RAGNO Saverio
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Trani (BAT) 06.12.1902 / Sacile (PN) 22.04.1969
1932. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Spada a Squadre, 4° Spada Individuale
1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Spada a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Spada Individuale
1948. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Fioretto a Squadre
Allievo del maestro De Leonibus e veneziano d’adozione, tira con le tre armi e consegue i primi risultati interessanti intorno ai vent’anni di età. Nel 1924, ai primi di marzo, partecipa alla prima selezione olimpica che si tiene a Roma, alla Farnesina. Riesce ad entrare nella prima lista dei 30 azzurrabili per la spada, ma poi fallisce la qualificazione, venendo eliminato nei primi turni. Comunque la stoffa c’è. Il 29 novembre a Venezia vince i tornei di spada e sciabola oltre a chiudere al quinto posto nel fioretto (vince Biglia): sa dunque destreggiarsi a dovere con le tre armi anche se la spada sembra la sua preferita. Inoltre viene esaltato dalla stampa e dai tecnici come atleta “snello, asciutto, formidabile per velocità d’attacco”. Nel 1925 continua la sua ascesa. Il 26 aprile vince a Padova il campionato veneto di spada ed è terzo nella sciabola, superato da Biglia e Piutti. Esattamente un mese dopo, il 26 maggio, è solo 11° nel torneo internazionale di fioretto a Cremona, vinto da Chiavacci su Carniel. Va meglio con la spada dove quattro giorni dopo, nella stessa sede, termina 4° il torneo che vede vincitore Bini su Minoli e Terlizzi. Ragno sta crescendo bene, è il commento dei tecnici. Difatti non a caso si impone il 18 ottobre nel torneo di spada a Venezia, senza perdere un assalto. Si rivede ai tricolori di Ancona, disputati tra 4 e 8 gennaio 1926: buon 5° nella spada, finisce 8° nel fioretto, con vittorie che vanno rispettivamente a Minoli e Guaragna. E’ già un buon schermidore, ma può e deve ancora migliorare. Il 26 febbraio a Torino, in un’esibizione, con la spada batte Indracola 8-3. Si rivede solo ai primi di giugno nel prestigioso “Trofeo del Littorio” a Cremona: chiude brillantemente al terzo posto nella spada, superato da Minoli e Bertarelli, ma protagonista comunque di una bella prestazione. Nel fioretto invece termina 8° (vince Gaudini). L’11 giugno domina i campionati veneti a Treviso, aggiudicandosi i tornei delle tre armi. Il 4 luglio vince a Venezia il torneo di spada mentre il giorno precedente è arrivato secondo nella sciabola, battuto da Sarrocchi. A metà luglio è il migliore nella classifica combinata delle tre armi ai tricolori di Venezia, disputati nel sontuoso teatro “La Fenice”: vince la spada, dopo un bel duello, con Minoli; chiude 4° nella sciabola (appannaggio di Sarrocchi) e 6° nel fioretto (primo Carniel). Ormai è tra i nostri migliori schermidori, soprattutto appare completo. La conferma arriva addirittura da Ostenda dove il 1° agosto Ragno termina buon quarto il prestigioso torneo di sciabola vinto da Bini: i nostri dominano la classifica a squadre. Una lunga pausa introduce ad un grande finale di annata: il 19 dicembre Ragno si aggiudica a Venezia il trofeo “fascista” di spada, disputato all’Accademia Galante.
