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RICCOBONI Mario

Sampierdarena - Genova 16.02.1889 / deceduto nel 1968

1920. Atletica Leggera. Eliminato Quarti di Finale 100 m, Eliminato Primo Turno 200 m e 4x100 m (con Croci, Orlandi, Zucca)

Si trasferisce presto a Cremona dove inizia a correre in Piazza Castello. Capisce di avere qualche possibilità quando è battuto di misura sui 100 dal grande Barozzi. Si sposta quindi a Milano dove muove i suoi primi passi di un certo livello nel 1911, tesserato per lo Sport Club Italia, uno squadrone dell’epoca con cui vince il titolo italiano a Roma nella staffetta olimpionica[1], correndo una frazione sui 200. Velocista dall’avvenire potenzialmente luminoso, detto bonariamente “Coco”, l’anno seguente entra a far parte della gloriosa US Milanese, ma i risultati del 1912 sono ancora conditi da troppi piazzamenti tant’è vero che ai tricolori di Verona, valevoli anche come selezione per i Giochi di Stoccolma, viene subito eliminato in batteria nei 100. Sembra ancora piuttosto acerbo e viene ripetutamente battuto, anche da atleti non di primissimo piano come Bramani e Cairoli. Nel 1913 si ripresenta, con risultati poco brillanti: l’11 maggio, nel grande meeting internazionale organizzato all’Arena di Milano dalla FISA, giunge 4° sui 100 vinti dal francese Bolot, dopo aver superato comunque bene le batterie. Il 31 agosto è solo 5° nei 100 del meeting di Brescia vinti da quel De Nicolai che venti giorni dopo si impone nei 200 m tricolori dove Riccoboni viene eliminato in semifinale mentre il giorno prima sui 100 non riesce a passare nemmeno il primo turno. Non va tanto meglio nella riunione di Pavia del 19 ottobre: 2°, battuto dall’outsider Brugnatelli. Nel 1914 Riccoboni praticamente non gareggia mai, impegnato anche con gli obblighi militari che lo tengono ancora più occupato quando scoppia la guerra, inquadrato come caporale del 111° Fanteria, promosso nel 1916 a sergente. Riccoboni combatte in prima fila, in trincea, a stretto contatto quotidiano con la morte, inizialmente nella zona del Sabotino. Poi viene trasferito sull’Altopiano di Asiago, nella zona di Monte Castelgomberto: qui il 23 giugno 1916 viene ferito ad una gamba, medicato fortunosamente in un ospedale da campo e poi trasferito al nosocomio di Cremona. La ferita si rimargina in fretta, Riccoboni si guadagna una licenza ed il 24 settembre torna in pista, nelle “Gare Atletiche Nazionali” che si disputano sul campo dell’US Milanese ed assumono valenza di tricolori (che quell’anno causa la guerra non si organizzano): a corto di preparazione, è solo terzo nei 100 vinti da Baldwin, “l’americano di Firenze”. Però si tratta di un segnale confortante: la ferita di guerra non ha lasciato strascichi. All’inizio del 1918 prende il brevetto di pilota ed entra in Aviazione, di stanza a Cascina Costa. Tra una licenza e l’altra, riesce a gareggiare: il 14 luglio a Legnano è secondo sui 100, battuto da De Micheli, ma alla fine di luglio ha poche difficoltà ad aggiudicarsi il Campionato della Scuola Aviatori, cui appartiene, sui 100. Altrettanto ottiene pochi giorni dopo a Bologna, nella splendida cornice dei Giardini Margherita dove, oltre ai 100, si aggiudica anche l’americana di 1600m con Candelori.

