ROSELLI Ezio
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La Spezia 08.12.1896 / Milano 06.01.1963
1920. Ginnastica Artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre
1928. Ginnastica Artistica. 28° Anelli, 5° Cavallo con maniglie, 58° Prova Individuale, 61° Sbarra, 75° Parallele, 80° Volteggio
Tesserato per la gloriosa “Pro Italia”, non ottiene risultati di alto livello prima della guerra anche per la sua giovane età. Dopo il conflitto torna in pedana ma è ancora semisconosciuto quando si presenta alle apposite prove di selezione olimpica che si tengono a Genova, nei locali dell’Andrea Doria, alla fine di giugno del 1920. Pur non risultando nelle primissime posizioni della classifica (dominata dal grande Zampori), si mette comunque in luce, dimostrando buona attitudine agli attrezzi: non sarà un campionissimo, ma sembra affidabile. Così entra nella lista dei 32 uomini che si ritrovano per il raduno collegiale a Villa Badia, a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. Qui, sotto la guida del CT Manlio Pastorini ed Enrico Gualdi (Presidente della Commissione Tecnica federale), i nostri affinano la preparazione fino alla “gara interna”, una sorta di saggio, che screma il plotone ai 24 titolari. A sorpresa ma con merito, Roselli è tra questi e dunque si va ad Anversa, in treno via Modane e Parigi, dopo l’ultimissima “prova generale” tenuta a Sampierdarena il 16 agosto. I nostri paiono in forma e nell’ambiente c’è moderata fiducia. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, i nostri ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri (ancora in maglia bianca) ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Per Roselli è il coronamento della prima parte della sua carriera. Negli anni seguenti, complici infortuni e problemi di varia natura, non emerge più, ma insiste e fa bene. Il 5 e 6 gennaio 1924 si ripresenta a Monza, nella gelida palestra della “Forti e Liberi”, dove si svolge la decisiva preolimpica sotto lo sguardo attento e partecipe del neo CT Mario Corrias. Roselli, pur senza strafare, si comporta bene e viene inserito tra i 16 azzurrabili che poi, attraverso ulteriori prove di selezione, dovranno scendere ad otto. Nei primi mesi del 1924 si svolgono difatti diversi ritiri collegiali, ancora a Monza sia nella palestra della “Forti e Liberi” che nel Parco Reale dove gli “azzurrabili” affilano le armi ed affinano la tecnica. Roselli però non riesce ad entrare nei selezionati per Parigi e dunque manca la qualificazione ai Giochi: d’altra parte non era facile visto che si possono schierare solo otto ginnasti.
Roselli tuttavia non si perde d’animo. Il 14 dicembre 1924 è difatti buon terzo nei Campionati Liguri, disputati nei locali dell’Andrea Doria a Genova, in Corso Mentana: viene superato solo dai due olimpionici Lucchetti e Lertora, a dimostrazione comunque di poter ancora ottenere buoni risultati. Si rivede solo il 18 luglio 1926 quando, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, chiude secondo nella “Coppa Romano”, alle spalle del grande Parisi, ma la sua prestazione è fondamentale per consentire alla “Pro Italia” il successo nella gara a squadre. Il 3 ottobre è buon protagonista ai tricolori di Prato dove chiude al quinto posto, confermandosi ai vertici della nostra ginnastica (vince Lucchetti su Paris). Va addirittura meglio l’anno seguente: il 7 agosto termina difatti al terzo posto, superato da Paris e Mandrini, i tricolori di Como. Viene selezionato come “probabile olimpico” e ad ottobre segue i primi stages a Brescia, sotto la guida di Zampori. Nel 1928 non si gareggia, preferendo sviluppare numerosi ritiri collegiali a Brescia. Il 