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SEVERGNINI Edoardo

Milano 13.05.1904 / Milano 29.01.1969

1928. Ciclismo. Eliminato Recuperi Velocità

Da bambino è attratto dal pugilato, ma poi il padre gli regala una bicicletta ed inizia la sua avventura in sella. Si diverte da adolescente a gareggiare nella Piazza d’Armi dove spesso si rivela tra i migliori, riuscendo a superare anche ragazzi più grandi come età. Lavora da apprendista in un fabbrica di cicli, poi segue il padre come verniciatore. Intanto continua a pedalare nei ritagli di tempo, anche su strada dove coglie la sua prima vittoria in una delle innumerevoli “Milano-Pavia”. Nel 1924 il servizio militare, a Treviso, blocca la sua ascesa. Si rivede l’anno seguente, tesserato per lo “SC Iris”, guidato dal vulcanico ed appassionato Caldirola, “papà” virtuale di tanti affermati corridori. Severgnini consegue nel 1925 i primi piazzamenti significativi, giungendo secondo in tre occasioni: nella “Coppa Scorzè”, nel “GP Negri” a Milano e, ai primi di novembre, nella “Coppa Esercenti” a Castellanza, alle spalle di Alfonso Crippa. Nel 1926, istigato dagli ottimi amici Rizzetto e Bordoni, ottimi pistards, comincia a praticare assiduamente la pista, dapprima al sontuoso “Palazzo dello Sport” milanese dove apprende i primi trucchi del mestiere anche se finisce spesso lontano dai primi. Però gli piace e sembra portato per girare sugli anelli. In estate comunque gareggia soprattutto su strada anche se i risultati non arrivano. Il 7 settembre si aggiudica il “GP Azzini” a staffetta, con Quaroni e Biassoni. Come riapre il “Palazzo dello Sport” per la stagione invernale, Severgnini è protagonista: il 19 dicembre finisce terzo una prova ad handicap, superato da Sala e Monti cui non riesce a recuperare lo svantaggio iniziale. Vince però l’inseguimento a squadre. L’anno seguente insiste. Il 9 gennaio 1927 al “Palazzo dello Sport” vince una prova handicap, superando tutti gli avversari dopo essere partito scratch, al palo, dietro tutti. Tre giorni dopo, nella stessa sede chiude al secondo posto l’americana, accoppiato a Brambilla, alle spalle di Cattaneo-Pellizzari. Torna presto alle corse su strada: il 20 marzo chiude 8° la “Coppa Caldirola” appannaggio del veloce Mara. Il 26 maggio chiude quarto il “GP Panizza” a Vigentino, vinto da Locatelli. Il 5 giugno al “Sempione”, nella riunione d’attesa per l’arrivo del “Giro d’Italia”, vince l’americana con Piano e chiude 2° nella velocità, battuto da Colombo. 4 giorni dopo, sulla stessa pista, ma in notturna, termina secondo nell’eliminazione e nell’handicap, vinti rispettivamente da Cattaneo e Lanzi. Il 22 giugno al “Sempione”, con Piano, chiude 4° nell’americana vinta da Robotti-Merlini.

4 giorni dopo, sulla stessa pista finisce terzo nella corsa a punti, alle spalle di Piano e Cappi. Il 29 giugno vince a Cremona la velocità. Un mese dopo a Como, un po’ a sorpresa perchè non partiva tra i favoriti, si aggiudica il titolo italiano della velocità: il 31 luglio supera difatti in finale il quotato Boiocchi, entrando nell’èlite dei nostri pistards. Tre giorni dopo, al “Sempione”, in una sfida diretta, supera Cozzi, tricolore degli Indipendenti. Ormai Severgnini è lanciato: il 7 agosto si impone anche ad Oerlikon, Zurigo, nella velocità e nell’americana con Merlo. Venti giorni dopo, al “Sempione” si aggiudica la velocità e chiude 4° l’individuale a punti. Ai primi di ottobre compie una tournée in Svizzera: a Zurigo e Basilea vince la velocità, superando anche personaggi di un certo spessore come l’elvetico Abegglen ed il francese Galvaing. Il 9 ottobre torna al “Sempione”, ma coglie solo secondi posti: nella velocità è battuto da Cattaneo mentre Piano lo supera in australiana e dietro tandem. 14 giorni dopo, al “Palazzo dello Sport” meneghino, vince una prova di tandem, assieme a Piano. Il 30 ottobre al “Sempione” si aggiudica l’omnium dove è il migliore nella prova di velocità. Il 13 novembre al “Palazzo dello Sport” vince l’americana (con Piano) e chiude secondo la velocità, battuto da Boiocchi. Nel weekend successivo è a Dortmund dove termina secondo la velocità, battuto dal padrone di casa Joksch. Il 26 novembre è di nuovo a Milano dove vince la corsa di un’ora dietro tandem al “Palazzo dello Sport”. Sullo stesso anello il 4 dicembre prevale nella gara di velocità. Si ripete il 18 dicembre quando vince handicap ed americana, con Piano. Il 1928 è annata olimpica e Severgnini indubbiamente è tra i nostri migliori pistards: pensare ai Giochi è più che lecito. Il 1° gennaio è a Stoccarda dove nella velocità è superato solo dal forte danese Falk Hansen. Sette giorni dopo, è già al “Palazzo dello Sport” meneghino dove vince la velocità e chiude secondo la corsa a punti, dietro al professionista ed oro olimpico Ferrario. Sullo stesso anello il 15 gennaio vince l’americana, appaiato a Piano. 14 giorni dopo, si segnala anche a livello internazionale: vince difatti una prova di velocità a Breslavia, in Germania. Il 4 marzo si cimenta su strada, nella prima prova meneghina dilettantistica dell’annata, il “GP US Milanese”: chiude terzo, superato da Corsi e Sacchi. Il 1° aprile vince a Colonia una prova di velocità e chiude terzo, con Piano, l’americana vinta da Leene-Van Dyck. Rimane un mese in Germania dove gareggia su varie piste, con alterni risultati: ad Augsburg viene battuto nella velocità da Steger mentre nell’americana, con Corsi, chiude secondo alle spalle di Dormbach-Brandl.

