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SERVADEI Glauco

Forlì 28.07.1913/ Forlì 27.12.1968

1936. Ciclismo. 4° Prova a Squadre, 15° Prova Individuale

 

Sviluppa le prime gare nel 1930 tra gli Allievi, collezionando diverse piazze d’onore, spesso battuto dal suo grande rivale del periodo, un certo Ceroni (che poi sparirà di scena). Coglie il suo primo successo significativo il 5 ottobre nel “Medaglione Vassura” a Forlì e chiude l’annata con un’altra vittoria il 16 novembre nel “GP Dovadola” dove supera allo sprint proprio lo stesso Ceroni. Si aggiudica tra l’altro pure il campionato regionale. Le sue qualità non sfuggono ai dirigenti del “VS Reno Bologna”, una delle compagini emiliane più forti a livello dilettantistico, che nel 1931 lo inseriscono nelle loro file. Servadei è pedina importante della compagine che arriva terza nella sempre prestigiosa “Coppa Italia”, una cronometro a squadre di valenza nazionale che quell’anno viene disputata a Roma. Vince la “Piaggio” di Genova, capitanata dal futuro olimpionico e grande campione Olmo, davanti al “VC Vicenza”, attardato di 4’39” mentre gli emiliani chiudono a 5’09”. Il 5 luglio Servadei è battuto in volata da Secondo Magni[1] nella “Coppa Mussolini” a S. Martino in Strada. Il 2 agosto altra piazza d’onore, stavolta a Ravenna nel “Campionato Romagnolo”, superato allo sprint da Bacchetti. Servadei trova un bel successo il 9 agosto nel “GP Cesenatico”, in volata sul gruppetto dei battistrada. Sette giorni dopo, è superato allo sprint da Campari nella “Coppa Montanari” a Cesena. Il 20 settembre batte tutti a S. Pietro in Vincoli nella “Coppa Triossi”. Il 4 ottobre chiude al sesto posto la “Coppa Serra” a Cesena, vinta da Zanasi. Sette giorni dopo, è battuto in volata da Cimatti nella “Coppa Podestà” a Budrio. Stesso risultato il 18 ottobre nella “Coppa Monti” a Milano. Trova un successo importante il 28 ottobre nel “Giro dell’Emilia”, dominando la volata del gruppetto di battistrada. Il 4 novembre Servadei è nella squadra vincente bolognese della propagandistica staffetta Firenze-Roma[2]. Chiude la stagione il 19 novembre con un buon settimo posto nella “Coppa d’Inverno” vinta dall’oro olimpico Menegazzi e dove gareggiano numerosi Indipendenti. Inizia tranquillo il 1932: il 10 aprile a Forlì viene battuto da Cimatti in un individuale. 14 giorni dopo, chiude secondo il “Giro del Polesine”, battuto allo sprint da Morbiatto. Trova la prima vittoria stagionale il 5 maggio nella “Coppa Pasini” a Forlì, in volata sul gruppetto dei battistrada. Dieci giorni dopo, chiude al terzo posto il “Circuito delle due province” a Codifiume, superato da Cimatti e Fiorini. Il 29 maggio la sua compagine, il “VS Reno Bologna[3]”, termina al quarto posto la “Coppa Italia”, cronosquadre disputata a Roma su 142,8 km: è il più giovane tra i primi arrivati ed i tecnici iniziano a scrivere il suo nome nei loro taccuini.

