RICCARDI Franco
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Milano 13.06.1905 / S. Colombano al Lambro (MI) 24.05.1968
1928. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre
1932. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Spada a Squadre
1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA D’ORO Spada Individuale
Proviene da una famiglia benestante, proprietaria di terreni e vigne a San Colombano, ma che vive gran parte del tempo a Milano. Bambino irrequieto e vivace, trova sfogo in pedana sotto la guida di Mangiarotti che lo scopre, lo plasma e ne affina la tecnica, dapprima col fioretto e poi con la spada. Riccardi ha indubbie qualità e non tarda a mettersi in mostra. Il 1° luglio 1923, a 18 anni appena compiuti, è secondo in una prova della “Coppa Ostali” di fioretto, battuto solo da V. Spotti. Il 1924 è annata olimpica e Riccardi, ancorchè giovane e inesperto, ci prova. A febbraio partecipa alla prima prova di selezione e riesce ad entrare nella lista dei 30 azzurrabili per la spada. Supera anche il secondo scoglio, la gara che si tiene a bologna il 16 e 17 aprile, ma nella selezione decisiva di Milano non è tra i migliori: il suo nome non entra nella lista degli azzurri. Trova il riscatto pochi giorni dopo, il 7 giugno a Cremona, nella sontuosa sede di Palazzo Affaitati dove chiude al secondo posto il torneo di spada, superato solo dal quotato Cuccia. Forse Riccardi, vedendo anche i nomi degli altri selezionati ed i loro risultati, avrebbe meritato maggiore fiducia dalla Commissione Tecnica, se non altro per acquisire ulteriore esperienza. Si rivede il 26 marzo 1925 quando all’Hotel Continental di Milano, in un’esibizione, batte con la spada il francese Boillat per 8-3. Poi, complice il militare, sparisce di scena per un anno. Riappare il 3 giugno 1926, nel prestigioso “Trofeo del Littorio” a Cremona dove chiude sesto nella spada vinta da Renzo Minoli. 14 giorni dopo, ancora con la spada, nei locali del meneghino “Gruppo Sciesa”, è battuto da Enrico Minoli (fratello dell’olimpionico Renzo) in un’esibizione per 10-9, al termine di un incontro equilibrato ed emozionante. Alla fine di giugno Riccardi dà spettacolo nei campionati lombardi: vince i tornei di spada e sciabola mentre chiude terzo nel fioretto, battuto da Rastelli ed E. Minoli. Il 4 luglio a Venezia chiude al quarto posto il torneo di spada, superato nell’ordine da Ragno, Rosichelli e Marrazzi. L’8 dicembre a Milano si aggiudica l’ultima prova della “Spada Ostali”. Ormai è lanciato e nel 1927 si conferma ad alti livelli. Il 12 marzo a Praga vince il torneo di spada e termina settimo due giorni dopo nella sciabola vinta da Bini. Il 4 luglio a Cremona chiude al terzo posto il torneo di spada. Nella stessa sede e con la stessa arma si aggiudica, con l’Italia, anche il torneo a squadre che si svolge il 7 luglio, con squillanti vittorie: 13-3 alla Cecoslovacchia, 11-4 ai Paesi Bassi e 11-5 alla Tunisia (costituita da italiani là residenti). Con lui Minoli, Terlizzi e Rosichelli. Ai primi di agosto è in Francia, a Mont Doré, dove chiude al terzo posto il torneo di spada, superato da Gros ed Agostoni. Con la stessa arma trionfa ai tricolori di Como il 18 agosto, dopo un emozionante spareggio con Ragno e Pezzana. Tre giorni dopo, nella stessa manifestazione, finisce 8° nella sciabola. Il 21 dicembre è a Parigi dove, nella Sala Wagram, quasi in un anticipo di Giochi, la Francia batte i nostri 20-16. Riccardi non va molto bene: vince due incontri, ma ne perde quattro.
