SANTELLI Italo
-
Carrodano (SP) 15.08.1866 / Livorno 08.02.1945
1900. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola Maestri. 7° Fioretto Maestri
Allievo della famosa Scuola Magistrale Militare di Roma e poi della Scuola di Applicazione di Firenze, Santelli introduce ai massimi livelli la tecnica schermistica appresa alla Scuola Magistrale dal grande Masaniello Parise. Questi dettami prediligono il movimento del polso e delle dita per mulinare i fendenti, eliminando quelli con il perno al gomito, più tipici della scuola milanese di Giuseppe Radaelli. Divenuto Maestro professionista nel luglio del 1889, Santelli inizia a vincere tornei prestigiosi poco più che ventenne, anche all’estero (Londra 1890 e Budapest 1893), mantenendo comunque il suo incarico di istruttore presso il 2° Reggimento Granatieri. La consacrazione internazionale arriva a 30 anni, col successo nel grande torneo per i mille anni del Regno d’Ungheria, nel 1896, quando la corte ed il governo magiari lo invitano a rimanere a Budapest, insieme al fratello Orazio. È la svolta della sua vita: Santelli diventa il capostipite della famosa “scuola magiara” anche se in Italia sarà fortemente osteggiato per questa sua scelta. Oltre ad insegnare agli ungheresi, Santelli viaggia e gareggia in tutta Europa: a Parigi nel 1898 fa valere la sua classe, assieme all’amico-nemico Conte, di fronte all’esigente pubblico parigino. Ben noto dunque quando torna nella capitale transalpina nel 1900, per disputare un torneo che i concorrenti giudicano “normale”, seppur prestigioso, in quanto nessuno di loro ne conosce la valenza olimpica. Quell’edizione dei Giochi difatti è la più caotica in assoluto e le gare sono “mischiate” a quelle dell’Esposizione Universale, spesso senza possibilità di distinzione tra le due appartenenze. Il torneo di sciabola si svolge dal 23 al 27 giugno nel Salone delle Feste dell’Esposizione, al Campo di Marte. 27 concorrenti di 7 nazioni. Santelli passa agevolmente il primo turno, poi nella poule di semifinale perde un solo assalto (col russo Michaux). Gli accade la stessa cosa nel girone finale dove soccombe al solo connazionale Conte (poi oro) con cui, a causa di questo risultato, inizia una lunga polemica, provocata anche dalla rivalità tra le scuole schermistiche (e di arbitraggio) italiana e magiara.
Le altre sei vittorie nella poule finale valgono comunque a Santelli un bell’argento[1]. Era andata peggio nel torneo di Fioretto, disputato anch’esso al Campo di Marte, ma un mese prima: Santelli passa agevolmente i primi due turni, poi è 4° (ultimo posto utile) nel girone di semifinale e chiude 7° in quello finale, concluso il 29 maggio. Il podio è interamente occupato dai francesi: oro a Merignac, argento per Kirchhoffer e bronzo a Mimiague. La sconfitta di Santelli con Conte a Parigi è accolta con gioia in Italia, data la ferrea rivalità coi magiari, ma ancora peggio è quanto accade nel 1924, di nuovo nella capitale francese: qui Santelli, allenatore degli ungheresi, favorisce con la sua traduzione, per un giudice magiaro, la squalifica dell’italiano Boni. Per vendetta Santelli è accusato di “alto tradimento” dal regime fascista, rischiando pure il linciaggio e vedendo cancellato dal CONI il suo argento del 1900. La querelle sfocia addirittura in un duello tra Giorgio, figlio di Italo, e Adolfo Cotronei, giornalista della “Gazzetta” e noto collezionista di duelli con schermidori celebri, che viene ferito al volto ed a sua volta ferisce l’avversario alla clavicola, senza che vi sia riconciliazione fra i due. Santelli non cadrà mai nel dimenticatoio, nonostante sia oggi molto più noto in Ungheria che in Italia. Gli sopravvisse non solo il ricordo di atleti e degli appartenenti alla sua scuola, ma anche il soprannome di “esplosivo Santelli” e anche un piatto della cucina magiara, “le uova alla Santelli”, che lo ricorda tutt’oggi. È pur vero però che la parallela scuola di sciabola portata avanti da Làzlò Borsody produsse un buon numero di campioni ungheresi, tanto che l’attività da lui derivante ha poi figliato negli USA grazie a Gyorgy Piller - Jekefalussy. Santelli, a prescindere dal patriottismo, rimane comunque una delle figure principali nella scherma delle prime due decadi del Novecento.
[1] I battuti da Santelli in finale sono l’austriaco Neralic (bronzo), i francesi Delibes ed Anchetti, i russi Michaux e Zakovorot, il belga Hebrant