Tuttavia Servadei non è propriamente un cronoman e difatti diserta le preolimpiche, disputate proprio contro il tempo dato che a Los Angeles si correrà in questo modo. Nel mese di giugno dunque non ottiene risultati rilevanti. Si rivede il 3 luglio quando chiude al quinto posto la “Coppa Mussolini” a Villa S. Martino dove vince Carlotti. Il 24 luglio invece termina secondo il “GP Molinella”, battuto allo sprint da Pellacani. Qualche piccolo problema fisico lo allontana dalle prime piazze per un po’: il 23 ottobre chiude al quarto posto il “Giro della Provincia di Ferrara” vinto da Baldissari. Il 4 novembre è nella squadra della Legione di Bologna che termina al secondo posto la staffetta propagandistica Firenze-Roma, disputata con bici militari e vinta dai comaschi. Si rivede il 5 febbraio 1933 quando chiude al secondo posto il cross di Forlì, battuto dall’olimpionico Cimatti. Sette giorni dopo, coglie la sua prima vittoria veramente significativa: fa suo il “Criterium d’Apertura” a Milano, superando in volata una quarantina di avversari tra cui molti Indipendenti. Inizia ad essere guardato con un certo rispetto anche dai tecnici. Il 26 marzo termina al settimo posto il “Giro della Lombardia Sud” vinto da Negri. Un mese dopo, Servadei vince in volata due tappe[4] della “Brescia-Roma”, riservata ai Giovani Fascisti, dove finisce quarto nella generale vinta da Landi[5]. Il 4 maggio, ancora allo sprint di cui ormai è uno specialista, si aggiudica la “Coppa Podestà” ad Asti, dominando 24 avversari all’Ippodromo. Il 15 giugno primeggia nella “Targa Venturi” a Bologna. Poi, tra fine giugno ed inizio luglio, partecipa con la Nazionale al “Giro d’Ungheria” ed è il migliore dei nostri: vince due tappe[6] e chiude quarto la generale vinta dallo svizzero Stettler. Il 30 luglio finisce ottavo nella prova di selezione per i Mondiali e non viene preso in considerazione: peccato perchè il circuito iridato di Monthlery, in Francia, sembrava perfetto per le sue caratteristiche di passista veloce. Servadei si rivede il 24 settembre quando si aggiudica il circuito di Ospedaletto mentre l’8 ottobre chiude terzo a San Pancrazio, superato da Vichi e Bacchetti. 14 giorni dopo, termina di nuovo terzo nella “Coppa Pasini” a Forlì, battuto dal toscano Bini e Tozzi. Il 29 ottobre è grande protagonista nella “Coppa Pasquali” a Bologna: scatena l’azione vincente con un violentissimo scatto in pianura cui resiste solo l’olimpionico Cimatti che poi lo supera nello sprint conclusivo. I due sono primattori anche il 4 novembre nella “Firenze-Roma”, propagandistica gara a staffetta: fanno difatti parte della squadra vincente, la Legione di Bologna. Servadei inizia il 1934 col piglio giusto, ma l’11 marzo nella volta di 60 corridori che chiude la “Coppa Caldirola” non riesce a trovare lo spunto vincente e chiude ottavo (primeggia Favalli, altro futuro olimpionico). Il 2 aprile vince il circuito di Ascoli Piceno mentre il 21 aprile finisce terzo nel circuito di Forlì, superato da Cimatti e Lazzarini. Otto giorni dopo, Servadei termina terzo anche la “Coppa OM” a Cattolica, battuto stavolta da Piubellini e Taddei. Il 6 maggio Servadei si aggiudica la promiscua “Coppa Caivano”.

