SEGATO Guglielmo
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Piazzola sul Brenta (PD) 23.03.1906 / Motta di Livenza (TV) 19.07.1979
1932. Ciclismo. MEDAGLIA D’ORO Prova a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Prova Individuale
Rispetto ad altri corridori dell’epoca, comincia tardi a mettersi in mostra e solo alla fine degli anni Venti ottiene i primi risultati significativi. L’11 agosto 1929 termina secondo la “Coppa Zuliani” a Padova, battuto in volata dallo sconosciuto Armellini. Il 29 settembre altra piazza d’onore nel “Giro delle Tre Province” ad Adria: a superarlo stavolta è Veronese, un altro che non farà strada. Il 10 novembre Segato chiude l’annata col successo nel campionato sociale del “Veloce Club Vicenza”. Nel 1930 non ottiene risultati eclatanti: il 20 luglio è secondo nella “Targa Favaro” a Scorzè, battuto in volata da Lorenzo ed il 3 agosto si piazza 8° nella “Bassano-Monte Grappa” che, col suo impervio arrivo in salita, non pare adatta alle sue caratteristiche. Segato difatti appare un buon passista, adatto magari a percorsi misti ma dalle pendenze dolci. Il 24 agosto coglie un altro secondo posto nel “GP Provera”, superato allo sprint da Posocco. Il 19 ottobre chiude nono il “Piccolo Lombardia” vinto da Minasso. Si tratta di risultati che possono vantare decine di altri corridori: a 24 anni è ancora un oscuro sconosciuto. Inizia il 1931 con il 12° posto nel “GP S. Geo” vinto da Bovet. Si rivede il 14 giugno quando a Roma, con il “VC Vicenza[1]”, chiude al secondo posto la sempre prestigiosa “Coppa Italia”, cronometro a squadre: vincono i liguri della “Piaggio”, capitanati dall’altro futuro olimpionico Olmo, con 4’39” di vantaggio. Sette giorni dopo, Segato chiude al quarto posto la “Coppa Viscosa” a Padova vinta da Canazza. Il 2 agosto finisce settimo la “Lodi-Modena” a cronometro, prova di selezione per i Mondiali e vinta da Catellani su Olmo. Sette giorni dopo, a Padova chiude al quarto posto un’altra indicativa iridata, vinta da Cipriani, ma alla fine non viene selezionato in azzurro. Ha comunque dimostrato buona attitudine alle corse contro il tempo ed il suo nome comincia ad essere noto ai tecnici. Il 30 agosto finisce secondo il “Circuito del Piave”, battuto da Vignoli. In azzurro comunque ci va, dimostrandosi corridore completo, al “Giro d’Ungheria” a tappe, disputato ai primi di settembre, dove è il migliore dei nostri, appositamente invitati ed inviati: chiude difatti al terzo posto la classifica generale, alle spalle dei padroni di casa Liszkai e Nemes. Si rivede solo il 4 ottobre, ma l’esperienza magiara gli ha fatto bene: vince difatti la “Coppa Bassano”, suo primo successo di buon livello. Il 18 ottobre si piazza al quinto posto nel “GP Treviso”, vinto in volata da Andretta. Chiude la sua annata il 7 novembre, giungendo quarto nella “Coppa Borletti” a Bagnoli di Sopra dove vince Morbiatto. Nel 1932 continua con le corse su strada: il 20 marzo finisce settimo il “GP Tombolo” vinto da Andretta.
