SIMONETTI Carlo
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Arezzo 23.05.1903 / deceduto
1928. Pentathlon Moderno. 18°
1932. Pentathlon Moderno. 9°
In Italia il Pentathlon Moderno, lo sport creato da de Coubertin in persona alla ricerca del “soldato perfetto”, è da sempre terreno di conquista dei militari che coordinano e gestiscono anche la spedizione olimpica del 1928, scegliendo i migliori elementi sull’intero territorio nazionale tra coloro che mostrano le più forti attitudini nei cinque sport in questione. Vengono sviluppate apposite selezioni alla Farnesina che però non soddisfano completamente i vertici militari i quali corrono rapidamente ai ripari. Al capitano Sioli, una sorta di CT e comunque delegato alla composizione della nostra squadra, viene indicato Simonetti, tenente del 3° Reggimento Alpini e già segnalatosi come ottimo sciatore: lo valuta e ne rimane soddisfatto. Il toscano dunque fa parte del terzetto azzurro che va nei Paesi Bassi: gli altri due elementi sono Pagnini, il migliore nelle selezioni della Farnesina, ed il calabrese Petrillo, ufficiale della Marina. Alla gara olimpica di Pentathlon Moderno partecipano 37 atleti di 14 nazioni ed inizia il 31 luglio con la prova di tiro a segno, disputata al poligono di Schietterein a Zeeburg, ad est del centro di Amsterdam. Simonetti esordisce con una prestazione di medio livello, piazzandosi 19°: totalizza 168 punti contro i 196 del primo, il tedesco Hax. Poichè la classifica generale è data dalla semplice somma delle posizioni ottenute (vince chi ottiene meno punti), niente di compromesso anche se bisogna migliorarsi alla svelta. Simonetti non vi riesce il 1° agosto nella prova di nuoto, 300 m sl nel canale Stadiongracht, in pieno centro di Amsterdam, nei pressi dello Stadio Olimpico: chiude difatti solo 16° e nella generale si posiziona 15° p.m. Tutto praticamente invariato con la gara di scherma del 2 agosto, con la spada: Simonetti finisce 14° e tale risulta nella generale. Teoricamente potrebbe ancora esserci qualche piccola speranza di podio ma bisognerebbe eccellere nelle ultime due prove. Non è così il 3 agosto nella prova di cross, disputata nello Sportpark di Hilversum, che però è il suo tallone d’Achille: finisce difatti addirittura 32° e nella generale precipita al 25° posto. Vale solo per il prestigio l’ultima gara, la difficile steeple-chase di equitazione del 4 agosto, l’unica prova in cui Simonetti comunque coglie un piazzamento importante: dimostrandosi ottimo cavaliere, termina difatti terzo. Ciò gli permette di risalire sette posizioni e chiudere la generale 18°, ben lontano comunque dal podio coi suoi 84 punti, risultando oltre tutto il peggiore tra gli azzurri in gara. Oro allo svedese Thofelt con 47 punti davanti al connazionale Lindman (49) ed il tedesco Kahl (52). Simonetti paga fin troppo la sua controprestazione nel cross, ma la sua comunque è una prova di media classifica, tutto sommato al limite della sufficienza. Quando, nel marzo del 1931, le autorità militari fanno svolgere, alla Farnesina, le prime selezioni per i Giochi di Los Angeles, Simonetti torna nell’agone e si conferma tra i migliori nelle varie prove.