Altrettanto accade il 17 gennaio nella preolimpica di spada che si tiene a Milano nella “Società del Giardino”: 2-3 il suo score. Nel 1928 non vuole certo ripetere la brutta esperienza di quattro anni prima e si allena intensamente in vista dei Giochi. Il 28 gennaio a Cannes è battuto 10-5 dal fuoriclasse Gaudin in un match di spada che ha già il sapore olimpico. Il 28 febbraio è tra i migliori nella preolimpica di spada disputata a Vercelli dove si affrontano due squadre miste: 4-2 il suo score, un posto in Nazionale sembra possibile. Il 5 marzo è ad Anversa per l’incontro di spada col Belgio. Riccardi batte Robert e Noel, ma perde con De Beukelaer. I nostri comunque si impongono 6-3. La tournée continua la settimana seguente nei Paesi Bassi. Riccardi a Rotterdam fa parte della nostra squadra di spada che si impone 12-3 sui padroni di casa, battuti anche a L’Aja ed il 10 marzo ad Amsterdam, con lo stesso punteggio di 7-1. Riccardi sembra aver assicurato il posto in Nazionale per i Giochi. Non torna in Italia: si ferma a Montecarlo dove il 18 marzo gareggia con l’Italia nella “Coppa Gautier” di spada: i nostri chiudono al secondo posto, battuti dalla Francia dopo un match memorabile, perduto 4-5. Il giorno seguente è a Nizza, per un grande torneo internazionale di spada, aperto anche ai maestri: vince difatti Nedo Nadi, ma Riccardi chiude ottimo quarto. Il 3 aprile al casinò di Sanremo, in un’esibizione di spada, batte 10-4 Barbier. Il 6 aprile è a Deauville per una serie di incontri con la spada. Dapprima vince il “GP Calvados” a squadre, poi due giorni dopo chiude al terzo posto il torneo individuale, superato da Schmetz e Basletta. Il 22 aprile è grande protagonista dei campionati lombardi a Lodi: vince la spada, si piazza secondo nella sciabola (battuto da Cuccia) e terzo nel fioretto. Si dimostra dunque schermidore quanto mai completo ed affidabile. Il 13 maggio fa ancora meglio: a Venezia difatti si laurea campione italiano di spada. Un posto ai Giochi è ormai suo tant’è vero che diserta pure l’ultima preolimpica, a Cremona il 23 giugno. Rifinisce la preparazione a luglio, a Milano, ben assistito dal mentore Mangiarotti e dall’altro grande maestro Weiss, assieme agli altri spadisti. La squadra è forte e ben affiatata, una medaglia pare possibile, ma ci sarà da soffrire. Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Riccardi gareggia nella spada a squadre che inizia il 4 agosto e vede al via 18 nazioni. Esentati dal primo turno per sorteggio, gli azzurri esordiscono nei quarti di finale. I nostri iniziano bene: superano brillantemente il turno, battendo 11-4 la Germania, 11-5 l’Egitto e 12-4 la Spagna.
Riccardi non va benissimo: sorprendono le sue tre sconfitte contro gli africani (Moyal, Misrahi, Cicurel) tra i quali riesce a superare solo Adda. Con gli spagnoli poi impatta 2-2: vince con Delgado e De Pomes, perde con Garcia e Diez. Il suo riscatto inizia nei quarti. Col Portogallo è un altro 2-2: supera Sassetti e Paredes, è sconfitto da Da Silveira e d’Eça Leal. I nostri pero s’impongono 10-6. Stesso risultato ai Paesi Bassi, con Riccardi che comincia ad ingranare: 3 vittorie (Labouchere, Kuypers, Driebergen) ed una sconfitta (Van den Brandeler). La Cecoslovacchia è regolata con un sonoro 13-2 ed anche qui lo score di Riccardi è 3-1: a segno con Harden, Jungmann e Tille, è superato da Beznoska. Si vola dunque in finale dove sicuramente l’avversario più ostico è la Francia. Riccardi dà spettacolo e con i transalpini vince i 4 assalti, costringendo alla resa Massard, Cornis, Schmetz e Buchard. Grazie a questo fenomenale apporto, vinciamo 9-7, spianandoci la strada per l’oro. Riccardi riserva lo stesso trattamento al Belgio, domando Barbier, Tom, De Beukelaer e Delporte. Gli azzurri chiudono 10-6. Col Portogallo altro show di Riccardi che perde solo con Paredes, sconfiggendo Da Silveira, d’Eça Leal e Sassetti. I nostri si impongono 9-6. Tre vittorie e zero sconfitte in finale: l’oro è azzurro! Argento alla Francia, bronzo al Portogallo. Per Riccardi un torneo da primattore dopo un inizio stentato, per uno score di 22-10. Si rivede nel 1929. Il 24 gennaio, in non perfette condizioni fisiche perchè è stato male nella nottata, termina nono il torneo di spada a Cannes vinto dal francese Cattiau. L’11 marzo a Parigi, con la spada, supera 10-8 il francese Cornic. Il 17 marzo a Montecarlo, nella “Coppa Gautier”, assieme ad Agostoni e Cornaggia-Medici, chiude al secondo posto: i nostri battono nettamente Svizzera e Portogallo, ma perdono 6-3 con la Francia che si aggiudica la manifestazione. Il giorno seguente a Nizza termina terzo il torneo di spada, battuto da Nadi e Cattiau. Il 14 aprile altro terzo posto negli Europei di spada a Napoli, superato da Cattiau e Bertinetti. Il 25 aprile al Casinò di Merano batte nettamente Clausetti 10-5 in un match di spada. Con la stessa arma si laurea Campione Italiano ad Abbazia il 22 maggio. Si rivede il 6 dicembre quando chiude al terzo posto il torneo di spada ad Offenbach, superato da altri due italiani, Minoli e Ragno. Il 27 dicembre, con la squadra della “Patriottica[1]”, vince la “Coppa Lombarda” di spada a squadre davanti alla “Società del Giardino” nella cui sede s’è tenuta la manifestazione. Il 21 gennaio 1930 Riccardi è a Parigi dove in un match di spada è superato 10-8 dal francese Labattut. Il 16 febbraio si aggiudica il torneo di spada a St. Moritz dopo un emozionante spareggio col grande Cattiau. 11 giorni dopo, è a Nantes, in Francia, dove in un’esibizione con la spada batte Schmetz 10-9, al temine di un altro serratissimo assalto. Il 23 marzo è a Montecarlo per la “Coppa Gautier” di spada a squadre contro la Francia. I nostri si impongono di misura, 31-30 dopo un grande duello[2]. Il 4 aprile, ancora con la spada, nella sala Wagram di Parigi supera 10-9 Labattut, al termine di un assalto che infiamma ed esalta il pubblico. Dieci giorni dopo, Riccardi è nella rappresentativa azzurra che affronta il Belgio al Teatro Lirico di Milano in un match di spada: non impeccabile il suo score (2-2), ma i nostri comunque si impongono 10-6[3]. Il 14 maggio a Napoli termina al terzo posto il tricolore di spada, superato da Agostoni e Ragno.
Il 27 maggio è nella compagine azzurra che, agli Europei di Liegi, gareggia nella spada a squadre: i nostri battono 9-7 la Francia e sembra fatta, ma subiscono una netta sconfitta col Belgio e chiudono secondi[4], attirandosi le critiche della stampa. A novembre Riccardi, assieme ad altri azzurri, compie una fortunata tournée a Copenaghen e Stoccolma dove vince ripetutamente con la spada. Con quest’arma il 4 febbraio 1931, al Teatro Lirico di Milano, perde 5-8 col francese Buchard, ma il 10 marzo al casinò di Sanremo vince 10-8 con l’altro transalpino Piot. Il 22 marzo a Montecarlo è nella squadra azzurra che contende la “Coppa Gautier” di spada alla Francia che però vince 21-15[5]. Cinque giorni dopo, è a Bruxelles dove con la spada vince 10-5 contro Barbier. I nostri poi il 29 marzo battono il Belgio 10-6[6]. Il 26 aprile a Milano, nei locali della “Società del Giardino”, Riccardi chiude al terzo posto il tricolore di spada, sopravanzato da Agostoni e Brusati. Con la stessa arma il 1 giugno vince a Vienna il Campionato Europeo a squadre[7] mentre il giorno seguente si ritira clamorosamente nel torneo individuale, per protesta contro le decisioni di una giuria troppo avversa agli azzurri. Rimane uno dei nostri migliori spadisti ed il CT degli azzurri, il grande Nedo Nadi, lo sa. Così lo segue attentamente nei vari stages preolimpici, lasciandolo in cura al maestro Mangiarotti che ne affina ulteriormente la tecnica. Alla fine, ai primi di febbraio del 1932, dopo un’infinità di test ed assalti, coordinati dal CT Nedo Nadi e per la spada con la supervisione del maestro Mangiarotti, ma senza vere e proprie selezioni, viene diramata la lista ufficiale per i Giochi e Riccardi è tra i selezionati. Festeggia la convocazione il 14 febbraio a Sanremo dove, con la spada, supera 6-4 il belga De Beur. Si conferma due mesi dopo, l’11 aprile, quando gli azzurri vincono a Nizza la “Coppa Gautier”, superando la Francia 23-13, con Riccardi in bella evidenza[8]. L’11 giugno a Vigevano, in un’esibizione, con la spada supera Cornaggia-Medici 10-4. Poi inizia la lunga trasferta americana. In realtà, dapprima, il 1° luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce il quale li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Gli schermidori provano anche qualche assalto, improvvisando una pedana negli angusti spazi dell’imbarcazione, ma certo non è semplice rimanere a punto. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles dove iniziano gli allenamenti di rifinitura, con Riccardi che pare in buone condizioni di forma.
