Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/roggero_piccola.jpg

ROGGERO Rinaldo

Savona 21.08.1891 / Savona 1966

1920. Calcio. 4°

Alto 1,61mx63 kg è un’ala destra svelta, vivace, veloce, un peperino. Entra presto nella squadra principale della sua città e già nel 1912-13 è tra i titolari che guadagnano la promozione in Prima Categoria dove il Savona comunque non va troppo lontano. Nel suo girone regionale giunge difatti 8° nel 1913-14 e 4° nel 1914-15. Poi la guerra interrompe tutto. Se ne riparla nel 1919-20 ma per il Savona le cose non cambiano: 5° nel girone ligure. Ma Roggero è il migliore dei suoi, sempre pimpante, sa giocare in appoggio per i compagni, è più un attaccante di manovra che un grande cannoniere. A 28 anni è ormai un calciatore maturo, dal rendimento costante anche se lontano dai clamori degli squadroni che vanno per la maggiore[1]. Nonostante questo viene comunque adocchiato da Giuseppe Milano, l’ex colonna della Pro Vercelli con la quale ha vinto cinque campionati, che dal marzo 1920 è stato designato come CT della nostra Nazionale da un’apposita Commissione Tecnica la quale, incaricata dalla FIGC, ne segue e dirige ogni mossa. È comunque Milano ad andare in panchina, a scegliere la formazione e ad inserire, non senza sorpresa di alcuni, Roggero nella lista dei 22 azzurri per i Giochi, con l’evidente ruolo di riserva designata. I nostri, dopo una sconfitta per 3-0 con la Svizzera ed uno stentato 1-1 con i Paesi Bassi come ultime uscite, non arrivano certo in Belgio da favoriti. Il torneo è ad eliminazione diretta: ottavi, quarti, semifinale e finale che assegna la medaglia d’oro. Per le altre medaglie, in maniera macchinosa, è previsto un mini-torneo di consolazione tra tutte le perdenti dai quarti in avanti. Al via 14 nazioni visto che Svizzera e Polonia, invitate, rinunciano all’ultimo momento, permettendo a Francia e Belgio, le loro avversarie designate, di accedere subito ai quarti di finale. L’Italia invece deve giocarsela ed il sorteggio è benevolo: il 28 agosto, alle 15.20, all’Ottenstadion di Gand, affrontiamo l’Egitto, con Roggero in panchina. Non sembra un avversario temibile e la partita si mette subito bene: al 25’ segna Baloncieri. Ma da questo momento iniziano i problemi: gli egiziani masticano calcio discretamente, non si disuniscono e dopo appena cinque minuti Osman pareggia. Si va al riposo sull’1-1, tra la sorpresa generale. Ci pensa il centravanti Brezzi a salvare la baracca, realizzando al 57’. I nostri tengono, non senza fatica, il risultato fino alla fine ed accedono ai quarti di finale.

Il giorno seguente (!), all’Olympisch Stadion di Anversa, alle ore 15.00, di fronte a circa diecimila spettatori, affrontiamo la Francia e per Roggero ancora panchina. Sembra sulla carta un altro ostacolo non impossibile visto che a gennaio, sul terreno del Velodromo Sempione a Milano, l’abbiamo battuta 9-4. Invece stavolta è tutta un’altra storia: dopo 10’ Bard rompe il ghiaccio ed al 14’ Boyer raddoppia. Al quarto d’ora siamo già sotto 2-0, altro che goleada. Ci svegliamo un po’, ma è necessario un rigore di Brezzi al 33’ per ridarci speranza. Dopo 45’ si rimane sul 2-1 per la Francia. C’è ancora tempo e spazio per rimediare, ma al 54’ di nuovo Bard chiude il conto. Gli azzurri accusano il colpo e lasciano ai transalpini l’onore della semifinale. Il torneo ha un esito clamoroso. La finale 1°-2° posto è giocata da Belgio e Cecoslovacchia. I padroni di casa sono sostenuti da un tifo fin troppo scalmanato e l’enorme pubblico viene a stento contenuto dalle forze dell’ordine. Si gioca in un clima intimidatorio per i cechi, con offese e minacce, anche da parte di molti soldati del cordone di polizia (!). L’arbitro fa il resto, favorendo sfacciatamente i padroni di casa che vanno rapidamente sul 2-0. Per protesta i cechi abbandonano il campo: vengono squalificati e non possono accedere al torneo di consolazione per le altre medaglie. Nessuno ovviamente osa togliere l’oro al Belgio nè tanto meno pensare ad una ripetizione della gara. Nel torneo di consolazione c’è anche l’Italia che scende in campo il 31 agosto alle 10 di mattina, all’Olympisch Stadion contro la Norvegia che, a sorpresa, ha eliminato la Gran Bretagna (la quale ha peraltro inviato una compagine di scarsa qualità). Gioca in pratica chi non ha giocato i turni precedenti e viene finalmente l’ora di Roggero che vive un momento storico, e non solo per lui: si tratta infatti del suo esordio in Nazionale e dell’unico calciatore del Savona che mai vestirà la maglia azzurra.

Vinciamo ma con grandissima fatica: al 40’ Andersen porta in vantaggio gli scandinavi e si rientra negli spogliatoi sullo 0-1. Ad inizio ripresa pareggia Sardi, uno dei migliori goleador del periodo, e ci vogliono i supplementari per derimere la questione: all’inizio del terzo extra-time (in quel periodo difatti ne sono previsti quattro!) Badini ci regala la qualificazione. Siamo dunque in corsa per una medaglia, ma bisogna vincere con la Spagna, avversario tosto e la cui porta è difesa dal giovanissimo ma già portentoso Zamora. Il CT Milano rimescola le carte e Roggero torna in panchina. Il 2 settembre alle 16.00, all’Olympisch Stadion, purtroppo non c’è partita: una doppietta di Sesumaga (43’ e 72’) ci rimanda a casa con la “medaglia di legno”. Difatti veniamo classificati quarti, grazie anche alla squalifica della Cecoslovacchia. La Spagna guadagna l’argento, superando nella “finalina” i Paesi Bassi (bronzo) per 3-1. L’Italia torna a casa con due vittorie e due sconfitte, un bilancio mediocre per un movimento calcistico in ascesa e che a livello nazionale sta suscitando sempre più attenzione su stampa e tifosi, ma ancora lontano dai vertici europei. E lontano dai vertici continuerà ad essere anche Roggero che non vestirà più la maglia della Nazionale. Fedelissimo del Savona, vi rimarrà fino al 1925, anche quando la squadra scenderà di categoria, collezionando 101 presenze e 14 reti. Impiegato dell’Ufficio Tecnico comunale, sarà poi più volte anche allenatore del Savona nelle serie minori, fino all’immediato dopoguerra, rivestendo anche vari ruoli dirigenziali nella società di cui rimane uno degli elementi più rappresentativi della sua storia.

roggero grande

Anversa 1920. La Nazionale italiana di calcio che affronta la Norvegia. Roggero è il primo a sinistra in piedi, evidenziato dal tondo


[1] Nel 1919-20 il girone finale Nord vede Inter, Juventus e Genoa classificate nell’ordine. L’Inter vince il Campionato aggiudicandosi la finale assoluta 3-2 contro il Livorno, primo nel girone Centro-Meridionale