratello Antonio nei panni di “lepri”: 9’01”. Si conferma il 21 maggio a Marsiglia, nel prestigioso “GP Bouin”: sui 5mila schianta la concorrenza dei francesi, primo fra tutti il noto Guillemot che si ritira. L’11 giugno torna in Francia, a Tolone, ma è sfortunato: sui 1500 riceve una chiodata ad un ginocchio e, pur menomato, termina secondo dietro a Duquesne. Passa quasi un mese e Speroni è protagonista di un altro exploit: l’8 luglio a Praga vince i 5mila ed il giorno seguente bissa sui 10mila. Ormai è noto, e temuto, anche a livello internazionale. Il 23 luglio primeggia agevolmente sui 5mila a Somma Lombardo. Sette giorni dopo, non brilla come suo solito a Borgo S. Donnino: ritiratosi in una gara di 4618m vinta da Ambrosini, è secondo nell’americana, assieme al fratello Antonio, superati dai genovesi Davoli-Lumaca. Il 13 agosto vince una prova di 8 km in pista a Baveno ed il 20 agosto è primo a Taino in una gara di 6 km. Il 27 agosto supera tutti nel “Giro di Biella”, poi però ha una flessione ed il 17 settembre ai tricolori nella sua Busto chiude solo terzo i 5mila, nettamente superato da Ambrosini (che firma pure il nuovo record italiano) e Brega. Lo stesso Brega vince i 10mila che assegnano il titolo nazionale sette giorni dopo a Milano, sul nuovo campo della “Forza e Coraggio”, in Via Trento, con Speroni che si ritira, confermando il suo momento-no. Non va meglio nella staffetta a squadre “Milano-Busto” del 15 ottobre: poco sorretto anche dai compagni della “Pro Patria”, tra cui il fratello, chiude al secondo posto, superato dallo SC Italia. Speroni inizia il 1923 altrettanto male: il 5 gennaio, comunque indisposto, chiude solo 13° la “Traversata di Lucca”, ma porta punti importanti alla sua compagine che, grazie anche al successo di Locatelli, trionfa nella classifica a squadre.
La “Pro Patria” vince anche due giorni dopo l’australiana di 5 km in Piazza d’Armi a Lucca, con Speroni stavolta grande protagonista. Il 25 febbraio giunge terzo nel cross di Lucento, alle spalle di Davoli e Robino, ma non sembra in grande condizione. Difatti il 4 marzo è solo 4° nel cross di Chiari vinto da Ambrosini e sette giorni dopo coglie la stessa piazza nei tricolori di Firenze dominati da Davoli. Speroni non sembra nella sua miglior condizione: il 18 marzo chiude difatti ottavo, lontano dal vincitore Schnellmann (francese), il prestigioso cross internazionale organizzato dalla “Gazzetta” nell’Ippodromo di San Siro. Ritrova improvvisamente classe e forma: il 25 marzo vince il cross di Stupinigi ed il 2 aprile, lunedì di Pasqua, fa sua una prova di 9 km a Gallarate. Il 15 aprile è grande anche all’estero: si aggiudica difatti la gara di 16 km che si tiene a Barcellona, davanti ai migliori francesi, spagnoli e portoghesi. Il 6 maggio Speroni trionfa nella “maratonina” di Bordighera. Si rivede solo il 24 giugno a Bologna dove si schiera al via dei 10mila che valgono il titolo tricolore: non trova mai il ritmo giusto e, sfiduciato, si ritira. Anche se il 1° luglio si aggiudica il “Giro di Affori” su 8 km, si riprende con difficoltà e rimane a lungo assente dalle gare. Rientra a Losanna il 5 agosto, ma sui 5mila è battuto dallo svizzero Gaschen. Si riprende sette giorni dopo quando fa suo il “Giro di Piacenza”. Il 26 agosto, nella sua Busto, vince i 10mila ad handicap, davanti al fratello Antonio, partito con un minuto di margine. Il 2 settembre si impone nel “Giro di Bergamo” e tre settimane dopo fa suo il “Giro di Acqui”. Il 30 settembre, con la sua “Pro Ptaria”, vince la “Milano-Busto”, corsa a squadre: tra i suoi compagni anche il fratello Antonio. Sette giorni dopo, dà spettacolo al “Giro di Milano”, distanziando nettamente tutti. Il 21 ottobre fa suo il “Giro di Sanremo” e la settimana seguente primeggia nel “Giro di Como”. È la sua ultima gara dell’annata. Si rivede il 27 gennaio 1924 quando si aggiudica il “Giro di Castellanza”.Tuttavia non è al meglio: il 3 febbraio termina difatti solo ottavo il cross organizzato a Milano dalla “Gazzetta” e dominato dai francesi, con Schnellmann al primo posto. 