Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/rovati_piccola.jpg

ROVATI Luigi

Cinisello Balsamo (MI) 24.11.1904 / 08.03.1989

1932. Pugilato. MEDAGLIA D’ARGENTO pesi massimi

Dal fisico possente, è detto “colosso”. Inizia con la “Oberdan” meneghina intorno ai 20 anni, poi passa alla “Giaccone”. Rispetto ad altri pugili, giunge tardi ai massimi livelli. Essendo mancino, tiene la guardia destra e questo spesso complica i piani degli avversari, poco abituati a questo tipo di difesa. Non sembra preoccuparsi Mensi che il 7 marzo 1929 nel “Trofeo Zonca”, disputato nella palestra meneghina di Via Romano, gli infligge un sonoro kot alla prima ripresa, sorprendendolo nettamente anche per inesperienza. Rovati migliora rapidamente: alla fine di giugno si aggiudica la “Coppa Manfredi” per i “massimi”, disputata alla palestra Magnagatti di Milano. Il 20 ottobre a Piacenza viene sconfitto dal padrone di casa Boledi ai punti. Sceso di peso ed entrato nei “medio-massimi”, emerge nella prova nazionale per “novizi” che si svolge nella palestra romana del “GS Borgo Prati” a metà dicembre: supera ai punti il campano Ferraioli e per ko alla terza ripresa l’istriano Poldugiovac. Il 22 dicembre Rovati perde la finale dei campionati lombardi ai punti, superato dal più esperto e smaliziato Bassi. Nel 1930 passa alla “Battisti” che ai primi di luglio effettua una tournée a Monaco di Baviera: Rovati viene squalificato per un colpo basso (ai più apparso veniale ed involontario) contro il padrone di casa Riedmaier. Pochi giorni dopo, combatte alla “Magnagatti” di Milano dove supera ai punti Levati. Il 31 agosto a Senigallia pareggia con Siciliano. Il 20 settembre nella palestra della sua “Battisti” batte Maffi ai punti, in un incontro però giudicato “scialbo” dalla critica. Il 25 ottobre al Politeama di Piacenza affronta il padrone di casa Rossi che lo mette in difficoltà nel primo round, poi Rovati è autore di un colpo basso (ancora!) e viene squalificato. Si riscatta il 22 dicembre quando a Milano, nel Palazzo dello Sport, si aggiudica il “Torneo dei Massimi”, affrontando e battendo pugili ben più pesanti di lui come Brunelli cui rende ben 17 kg: in finale supera la vecchia conoscenza Bassi e fa già un pensierino ai Giochi di Los Angeles. Anche perchè si conferma: il 15 febbraio 1931, nella palestra della “Battisti”, consegue il titolo lombardo, battendo Porro per ko al secondo round. Il 20 marzo, nella stessa sede, supera Frediani per kot alla seconda ripresa ed il giorno seguente batte ai punti il piemontese Lorenzetti, vincendo così il “Campionato Alta Italia”. I tecnici azzurri segnano il suo nome nel taccuino in vista dei Giochi. Intanto lo portano in America dove la nostra Nazionale effettua una tournée nel mese di maggio. Prima riunione al mitico Madison Square Garden contro una rappresentativa dello stato di New Work: Rovati perde ai punti con Surette, ma il verdetto suscita più di una perplessità perfino nello stesso pubblico. L’incontro comunque termina 4-4. Il discorso non cambia il 3 giugno quando gli azzurri affrontano i campioni statunitensi: i giudici favoriscono troppo i padroni di casa che vincono 5-2. Rovati comunque riesce a battere l’italo-americano Vetrano.

Torna in Nazionale a Dortmund il 19 luglio, per l’incontro con la Germania: viene battuto ai punti da Polter ed i tedeschi si impongono 12-4. Cinque giorni dopo, a Monaco i nostri affrontano una rappresentativa bavarese: finisce 8-8, ma Rovati è ancora superato ai punti, stavolta da Haymann. Il 20 settembre nella sua Cinisello sconfigge nettamente Niada ai punti. Ai primi di ottobre va in Danimarca con la Nazionale, ma non ha fortuna. Nel primo match, il giorno 2 col forte Michaelsen, inizia bene, mette al tappeto l’avversario. Sta dominando ed il danese piega nuovamente le gambe, l’arbitro si frappone tra i due e sta iniziando il conteggio, ma Longinotti tenta nuovamente di colpire l’avversario che sta crollando, Non vi riesce, ma l’arbitro non aspettava altro e squalifica l’azzurro per comportamento non regolare: una vera beffa. Due giorni dopo, un po’ sfasato, viene battuto ai punti da Nilsen. Si riprende subito: ad Odense il 7 ottobre supera Knudsen, quindi a Copenaghen batte lo svedese Friberg e chiude a Roskilde, dominando Petersen che va quattro volte al tappeto. Riveste la maglia azzurra il 2 gennaio 1932 a Basilea dove batte ai punti Burry ed i nostri si impongono 10-6 sugli svizzeri. Ai primi di aprile Rovati vince la preolimpica milanese, disputata nella Sala Cesarano, sconfiggendo in finale ai punti Laria. Torna in nazionale ai primi di maggio. A Berlino, nel Torneo 4 Nazioni, batte ai punti il tedesco Badstubner ed i nostri si aggiudicano la prestigiosa competizione. Non va altrettanto bene a Budapest, in Ungheria-Italia, dove Rovati è battuto ai punti da Koroszy ed i nostri perdono 10-6 il computo globale. Si riscatta il 13 maggio a Losanna dove nel giro di poche ore supera ai punti gli svizzeri Marti e Burri. Ovviamente, assieme ad una quarantina di pugili, è tra i convocati per il ritiro azzurro preolimpico di Formia che inizia il 23 maggio, ben organizzato dal podestà Tonetti e supervisionato dal segretario FPI Mazzia che, con Volpi e Teodori, fa parte della Commissione Tecnica la quale alla fine, sentito il parere del CT Garzena, sceglierà gli azzurri per i Giochi. Alla fine del collegiale, il 18 giugno, Rovati batte Capponi e Brunelli, assicurandosi il viaggio a Los Angeles. Giunge quindi il tempo del viaggio verso l’America.

Dapprima, il 1° luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa della nave viene pure allestito un ring dove i pugili si confrontano a più riprese, anche se amichevolmente e tra categorie diverse di peso. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura dove Rovati pare in buone condizioni. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono nel “Grand Olympic Auditorium” di Los Angeles. Rovati partecipa nei “massimi” cui prendono parte solo 6 pugili col peso superiore ai 79,3 kg. Il numero esiguo dei partecipanti apre facili scenari di medaglia e Rovati ne approfitta. Esentato dai quarti di finale per sorteggio, l’11 agosto in semifinale batte nettamente ai punti lo statunitense Feary (poi bronzo), in grande difficoltà nella terza ripresa. Dunque va a combattere per il titolo. Il 13 agosto affronta l’argentino Lovell che lo supera ai punti. Gli rimane dunque un bell’argento, ottenuto peraltro col minimo sforzo, con una sola vittoria. Nel viaggio di ritorno i nostri disputano alcuni matches contro rappresentative locali. Rovati ottiene cinque vittorie su cinque: Kansas City, Chicago (contro Smith), Pittsburgh (contro Hawkins), Richmond (su Markar) e Providence (Balzan). Rientrato finalmente in Italia, è comunque difficile smaltire la sbornia americana e Rovati non combatte più sino al termine dell’annata. La sua carriera poi prosegue senza ulteriori squilli: passa professionista, ma combatte poco e presto sparisce di scena.