Acquista comunque notevole esperienza internazionale e rimane uno dei candidati alla maglia azzurra per i Giochi. Tuttavia nella prima preolimpica, disputata il 6 maggio al “Sempione”, viene inopinatamente superato nella velocità da Corsi e Malatesta mentre vince comunque una prova di inseguimento a squadre. Corsi lo supera di nuovo sette giorni dopo a Como dove Severgnini comunque si aggiudica i 400m a cronometro oltre a chiudere terzo l’australiana e quarto la corsa a punti, gare entrambe vinte da Piano. Il 20 maggio a Dalmine Severgnini si aggiudica l’americana con Bernasconi, ma è battuto da Corsi nella velocità e da Consonni nella corsa a punti. Ritrova il successo nella preolimpica del “Sempione”, disputata il 27 maggio: si aggiudica la velocità, ma è battuto sui 400m a cronometro da Tasselli. Il 21 giugno a Copenaghen è battuto nella velocità dall’astro locale Falk Hansen, ma ormai si disimpegna bene anche a livello internazionale ed una maglia per i Giochi è sicura. A scanso di equivoci, Severgnini intanto rivince il titolo italiano della velocità, l’8 luglio sulla nuova pista della Nafta a Genova. Sette giorni dopo, primeggia anche a Firenze, in tre prove: velocità, eliminazione e individuale a punti. Molti lo considerano il miglior pistard italiano dilettante ed ovviamente Alfredo Corti, che si occupa della preparazione degli azzurri, lo inserisce nella lista per Amsterdam. Le gare olimpiche di ciclismo su pista si disputano nell’Olympisch Stadion, appositamente attrezzato con un anello in cemento. Severgnini gareggia nella prova di velocità, cui partecipano 18 atleti di altrettante nazioni, ed esordisce il 3 agosto. Suoi avversari il quotato australiano Standen, il lettone Plume e lo spagnolo Yermo. In una fase di surplace, l’australiano tocca l’azzurro che cade. La prova, da regolamento, deve essere ripetuta e ciò avviene il giorno seguente. Dopo un ulteriore rinvio a causa di una foratura proprio dell’azzurro, vince Standen, con Severgnini secondo davanti a Plume. Tuttavia, poichè al turno successivo accede solo il primo, Severgnini è indirizzato al cosiddetto repechage, un turno di recupero al cui vincitore viene concesso di continuare il torneo. Ma anche qui, stanco per il turno disputato pochi minuti prima, giunge secondo nella sua batteria, superato dall’argentino Malvassi e precedendo il canadese Davies. La sua corsa si ferma qui, è eliminato, con non poca delusione di chi lo pronosticava sicuro protagonista. L’oro va al francese Beaufrand, argento per olandese Mazairac e bronzo al danese Falk Hansen.

Per Severgnini certamente una prestazione opaca. Cerca il riscatto ai Mondiali di Budapest che si svolgono a metà agosto. Dopo un bel torneo, battendo in rapida successione il tedesco Einsiedel, l’altro teutonico Peltz ed il belga Massenhove, in semifinale è stoppato da Falk Hansen (poi oro). Nella “finalina” per il 3° e 4° posto Severgnini viene superato in due prove dall’australiano Standen e deve dunque accontentarsi della “medaglia di legno”. Comunque ha dimostrato che ad Amsterdam ha avuto una battuta a vuoto e che certamente avrebbe potuto ottenere di più. Si rivede solo quando inizia la stagione invernale al “Palazzo dello Sport” meneghino: l’11 novembre viene superato da Pellizzari nella velocità. Il 2 dicembre, sullo stesso anello, trionfa nell’americana, assieme a Piano. Sette giorni dopo invece chiude solo terzo la velocità, sopravanzato da Pellizzari e Corsi. Il 16 dicembre vince la velocità allo “Sport Palast” di Berlino, superando anche il quotato olandese Mazairac. Chiude la sua attività tra i dilettanti con due sconfitte: il 23 e 26 dicembre difatti viene battuto nella velocità al “Palazzo dello Sport” meneghino, chiudendo rispettivamente secondo e quarto le due prove vinte da Pellizzari. Nel 1929 passa professionista e per un decennio rimane tra i nostri migliori pistards. Continua per un lustro come velocista: nel 1929 guadagna il titolo italiano di velocità tra i “pro juniores” e l’anno seguente è secondo nel tricolore tra gli Indipendenti, battuto da Lazzaretti. Nel 1932 si aggiudica la “sei giorni” di Philadelphia, con Grimm, e nello stesso anno viene eliminato in batteria ai Mondiali di velocità. Capendo di non aver più chances tra gli sprinters, Severgnini passa alle corse dietro motori, al Mezzofondo dove nella seconda metà degli anni Trenta diventa il principale esponente italiano. Dal 1934 al 1939 vince difatti cinque titoli italiani consecutivi e guadagna pure due bronzi iridati (1934 e 1938). La Seconda Guerra Mondiale tronca irrimediabilmente la sua carriera, comunque brillante a livello di pista.


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