14 giorni dopo, a sorpresa, è superato dal giovane Garavaglia nel cross della Malpensa. Speroni non sembra al meglio: il 24 febbraio chiude al quarto posto il cross di Lucento vinto da Davoli ed il 2 marzo sale solo sul gradino più basso del podio ai tricolori di cross, a Stupinigi, battuto di nuovo da Davoli e pure dal compagno Amerio. Finalmente ritrova il successo scaccia-crisi il 30 marzo sui 10 km della “Coppa Malvezzi” a Milano. Si ripete il 13 aprile sui 10mila dell’importante “preolimpionica” di Genova e la maglia azzurra è in cassaforte. Sette giorni dopo, fa sua la gara su strada di 10 km, organizzata dalla “Post Resurgo Libertas” nei pressi di Limito. Il 27 aprile altro successo indiscutibile sui 5mila della preolimpionica di Bologna, sul campo della Virtus. Sembra di nuovo irrefrenabile: l’11 maggio nella sua Busto, in un altro meeting di selezione per i Giochi, stravince i 10mila col grande tempo di 32’03”4/5, nuovo record italiano. Il 29 maggio conferma la sua ottima condizione: a Sesto, sul campo del GS Breda, vince i 5mila dopo un bel duello col forte Ambrosini.
Due giorni dopo, Speroni trionfa sulla stessa distanza a Firenze, nel grande concorso ginnico internazionale. Come sempre, però, forse disputa fin troppe gare di seguito. Ciò però non lo fiacca: vince difatti i 10mila nell’ultima preolimpica, disputata a Milano il 7 e 8 giugno, sul campo di Viale Lombardia. Ovviamente, nessuno può togliergli la maglia azzurra. Dopo il ritiro collegiale di Busto però Speroni inizia ad avere problemi fisici, in particolare ai piedi. Forse è andato in surmenage (come si diceva a quel tempo), forse una microfrattura da stress, forse solo affaticamento. Fatto sta che, una volta giunto a Parigi, la situazione non migliora: Speroni non è in formissima, ma ovviamente non può tirarsi indietro. Le gare di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Speroni, complici i suoi problemi fisici, viene dirottato sulla prova di cross-country cui prendono parte 38 atleti di 10 nazioni. Si parte dall’esterno dello stadio per arrivare poi al suo interno, lungo un percorso di circa 10 km. La gara si disputa il 12 luglio in una giornata insolitamente calda per Parigi, con punte di temperatura addirittura intorno ai 40°C. Il caldo infernale costringe al ritiro molti atleti tra cui Speroni, praticamente mai in gara per una medaglia e con una condizione fisica assai precaria. Emergono comunque le migliori individualità: dominano difatti i finlandesi, cui evidentemente la giornata torrida non dà fastidio più di tanto. Oro al magnifico Nurmi (cinque vittorie in questa edizione!) sul connazionale Ritola e lo statunitense Johnson. Per Speroni una giornata da dimenticare, con più di un rimpianto e molte attenuanti. Rientra alla gare in Italia il 10 agosto a Vigevano dove vince i 5mila. Il 15 agosto subisce un’inopinata sconfitta dal semisconosciuto Chiusa nel “Giro di Piacenza”: partito in testa, è rimontato e superato nel finale. Non sembra al meglio: il 17 agosto a Laveno viene battuto da Davoli sui 5mila. Come spesso gli è accaduto, si ritrova presto. Sette giorni dopo, vince il “Giro di Biella”, 12 km. Il 31 agosto primeggia nel “GP Spartaco”, organizzato dall’omonima società a Milano. Il 14 settembre vince il “Giro di Sanremo”. Sette giorni dopo, si laurea nuovamente campione italiano dei 10mila a Bologna, sul campo della Virtus. Il 28 