SERGO Ulderico
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Fiume 04.07.1913 / Cleveland (USA) 20.02.1967
1936. Pugilato. MEDAGLIA D’ORO pesi gallo
Nasce a Fiume quando la città è ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico: per questo all’anagrafe viene registrato come Ulrich, poi trasformato in Ulderico quando l’area natia, dopo le note vicissitudini post-belliche, diventa italiana a tutti gli effetti. Inizia a praticare il pugilato nel 1929, quando ha 16 anni, ma non disdegna di cimentarsi anche in altri sport. Gioca a calcio come centrocampista nella squadra del suo quartiere, Torretta, e si cimenta pure nell’attività podistica: nel 1930 è secondo nel “Giro del Ferragosto”, disputato a Fiume il 15 agosto sulla distanza di 6km, e occupa nuovamente la piazza d’onore del “Giro notturno di Fiume” il 4 novembre. L’anno successivo, sempre più assorbito dai matches pugilistici, non va oltre il 13° posto del solito “Giro del Ferragosto”, concludendo mestamente la carriera podistica. Frequenta l’Accademia pugilistica fiumana di Cesare Pamich (zio del celebre marciatore Abdon) ed è allenato da Celso Jerina che nel 1929 lo fa debuttare contro il campione friulano Cheller, costretto al pareggio. Seguono gli incontri organizzati dall’Accademia fiumana: Sergo si afferma in diversi matches interprovinciali e batte il britannico MacKinley in un confronto fra la rappresentativa di Fiume ed una formazione della Marina inglese. L’anno successivo Sergo vince il Campionato regionale dei pesi “mosca”, per poi conquistare nel 1931 il titolo del Triveneto dei pesi “gallo”, dimostrando buona tecnica e capacità di grande schermidore, veloce e pungente. Al Campionato italiano incontra al primo turno il sardo Melis che viene mandato al tappeto senza che questo basti per vincere l’incontro. Le proteste saranno inutili e Melis proseguirà il torneo vincendo il titolo della categoria. Alla prima preolimpica del 1932, disputata il 7 marzo a Milano nel salone del “Fagiano Dorato” in Via Spallanzani, si “vendica” dello stesso Melis, battendolo ai punti. Supera poi in successione il compagno di palestra Stella, il triestino Longhides e il polese Ricato. Sergo figura così tra la quarantina di pugili convocati per il ritiro preolimpico di Formia che inizia il 23 maggio, ben organizzato dal podestà Tonetti e supervisionato dal segretario FPI Mazzia che, con Volpi e Teodori, fa parte della Commissione Tecnica la quale alla fine, sentito il parere del CT Garzena, sceglierà gli azzurri per i Giochi. Sergo ci prova, ma il “solito” sardo Melis cova la vendetta che trova puntualmente il 20 giugno, alla fine del collegiale, quando appunto lo batte, ostruendogli la strada per i Giochi. Sergo comunque non si arrende. Il 22 agosto conquista difatti il campionato giuliano dei “gallo”, battendo Longhides per kot alla seconda ripresa. Con i migliori in America per i Giochi, la nostra Nazionale affronta una trasferta nell’est Europa coi cosiddetti “cadetti” tra i quali figura anche Sergo che fa bella figura: il 15 settembre a Praga batte ai punti Prohaska, ma i nostri perdono 3-5. Tre giorni dopo a Poznan pareggia col polacco Polus e finisce in parità pure il confronto tra le nazionali (8-8). Identica situazione il 21 settembre a Brno, ancora contro i cecoslovacchi: pareggia con Navatil anche se i giudici danno una bella mano al padrone di casa, messo ripetutamente in difficoltà dall’azzurro.
