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SANTIN Guido

Treporti (VE) 01.01.1911 / Treporti (VE) 01.08.2008

1936. Canottaggio. MEDAGLIA D’ARGENTO due con (con Bergamo e Negrini, timoniere)

Nasce in un paesino situato in piena laguna di Venezia, tra fossi e canali dove per spostarsi è inevitabile remare. Di famiglia povera e numerosa, campa con i prodotti tipici del territorio come pesci, moeche[1] e polenta. Inoltre è un abile cacciatore sin da ragazzino quando già lavora a trasportare pietre, tramite barchi a remi, che servono per le costruende dighe foranee. Vogando, irrobustisce il suo fisico, si tempra alla fatica e trova nel concittadino Bergamo un affiatato compagno di merende: i due diventano amici per la pelle, remando spesso insieme. Alla fine si tesserano per la gloriosa Bucintoro veneziana dove i dirigenti capiscono subito le loro potenzialità. Li piazzano nel “due con” assieme al timoniere Negrini: dopo l’inevitabile apprendistato, emergono a sorpresa nel 1936 quando, il 18 luglio, si aggiudicano il “due con” nelle selezioni preolimpiche di Pallanza, conquistando il pass olimpico. Dopo un breve ritiro collegiale nella stessa Pallanza, con Santin che perde diversi chili per il surmenage, si va dunque a Berlino, raggiunta in treno con partenza da Verona il 27 luglio. Le prove olimpiche di canottaggio si svolgono sul campo di regata di Grunau, sul fiume Dahme, nella periferia sud-orientale di Berlino. Al “due con” partecipano 12 nazioni. Il 12 agosto, nel primo turno, gli azzurri chiudono secondi, calando alla distanza, alle spalle dei fortissimi tedeschi che li distaccano di sei secondi. Riescono a superare nell’ordine Ungheria, Polonia, Stati Uniti e Brasile. Un’ottima prova, ma non basta. Difatti i primi accedono direttamente alla finale mentre gli altri disputano i “recuperi” che poi sono una sorta di semifinale. Così gli azzurri si schierano il giorno seguente in quest’altra gara che vincono bene, precedendo di 3”8 Jugoslavia, seguita da Polonia e Giappone.

Dunque il 14 agosto i nostri affrontano la finale. Partono bene, vanno in testa, ma poi emergono di nuovo i tedeschi che trionfano a mani basse. Gli azzurri però chiudono secondi, sia pure a 13” di distanza, guadagnando dunque uno splendido argento davanti a Francia, Danimarca, Svizzera e Jugoslavia. Bellissima gara dei nostri, coi tedeschi dimostratisi nettamente più forti e giustamente vincitori, per un argento pieno comunque di soddisfazioni. I tre si confermano il 20 settembre all’Idroscalo di Milano quando guadagnano nettamente il titolo italiano, con ben 12” di vantaggio sulla “Canottieri Milano”. I successi li pongono all’attenzione generale: Giovanni Agnelli, il fondatore della FIAT, li vuole nella sua squadra ed a Venezia succede il finimondo. Santin e Bergamo non vogliono trasferirsi, anche per affari di cuore, ma certo l’occasione è unica. Ci pensa Achille Gaggia, senatore e presidente della Querini, rivale storica della Bucintoro che ingoia il rospo. A Santin e Bergamo viene trovato un posto alla Sade, la futura Enel, di cui lo stesso Gaggia è socio, ed una casetta a Venezia: così nel 1937 gareggiano per la Querini. Con il timoniere Bettini, ancora nel “2 con”, ottengono altri grandi risultati: nel 1937 vincono tricolore ed argento mondiale ad Amsterdam, nel 1938 oltre al tricolore si aggiudicano uno straordinario oro mondiale all’Idroscalo di Milano tra l’entusiasmo generale. Poi la loro parabola vincente si esaurisce: la coppia si scinde. Bergamo tenta la strada del singolo e Santin si accasa con Fregonese, ma senza più raggiungere le vette precedenti. La guerra spezza brutalmente la sua carriera: dopo il conflitto torna alle gare, ma ormai ha dato il meglio di sè e non consegue più vittorie eclatanti. Santin continua a lavorare alla Sade, installando contatori, sino alla pensione.


[1] Piccoli granchi lagunari


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