Rimane in zona e 4 giorni dopo è all’Arenaccia di Napoli dove, con Cimatti, si aggiudica il “GP Regioni”, un inseguimento a coppie. Il 27 maggio Servadei primeggia nella “Coppa Samorini” a Forlì, vinta allo sprint che rappresenta il pezzo migliore del suo repertorio. Il 1° luglio termina quarto nel promiscuo “GP Settimana Faentina”. Poi, complice qualche infortunio, sparisce di scena. Stabilitosi nella capitale ed ingaggiato dall’AS Roma, si rivede solo il 3 marzo 1935 al Velodromo Appio dove chiude al terzo posto il “GP FCI” di velocità superato da Pola e Bonfanti. Il 7 aprile si aggiudica il “GP Roma” su strada, imponendosi nella volata finale. Ricompare un mese dopo, il 12 maggio: rientrato momentaneamente a Forlì, vi vince la “Coppa Mangelli”. Il 30 giugno a Milano si piazza sesto nella “Coppa del Re” vinta dal compagno di colori Chiappini. Selezionato per partecipare alla prova indicativa in vista dei Mondiali, disputata il 4 agosto ai Giardini Margherita di Bologna, vi chiude sesto, terzo tra i dilettanti[7], ma non viene di nuovo convocato per la rassegna iridata. L’11 agosto vince la “Coppa Masetti” a Casalecchio e quattro giorni dopo termina quarto la “Riccione-Bologna” appannaggio di Pellacani. Si rivede solo a fine stagione: il 6 ottobre finisce decimo la “Tre Valli Varesine” vinta da Chiappini. Chiude l’annata il 3 novembre col 10° posto nella “Coppa Brilli Peri” ad Arezzo, guadagnata in solitario da Del Cancia. Inizia la stagione 1936, tesserato ancora con l’AS Roma, col sogno olimpico: il 1 marzo nel “GP S. Geo” chiude settimo (vince Morbiatto). Il 22 marzo a Forlì finisce terzo nel “Medaglione Vassura”: a superarlo in volata sono Bianchi ed Ardizzoni, altri due futuri olimpionici. Il 5 aprile chiude al sesto posto il “GP Olimpia” a Bologna, appannaggio ancora di Bianchi. Il 10 maggio, con i compagni della Roma[8], termina secondo la “Coppa Italia”, cronometro a squadre di 106 km disputata a Treviso, alle spalle del “GS Battisti”, attardati di 2’14”. Il 14 giugno affronta la “Coppa Azzini” a Modena, un circuito di 100 km con la qualifica di preolimpica: chiude quarto, vince Bavutti (che infatti andrà ai Giochi). Servadei si rivede al Campionato Italiano del 5 luglio, disputato a Parma su un percorso molto dolce: chiude secondo, battuto in volata di trenta dall’outsider Mutti. Piazzamento prestigioso che, abbinato alla piazza d’onore della “Coppa Italia”, ne fa uno dei migliori dilettanti dell’annata a livello di risultati. Difatti, non a caso, viene selezionato per i Giochi dal CT della strada, l’ex corridore del periodo eroico Dario Beni. Il ritiro collegiale si svolge a Castel Gandolfo, con allenamenti sui Castelli Romani e soprattutto nella pianura pontina dato che il tracciato olimpico risulta piuttosto pianeggiante. Si parte per Berlino il 27 luglio, in treno, da Verona. Per la prima volta la gara individuale di ciclismo si disputa in linea e non a cronometro. Partenza ed arrivo al circuito motoristico dell’AVUS: percorso di 100km sostanzialmente pianeggiante. Al via 99 corridori di 28 nazioni. Il tracciato non consente grande selezione e le uniche problematiche sono collegate all’inesperienza di alcuni ciclisti, segnatamente i peruviani, che provocano alcune cadute. Al comando comunque rimangono in una quarantina ed è sprint a ranghi compatti, funestato da un’altra caduta.