Si rivede due mesi dopo, il 15 maggio, quando vince in solitudine la “Coppa Fumei” ad Agordo, con due minuti di margine sul secondo, Censi. 14 giorni dopo, a Roma si disputa la “Coppa Italia”, cronosquadre di 142,8 km: il “VC Vicenza”, la squadra di Segato[2], chiude di nuovo ottima seconda alle spalle dell’US Milanese, staccata di 2’19”. È la conferma per Segato di essere soprattutto un buon passista. Si rivede difatti solo il 26 giugno nell’ultima e decisiva preolimpica, una cronometro di 103,3 km a San Vito al Tagliamento. Chiude al quarto posto, a 56” dal sorprendente vincitore Zaramella[3] e si guadagna un posto nella lista azzurra per Los Angeles anche se probabilmente pare delegato al ruolo di riserva. Comunque non tutto è deciso: i selezionatori, Vittorio Spositi (potente segretario UVI) e Luigi Bertolino (vice-presidente UCI e delegato CT per la strada), valuteranno la situazione in America. Gli altri azzurri sono Olmo, Cazzulani, Pavesi e Zaramella. Il viaggio per l’America è lungo e massacrante. Il 1° luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. I ciclisti sono i più fortunati perchè hanno a disposizione il cosiddetto home-trainer ovvero i rulli che, sistemati sul ponte della nave, permettono comunque di tenere le gambe in movimento. L’11 luglio si arriva a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti dove Olmo, attesissimo, e Cazzulani si dimostrano di gran lunga i più in palla. Al contrario, Zaramella ha sofferto più del dovuto il viaggio e pare l’ombra del corridore di un mese prima. Così i tecnici decidono di organizzare una vera e propria sfida su strada tra gli azzurri: il peggiore risulta proprio Zaramella che così non correrà. Segato dunque diventa titolare. I nostri fanno le cose per bene. La sera della vigilia non dormono nel troppo caotico e distante villaggio olimpico. Si rintanano, unici tra tutti i partecipanti, in un piccolo rifugio alpestre, a 500m di quota, sui monti Alsowhere, non distante dalla località di partenza.
La gara olimpica di ciclismo si svolge la mattina del 4 agosto lungo 100 km a cronometro, con partenza a Balcom Canyon ed arrivo nella periferia nord di Santa Monica, su un tracciato per lo più pianeggiante e pittoresco, a mezza costa davanti al Pacifico, sulla litoranea. Partecipano 35 corridori di 11 nazioni. I tempi realizzati dai primi tre concorrenti di ogni paese, tramite semplice somma, serviranno a compilare la classifica a squadre. La corsa si trasforma in uno straordinario trionfo azzurro, con Pavesi a coprire il percorso in 2h28’05”: risulta il miglior tempo in assoluto e vale la medaglia d’oro. Secondo, a 1’16”, giunge proprio Segato mentre il bronzo va allo svedese Britz, a 1’40”. Quarto un altro italiano, Olmo, a 1’43”: per soli tre secondi dunque il podio non è tutto azzurro. Ovviamente i nostri dominano la classifica a squadre, con un totale di 7h27’15”, addirittura con 11’35” di margine sulla Danimarca e 11’57” sulla Svezia. Cosa pretendere di più? Il nostro ciclismo dilettantistico va sul tetto del mondo anche in strada dopo i tanti successi della pista. Per Segato un oro ed un argento: solo Pavesi in questa edizione dei Giochi ha fatto meglio di lui. Hanno comunque trionfato gli uomini meno attesi, gli outsiders, capaci di vivere un giorno da leoni al momento giusto. Rientrato in Italia, non è facile per Segato smaltire la sbornia olimpica, soprattutto con due medaglie al collo per uno che sino a quel momento aveva vinto solo corse di secondo piano. Tra feste e premiazioni (Duce e principe Umberto compresi) passano due mesi e Segato in pratica rientra in gara solo al “Lombardia” dove peraltro si ritira. Passato professionista, la sua carriera non conosce slanci: nel 1933 chiude il “Giro d’Italia” con un anonimo 33° posto e sparisce presto di scena, senza ottenere alcun risultato non solo nelle “corse-monumento”, ma neppure nelle prove minori. Non trovando fortuna in Italia, si trasferisce in Francia dove almeno consegue qualche discreto risultato, dal 1935 al 1937, nelle gare di secondo piano, vincendo pure 4 volte[4], ma mantenendosi sempre e comunque lontano dall’eccellenza. In sostanza la sua carriera risulta mediocre ed illuminata solo dal lampo olimpico.
Los Angeles 1932. La squadra azzurra di ciclismo su strada ai Giochi americani. Segato è individuato dal tondo. Con lui, da sinistra: Cazzulani, Pavesi (oro) ed Olmo
[1] Con lui gareggiano Saoncella, Morbiatto e Andretta
[2] Con lui gareggiano Andretta, Morbiatto e Zaramella
[3] Secondo giunge Sella e terzo Segato
[4] Nel 1935 vince il Circuit Alason a Villefranche-de-Rouergue, nel 1936 guadagna il GP Commercants a Tonneins, nel 1937 si aggiudica il GP Commercants a Libos ed il Circuit de la Fete a Fumel