Tutta la serata vede protagonista la giuria: alla fine è un altro pareggio, ma i nostri hanno dominato più di un match. Sergo torna in Nazionale tra la fine di novembre ed i primi di dicembre, per una tournèe in Danimarca dove è grande protagonista: a Copenaghen batte prima Wechiter e poi Krantoff, a Odense supera Olsen e ad Elsinore prevale su Christensen che si prende la rivincita nella capitale quando però la giuria gli regala letteralmente la vittoria, provocando pure le proteste dello sportivissimo pubblico di casa. A dicembre Sergo è tra i più attesi dei tricolori, disputati a Roma nel Teatro Jovinelli. In effetti parte bene: batte il siciliano Bisignano per kot alla prima ripresa. Poi supera ai punti l’emiliano Vignoli, ma in semifinale si trova la strada ostruita dal laziale Di Paolo (che poi vincerà il titolo). Ai primi di aprile del 1933 compie una trasferta in Ungheria con altri pugili fiumani. A Budapest viene battuto ai punti dal campione magiaro Kubinyi, ma il verdetto è fortemente contestato anche dal pubblico di casa. Nel viaggio di ritorno, si fermano a Dombovar dove Sergo batte Olasz. Torna in Nazionale: il 23 luglio è ad Essen per Germania-Italia, ma perde ai punti con Beck, in un match dove comunque non sfigura ed in cui probabilmente sarebbe stato più giusto un verdetto di parità. I nostri sono sconfitti 12-4. Un mese dopo, Sergo è a Nizza dove gli azzurri affrontano i francesi: è tra i migliori e vince i suoi due incontri, ai punti, con Sauverain e Puché, ma i transalpini si impongono 26-22. Si rivede ai tricolori di Ferrara, disputati nel Teatro Verdi a metà ottobre: Sergo vince, superando agevolmente i vari turni (il veneto Pandolfini, il piemontese Scorda, il marchigiano Saracini) e battendo in finale il ligure Ferrari. Il 28 novembre, al Teatro Moderno di La Spezia, supera agevolmente ai punti il genovese Re. È ormai il miglior “gallo” nazionale. Si rivede tra l’8 ed il 10 marzo 1934 quando a Genova, nel Teatro Nazionale, si disputano le selezioni per la Nazionale da inviare agli Europei di Budapest. Sergo batte Serpi e Pandolfini, poi in finale approfitta del forfait di Vignoli per assicurarsi la maglia azzurra che probabilmente avrebbe conquistato comunque. A metà aprile è dunque a Budapest: al primo turno, che poi è un quarto di finale, supera bene il romeno Osca. Poi trova il forte magiaro Enekes, l’oro di Los Angeles. Sergo si batte bene, è in chiaro vantaggio ai punti, ma nella terza ripresa il fattaccio: sentendosi battuto, Enekes diventa scorretto, lanciandosi in alcuni colpi proibiti tra cui una testata che apre una profonda ferita sopra l’occhio destro di Sergo che perde copiosamente sangue. L’arbitro ferma l’incontro e, incredibilmente, assegna la vittoria ad Enekes perchè l’azzurro non è in condizione di combattere!
Entusiasmo generale ma verdetto scandaloso. Oltre tutto Sergo è talmente malconcio da non poter disputare la “finalina” 3°-4° posto col polacco Rogalski: una versa disdetta perchè avrebbe meritato il titolo, figurarsi il quarto posto. Una sconfitta immeritata che brucia non poco. Non è facile smaltire la delusione. Sergo torna sul ring solo il 21 settembre a Zurigo, per Svizzera-Italia: vince bene ai punti con Seidel e gli azzurri battono nettamente gli elvetici 13-3. Quindi, ai primi di novembre, è protagonista dei cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti atletici nazionali. Gli incontri di boxe tra l’altro hanno valenza di tricolori. Sergo si conferma alla grande tra i “piuma”: supera ai punti il cagliaritano Caneddu, il torinese Serpi ed il foggiano Bilotti, approdando in finale dove batte il maremmano Vicini, guadagnando così un altro titolo italiano. Ritrova la Nazionale per una tournée in Inghilterra: il 5 dicembre alla Royal Albert Hall londinese viene battuto da Robinson, in un incontro dove non ha saputo esprimersi al meglio. I nostri comunque vincono 5-2 nel computo generale. Sette giorni dopo, si svolge Irlanda-Italia a Belfast: Sergo supera Hughes, ma i padroni di casa si impongono 4-3. Neanche il tempo di rientrare in Italia che torna subito sul ring: il 22 dicembre a Fiume batte il romano Marfori per kot alla terza ripresa, in un match che i padroni di casa vincono 4-2 con una selezione capitolina. Sergo si rivede ai tricolori di Milano del 1935, disputati ai primi di aprile nel teatro di Via Vasari. È il favorito dei “gallo”, ma nel primo match si procura una vistosa ferita all’arcata sopraciliare che lo condiziona non poco: vince col lombardo Bonetti, ma la ferita non si rimargina. Incerottato, affronta la finale con l’altro lombardo Baroni che lo mette ripetutamente in difficoltà: la ferita sanguina di nuovo e Sergo non può esprimersi al massimo. Ai punti, sia pure di misura, vince Baroni. Rientra in Nazionale a metà giugno quando al “Roland Garros” di Parigi si disputa un’importante riunione internazionale: batte il ceco Navartil, ma è superato ai punti dal belga Legrand. Relegato nella “finalina” 3°-4° posto, sconfigge l’irlandese Healy. Grazie anche al suo piazzamento, gli azzurri comunque vincono la classifica a squadre, determinata a punti in base ai vari risultati. La sua stagione termina praticamente qui. Inizia alla grande 1936, annata olimpica: il 19 gennaio a Trieste si aggiudica il campionato giuliano, superando Micheli per kot alla prima ripresa, dominandolo con una terribile gragnola di colpi che costringe l’arbitro a sospendere il match. Ai tricolori di Roma, disputati al Teatro Jovinelli ai primi di aprile, si presenta da favorito ed in effetti supera bene il primo turno, contro il campano Roio. Poi però incappa in una serata-no, scoprendo inusualmente la difesa: ne approfitta il lombardo Bottigelli che lo manda al tappeto per alcuni secondi. Sergo si rialza, ma la frittata è fatta: non riesce a recuperare lo svantaggio e perde l’incontro, venendo eliminato clamorosamente.