Le gare olimpiche di scherma si svolgono nei locali dell’Armeria di Stato del 160° Fanteria, all’Olympic Park di Los Angeles. Riccardi partecipa al torneo di spada a squadre che vede al via solo 7 nazioni e che inizia il 5 agosto anche se i nostri quel giorno non gareggiano, esentati per sorteggio dal primo turno. Accedono difatti direttamente alla semifinale del giorno seguente. Primo avversario il Messico, facilmente battuto 13-3. Riccardi, titolare fisso della nostra Nazionale, non è il migliore dei nostri in quest’incontro. Il suo score difatti è di 2-2: vince 3-0 con Prieto e 3-1 con Delgadillo, ma perde 2-3 con Prieto Souza e Valero. Al suo fianco Cornaggia-Medici, Agostoni e Ragno. Poichè anche il Belgio supera il Messico ed accedono in finale le prime due squadre, il match fra azzurri e belgi non si disputa in quanto inutile. Il 7 agosto dunque è finale. Molto, se non tutto, si decide contro la Francia: i nostri perdono 9-7. Riccardi è di nuovo in pedana, con lui Ragno, Agostoni e Cornaggia-Medici. Riccardi è il peggiore dei nostri, con uno score di 1-3: vince 3-2 col grande Cattiau, ma è battuto 3-0 da Buchard, 3-2 da Schmetz e Piot. La via per l’oro è compromessa da questa sconfitta. Vinciamo bene comunque gli altri due incontri. Con gli USA chiudiamo 9,5-6,5. Assieme a Riccardi gareggiano Minoli, Ragno e Cornaggia-Medici. Riccardi vince due incontri (3-1 con Righeimer e 3-2 con Shears) e ne perde altrettanti (0-3 con Jaeckel, 2-3 con Calnan). Stesso risultato col Belgio, liquidato 11-5. Riccardi supera 3-1 Janlet e 3-2 De Beukelaer ma è sconfitto 3-2 da Mund e Poplimont. I nostri dunque conquistano l’argento, alle spalle della Francia e davanti agli USA. Per gli azzurri è un piccolo passo indietro rispetto ad Amsterdam, ma c’è poco da recriminare e comunque il secondo posto rimane un bel risultato. Riccardi si porta a casa la medaglia, ma il suo score è il peggiore tra gli azzurri, 7-9: non ha certo tradito le aspettative, ma avrebbe potuto ottenere di più. Soprattutto, dicono i tecnici, è sembrato poco reattivo e scattante, mancando soprattutto in partenza di azione. E’ difficile smaltire la sbornia olimpica: tra viaggio di ritorno, feste e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi) passano due mesi. Riccardi tira i remi in barca e non torna in pedana sino alla fine dell’anno. Si rivede solo il 10 febbraio 1933, in un’esibizione nella Sala Wagram a Parigi: con la spada, perde 7-10 con Schmetz. Un mese dopo è a Sanremo dove, ancora con la spada, supera due volte Piot, 8-7 e 8-2. Alla fine di marzo Riccardi partecipa alla “Coppa Gautier”, a Nizza, ma gli azzurri deludono un po’: perdono 9-7 col Belgio, con Riccardi comunque migliore dei nostri (3-1) ed impattano 8-8 con la Francia (1-3 il suo bilancio negativo), ma sono favoriti dal computo delle stoccate. Poichè la Francia batte il Belgio (10-6), le tre squadre finiscono pari e la coppa non viene assegnata. Nei giorni seguenti è impegnato, ancora a Nizza, nel torneo di spada dove però viene eliminato in semifinale (vince il francese Buchard). L’8 aprile festeggia i 150 anni della gloriosa “Società del Giardino” in un’esibizione: con la spada però è battuto 10-9 dal francese Schmetz. Il 25 maggio termina secondo il tricolore di spada a Ferrara, superato solo da Ragno (1-3 nel match decisivo).