Inizia il 1927 nella maniera più giusta: il 12 gennaio si aggiudica con la spada il “Trofeo Città di Napoli”, disputato nella Sala Maddaloni. Nella stessa manifestazione chiude al 9° posto sia il fioretto (vinto da Terlizzi) che la sciabola (appannaggio di Bini). Insiste con le tre armi: il 23 gennaio a Mantova è secondo nel torneo di fioretto, battuto solo da Guaragna. Il 12 marzo a Praga dà sfoggio della sua completezza: 2°nella spada, battuto da Riccardi, 5° nel fioretto vinto da Pignotti, 9° nella sciabola guadagnata da Bini. Il 24 marzo, al Teatro Lirico di Milano, in una grande esibizione definita preolimpica, con la spada viene battuto 8-6 dallo stagionato Bertinetti. Tra il 22 e 25 maggio è grande protagonista nella sua Venezia: vince il campionato veneto di fioretto e sciabola oltre al torneo nazionale di spada, disertando appositamente il campionato regionale di quest’arma per preservare energie. A metà agosto è grande protagonista ai tricolori di Como, pur non vincendo: nella spada è battuto, dopo spareggio, solo da Riccardi mentre nel fioretto chiude sesto (vince Pignotti). Tre giorni dopo, finisce 6° anche nella sciabola (1° Sarrocchi). Non va meglio il 26 e 27 novembre ad Offenbach, in Germania: finisce difatti 10° sia nel fioretto (primo Casmir) che nella sciabola dove primeggia Marzi. Il 1928 è annata olimpica e Ragno ovviamente cerca un posto in azzurro. Il 17 gennaio è buon protagonista nella preolimpica di spada che si tiene a Milano nella “Società del Giardino”: 3-2 il suo score. Alla fine di gennaio è grande primattore nei Campionati della Milizia: vince nella spada, allo spareggio col sorprendente Battinelli, è secondo nel fioretto (battuto da Pignotti) e 5° nella sciabola vinta dal grande Puliti. Il 3 febbraio si impone agevolmente a Venezia nel “Campionato delle Tre Venezie” di sciabola. Il 28 febbraio partecipa alla preolimpica di spada disputata a Vercelli dove si affrontano due squadre miste: 2-4 il suo score non sensazionale. Il 29 aprile a Napoli nei tricolori di sciabola chiude all’ottavo posto, vince De Vecchi. Va un po’ meglio nel campionato italiano di spada a Venezia: finisce quarto, potendo ambire ai Giochi. Il 23 giugno nell’ultima e decisiva preolimpica, a Cremona, Ragno non demerita: termina terzo nella spada, a pari merito con Cornaggia, e viene inserito tra i selezionati. Ma alla fine non convince la Commissione Tecnica, governata da Mazzini (Presidente della Federazione schermistica) e nella quale la geopolitica sportiva ha un ruolo dominante: così viene relegato al ruolo di riserva. In effetti avrebbe probabilmente meritato un posto anche se comunque i nostri spadisti ad Amsterdam conquistano l’oro, confermando la bontà della scelta tecnica. Ragno lo dimostra a dicembre nella “Coppa Mussolini” di Roma, riservata agli ufficiali della Milizia ma con molti azzurri presenti: vince la spada, chiude quarto nel fioretto, appannaggio di Pignotti, e nella sciabola guadagnata da Salafia.
Si rivede agli Europei del 1929, disputati a Napoli a metà aprile. Non va molto bene: termina al 10° posto la spada (vince Cattiau) e non raggiunge la finale nella sciabola (primo l’ungherese Glykais). Il 25 aprile al Casinò di Merano, in un’esibizione, con la spada perde 6-8 contro il francese Rousset, mostrandosi troppo nervoso e legato. Cerca il riscatto ai tricolori di Abbazia, disputati intorno al 20 maggio, ma lo trova solo in parte: secondo nella spada, battuto da Riccardi, chiude 7° nel fioretto e 9° nella sciabola, vinti rispettivamente da Guaragna ed Anselmi. Rimane comunque tra gli schermidori più completi della penisola, l’unico forse capace di piazzarsi nei primi con le tre armi. Difatti si conferma nel torneo di Cremona alla fine di giugno: primo nella spada, 9° nel fioretto, 11° nella sciabola. Si rivede un mese dopo quando a Carlsbad, in Boemia, con Anselmi e Cornaggia-Medici, porta l’Italia a vincere il torneo di spada a squadre: 8-1 a Germania e Cecoslovacchia, 5-3 alla Francia i risultati. Il 28 luglio è ad Ostenda, in Belgio, dove termina al quinto posto il torneo di sciabola vinto da Marzi. Con la stessa arma chiude secondo il torneo di Cortina, disputato