Tuttavia la sua classe non si discute e viene inserito nella lista dei 35 “probabili olimpici” che, già a metà maggio, partono per il ritiro di Senigallia, con sede alla “Pensione Azzurra”. Allenamenti intensi e lunghi, come da tradizione, vita spartana ed ascetica, sotto la guida del CT Garzena e del “secondo” Toscani. Solo ai primi di luglio avvengono le selezioni decisive: al Teatro Stamura di Ancona, Sergo batte Paoletti e si guadagna la maglia azzurra. Arriva ai Giochi, secondo una statistica, dopo aver vinto circa il 90% dei matches disputati dall’inizio della sua carriera. Si parte per Berlino il 27 luglio, in treno da Verona. Le gare olimpiche di pugilato si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport. Sergo gareggia nei “gallo” dove partecipano 24 pugili ed il cui limite di peso è 53,52kg. Esentato dal primo turno per sorteggio, Sergo è assolutamente strepitoso. Sempre ai punti, dall’11 al 14 agosto batte l’ungherese Kubinyi, il belga Cornelis ed in semifinale lo svedese Cederber. Giunge quindi da dominatore all’atto conclusivo, il 15 agosto contro il quotato statunitense Wilson, un colored che oltre tutto lo sovrasta nettamente in altezza (182cm) ed in allungo. Sergo non trema ed ingaggia una furiosa battaglia ravvicinata con l’americano, costringendolo alle corde sulla difensiva e guadagnando punti importanti. I giudici giustamente si convincono e lo premiano con l’oro mentre il bronzo va al messicano Ortiz. Favoloso torneo di Sergo, pugile di classe e temperamento, che merita appieno le massime lodi. La vittoria olimpica, secondo consuetudine, gli consegna anche il titolo europeo. La sua carriera prosegue poi splendidamente, ancora nei “gallo”: nel 1937, in USA, vince il prestigioso “Golden Glove” ed a Milano guadagna l’oro europeo. Potrebbe passare professionista, ma non lo fa. Nel 1938 rivince il tricolore, nel 1939 un altro oro europeo (a Dublino) e di nuovo il “Golden Glove” in America. Alla fine si convince e passa professionista nel 1941. Nonostante la guerra, combatte intensamente senza però raggiungere le vette auspicate. Nel 1942 perde due volte i matches per il titolo italiano con Bondavalli che si difende a stento nel 1944 quando i due pareggiano. Stesso risultato pochi mesi dopo con Morabito, per il titolo dei “mosca”. In una confessione a posteriori, l’arbitro e giudice unico dell’incontro, il fiumano Rosario Duncovich, ammetterà di essersi pentito di aver negato la vittoria al pugile concittadino per non essere accusato di campanilismo. Niente da fare: Sergo non riesce a conquistare il Campionato Italiano, neanche negli anni successivi, pur combattendo (e vincendo) molto. Riprende a boxare subito dopo il termine del conflitto, iniziando un'intensa attività agonistica dapprima sia in Italia che a Fiume (dove è responsabile per il pugilato del Comitato cittadino di cultura fisica), tornando temporaneamente allo status di dilettante e venendo incluso nella formazione fiumana in occasione dell’incontro fra la S.C.F. Magazzini Generali e la Nazionale ceca il 6 settembre 1946. Nel 1947 si trasferisce a Trieste, diventando allenatore presso l’Accademia pugilistica, dando i primi consigli ad un giovanissimo Nino Benvenuti. Sergo chiude la sua carriera nel 1952 ed il suo score è comunque importante: 31 vittorie, 10 sconfitte, 5 pareggi. Un pugile senz’altro di alto livello, strepitoso tra i “puri”, cui è mancato l’alloro, che pure meritava, tra i professionisti. Nel 1958 Sergo emigra a Cleveland, negli Stati Uniti, dove se ne va ad appena 53 anni causa un’intossicazione da funghi velenosi.