Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/santelligiorgio_piccola.jpg

SANTELLI Giorgio

Budapest (Ungheria) 24.11.1897 / Leonia (USA) 08.10.1985

1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, Eliminato Semifinale Sciabola Individuale

Figlio di Italo, grandissimo schermidore di fine ‘800 e capostipite della formidabile scuola magiara nonchè argento olimpico nel 1900 nella sciabola tra i maestri. Anche lo zio Orazio, fratello di Italo, intraprende con successo l’attività di maestro di scherma. Con una simile parentela, Giorgio non poteva che diventare un grande schermidore anche se viene attratto da altri sport quali tennis, calcio e canottaggio. Ma è comunque la scherma a dargli i risultati migliori. Studia e si allena sotto gli occhi del padre, a Budapest dove è nato, ma mantiene la cittadinanza italiana. Dopo la Prima Guerra Mondiale, si prepara per i Giochi e scende in Italia, accolto con benevolenza da Nedo Nadi che della nostra Nazionale non è solo il capitano ma anche il selezionatore occulto. Santelli, a prescindere dalla sua “contaminazione” ungherese, è un ottimo schermidore, soprattutto con la sciabola, e può dare il suo contributo ad Anversa. Così disputa alcuni tornei in Italia e, pur non vincendo, conferma le sue doti: il 26 luglio a Venezia, nel sontuoso cortile di Palazzo Ducale, è sesto nella sciabola (vince proprio Nedo davanti ad Aldo), guadagnandosi in pratica il pass per Anversa, raggiunta in treno via Modane e Parigi. Santelli esordisce il 24 agosto nel torneo di sciabola a squadre che inizia all’Olympisch Stadion ma poi, per la pioggia battente, viene trasferito al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Solo 8 le nazioni presenti e per questo viene deciso di sviluppare un’unica poule, senza eliminatorie. Grandi assenti proprio i formidabili ungheresi, ufficialmente “non invitati” ma in realtà estromessi dai Giochi, alla pari di tedeschi e austriaci, per il pesante ruolo giocato nella Prima Guerra Mondiale. La mancanza dei magiari favorisce indubbiamente gli azzurri che dominano letteralmente il campo, gestendo con accuratezza il turn-over degli uomini, schierando sette degli otto uomini presenti nella lista ufficiale. Il solo Cesarano non scende in pedana e ciò gli preclude la possibilità di mettersi la medaglia al collo. Perchè i nostri non lasciano il minimo spazio agli avversari, letteralmente schiantati. Santelli disputa un solo match, contro gli USA, dominati 13-3 ed in cui peraltro si aggiudica un solo incontro. Con lui i fratelli Nadi e Puliti. Proprio quest’ultimo ed Aldo Nadi sono i titolari fissi in tutti gli incontri mentre Nedo Nadi è assente solo contro la Danimarca (dove entra Gargano), altro netto 13-3. Con lo stesso punteggio è regolata la temibile (sulla carta) Francia e pure la Cecoslovacchia mentre Belgio e Paesi Bassi (con Urbani quarto uomo) vengono sconfitti 12-4. L’ultimo incontro in programma, con la Gran Bretagna, non viene neppure disputato dato che non avrebbe cambiato l’esito finale.

Dunque oro strameritato all’Italia, argento alla Francia e bronzo per i sorprendenti Paesi Bassi. Santelli, in definitiva, col suo unico incontro disputato, non ha poi faticato molto per guadagnare questa medaglia d’oro. Fatica di più il giorno seguente nel torneo di sciabola individuale dove però il risultato è tutt’altro che lusinghiero. La gara si svolge nel consueto Floralien e vi partecipano 43 atleti di 9 paesi. Santelli parte bene: con lo score di 5-3 giunge terzo nella sua poule eliminatoria, vinta dall’olandese Van de Wiel, e si qualifica per la semifinale. Qui però il suo rendimento decade notevolmente: vince due incontri e ne perde quattro, chiudendo 6° pari merito e venendo estromesso dal torneo (il girone è appannaggio dell’olandese Wijnoldy). La finale a dodici è poi dominata dai fratelli Nadi: oro a Nedo ed argento ad Aldo, col bronzo all’olandese De Jong che beffa Puliti per il computo delle stoccate. A Santelli rimane comunque un bell’oro e la consapevolezza di essere comunque tra i migliori schermidori del mondo. Dopo i Giochi, Santelli torna in Ungheria dove nel 1922 vince il campionato nazionale di sciabola. Nello stesso anno si aggiudica anche il titolo nazionale austriaco, nella sciabola e nel fioretto. Poi si dedica all’insegnamento assieme al padre. Nei Giochi di Parigi del 1924 proprio il padre è protagonista di un clamoroso episodio a seguito di una violentissima polemica legata a quanto accade in pedana dove Italo, sulla panchina ungherese, favorisce con la sua traduzione, per un giudice magiaro, la squalifica dell’italiano Boni ed il conseguente ritiro dell’intera squadra italiana per protesta. La querelle si protrae per giorni, col giornalista Adolfo Cotronei, della “Gazzetta” ad offendere pesantemente Italo: si arriva alla sfida a duello. Italo, come consente il codice cavalleresco, si fa sostituire dal figlio Giorgio. Cotronei non può certo arretrare, ne va dell’onore non solo suo ma dell’Italia intera. La sede del duello è alquanto insolita: Abbazia, in Istria, nel teatro dell’Hotel Regina. La sfida è con la sciabola senza punta, ma dura ben poco, solo 3’25”, come attestato dal report ufficiale. Giorgio è troppo più forte: Cotronei viene ferito al volto e tutto finisce lì. Giorgio poi cambia vita: abbandona l’Ungheria e si trasferisce a New York dove insegna scherma prima al locale Athletic Club e poi alla Columbia University. Apre anche una sua sala, situata nel Greenwich Village, e diventa famoso a Broadway, curando le scene schermistiche di vari spettacoli. Nella seconda metà degli anni Venti diventa CT della Nazionale statunitense di scherma, con buon successo, ruolo ricoperto fino ai Giochi del 1952. Insegnerà scherma praticamente fino alla morte.