il 1° settembre sotto la supervisione del grande Nedo Nadi: a batterlo il solo Pignotti. Si rivede il 26 novembre quando a Verona guadagna il titolo regionale nelle tre armi. E’ il miglior viatico per il prestigioso torneo di Offenbach dove si comporta da par suo: secondo nella spada, battuto solo da Minoli, e quarto nella sciabola vinta da Marzi. Il 20 dicembre a Firenze, in un’esibizione con la spada, è battuto 8-6 da Anselmi. Si rivede il 16 febbraio 1930 quando a St. Moritz chiude 8° il torneo di spada vinto da Riccardi. Il 23 marzo è a Montecarlo per la “Coppa Gautier” di spada a squadre contro la Francia. I nostri si impongono di misura, 31-30 dopo un grande duello[1]. Il giorno seguente Ragno chiude all’ottavo posto il torneo di spada a Nizza, vinto dal grande Cattiau. Il 14 maggio a Napoli termina al secondo posto il tricolore di spada, battuto solo da Agostoni mentre il giorno seguente finisce 4° nella sciabola appannaggio di Anselmi. Ragno è grande negli Europei di Liegi: il 25 maggio fa parte della squadra azzurra che vince l’oro nel fioretto, superando 10-6 la Francia, 12-4 l’Inghilterra e 11-5 il Belgio[2]. Va peggio, con delusione, nella spada: i nostri battono 9-7 la Francia e sembra fatta, ma subiscono una netta sconfitta col Belgio e chiudono secondi[3], attirandosi le critiche della stampa. Ragno si rivede solo il 20 novembre quando a Udine si aggiudica il campionato veneto di fioretto e spada mentre nella sciabola, pur favorito, chiude solo terzo, battuto da De Martino e Pinton. Non inizia bene il 1931: il 15 febbraio a Venezia viene nuovamente sconfitto da De Martino nella sciabola. Ai tricolori di spada, disputati il 24 e 25 aprile alla “Società del Giardino” di Milano, è tra i favoriti ma clamorosamente viene eliminato prima del girone finale. Cerca il riscatto a Venezia il 5 maggio nel campionato italiano di fioretto, ma deve accontentarsi del quarto posto, sopravanzato comunque da tre olimpionici come Guaragna, Pignotti e Terlizzi. Torna in Nazionale per gli Europei di Vienna dove il 27 e 28 maggio vince l’oro nel fioretto a squadre[4]. Tre giorni dopo, chiude al settimo posto il torneo individuale vinto dal francese Lemoine.
Il 1° giugno guadagna l’oro anche nella spada a squadre[5] mentre il giorno seguente esce in semifinale nel torneo individuale, risultato colto anche nella sciabola dove diserta la prova a squadre. Torna in pedana solo il 27 settembre a Montecatini dove, in un’esibizione, supera Battinelli alla sciabola per 8-4. A metà novembre guadagna il titolo veneto nelle tre armi. Poi inizia la serie dei collegiali preolimpici e Ragno ovviamente è tra gli azzurrabili. Non solo: quando, già ai primi di febbraio 1932, il CT Nedo Nadi comunica la lista definitiva per i Giochi, Ragno è dentro anche se solo per la spada. Può dunque prepararsi con calma e serenità. Si rivede l’11 aprile 1932 quando gli azzurri vincono a Nizza la “Coppa Gautier” di spada, superando la Francia 23-13, con Ragno in bella evidenza[6]. Il 15 maggio, in un’esibizione a Como con la spada, supera 10-8 Minoli. L’11 giugno a Vercelli, in un’altra esibizione con la spada, vince 10-7 con Agostoni. I nostri si stanno preparando bene per Los Angeles anche se hanno preferito soprattutto allenarsi in un’infinita serie di stages, tenuti soprattutto a Roma, piuttosto che confrontarsi con gli avversari. Si va dunque in America. In realtà, dapprima, il 1° luglio gli azzurri vengono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce il quale li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. Gli schermidori provano anche qualche assalto, improvvisando una pedana negli angusti spazi dell’imbarcazione, ma certo non è semplice rimanere a punto. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles dove iniziano gli allenamenti di rifinitura, con Ragno che pare in buone condizioni di forma. Le gare olimpiche di scherma si svolgono nei locali dell’Armeria di Stato del 160° Fanteria, all’Olympic Park di Los Angeles. Ragno esordisce nel torneo di spada a squadre che vede al via solo 7 nazioni ed inizia il 5 agosto anche se i nostri quel giorno non gareggiano, esentati per sorteggio dal primo turno.
