SCOTTI Carlo
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Treviglio (BG) 11.05.1904 / deceduto
1924. Pugilato. Eliminato Ottavi di Finale pesi massimi
Fisico possente e ben strutturato, tesserato per l’US Lombardia, prima dei 18 anni è già sul ring e si fa presto un nome a Milano e dintorni perchè, molto potente, vince spesso prima del limite. Cresce fino a pesare più di 90 kg e gareggia nei “massimi”. Vero e proprio “colosso”, a metà novembre 1923 partecipa da favorito alla riunione per il “Guanto d’Argento” al Teatro Verdi di Milano dove, in vista dei Giochi, si pensa già a cercare i migliori pesi “massimi”. Scotti è una furia: batte Ramello per ko al primo round e stesso trattamento riserva a Salvatici. In finale trova il veneto Bertazzolo, potente ma grezzo tecnicamente. All’inizio non riesce ad inquadrarlo e viene ferito ad un occhio che si gonfia in pochi secondi. Scotti reagisce d’impeto ed entra facilmente nella guardia dell’inesperto avversario fino a metterlo al tappeto tre volte nel giro di pochi secondi: l’arbitro dichiara il kot. Scotti dunque si lancia tra i migliori “massimi” italiani ed una maglia azzurra per i Giochi sembra a portata di...guantone. Il 29 novembre al Teatro Verdi di Milano un altro show: Scotti batte facilmente, per ko al primo round, un troppo arrendevole ed inesperto Osti. D’altra parte appare sempre più difficile trovare avversari al suo livello. Scotti inizia il 1924 con un solo obiettivo: i Giochi. Il 29 gennaio al Politeama Verdi affronta il torinese Cerutti, tricolore in carica. Sulla carta sembra un match equilibrato, ma non è così. Scotti parte subito all’attacco, sorprende l’arrendevole avversario che, stordito ed incapace di replicare, abbandona già nel corso del primo round tra la delusione generale. Scotti sembra non temere confronti anche se la sua boxe rimane ancora acerba e fin troppo basata esclusivamente sulla potenza. Ai primi di febbraio ottiene il titolo lombardo dei “massimi” senza gareggiare visto che gli avversari hanno paura di lui e non si presentano. Il 22 febbraio partecipa all’incontro Lombardia-Lazio, tenutosi al Politeama Milanese di Corso Buenos Aires e valido per la “Coppa Ferrario”. In condizioni stepitose, Scotti è una macchina da pugni e costringe alla resa Sassinella già nella prima ripresa, spedendolo ko. Indubbiamente è il più forte “massimo” italiano anche se la sua tecnica rimane approssimativa. Ovviamente è il favorito dei tricolori che si svolgono al Politeama di Firenze a metà marzo.
In effetti non sembra trovare ostacoli: supera agevolmente Turchetti e Davia mentre in finale affronta il veneto Cusinato che, a sorpresa, gli crea più di un problema. Il combattimento è ostico, i due pugili si ostacolano a vicenda, si bloccano, si abbracciano, si spingono, sferrano anche colpi proibiti, sotto la cintura ed alla nuca. L’arbitro indugia, il pubblico fischia. Cusinato finisce a terra dopo una spinta, si rialza, protesta. Gli spettatori lanciano cuscini sul ring, l’arbitro sospende il match e viene dichiarato il no contest. L’incontro viene ripetuto il 17 aprile al Politeama Milanese e stavolta Scotti, imparata la lezione, ha facilmente ragione di Cusinato ai punti. Inevitabilmente, la maglia azzurra è sua. Viene così convocato, assieme ad altri 29 pugili, dal CT Bianchi per il ritiro collegiale di preparazione che si svolge a Bellusco, nella villa Bartesaghi di proprietà del cav. Ostali (vice-presidente della FIP), attrezzata a palestra con tanto di ring in giardino e punching ball nel patio. Non mancano scherzi e divertimento, con frequenti bagni nel vicino Adda. A poco a poco, tra abbracci e lacrime di commiato, i trenta devono essere “dimezzati”, rimandando a casa coloro i quali non dimostrano di essere pronti al punto giusto per i Giochi. Non è mai semplice escludere qualcuno, ma è la dura legge dello sport ed il CT Bianchi, affiancato dall’allenatore in seconda Zanatti, compie il suo lavoro con giudizio severo ma imparziale. Scotti però ha il posto assicurato e va a Parigi. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al famoso Vel d’Hiv, il velodromo d’inverno teatro di numerose competizioni ciclistiche di rilievo. Il torneo dei “massimi” (peso maggiore di 79,379 kg) è ad eliminazione diretta e vi partecipano solo 15 pugili di 10 nazioni. Scotti esordisce il 15 luglio negli ottavi contro il danese Petersen che vince ai punti. Scotti viene dunque subito eliminato. L’oro va al norvegese Von Porat (che aveva battuto l’altro italiano Bertazzolo) sullo stesso Petersen mentre il bronzo è appannaggio dell’argentino Porzio. Per Scotti una prestazione tutt’altro che memorabile, dopo tante premesse a suon di ko. Dopo i Giochi, Scotti è sfortunato: ammalatosi di tifo, non gareggia più fino al termine della stagione. L’anno seguente si conferma tricolore dei dilettanti, superando a Firenze di nuovo Cusinato. Poi passa professionista, ma senza grandi risultati, perdendo numerosi incontri finchè nel 1931 abbandona l’attività.