Rientra in pista il 29 settembre a Milano, nel meeting organizzato appositamente dalla FISA per gli juniori sul campo di Via Goldoni: vince le 100y. Il 4 novembre finalmente termina la guerra e già sei giorni dopo Riccoboni torna in gara: a Gallarate sui 100 è superato dal solo Croci. Il 1919 di Riccoboni comincia il 6 aprile, al “Sempione”, ma non ha fortuna: sui 100 chiude soltanto 4°, superato peraltro da tre ottimi atleti come Nespoli, Croci e Orlandi. Quindi soffre un lungo periodo di stasi: si rivede in pista solo il 17 agosto, ancora al “Sempione”, ma è nuovamente quarto sui 100. Stenta ad ingranare e non compare più sino al termine dell’annata. Si ripresenta nel 1920, tesserato per l’US Cremonese, alla ricerca del sogno olimpico. L’esordio non è dei migliori: il 28 marzo a Busto, Riccoboni è solo quarto sui 100, sopravanzato da Orlandi, Croci e Bernardoni, avversari di spessore sulla strada di Anversa. Riccoboni però è stato notato da Platt Adams, l’americano CT dell’atletica italiana, appositamente ingaggiato dalla FISA per preparare i nostri ai Giochi. Seguendo le indicazioni del CT, Riccoboni perfeziona partenza, stile ed incedere. Migliora così tanto che già il 18 aprile, a Castellanza, vince i 100 davanti al quotato Croci. Il 9 maggio è secondo, di poco, dietro il tricolore Zucca sui 100 a Gonzaga. Stesso risultato quattro giorni dopo a Cremona, ma stavolta a batterlo è Croci. Il 24 maggio vince invece i 100 a Roma ed è 2° sui 400 battuto da Ambrosini. Solo terzo Riccoboni sui 100 e 200 ai primi di luglio nella decisiva prova di selezione per i Giochi, tenutasi sul campo dello SC Italia a Milano, zona Baggina. Ma il suo nome è comunque inserito tra gli azzurrabili, una cinquantina, che seguono un collegiale a Busto Arsizio dove il 18 luglio si disputa un’altra riunione che serve a scremare ulteriormente la lista per Anversa. Riccoboni vince i 100 e giunge terzo nei 200, dietro Orlandi e Zanella, rilanciando non poco le sue quotazioni in chiave olimpica. Difatti il suo nome non manca nella lista per Anversa, raggiunta con un lungo viaggio in treno, via Modane e Parigi. Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion la cui pista è in cenere. La gara dei 100 metri inizia il 15 agosto e vi prendono parte 61 atleti di 22 nazioni provenienti dai 5 continenti: vi sono pure rappresentanti di India e Principato di Monaco. Riccoboni gareggia subito, nella prima batteria: corre in 11”2 ed è battuto dall’inglese Hill, ma poichè passano i primi due, accede al turno successivo, il quarto di finale che si disputa poche ore dopo. Qui però giunge 5° su cinque, correndo in 11”5, nel turno vinto dal britannico Edward che sarà poi bronzo dietro agli statunitensi Paddock (10”8) e Kirksey. Quattro giorni dopo, il 19 agosto, Riccoboni torna in pista per i 200 cui prendono parte 47 atleti di 22 paesi. Nella sua batteria giunge 4° su cinque, superando solo l’estone Saulmann e venendo subito escluso, al contrario del britannico Edward che vince il turno in 22”8 davanti al sudafricano Oosterlaak. Lo stesso Edward sarà di nuovo bronzo, ancora dietro due statunitensi. Woodring e Paddock che manca la doppietta per 10 centimetri.