Accedono difatti direttamente alla semifinale del giorno seguente. Primo avversario il Messico, facilmente battuto 13-3. Ragno, titolare fisso della nostra Nazionale, esce con l’immacolato score di 4-0: batte 3-0 Prieto Souza e Prieto, 3-1 Delgadillo e Valero. Al suo fianco Cornaggia-Medici, Riccardi ed Agostoni. Poichè anche il Belgio supera il Messico ed accedono in finale le prime due squadre, il match fra azzurri e belgi non si disputa in quanto inutile. Il 7 agosto dunque è finale. Molto, se non tutto, si decide contro la Francia: i nostri perdono 9-7. Ragno è in pedana, con lui Agostoni, Riccardi e Cornaggia-Medici. Ragno non sfigura, ma non è nemmeno eccellente: batte 3-2 sia Schmetz che Cattiau, ma perde con lo stesso punteggio con Piot e 3-1 con Buchard. Comunque, rispetto ai compagni non demerita. Fa il suo, ma non basta. La via per l’oro è compromessa da questa sconfitta. Vinciamo bene comunque gli altri due incontri. Col Belgio è 11-5, con Ragno che ripete lo score dei francesi: si impone 3-2 con Janlet e Mund, ma viene sconfitto 3-0 da De Beukelaer e 3-1 da Poplimont. Con gli USA vinciamo 9,5-6,5 ed il mezzo punto è “colpa” (o merito) proprio di Ragno che pareggia 3-3 con Calnan. Batte seccamente, 3-0, Jaeckel e Shears, ma perde 1-3 con Righeimer. I nostri dunque conquistano l’argento, alle spalle della Francia e davanti agli USA. Per gli azzurri è un piccolo passo indietro rispetto ad Amsterdam, ma c’è poco da recriminare e comunque il secondo posto rimane un bel risultato. Ragno non è stato brillantissimo, qualche macchia sulla sua prestazione c’è, ma s’è sempre disimpegnato con la piena sufficienza. Cerca il riscatto nel torneo individuale, al via l’8 agosto con 28 schermidori di 12 nazioni. Nel primo turno, l’8 agosto, Ragno letteralmente vola, con uno score di 8-0. In rapida successione supera per 3-0 lo statunitense Corbin ed il messicano Prieto, per 3-1 il francese Buchard ed il danese Leidersdorff, per 3-2 il belga De Beukelaer, l’olandese De Jong, lo svedese Thofelt ed il canadese Markus. Diventa un favorito per le medaglie, ma già in semifinale, quello stesso giorno, qualcosa s’inceppa. Il suo score scende a 6-1-2. Perde 3-1 con De Beukelaer e 3-2 con lo statunitense Heiss, pareggia a sorpresa 3-3 con l’argentino Saucedo e vince i rimanenti assalti: 3-0 con Buchard, 3-1 con Cattiau, l’ungherese Benko e De Jong; 3-2 con Thofelt e Prieto. E’ comunque il migliore del suo girone e plana in finale con qualche concreta speranza di ben figurare anche se il campo sembra molto equilibrato. Difatti nessuno esce immacolato dalla contesa e Ragno lotta sino all’ultimo per il podio, ma alla fine il suo score di 7-4 lo condanna alla scomodissima “medaglia di legno” del 4° posto. Viene superato nell’ordine da Cornaggia-Medici, Buchard ed Agostoni che la fortuna di pareggiare un assalto, proprio con Cornaggia-Medici, e di chiudere con lo score di 7-1-3. Peccato per Ragno, autore comunque di un’ottima gara. Difatti vince 3-2 con lo stesso Agostoni, Cattiau e l’elvetico De Graffenried; 3-1 con Schmetz e Lindstrom; 3-0 con Thofelt e l’argentino Saucedo. Perde invece 3-0 con De Beukelaer, 3-2 con Cornaggia-Medici, Buchard e Calnan. Una medaglia sfumata per poco ed il fatto di vedere tre azzurri nei primi quattro, amplifica il rammarico per la mancata vittoria nella gara a squadre.
