SALVI Luigi Paolo
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Brescia 22.11.1891 / Mauthausen (Austria) 12.01.1945
1912. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre
1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre
Inizia a gareggiare a Brescia, con la Forza e Costanza, sin da adolescente. Il suo primo successo a Montichiari nel 1907. Si distingue nel concorso di Varese del 1909 dove è ormai considerato tra i più promettenti ginnasti lombardi. Campione sociale nel 1910, l’anno seguente entra nel giro della Nazionale: brilla al concorso internazionale di Torino dove i nostri sono i migliori agli attrezzi ma cedono malamente nelle prove atletiche (corsa, salti e lanci), facendosi superare nella classifica finale da Boemia e Francia. Terzo posto per l’Italia anche ai Mondiali dove Salvi è grande negli attrezzi, con un argento nel cavallo con maniglie ed un altro bronzo alle parallele. A 20 anni è stabilmente tra i migliori ginnasti italiani e viene “precettato” anche per una grande festa sportiva che si tiene l’11 novembre al Teatro Lirico di Milano, per beneficenza a favore delle famiglie dei militari caduti nella guerra di Libia. Salvi si esibisce agli attrezzi, confermandosi atleta di alto livello. Bloccato da un’ernia, prontamente rimossa da una felice operazione chirurgica, a primavera si ripresenta baldanzoso e sicuro di sè, a caccia della convocazione olimpica. Raggiunge il suo scopo: il 9 giugno 1912 a Bologna, nei locali della Virtus, termina al 7° posto l’apposita gara artistica di selezione, staccato di oltre un punto e mezzo dal vincitore Romano[1]. Ciò però gli vale l’ingresso nella lista degli azzurri per Stoccolma. Ambisce, com’è giusto che sia, ad un posto anche per la prova individuale ma è sfortunato. Nell’apposita selezione, disputata nella “fossa” del castello di Brescia, giunge 7° a soli 0,60 punti dalla sesta posizione, ottenuta da Bianchi, l’ultima che regalava l’iscrizione alla prova individuale olimpica. Dati suoi precedenti e la buona forma dimostrata, viene comunque inserito nella lista per la prova a squadre, compilata dal “caposquadra” Cornelio Cavalli, una sorta di Direttore Tecnico e da Cesare Tifi, presidente della Commissione Tecnica della Federazione. A coadiuvare i due il noto maestro Giacomo Fumis. Stoccolma è raggiunta dagli azzurri della ginnastica, con cui viaggiano anche atleti di altre specialità tra cui diversi podisti e lanciatori, con un disagevole viaggio in treno durato tre giorni, attraverso Austria e Germania, con sosta “semi-turistica” a Berlino. Il concorso a squadre si svolge l’11 luglio nel nuovissimo Olympiastadion. I ginnasti si esibiscono tutti insieme su 4 attrezzi, ciascuno dotato di 4 postazioni: anelli, cavallo con maniglie, parallele e sbarra. Sono previsti poi esercizi in piedi e liberi. Tempo massimo della performance, un’ora. I punteggi vanno da 0 a 12 per i 4 attrezzi e da 0 a 10 (per i “liberi”); cinque i giudici. Punteggio massimo 58. Partecipano solo 5 nazioni, assenti gli scandinavi che amano poco gli attrezzi, preferendo col loro “metodo” una ginnastica più marziale, di gruppo, artistica nel senso letterale del termine. L’Italia domina la prova, realizzando 53,15 punti ovvero il 91% dei punti ottenibili! Seconda è l’Ungheria con 45,45 e terza la Gran Bretagna con 36,90.