Hanno la meglio i francesi: oro a Charpentier e bronzo a Lapebie, già primi nell’Inseguimento a Squadre due giorni prima. Bronzo per lo svizzero Nievergelt. I nostri sbagliano i tempi della volata, lasciando troppo presto allo scoperto Favalli, il “capitano” designato, che non va oltre il 7° posto. Servadei, rialzatosi, termina 15°; Ardizzoni, intruppato a centro gruppo, finisce 16° p.m. mentre Bavutti non viene classificato. La Francia domina la classifica a squadre davanti a Svizzera e Belgio mentre all’Italia rimane solo l’amara “medaglia di legno” del quarto posto. Per il nostro ciclismo una netta sconfitta, maturata in circostanze particolari, ma con poche attenuanti: i tecnici probabilmente hanno puntato su qualche uomo sbagliato. Questi probabilmente non era Servadei che si conferma buon velocista nel prosieguo della sua carriera: sesto ai Mondiali dilettanti in linea, sul circuito del Bremgarten a Berna, il 20 settembre vince il “Circuito delle Caminate” a Predappio. Si ripete il 28 ottobre, aggiudicandosi il circuito di Imola ed il 15 novembre la “Coppa Leonardi” a Ravenna. Nel frattempo è passato “professionista” e l’8 novembre ha chiuso al 13° posto il “Lombardia” vinto da Bartali: un ottimo risultato al primo vero confronto coi più forti del momento. Chiude la sua bella annata il 22 novembre col 5° posto nella “Genova-Nizza” vinta da Rimoldi. Quindi per sei stagioni è nel novero dei nostri migliori corridori: vince sei tappe al “Giro d’Italia”[9] e due frazioni al “Tour” del 1938 dove Bartali fa il fenomeno. Si conferma nei primi anni ’40, quando l’Italia è già in guerra e le difficoltà di organizzazione aumentano anche se il regime fascista fa di tutto per mantenere lo status quo, favorendo comunque, anche tramite agevolazioni particolari, la disputa delle corse. Grazie al suo spunto veloce, Servadei vince diverse gare tra cui la “Bernocchi” ed il “Moschini” nel 1942 oltre al “GP Roma” nel 1943, anno in cui grazie a diversi piazzamenti (2° a Sanremo e nel “Toscana”) si aggiudica il “Giro d’Italia di guerra”, manifestazione particolare con classifica a punti in relazione a varie corse dell’annata[10]. E’ questa probabilmente la stagione migliore della sua carriera, coronata pure dal successo nel “Giro della Provincia di Milano”, cronometro a coppie disputata assieme a Fiorenzo Magni l’11 luglio 1943: è l’ultima gara ufficiale di un certo livello organizzata prima della sospensione dovuta all’invasione alleata della penisola. Gli eventi bellici troncano la sua carriera, come molte altre, proprio sul più bello: a 33 anni, dopo il conflitto, Servadei torna alle gare, trovando anche ingaggi importanti nella “Bianchi” (dove ha come capitano Fausto Coppi) e nella “Viscontea”, squadre di primo rango. Però dopo il secondo posto nel tricolore del 1945 (vinto da Canavesi grazie ad una lunga fuga), non ottiene più risultati importanti, terminando il “Giro” del 1947 (vinto proprio da Coppi cui comunque fa da gregario) al 23° posto. Due anni dopo finirà 48°: è questo l’ultimo risultato significativo di una carriera comunque brillante.


[1] Nato a Massarella di Fucecchio (FI) il 24.03.1912. Sarà poi gregario di Bartali nella “Legnano”, ottenendo comunque anche alcune vittorie di buon livello tra cui la tappa Gorizia-Cortina al “Giro d’Italia” 1939 ed il “Giro del Veneto” 1938. Tra i suoi successi pure “Giro del Casentino” 1937 e “Giro dell’Umbria” 1938. Nessuna parentela col ben più noto Fiorenzo

[2] Con lui figurano Cimatti, Zanasi, Vignoli, Simoni, Verlicchi, Iori, Zucchini

[3] Con lui gareggiano Albanelli, Campari e Fiorini

[4] Firenze-Grosseto e Grosseto-Roma

[5] Nato a Galliano di Barberino del Mugello (FI) il 27.09.1913. Nella categoria maggiore al suo attivo solo due vittorie di tappa al “Giro dei Tre Mari” 1938. Aveva illuso tutti col terzo posto nel “Lombardia” 1937, dietro due campioni come Bartali e Bini

[6] a Szombathely e Szekesfehervar

[7] La gara è promiscua: vince Olmo mentre, a livello dilettantistico, Servadei è battuto da Maldini e Mancini, 4° e 5° assoluti, che invece vengono selezionati per i Mondiali

[8] Chiappini, Toccaceli, Favalli

[9] Due nel 1937, una nel 1939 e 3 nel 1940

[10] La manifestazione viene interrotta bruscamente a luglio, con l’invasione degli Alleati in Sicilia, considerando come acquisita la classifica sin lì ottenuta. Dunque Servadei vince con 21 punti davanti a Bizzi (13) e Bartali (10)


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