settembre non ha soverchie difficoltà ad aggiudicarsi la “Coppa Mazzoleni” a Bergamo su 7,9 km. Il 5 ottobre stessa situazione nella “Traversata di Venezia” dove costringe alla resa anche l’argento olimpico Bertini. Il 26 ottobre, ultimo staffettista, trascina la “Pro Patria” al successo nella “Milano-Busto”, nonostante uno zelante impiegato daziario lo fermi all’entrata in città, chiedendogli se avesse “niente da dichiarare” (sic). Si conferma il 2 novembre nel “Giro di Milano”, in gran parte corso sugli storici bastioni, rimanendo in testa dall’inizio alla fine. Sette giorni dopo, si spinge fino a Santa Maria Capua Vetere dove vince il “GP del Re” di 9 km, ancora davanti a Bertini. Il 23 novembre, al Velodromo Sempione, si aggiudica l’americana gigante con Ferrario e Peroni.
Il 30 novembre chiude la sua stagione con un altro successo, seppur in coabitazione con lo stesso Ferrario: dopo aver battagliato per l’intero percorso, i due arrivano abbracciati al traguardo della “Targa Lombarda” a Milano, pari merito, ma la giuria squalifica entrambi per “comportamento non regolamentare” visto che tale tipo di arrivo non è più consentito. Speroni chiude l’annata il 7 dicembre, con un’altra grande prestazione: a Barcellona è il migliore sui 14 km della “Challenge Pedro Prat”, suggello finale di un 1924 in cui, in definitiva, ha deluso solo ai Giochi. Inizia il 1925 con calma e con una sconfitta: l’8 febbraio viene difatti superato da Robino nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria. Trova presto il riscatto: il 22 febbraio vince la “Coppa Carla”, un altro cross, a Milano ed il 1° marzo trionfa nel cross della “Coppa Ghezzi” alla Bovisa. Il 15 marzo viene però superato nei tricolori di cross da Davoli, dopo un bel duello che perde nel finale. Sette giorni dopo, primeggia nel cross di Bertolla, a Torino. Il 12 aprile un grande successo per Speroni che si impone nella “Beaulieu-Monaco”, 10 km, davanti a Bertini ed a tutti i più forti francesi del momento. Speroni si rivede 14 giorni dopo a Menaggio, ma pretende troppo: nella prova sulle 5 miglia attacca da lontano, nel finale è superato da Davoli e, rialzatosi, chiude soltanto quarto. Si riscatta il 3 maggio a Sesto dove vince bene i 5mila. Sulla stessa distanza compie un tentativo di primato il 17 maggio nella sua Busto: di passaggio vengono registrati anche i tempi sulle 2 e 3 miglia. Tutto procede bene, Speroni è in vantaggio sul limite precedente ma, poco prima delle 2 miglia, si rompe l’elastico dei pantaloncini che gli scendono verso le ginocchia. Speroni cerca di sorreggerli, ma si disunisce, arranca e cade. Tentativo miseramente fallito, per mera sfortuna. Si rivede in pista il 16 giugno quando a Vigevano si aggiudica i 5mila, successo bissato cinque giorni dopo a Mantova. Il 28 giugno si laurea campione italiano a Bologna sui 10mila. Il 12 luglio vince la “Coppa Fumagalli” a Milano, ma sette giorni dopo, a sorpresa, è superato da Garlaschelli nel “Giro di Affori”, 8 km. Speroni si rivede un mese dopo: a Vigevano vince i 1500. Il 23 agosto fa suo il “Giro di Biella”. Si rivede il 13 settembre sul campo meneghino del Milan, ma non va oltre il terzo posto nei 3mila vinti dal francese Dolques su Garaventa. Sette giorni dopo, Speroni vince i 3mila a Menaggio, ma il 27 settembre incappa in una brutta sconfitta: sul campo meneghino della “Forza e Coraggio” è battuto sui 5mila dall’emergente Lippi. Torna al successo il 18 ottobre nella “Coppa Carducci” a Milano. Sette giorni dopo, trionfa nel “Giro di Milano” dopo un bel duello con May, staccato nel finale, nei pressi dell’Arena. Il 1° novembre a Gallarate, assieme al quasi omonimo e concittadino Carlo Peroni, è superato nell’americana da Davoli-Garaventa.