27 maggio si svolge l’ultima prova di selezione ed alla fine Roselli, non il migliore ma comunque sempre tra i primi, viene incluso nella lista azzurra. Il ritiro di rifinitura si svolge a Gardone dove gli azzurri hanno il grande onore, il 21 luglio, di essere visitati ed incoraggiati niente meno che da D’Annunzio in persona che saluta i ginnasiarchi con parole di elogio ed incoraggiamento. Poi tutti ad Amsterdam, con una certa fiducia di ripetere i trionfi passati. Le gare olimpiche di ginnastica si tengono dall’8 al 10 agosto nell’Olympisch Stadion. Partecipano 88 atleti di 11 nazioni. La prova consta di 9 esercizi: il volteggio al cavallo ed altri 4 attrezzi sui quali si eseguono esercizi obbligatori e liberi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie). Per ogni attrezzo esiste una classifica individuale, con le medaglie, ed i punteggi dei migliori sei per ogni nazione, sommati, concorrono a stilare la graduatoria a squadre. La prestazione di Roselli è mediocre e risulta il peggiore dei nostri otto rappresentanti: chiude solo 58° la classifica individuale e subisce l’onta di non essere nemmeno considerato ai fini della classifica a squadre (contano difatti i sei migliori risultati). Ottiene un totale di 192,625 punti, rimanendo ad una distanza siderale dal bronzo dello jugoslavo Strukelj (244,875) mentre oro e argento vanno a due svizzeri, rispettivamente Miez (247,5) e Hanggi (246,625).
Roselli si difende solo agli anelli dove finisce 28° p.m., con 50,50, comunque ben lontano dal bronzo del ceco Loffler (56,50). L’oro è del grande jugoslavo Stukelj (57,75) davanti a Vacha (57,50). Negli altri attrezzi è una tragedia. Al cavallo con maniglie Roselli termina 50° con 45,25 mentre in questo caso l’oro è di Hanggi (59,25) davanti al connazionale Miez (57,75), col bronzo al finnico Savolainen (56,50). Alla sbarra Roselli chiude 61° p.m. con 44,25, ben distante dal bronzo dello svizzero Mack (56,75) mentre l’oro va all’altro elvetico Miez (57,50) e l’argento al grande Neri (57,00). Assai peggio va alle parallele, terminando 75° con 33,75. Qui l’oro è appannaggio del ceco Vacha con 56,50, argento per lo jugoslavo Primozic (55,50), bronzo allo svizzero Hanggi (54,25). Roselli è infine pessimo al volteggio, esercizio peraltro indigesto a molti azzurri, finendo addirittura 80° con soli 18,875 punti. L’oro è guadagnato da Mack con 28,75 davanti al ceco Loffler (28,50) e lo jugoslavo Derganc (28,375). Nella graduatoria a squadre l’Italia finisce sesta, complici i piazzamenti di troppi azzurri oltre il 20° posto dell’individuale: un notevole passo indietro per una Nazionale che aveva trionfato nelle ultime tre edizioni e che sarà giustamente stigmatizzato dalla stampa, con numerose polemiche. Coi suoi 1599,125 punti totali, la nostra Nazionale finisce ad una cinquantina di punti dal bronzo della Jugoslavia (1648,75). L’oro, dopo una lotta entusiasmante, va alla Svizzera (1718,625) davanti alla Cecoslovacchia (1714,5). I nostri sono grandi solo alla sbarra mentre risultano pessimi al volteggio. La prestazione di Roselli risulta nettamente insufficiente: peccato perchè possedeva comunque le qualità potenziali per ottenere di meglio. Si rivede ai tricolori del 1929, disputati il 7 e 8 settembre nella palestra della “Forza e Costanza” a Brescia: termina 7° (vince il nuovo astro Neri). Il 22 dicembre è a San Gallo dove, con la Nazionale, affronta la forte compagine elvetica: Roselli chiude al 12° posto la generale, vinta da Mack su Neri, ed i nostri perdono il confronto 435,25 a 456,25. Ha 32 anni ed è la sua ultima recita importante: difatti non otterrà più risultati significativi ad alti livelli.