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RODRIGUEZ Edelweiss

Rimini 26.06.1911 / 22.02.1962

1932. Pugilato. Eliminato Quarti di Finale pesi mosca

Nato nel popolare quartiere di Borgo Marina, si tessera adolescente per lo “SC Libertas” di Rimini, sotto la guida del maestro Santarelli. Alto solo 152cm, già a 15 anni combatte i suoi primi matches ed ottiene le prime vittorie: nel 1927 supera, tra gli altri, il marchigiano Gobbi e Campiolo. La “Libertas” cresce, in quantità e qualità: i riminesi superano i modenesi e poi i romani della “Colombo”, con Rodriguez sempre in bella evidenza. E’ un pugile vivacissimo, con un carattere da monello, grintoso e spavaldo, sul ring come nella vita. Nel 1928, nonostante abbia appena 17 anni, punta i Giochi ed in un primo momento non sembra lontano dalla maglia azzurra: il 26 febbraio difatti, nella Sala Carpegna a Milano, batte ai punti niente meno che il tricolore Cavagnoli. Ma nelle preolimpiche non ripete altri exploit ed ai Giochi, alla fine, va lo stesso Cavagnoli che oltre tutto guadagna il bronzo, aumentando i rimpianti per Rodriguez il quale tuttavia non demorde. Che abbia buone qualità è indubbio e lo dimostra: il 2 dicembre a Rimini supera Mohamed, colored che gareggia per lo “Sciesa” di Milano, confermando le sue doti. In effetti è tra i dilettanti italiani più quotati e molte voci danno per prossimo il suo passaggio al professionismo, ma alla fine non se ne fa niente. Così Rodriguez rimane dilettante e nel 1929 continua a vincere. Il 24 febbraio guadagna agevolmente il titolo regionale dei “gallo” al Teatro Cantavalli di Bologna, battendo nettamente ai punti il reggiano Paderni. Si ripete nella rivincita, disputata a Casalecchio il 16 aprile. È spettacolare ai tricolori di Roma, disputati ai primi di giugno dove guadagna il titolo. A metà luglio Rodriguez è in Nazionale a Barcellona, per la “Coppa Latina”: vince con lo spagnolo Guell, ma perde in finale col francese Pilhol dopo un match equilibrato ed un verdetto contestato dal pubblico. Si rivede l’11 agosto a Budapest, nel match Ungheria-Italia: perde ai punti con Szeles ed i nostri soccombono di misura 3-4 nel computo globale. Sulla via del ritorno in patria, gli azzurri si fermano a Fiume dove incontrano una rappresentativa giuliana: Rodriguez batte ai punti il triestino Gattolin. Nelle successive prove della Nazionale, a sorpresa, viene escluso, anche per testare altri pugili, ma non si abbatte più di tanto. Anzi, dà il meglio di sè sul ring: il 20 ottobre a Rimini batte il campione svizzero Sahulin per kot alla seconda ripresa. Nel 1930 è sempre tra i migliori anche se continua a mostrare una certa irrequietezza adolescenziale. L’8 aprile al Politeama di Rimini infligge un sonoro ko a Meneghetti. Svetta nuovamente ai tricolori, superando il ligure Marsili ed in finale il corregionale Blasi, anche se a fatica. Il titolo italiano tra i “gallo” comunque è di nuovo suo.

Tuttavia non è in formissima: 10 giorni dopo a Roma, sul ring del Cinema Romano di Campo dei Fiori, viene battuto ai punti dal padrone di casa Ansini dopo un match equilibrato, ma nel quale Rodriguez è apparso a disagio ed impacciato. Si riscatta in una tournée che la Nazionale effettua in Germania dove Rodriguez vince due incontri e pareggia il terzo. Rodriguez è titolare azzurro anche agli Europei di Budapest, ai primi di giugno: battuto in semifinale dal padrone di casa Szeles, favorito dai giudici, chiude al terzo posto per la rinuncia dell’infortunato svedese Bohmann a battersi nella “finalina”. Il 15 luglio a Reggio Emilia batte ai punti Bondarelli. Il 24 agosto nella sua Rimini combatte di nuovo con la canottiera azzurra nell’incontro Italia-Germania che i nostri vincono 5-2 anche se Rodriguez pareggia il suo match con Ziglaski. Inizia il 1931 a metà marzo, in una tournée che la “Libertas” effettua a Ginevra: Rodriguez batte ai punti l’idolo locale Dubois, tra la sorpresa e le proteste del pubblico deluso. Il 12 aprile è di nuovo in Nazionale, contro l’Ungheria a Budapest, sotto il tendone del circo Beketow: perde contro Enekes, favorito dai giudici, ma il match termina comunque 8-8. Due giorni dopo, a Brno l’Italia affronta la Cecoslovacchia: Rodriguez batte Menschik e gli azzurri vincono nettamente 12-4. Intanto scende di peso e finisce nei “mosca”, categoria in cui combatte in America dove la nostra Nazionale effettua una tournée a maggio. Prima riunione al mitico Madison Square Garden contro una rappresentativa dello stato di New Work: Rodriguez batte Burns, ma l’incontro termina in parità, 4-4 anche perchè i giudici hanno un occhio di riguardo per i padroni di casa. Ancora peggio finisce il 3 giugno quando gli azzurri affrontano i campioni statunitensi. Rodriguez è il primo a salire sul palco e si capisce subito l’aria che tira: domina il suo avversario, Salica[1], ma il verdetto è sfavorevole. Mentre Rodriguez ha una crisi di rabbia, sul palco vola di tutto, perfino un coltello, col pubblico imbestialito dall’ingiustizia. Ristabilita la calma, gli altri incontri si svolgono quasi pro-forma, con i padroni di casa sempre favoriti dai giudici: finisce 5-2 per gli americani. Rodriguez ormai è titolare fisso della Nazionale: il 19 luglio a Dortmund batte Puttkammar, ma i tedeschi si impongono 12-4. Cinque giorni dopo a Monaco i nostri affrontano una rappresentativa bavarese: Rodriguez supera Kraemer ai punti, ma l’incontro finisce 8-8. Si rivede in azzurro il 27 settembre ad Ancona, per Italia-Svizzera: batte agevolmente ai punti Klantsky ed i nostri dominano 8-0. Rodriguez inaugura il 1932 con un pareggio contro Bondavalli, a Forlì il 3 gennaio. Il 1° febbraio a Piacenza partecipa all’incontro Emilia-Bavaria, organizzato dalla “Salus et Virtus”: vince con Frei, ma i padroni di casa sono battuti 7 a 9. Mantiene ancora certi atteggiamenti da “discolo” che il CT degli azzurri, l’ex olimpionico Garzena, cerca di attenuare, con difficoltà, anche ai fini di non destabilizzare l’intero ambiente azzurro.