Riccoboni gareggia anche il 21 agosto nella staffetta 4x100 cui prendono parte 13 nazioni. La batteria per gli azzurri non sembra impossibile: a parte gli inarrivabili statunitensi, dobbiamo confrontarci con Spagna, Norvegia e Lussemburgo. Ma sbagliamo l’ultimo cambio, in curva, proprio tra Riccoboni e Croci, che risulta pasticciato e “lungo”, fuori dalla zona consentita: siamo dunque squalificati. L’oro va inevitabilmente agli USA che comunque faticano più del previsto per avere ragione di un’ottima Francia mentre per il bronzo la sorprendente Svezia supera la Gran Bretagna. In definitiva una partecipazione poco brillante per Riccoboni e, più in generale, per il nostro intero settore della velocità. Si riparte il 5 settembre a Genova, in Piazza di Francia: sui 100 Riccoboni è sconfitto da Croci. Piazze d’onore anche ai tricolori di Roma del 19 e 20 settembre: Riccoboni difatti è battuto da Zucca su 100 e 200. Ritrova la vittoria, sui 100, il 10 ottobre a Stresa. Nel 1921 Riccoboni insiste anche se inizia ad accumulare più sconfitte che vittorie. Il 28 marzo a Montecarlo è 4° sui 100, distanza sulla quale si impone a Busto il 3 aprile. Il 14 maggio è invitato a Stamford Bridge, Londra, per il prestigioso meeting che raccoglie molti atleti europei di alto livello: giunge terzo nei 100 e 200 vinti dal belga Brochart. Il 12 giugno Riccoboni è battuto da Bonacina sui 100 a Lodi. Il 28 agosto vince i 100 a Casalpustrerlengo ed il 12 settembre è superato sui 100 ad handicap a Lodi da Lucini. Il 18 settembre è solo quinto nei tricolori dei 100 a Bologna e 4° nei 400hs due giorni dopo. Il 2 ottobre è 4° sui 100 a Legnano vinti da Croci. A 33 anni Riccoboni non molla anche se raccoglie solo secondi posti sui 100: il 9 aprile a Codogno dietro Bogani, il 16 nella stessa sede alle spalle di Bonacina, il 21 maggio dietro lo sconosciuto Galboni a Gallarate. Sette giorni dopo, è battuto di nuovo da Bonacina nel campionato lombardo ma vince la 4x100.

Non è ancora “finito”: dopo l’ennesima piazza d’onore, stavolta a Bologna il 18 giugno dietro Bogani, il 2 luglio primeggia a Lodi sui 100 (davanti a Croci) e sette giorni dopo si aggiudica i 200 sul campo della Pirelli alla Bicocca. In estate infila una sequela di piazzamenti: Bogani lo batte il 23 luglio ad Este sui 100, il 6 agosto è secondo dietro Grimoldi sui 200 a Busto dove è terzo sui 100 appannaggio di Cantù. Il 3 settembre è secondo sui 100 a Trento battuto da Bogani che vince anche a Gonzaga sui 100 sei giorni dopo quando Riccoboni chiude terzo, superato anche da Tosi. Vince sempre più raramente: il 20 settembre a Suzzara è 2° sui 100 e 3° sui 400. 4 giorni dopo, sul campo della “Forza e Coraggio” di Milano si svolgono i tricolori: Riccoboni è terzo sui 200 dietro Bogani e Giongo. Gradino più basso del podio anche il 15 ottobre a Mantova, dietro Zucca e Bogani, e 4° posto sui 400 vinti dallo stesso Bogani. Il 1° novembre Riccoboni consegue l’ultimo successo della sua carriera, guadagnando i 400 a Milano, sul campo della “Forza e Coraggio”. Il 12 novembre e 3° sui 100 (vince Mari) e 2° sui 400 (dietro Andigò) a Cremona, in corse ad handicap dove non riesce a recuperare lo svantaggio. Ormai le forze sono al lumicino: a 34 anni Riccoboni sa di aver dato il meglio di sè. La passione però è enorme e scende un’ultima volta in pista: il 22 aprile 1923 a Codogno termina secondo sui 100 alle spalle dell’emergente Tommasi. Rimane questo in pratica l’ultimo risultato significativo della sua attività agonistica. Ma Riccoboni non lascia certo l’atletica: passa difatti al ruolo di starter e, data la sua esperienza agonistica, diventa presto uno dei migliori nel suo ruolo che però gli riserva una brutta sorpresa. L’11 maggio 1924, nella riunione preolimpica di Busto, la pistola si inceppa e mentre tenta di sistemare il guasto, parte un colpo che lo ferisce gravemente ad una mano: subisce l’amputazione di mezzo dito. Riccoboni si ripresenterà presto comunque come starter e rimarrà per diversi anni nel mondo dell’atletica di cui è stato grande protagonista.


[1] La gara era costituita da 4 frazioni, le prime due sui 200 m, quindi una sui 400 m ed una sugli 800 m. I compagni di Riccoboni sono Della Torre, Zanier e Vigani


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