Tre giorni dopo, Speroni, ben supportato dai compagni della “Pro Patria”[14], non lascia scampo agli avversari nella “Milano-Busto” a staffetta, cogliendo un altro bel successo. L’8 novembre chiude invece al terzo posto il “Giro di Lissone”, sopravanzato a sorpresa da May ed Erba. Nel 1926, nonostante abbia superato la fatidica soglia dei 30 anni, insiste. Il 31 gennaio vince il cross alla Bovisa, organizzato dallo SC Italia. Il 14 febbraio si ritira nel cross del “GP d’Inverno” vinto dall’emergente Reati. Si riscatta già sette giorni dopo quando a Gessate batte allo sprint l’enfant du pays Bertini nel campionato lombardo di cross. Continua a vincere: il 28 febbraio a Cavaria si impone nel tradizionale cross “dei 7 campanili”. Il 7 marzo è tra i favoriti della “Coppa Fiera di Milano”, un cross che si tiene all’ippodromo di San Siro, ma nel saltare un ostacolo ricade male, si sloga una caviglia e si ritira: l’incidente lo tiene lontano anche dai tricolori di cross. Si ripresenta il 4 aprile nella “Beaulieu-Monaco”: vince il grande Guillemot e Speroni finisce quarto. Si rivede in gara solo il 30 maggio sui 9 km del “Giro di Savona” dove è battuto da May: molti sospettano che per Speroni gli anni inizino a pesare. In effetti May lo supera anche il 1° luglio nella “Coppa Cerulli” a Teramo. Speroni si rivede solo un mese dopo, a Legnano dove vince l’americana accoppiato a Peroni. Il 22 agosto batte tutti nel “Giro di Gallarate” e sette giorni dopo si ripete nel “Giro di Biella”. Il 5 settembre infila un bel tris, aggiudicandosi la “Coppa Novarini” a Milano. Il 26 settembre fa suo anche il “Giro di Acqui”. Il 3 ottobre viene invece battuto da Rossini nel “Giro di Soresina”. Sette giorni dopo, si impone in un 5mila a Novara. Il 17 ottobre, con la squadra della “Pro Patria”, si aggiudica la “Milano-Busto” a staffetta[15]. Il 24 ottobre è clamorosamente battuto nel casalingo “Giro di Busto” da Boero e Rossini. Probabilmente inizia ad avvertire il peso di un’attività lunga, continua e sfibrante. Si rivede solo il 6 febbraio 1927 nel cross di Malnate: ancora non a punto con la forma, chiude sesto (vince il fiorentino Lippi). Il weekend successivo termina 4° il cross di Monza vinto da Oleotti. Stesso piazzamento nel “Giro di Sanremo” del 20 marzo. Dilata gli impegni: si rivede solo il 15 maggio quando si aggiudica il “Giro di Bordighera”. In pratica termina qui la sua attività su alti livelli, conscio di non poter più competere per le prime posizioni. Abbandonato l’agonismo, si getta a capofitto nella sua “Pro Patria” di cui è l’anima e trascinatore. Per trent’anni fa un po’ di tutto: allenatore, caposquadra, massaggiatore, consigliere. A Busto, ancora oggi, è un mito assoluto: difatti lo stadio è a lui intitolato.