Il 13 giugno è nella Nazionale che si aggiudica l’oro agli Eruopei di spada, risultando tra i migliori del lotto[9]. Nel torneo individuale invece chiude quarto: vince il francese Buchard allo spareggio con Ragno. Il 2 luglio Riccardi si aggiudica il torneo di spada a Cremona. Poi sparisce di scena, ritirandosi nella sua proprietà a San Colombano dove la famiglia produce vino di ottima qualità. In inverno si allena poco e ne paga subito le conseguenze: il 14 gennaio 1934, ancora fuori forma, si presenta a Genova per un’esibizione con la spada, ma è nettamente sconfitto (12-4) dal francese Schmetz. Si rimette in sesto e tra 7 e 9 aprile si presenta nell’inconsueta sede di Tripoli per i tricolori di spada: chiude terzo, sopravanzato da Ragno e Rastelli. Il 25 maggio a Cremona partecipa anche ai tricolori di fioretto dove termina decimo (vince Guaragna). Torna in Nazionale agli Europei di Varsavia, tra 23 e 24 giugno, nella spada a squadre: i nostri nel girone finale battono facilmente la Germania (24-8), ma impattano con la Svezia e con la Francia, premiata dal conto delle stoccate (34-36) che le vale l’oro. Per gli azzurri un mesto e sfortunato argento cui si aggiunge per Riccardi la delusione dell’eliminazione al primo turno nel torneo individuale di spada. Si rivede solo il 9 dicembre quando a Genova i nostri spadisti superano 13-11 i francesi nella “Coppa Moliè”[10]. Riccardi è il migliore dei nostri: vince quattro incontri, perdendo solo con Godin. Riccardi torna in pedana solo il 17 marzo 1935 nel campionato lombardo di fioretto: termina terzo, battuto da D. Rastelli e D. Mangiarotti. Poi alla fine di marzo è a Nizza per la tradizionale “Coppa Gautier” di spada: gli azzurri vincono alla grande, superando nettamente Germania (25-7), Belgio (22-10) e Francia (18-6), per un trionfo indiscutibile. Il 26 maggio a Milano i nostri spadisti[11] ritrovano la Francia e si impongono 9-6. Riccardi torna in pedana solo il 16 febbraio 1936 a Sanremo dove, sempre con la spada, supera 10-3 il tedesco Adam. Il 31 maggio finisce settimo i tricolori di spada, disputati alla “Patriottica” di Milano e vinti da Dario Mangiarotti, massimo esponente di una nouvelle vague che tenta di soppiantare i vecchi campioni. Riccardi si ritempra, come è solito fare ogni anno, a Chianciano: la sua classe non si discute e viene inserito nella lista per Berlino. Si presenta dunque pronto nel ritiro di Pontepetri, piccola località collinare, a circa 700 m di quota, sull’Appennino Pistoiese dove i nostri, è il caso di dirlo, affilano le armi in vista di Berlino, sotto l’attentissima regia di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e despota assoluto in Nazionale. Si parte per la Germania il 27 luglio da Verona, in treno. Ai Giochi, Riccardi esordisce nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni.
Il 7 agosto i nostri, senza Riccardi, vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Mangiarotti, Cornaggia-Medici, Ragno e Pezzana. Poichè l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzurri, divenuto inutile. Riccardi entra nel match seguente, contro la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3. Con lui Mangiarotti, Brusati e Pezzana. Riccardi partecipa a due soli assalti (gli altri sono inutili a risultato acquisito): pareggia con Vohryzek e vince con Kirchmann. Bene anche gli altri, a parte Brusati (2-2), con un grande Mangiarotti (3-0) ed un valido Pezzana (2-1). Poichè anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzurri, divenuto inutile. L’8 agosto si va dunque in semifinale. Con Riccardi di nuovo in panchina, l’Italia fa una passeggiata col Portogallo, superato 8-2, con Brusati e Pezzana in grande spolvero (3-0), più impacciati Mangiarotti e Ragno (1-1). Riccardi rientra contro gli USA ed è un altro trionfo, 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1. Riccardi perde con Sands, vero incubo dei nostri (vince tre incontri), ma supera brillantemente Righeimer, Reiss e De Capriles. Gli altri azzurri in pedana sono l’inamovibile Mangiarotti, Cornaggia-Medici e Brusati. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Riccardi è in pedana contro la Svezia, ma non va benissimo: perde con Thofelt e Granfelt, pareggia con Dryssen e primeggia solo su Almgren. Ci pensano gli altri (Mangiarotti, Ragno e Cornaggia-Medici) che vincono gli assalti 3-1. Risultato finale 10-5. Riccardi è titolare anche contro la Francia, domata 9-5 e nuovamente ottiene lo score di 1-1-2: vince con Schmetz (che batte gli altri tre azzurri), pareggia con Dulieux e viene battuto da Pecheux e Buchard. Se Ragno si difende (2-2), brillano Mangiarotti (3 successi ed un pareggio) e Cornaggia-Medici (3-1). Riccardi torna in panchina contro la Germania, peraltro facilmente superata 7-1 da Mangiarotti, Pezzana, Cornaggia-Medici e Ragno (l’unico a cedere un punto, con Lerdon). Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia.