È difficile smaltire la sbornia olimpica: tra viaggio di ritorno, feste e premiazioni varie (Duce e principe Umberto compresi) passano due mesi. Ragno tira i remi in barca e non torna in pedana sino in pratica al 7 marzo 1933 quando a Bordeaux, con la spada, in un’esibizione supera Piot 10-9. Alla fine di marzo partecipa alla “Coppa Gautier” di spada, a Nizza, ma i nostri deludono un po’: perdono 9-7 col Belgio, con l’irriconoscibile Ragno che perde i suoi quattro incontri (!), ed impattano 8-8 con la Francia (2-2 il suo score), ma sono premiati dal computo delle stoccate. Poichè la Francia batte il Belgio (10-6), le tre squadre finiscono pari e la coppa non viene assegnata. I giorni seguenti è impegnato nel torneo di spada, ancora a Nizza, dove chiude al quinto posto (vince il francese Buchard). Il 23 maggio a Ferrara chiude secondo il tricolore di fioretto, superato solo da Guaragna. Due giorni dopo però vince il Campionato Italiano di spada. Confermandosi schermidore quanto mai completo, il 27 maggio Ragno termina secondo anche il tricolore di sciabola, battuto solo da Marzi. Poi è grande agli Europei di Budapest, disputati intorno alla metà di giugno, dove vince l’oro nel fioretto a squadre[7] e nella spada a squadre[8]. Nella spada individuale guadagna invece l’argento, battuto 3-2 nello spareggio dal francese Buchard. Si rivede solo ad inizio 1934: il 14 gennaio, in un’esibizione a Genova, è battuto col fioretto 10-8 dal francese Bondoux. Il 18 febbraio è a Sanremo dove vince il torneo di spada a squadre: con lui Agostoni e Minoli. Nel girone finale gli azzurri superano nettamente Inghilterra e Francia. Un mese dopo, il 18 marzo, Ragno perde 5-10 col francese Rousset un’esibizione col fioretto, disputata a Cannes. Torna opportunamente alla spada e ne ha ben donde: il 9 aprile, nell’inconsueta sede di Tripoli, si aggiudica il Campionato Italiano. Sei giorni dopo, è nella Nazionale di spada che a Montecarlo guadagna il torneo davanti a Belgio (superato 18-14) e Francia (18-8). Con lui Cornaggia-Medici, Rastelli e Brusati. Il 27 maggio con la sciabola chiude secondo il torneo di Cremona, battuto da Pinton: nella stessa città del Torrazzo, due giorni prima era finito sesto nel tricolore di fioretto vinto da Guaragna. Ragno continua a giostrarsi bene tra le tre armi, confermandosi il nostro schermidore più completo. Non a caso, torna in Nazionale agli Europei di Varsavia, tra 23 e 24 giugno nella spada a squadre: i nostri nel girone finale battono facilmente la Germania (24-8), ma impattano con la Svezia e la Francia, premiata dal conto delle stoccate (34-36) che le vale l’oro. Per gli azzurri un mesto e sfortunato argento cui si aggiunge per Ragno il bronzo nel torneo individuale di spada vinto a sorpresa dal magiaro Dunay. Ragno gareggia pure nel torneo individuale di sciabola, ma chiude solo decimo (vince il magiaro Kabos).