[1] Questo limite, peraltro in una specialità poco praticata, resisterà per ben 26 anni: sarà difatti battuto solo nel 1938 da Umberto De Florentis con 1h27’53”4, a Firenze
[2] La maratona di Stoccolma difatti prevede un percorso di 40 km
[3] Antonio Speroni è gemello di Carlo, dunque nato anche lui il 13.07.1895. Correrà spesso assieme al fratello nelle corse a coppie, dette anche “all’americana”, ma sarà di caratura nettamente inferiore. Spesso piazzato nei cross e nelle corse su strada, otterrà i suoi migliori risultati ai tricolori nel 1922 quando sarà 2° nei 20 km in pista e 4° nei 10mila
[4] Questo tempo viene omologato come record italiano anche se in precedenza lo stesso Speroni aveva corso in 15’31” a Marsiglia il 18 maggio 1913
[5] Si ricorda che in quel tempo Trieste e la Venezia-Giulia facevano ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico
[6] Giovanni Cottur, o Kotur secondo la dizione tedesca, nato a Trieste nel 1889. Inizia come ciclista e diventa campione friulano nel 1909. Poi passa al podismo dove fino ai primi anni ’20 conquista un centinaio di vittorie su varie distanze, tra i 5mila e la maratona, molte ottenute su strada ma anche nei cross. Tra i suoi successi la Traversata di Mestre 1912 ed il Giro di Gorizia 1920, anno in cui si piazza terzo nei tricolori dei 5mila. Di mestiere costruttore e riparatore di biciclette, è il padre di Giordano, valido ciclista degli anni ’40, vincitore di 5 tappe al Giro d’Italia dove è arrivato 3° nel 1940, 1948 e 1949, rivaleggiando con Coppi e Bartali
[7] Questo tempo viene salutato come nuovo record italiano anche se Dorando Pietri aveva fatto meglio in precedenza, coprendo la distanza in 32’18” a Buenos Aires il 24 maggio 1910
[8] Questo tempo rappresentava la miglior prestazione mondiale ma non venne riconosciuto dalla IAAF in quanto il regolamento internazionale prevedeva la presenza di tre cronometristi mentre in quella gara ve ne erano solo due. La Federazione italiana invece lo omologò come record nazionale
[9] Di passaggio stabilisce anche il record italiano dei 15 km con 49’31”, abbassando di ben 1’37” il suo limite di appena due anni prima
[10] Armando Pagliani, nato a Carpi il 30.06.1890. Concittadino di Pietri, ne segue le orme nelle corse su strada. Nel 1907 vince il Giro di Modena ed il Giro di Mantova. Nel 1909 guadagna i tricolori dei 20 km su strada. Perde alcune stagioni per il servizio militare e si rivede nel 1917 quando conquista il primato italiano nei 3mila. Ottiene l’ultimo risultato significativo nel 1919 col 2° posto nei 20 km su pista
[11] Armando Diaz, nato a Napoli il 05.12.1861, sostituisce Cadorna dopo la disfatta di Caporetto, diventando Capo di Stato Maggiore l’8 novembre 1917. Saprà riorganizzare le nostre truppe, infondendo nuova fiducia e morale anche attraverso la propaganda patriottica, trasformando il nostro Esercito con spirito “nuovo” e migliorando sensibilmente le condizioni dei soldati. Dopo aver progettato e guidato l’attacco decisivo, sarà lui a firmare il celebre “Bollettino della Vittoria” il 4 novembre 1918
[12] Lazzaro Parisio, nato a Erbusco il 30.09.1893, sergente del 7° Bersaglieri di stanza a Brescia. Vera e propria meteora, prodotto delle numerose gare per soldati e dalla programmazione sportiva delle autorità militari del dopo-Caporetto, ottiene pochi altri risultati importanti. Nel 1919 vince comunque il Giro di Parma ed il Giro di Firenze oltre a giungere 6° nei 5mila m dei tricolori. Poi sparisce di scena
[13] Lo stadio, con tribune in cemento armato, viene inaugurato nel febbraio 1920 ed è situato in Viale Lombardia. In seguito demolito, al suo posto oggi sorge il Tennis Club Lombardo
[14] Con lui gareggiano Filippini, Locatelli, Spreafico e Breda
[15] Con lui gareggiano Peroni, Breda, Re e Locatelli