Un grande trionfo per i nostri, guidati dal fenomenale Braglia. Lunghi e calorosi sono i festeggiamenti cui i nostri devono sottoporsi al rientro in patria, accolti in stadi e teatri, dove ripetono i vincenti esercizi svedesi, da vere e proprie ovazioni. Salvi in questo contesto rimane un gregario sia pure di lusso e vincente. Ma pur sempre gregario: lo conferma nel 1913 quando chiude 10° nel grande concorso federale di Milano, sorta di campionato nazionale, preceduto da molti suoi compagni di Stoccolma. Dopo aver guadagnato la “corona d’alloro” al concorso di Lugano, situazione analoga nella selezione per i Mondiali di Parigi: nella gara artistica, tenutasi a Savona, Salvi chiude ottavo e per il rotto della cuffia si guadagna l’ingresso in Nazionale, guidata dal triestino Aldo Boiti in qualità di CT. Ai Mondiali, disputati al Ginnasio Voltaire a metà novembre, i nostri guadagnano il bronzo alle spalle di Boemia e Francia che ci precede per soli 5 punti. Nel risultato degli azzurri pesano come macigni le cadute di Masotti e Domenichelli alla sbarra, con conseguente perdita di punti, ed i soliti problemi nelle prove atletiche dove non brilliamo. Salvi compie il suo onesto lavoro, senza sbavature e soprattutto senza gravi errori, confermandosi ginnasta di sicuro rendimento. A poco a poco però si allontana dall’eccellenza ed il suo nome compare sempre più raramente nei concorsi ginnici. La guerra, dove combatte nell’esercito, fa il resto. Salvi torna alle gare solo il 21 settembre 1919 all’Arena di Milano, nel primo concorso ginnico di alto livello organizzato dalla fine del conflitto: è ottimo terzo alle spalle di Boni e Paris. Piazza d’onore invece il 18 aprile 1920, a Castellanza, in un meeting atletico definito “preolimpico”: nella gara artistica Salvi giunge alle spalle del solo Zampori che pare già in una forma stratosferica. Il nome di Salvi è già, da tempo, nel taccuino del prof. Manlio Pastorini, il toscano delegato a selezionare gli uomini per i Giochi di Anversa assieme ad Enrico Gualdi, Presidente della Commissione Tecnica Federale. Questo anche perchè, ovviamente, i veterani di Stoccolma hanno una sorta di “precedenza” per la convocazione: serve esperienza ed affidabilità in una Nazionale che, giocoforza causa la guerra, ha perso molti dei suoi punti forti. Le selezioni vere e proprie tuttavia si svolgono, in due sessioni, a Genova alla fine di giugno, nei locali della gloriosa “Andrea Doria”. Salvi è tra i migliori e si guadagna la selezione per il ritiro collegiale di rifinitura nella lussuosa Villa Badia a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. In un clima cameratesco gli azzurri possono allenarsi al meglio, sotto la guida di Pastorini. Sono radunati 32 atleti dai quali poi alla fine, tramite apposite ed ulteriori selezioni, saranno scelti i 24 titolari che vengono definitivamente comunicati il 28 luglio: Salvi si è dimostrato all’altezza della vecchia fama e guadagna la sua seconda convocazione olimpica. Manca il fenomenale Braglia, è vero, ma Zampori pare in forma ed il livello tecnico medio dei nostri ginnasti è molto alto. Si può essere fiduciosi: la “prova generale” di Sampierdarena, disputata il 16 agosto, mostra tutti gli azzurri in grande forma.
Si raggiunge Anversa in treno, via Modane e Parigi. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), corsa ad ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Per Salvi è comunque il bis dorato, un grandissimo risultato frutto di classe, costanza, applicazione e sensibilità per gli attrezzi. Dopo i Giochi, Salvi trova un’altra bella affermazione con la “Forza e Costanza”: vince difatti la classifica a squadre del grande concorso internazionale di Lilla, in Francia. A poco a poco però la sua forma decade e per due anni praticamente sparisce di scena. Si rivede difatti solo nel luglio 1923, col 16° posto nella gara artistica del concorso di Valenciennes. Un mese dopo, nel week-end tra il 25 ed il 26 agosto 1923, si svolge a Milano, sul campo del Milan in Viale Lombardia ed organizzata dalla Pro Patria, la prima fondamentale selezione preolimpica: Salvi “risorge”, chiude buon quinto e viene inserito tra i papabili. Il 5 e 6 gennaio 1924 a Monza, nella gelida palestra della “Forti e Liberi”, si disputa la decisiva preolimpica sotto lo sguardo attento e partecipe del neo CT Mario Corrias. Salvi si comporta bene e viene inserito tra i 16 azzurrabili che poi, attraverso ulteriori prove di selezione, dovranno scendere ad otto. Nei primi mesi del 1924 si susseguono i ritiri collegiali, ancora a Monza, pure nel Parco Reale dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, per simulare le condizioni di gara parigine. Tuttavia Salvi non mostra una condizione particolarmente brillante: per quanto tenuto in grande considerazione dato il suo passato, vi sono atleti indubbiamente più forti di lui. Il dover ridurre la squadra a soli otto titolari, comporta scelte drastiche e difficili: alla fine Salvi viene escluso dalla lista per i Giochi. A 32 anni, resosi conto direttamente sul campo che ha ormai fatto il suo tempo, lascia presto l’attività agonistica ma non dimentica certo l’amata ginnastica di cui diventa giudice. Si stabilisce ad Albenga dove intanto la famiglia s’è trasferita, avendo interessi nella locale Centrale del Latte. Tutto si complica con l’avvento di Mussolini del quale Salvi mal sopporta il regime. Di forti sentimenti antifascisti, subisce alcune vessazioni finchè viene maggiormente preso di mira dopo l’8 settembre 1943 per aver espresso alcuni giudizi negativi sul regime nazi-fascista. Arrestato una prima volta, viene presto rilasciato. Ma nel gennaio 1944, proditoriamente e con un sotterfugio, viene di nuovo catturato e trasferito in carcere, dapprima a Savona e quindi a Marassi di Genova. Considerato detenuto politico, viene imprigionato nel campo di “smistamento” di Fossoli e quindi portato nel famigerato lager di Mauthausen. Qui muore in circostanze mai chiarite: la versione ufficiale nazista parla di “mitragliamento da aereo nemico”, ma pare poco verosimile.
[1] Romano ottiene 57,41 punti mentre Salvi si ferma a 55,89