Rodriguez comunque, rientrato nei “mosca” con sacrifici non indifferenti, è una forza della natura e domina la preolimpica di Rimini, disputata ai primi di aprile: in finale batte il sardo Masella. Torna in nazionale ai primi di maggio. A Berlino, nel Torneo 4 Nazioni, batte ai punti l’ungherese Kubiny ed i nostri si aggiudicano la prestigiosa competizione. Il magiaro però, coi giudici compiacenti, si prende la rivincita nella sua Budapest, in Ungheria-Italia, dove i nostri escono sconfitti 10-6 nel computo generale. Rodriguez comunque è una sicurezza e figura tra la quarantina di pugili convocati per il ritiro preolimpico di Formia che inizia il 23 maggio, ben organizzato dal podestà Tonetti e supervisionato dal segretario FPI Mazzia che, con Volpi e Teodori, fa parte della Commissione Tecnica la quale alla fine, sentito il parere del CT Garzena, sceglierà gli azzurri per i Giochi. Rodriguez è in forma ed il 5 giugno batte ai punti il lombardo Bonanomi. Si ripete alla fine del ritiro, il 18 giugno, superando Masella e guadagnandosi definitivamente i Giochi. Giunge quindi il tempo del viaggio verso l’America. Dapprima, il 1° luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. A poppa della nave viene pure allestito un ring dove i pugili si confrontano a più riprese, anche se amichevolmente e tra categorie diverse di peso. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Rodriguez è il “cucciolo” della comitiva azzurra, il più basso di statura, simpatico ed estroverso: diventa una sorte di mascotte e non mancano le fotografie che lo ritraggono coi più alti tra gli azzurri (su tutti il gigantesco schermidore Gaudini). Tuttavia negli allenamenti di rifinitura Rodriguez pare in ottime condizioni di forma.

Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al “Grand Olympic Auditorium”. Rodriguez gareggia nei “mosca” cui partecipano 12 atleti ed il cui peso limite è di 50,8 kg. Il 9 agosto, nel primo turno, supera ai punti il filippino Gray. Il giorno seguente incappa nel forte ungherese Enekes che lo sconfigge ai punti, nonostante sia andato pure al tappeto (!). Il torneo di Rodriguez finisce qui, con la non trascurabile giustificazione che lo stesso Enekes, beneficiato dai giudici, guadagna poi l’oro. Argento per il messicano Cabanas e bronzo allo statunitense Salica. Nel viaggio di ritorno i nostri disputano alcuni matches contro rappresentative locali. Rodriguez ottiene quattro vittorie di fila: a Kansas City, a Chicago (contro Goodmann), a Pittsburgh (contro Wingo) ed a Richmond (su Crovatta), perdendo solo a Providence da Walsh, per poi rivincere a Newark (con Collura). Ai Giochi, con un pizzico di fortuna in più, avrebbe potuto pure ottenere una medaglia. Rientrati finalmente in Italia, è difficile smaltire la sbornia americana. Rodriguez torna sul ring solo il 3 dicembre a Rimini dove batte Botticelli. Quindi all’inizio del 1933 passa professionista, vincendo diversi incontri tra i “piuma” e giungendo fino a combattere per il titolo italiano, ma il 21 aprile 1934 a Parma pareggia con Cavagnoli che mantiene la corona. Passato nei “gallo”, Rodriguez guadagna il campionato italiano, sconfiggendo Magnolfi nella sua Rimini il 21 ottobre. Mantiene il titolo pochi mesi, perdendolo già il 17 gennaio 1935 a Parma con Cattaneo col quale poi pareggia il match di rivincita il 29 giugno a Brescia. Per due anni continua tra alti e bassi, giungendo ad un altro incontro per il campionato italiano, ma perdendo con Secchi a La Spezia il 7 agosto 1937. Quindi dà una svolta alla sua vita e si trasferisce ad Addis Abeba dove alterna la boxe al lavoro di barbiere. Ottiene comunque il titolo di campione dell’Africa Orientale Italiana. La Seconda Guerra Mondiale interrompe la sua parabola: prigioniero degli Inglesi e spostato in Sud Africa, rientra a Rimini solo nel 1946. A 35 anni non ha perduto lo spirito giovanile e baldanzoso, rientrando sul ring. Ma è un fuoco di paglia: combatte l’ultima volta nella sua Rimini il 3 gennaio 1947, vincendo ai punti con Dani. Alla fine esce con un ottimo score da professionista: 23 vittorie, 6 sconfitte, 4 pareggi. Poi per tanti anni gestirà un’edicola nella città natia.


[1] Louis Salica, nato a Brooklyn il 16.12.1912, italo-americano, sarà poi campione del mondo nei pesi “gallo” tra i professionisti


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