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SELVA Ezio

Locarno (Svizzera) 20.03.1902 / Miami Beach (Stati Uniti) 29.12.1957

1928. Tuffi. Eliminato Primo Turno Piattaforma

Nato in Svizzera ma milanese d’adozione. Nel capoluogo meneghino difatti si tessera per l’Ardita e pratica tuffi sin da adolescente. I suoi primi risultati risalgono al 1924: il 3 agosto giunge terzo in una gara a Moltrasio, dietro Cameroni e Gatti, a tre punti dal primo. L’anno seguente compie il salto di qualità. Il 15 e 16 agosto 1925 è buon protagonista delle gare che si svolgono a Pusiano, in contemporanea coi tricolori di nuoto, ma non assegnano il titolo nazionale. Chiude al quinto posto la prova da 5 metri vinta dal grande Cangiullo che si impone anche a Firenze il 30 agosto nelle gare che stavolta assegnano il tricolore. Selva chiude ottimo secondo la prova dalle altezze più elevate, 3 e 5 metri, suscitando l’ammirazione generale per i tuffi “mortali” mentre chiude al 5° posto dai trampolini più bassi, 1 e 3 metri, dove vince di nuovo Cangiullo, vero leader della specialità in Italia. Selva torna in gara il 13 settembre, nell’importante meeting di Pesaro: chiude al terzo posto sia la prova da 3m, alle spalle dello svizzero Bisckof e lo jugolsavo Grilc, che quella da 5-10 m, dietro l’imbattibile Cangiullo e lo stesso Grilc. Buoni risultati che lo confermano anche in sede internazionale. Il grande Cangiullo inizia a seguirlo amorevolmente, quasi come un figlio, istruendolo e plasmandolo. I frutti si vedono presto. Il 20 giugno 1926 nella piscina della “Canottieri Milano”, che ha fatto costruire un’apposita struttura per i tuffi, Selva vince la gara da 1 e 3 m, a pari merito col romano Lanzi. Nella prova da 5 e 10 m, noblesse oblige, si impone proprio Cangiullo ma Selva chiude ottimo secondo. Il 18 luglio, nella “solita” piscina della “Canottieri”, Selva si aggiudica il titolo di campione lombardo da 1 e 3 metri, con 18 punti di margine su Atzori (203,58 contro 185,09). Si parla di lui già come “erede” di Cangiullo anche se il napoletano è sempre sulla breccia. Proprio lui difatti lo batte l’8 agosto nei tricolori di Sampierdarena, disturbati peraltro da un forte vento di maestrale che non consente ai tuffatori di esprimersi al meglio. Selva è secondo da 5 e 10 m mentre dal trampolino (3 m) chiude terzo, battuto dal cagliaritano Atzori e dal romano Granata. Nel 1927 continua la sua ascesa. Il 26 giugno nella piscina della “Canottieri Milano” vince la gara dalla piattaforma e chiude secondo, battuto da Cozzi, nella prova dal trampolino. Provoca una grande sorpresa ai tricolori di Bologna, nella nuovissima piscina del “Littoriale”, dove nella gara da 3 e 5 m supera il suo maestro Cangiullo, apparso fuori forma: Selva ottiene 107,30 contro i 105,40 del napoletano, cogliendo così il suo primo tricolore e sancendo una sorta di passaggio di consegne.

Ai primi di settembre partecipa agli Europei di Bologna, guadagnando uno splendido bronzo dalla piattaforma, alle spalle dei tedeschi Luber e Riebschlager. Il 1928 è annata olimpica e, ancora guidato dal mentore Cangiullo, ovviamente Selva punta ai Giochi. Il 10 giugno vince a Parigi, nella piscina olimpionica delle Tourelles, la prova della piattaforma: totalizza 79,84 punti contro i 75,58 del francese Billard ed i 74,96 di Cangiullo. Si tratta di un importante gara a livello internazionale ed i due italiani si assicurano in pratica il posto per i Giochi. Le gare olimpiche dei tuffi si disputano nello “Zwemstadion”, “stadio del nuoto”, ubicato in un canale, lo Stadiongracht, in pieno centro di Amsterdam, nei pressi dello Stadio Olimpico. Selva gareggia solo nella prova dalla piattaforma cui prendono parte 24 tuffatori di 12 nazioni e si svolge l’11 agosto. La gara prevede 4 tuffi obbligatori, due da 5 metri e due da 10 metri. Selva va male: giunge 8° (ed ultimo) nel suo girone di qualificazione, totalizzando solo 61,72 punti e rimanendo ben lontano dal terzo posto, l’ultimo che dà diritto al turno successivo, ottenuto dal canadese Phillips con 78,42. La poule è dominata dal fuoriclasse statunitense Desjardins davanti al tedesco Riebschlager mentre Selva è superato anche dal finnico Lampila, il britannico Burne e l’olandese Lotgering. Lo stesso Desjardins guadagna l’oro e fa doppietta col trampolino mentre l’argento va all’egiziano Simaika ed il bronzo all’altro americano Galitzen. Per Selva una partecipazione alquanto mediocre. Tenta il riscatto ai tricolori di Roma, disputati ai primi di settembre, ma trova nell’amico Cangiullo un varco insuperabile e dalla piattaforma deve accontentarsi del secondo posto. Si rivede solo il 21 luglio 1929 a Bologna dove, nella piscina del “Littoriale”, si disputa il match natatorio Italia-Ungheria. Selva brilla, aggiudicandosi la prova dei tuffi davanti ai rappresentanti magiari. I nostri però perdono il confronto generale. Si ripete sette giorni dopo, nell’inaugurazione della piscina meneghina di Via Ponzio. Termina praticamente qui la carriera di Selva come tuffatore: non consegue più difatti vittorie di spicco. I successi li trova invece nella motonautica, sport cui si dedica a lungo negli anni successivi ed in cui miete allori internazionali a ripetizione. Ma questa nuova attività, che coltiva ben oltre i 50 anni di età, lo porta ad una tragica fine. Il 29 dicembre 1957 mentre, col suo scafo “Moschettiere”, si trova al comando dell’Orange Bowl Regatta, a Miami, subisce un tremendo incidente: l’imbarcazione s’impenna, si rovescia ed urta violentemente l’acqua. Per Selva è la fine.

selva grande

Los Angeles 1932. La squadra azzurra di ciclismo su strada ai Giochi americani. Segato è individuato dal tondo. Con lui, da sinistra: Cazzulani, Pavesi (oro) ed Olmo