Per Riccardi un torneo non molto brillante, con 6 vittorie e 6 sconfitte, oltre a due pareggi: un bilancio non esaltante, soprattutto in finale dove a tratti è sembrato un po’ appannato, pur rappresentando sempre e comunque un ottimo schermidore. Lo dimostra e lo conferma, eccome, nel torneo individuale di spada, disputato interamente alla “Tennisplatze” ed al quale prendono parte 68 schermidori di 26 nazioni. Nel primo turno, il 9 agosto, Riccardi esce immacolato, con 7 successi di fila: il tedesco Lerdon, il danese Leiedersdorff, l’olandese Weber, il romeno Miclescu-Prasescu, il cileno Romero, lo jugoslavo Mazuranic ed il brasiliano Dunham. Il giorno seguente, nei quarti, altro show e 6 vittorie: l’ungherese Bay, il greco Zalokostas, l’argentino Villamil, l’olandese Driebergen, il danese Sorensen ed il cileno Barraza. Riccardi ha trovato una forma magnifica e sembra lanciatissimo anche se in semifinale è battuto (2-3) dal polacco Kantor e pareggia con lo svedese Drakenberg, ma vince gli altri sei assalti: il belga Stasse, l’ungherese Bay, lo svizzero Fitting, il tedesco Lerdon, il belga De Bergendael ed il brasiliano Aguiar Valim. L’11 agosto è tra i favoriti della finale e non delude. Perde un solo assalto (Bay), ne pareggia tre (i belgi De Beur e Stasse, il britannico Campbell-Gray) e ne vince cinque (Ragno, Cornaggia-Medici, Drakenberg, Zalokostas ed il portoghese Da Silveira). Proprio i punti che gli arrivano dai tre pareggi lo lanciano ai vertici della classifica dove precede, per un solo punto, gli altri due azzurri Ragno e Cornaggia-Medici, per un trionfo assoluto, straordinario ed irripetibile della nostra scherma: oro, argento e bronzo dopo il successo a squadre! Di più è impossibile. Il dominatore incontrastato del torneo individuale è ovviamente Riccardi che perde due soli assalti contro le 24 vittorie, uscendo dai Giochi con due favolosi ori che, a 31 anni, ne fanno ovviamente lo spadista più forte a livello mondiale. La carriera di Riccardi ha toccato l’apice: negli anni seguenti, appagato, non ottiene più vittorie eclatanti, ritirandosi nella sua tenuta di San Colombano e dedicandosi all’azienda vinicola di famiglia, ancora oggi apprezzata a livello mondiale. Si rivede in pedana anche oltre i 40 anni, nel dopoguerra, in alcune applaudite esibizioni dove conferma il detto per cui la classe non ha età.
[1] Assieme a lui gareggiano Agostoni, Restelli e Brusati
[2] Con lui gareggiano Pezzana, Terlizzi, Cornaggia-Medici, Minoli, Basletta e Ragno
[3] Con lui gareggiano Agostoni, Cornaggia-Medici e Minoli
[4] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Ragno, Agostoni, Minoli e Pezzana
[5] Con lui gareggiano Bertinetti, Agostoni, Cornaggia-Medici, Terlizzi e Minoli
[6] Con lui gareggiano Agostoni, Minoli e Cornaggia-Medici
[7] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Bertolaia, Minoli, Ragno ed Agostoni
[8] Con lui gareggiano Minoli, Agostoni, Ragno, Cornaggia-Medici e Terlizzi
[9] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Ragno, Minoli, Brusati e Visconti
[10] Con lui gareggiano Agostoni, Ragno, Brusati e Minoli
[11] Con lui gareggiano Agostoni, Ragno, E. Mangiarotti