Sotto la guida del CT, il capitano Sioli, una decina di atleti (tutti militari) viene convocata per un collegiale alla Farnesina di Roma che dura diverse settimane. Simonetti è tra questi e si conferma nella successiva selezione, disputata alla fine di ottobre, ottenendo buoni risultati (primo al tiro e secondo nella spada) che gli consentono di essere ulteriormente prescelto. Tutto si decide nelle selezioni della Farnesina nel giugno 1932: rimangono in quattro e Simonetti è uno di questi. Sarà titolare mentre l’ingrato compito di riserva spetta al tenente Perelli. Poi, terminato finalmente il ritiro romano, è tempo di pensare al viaggio in America. Il 1° luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Vengono allestite pedane di fortuna per la scherma, ma gli spazi sono angusti, e pure alcune sagome da colpire per i tiri però evidentemente l’allenamento non è ottimale. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Alla gara olimpica di Pentathlon Moderno partecipano 25 atleti di 10 nazioni. La classifica viene stilata in base ai piazzamenti: 1 punto al primo, 2 al secondo e così via: ovviamente, vince chi ottiene meno punti. La prima prova è l’equitazione, consistente in un cross-country steeplechase che si svolge il 2 agosto al Riviera Country Club di Pacific Palisades. Primeggia chi commette meno errori e, a parità di punti, chi compie il tragitto nel minor tempo. Il migliore risulta lo svedese Lindman mentre anche Simonetti compie il percorso netto come il primo: tuttavia il suo tempo è molto più alto e si piazza all’ottavo posto. Comunque un buon inizio che lascia aperta ogni ipotesi. Il giorno seguente tocca alla scherma, gara di spada in un tutti-contro-tutti. Si impone un altro svedese, Thofelt, con Simonetti buon 6° ed autore di un’altra bella prova che lo porta al terzo posto della generale, alle spalle di Lindman e Mayo.
Si sogna una medaglia. I sogni diventano più concreti dopo la terza prova, il tiro disputato nel poligono dell’Accademia di Polizia all’Elysian Park, non lontano dalla Chinatown di Los Angeles. Primeggia lo statunitense Mayo, un tenente di fanteria che ha fama di cecchino infallibile, ma Simonetti è ottimo terzo e si piazza secondo nella generale, alle spalle dello stesso Mayo e con 2 punti di margine sul temibile svedese Oxenstierna. Tutto rimane aperto, ma si può sperare ed è la prima volta per il nostro paese in questo sport. Tutto però si complica col nuoto, 300 m a stile libero, disputati nella piscina dell’Olympic Park: con 5’20”7 Simonetti termina solo 15° nella prova vinta da Thofelt con 4’32”6. Un risultato poco brillante che lo fa retrocedere al quinto posto della generale, a sei punti dal bronzo. La speranza, seppur minima, esiste ancora, ma bisogna essere grandi nell’ultima prova, il 6 agosto, il cross di 4mila metri disputato al Golf Club di Sunset Fields, alla periferia sud-ovest di Los Angeles. Tutto invece naufraga, con una mediocre prova di Simonetti che chiude addirittura 21°, il peggior risultato nei cinque giorni di gara. Un vero peccato perchè, coi suoi 53 punti totali, scende fino al nono posto della generale. L’oro va allo svedese Oxenstierna, con 32 punti, che proprio grazie alla corsa rovescia la situazione, davanti al connazionale Lindman (35,5) ed a Mayo (38,5). Simonetti dunque chiude a 15 punti dal bronzo: troppi per avere soverchie recriminazioni anche se il pessimo cross ha compromesso fortemente ogni sua aspirazione. La sua rimane comunque una grande prova: in definitiva ha lottato per la medaglia sino all’ultimo...passo. Simonetti poi continua la carriera militare, e con un certo successo. Nella Seconda Guerra Mondiale, da ufficiale, si guadagna difatti due Medaglie al Valor Militare per il suo ardimento: nel 1941 in Grecia e nel 1943 in Russia da dove risce a rientrare fortunosamente in patria. Dopo il conflitto, non dimentica certo il suo sport preferito: tra il 1947 ed il 1949 difatti è il Presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno, disciplina cui ha dato molto sotto tutti gli aspetti.
Amsterdam 1928. Gli azzurri del pentathlon moderno: da sinistra SIMONETTI, Petrillo, Pagnini ed il CT Luciano Sioli