Si rivede in pedana solo l’11 novembre a Napoli, per i cosiddetti “Giochi Partenopei”, rassegna di vari sport fortemente voluta da Mussolini in persona per esaltare la forza degli atleti italiani: Ragno vince la spada a squadre, assieme a Macerata e Zammicheli. Il 23 novembre a Parigi, nei locali del “Petit Journal”, Ragno vince 10-4 un’esibizione di spada con Coutrot. Il 9 dicembre a Genova i nostri spadisti superano 13-11 i francesi nella “Coppa Moliè”[9]: Ragno vince tre incontri, ma ne perde due. Torna in pedana il 2 febbraio 1935 a Sanremo dove, con Cornaggia-Medici ed E. Mangiarotti, supera nuovamente 10-8 i francesi in un grande match di spada. La stessa sera, ancora con la spada, batte pure il magiaro Dunay 10-6. Il 1° marzo Ragno è a Parigi, sala Wagram, dove viene sconfitto di misura, 9-10, con la spada sia da Buchard che Schmetz dopo due assalti tirati ed emozionanti. Alla fine di marzo tocca alla tradizionale “Coppa Gautier” di spada a Nizza: gli azzurri, con un grande Ragno, vincono bene, superando nettamente Germania (25-7), Belgio (22-10) e Francia (18-6), per un trionfo indiscutibile. Non va altrettanto bene nel torneo individuale dove Ragno viene subito eliminato. Va male anche il 1° aprile a Montecarlo nella “Coppa del Principe[10]” di spada: battiamo la Francia 9-7 e sembra fatta perchè i transalpini schiantano 8-1 il Belgio con cui però andiamo in difficoltà, a sorpresa, e perdiamo 8-7. La coppa così non viene assegnata, essendo le tre squadre a pari merito. Il 7 aprile Ragno vince a Venezia il campionato interzonale di sciabola. Il 17 maggio a Bolzano si aggiudica il tricolore di spada e finisce terzo nella sciabola, superato da Montano e Salafia. Il 26 maggio a Milano si regolano i conti nella spada con la Francia, rimasti in sospeso da Montecarlo: i nostri[11] si impongono 9-6, con Ragno che risulta il migliore. Nella seconda metà di giugno Ragno è a Losanna con la Nazionale per gli Europei: nella spada a squadre, i nostri[12] superano agevolmente Jugoslavia (23-9) ed Ungheria (26-6), ma in semifinale vengono clamorosamente eliminati da Svezia (14-18) e Germania (6-18!), cedendo soprattutto sul piano psicologico. Ragno poi è irriconoscibile, perdendo numerosi assalti: una debacle inaspettata che lascia interdetti gli addetti ai lavori. I nostri brillano poco anche nel torneo individuale dove Ragno finisce terzo (vince lo svedese Drakenberg). Si rivede in pedana solo il 16 febbraio 1936 a Sanremo dove con la spada non dà scampo al tedesco Miersch, sopraffatto 10-2. Il 22 e 23 marzo Ragno è protagonista nella prima preolimpica, a Ferrara: ottimo terzo nella sciabola, alle spalle di Montano e Tanzini, chiude quinto nella spada appannaggio di Brusati. Il 20 marzo a Montecarlo gli spadisti azzurri si aggiudicano il torneo internazionale, superando Francia (18-14), Belgio (19-13) e Principato di Monaco (18-14). Con Ragno gareggiano Brusati, Cerchiari e Mangiarotti. Il 27 aprile a Merano Ragno termina al terzo posto il torneo preolimpico di spada: lo superano Macerata e Brusati. Per lui comunque la maglia azzurra sembra già sicura. Ai tricolori di spada, disputati alla “Patriottica” meneghina il 31 maggio, finisce quinto (vince D. Mangiarotti).
Data la sua esperienza e la classe indiscutibile, Ragno è tra i convocati per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica. Si parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Ragno esordisce nella spada a squadre che si tiene per i primi turni al “Tennisplatze”, l’arena del tennis all’aperto, e poi alla “Haus des Sports”, un grande palazzo dello sport. Al torneo partecipano 21 nazioni. Il 7 agosto i nostri vincono 8-2 con gli ungheresi: in pedana vanno Mangiarotti, Cornaggia-Medici, Pezzana e Ragno che vince due incontri (Bay e Bezegh-Huszagh) ma ne perde uno (con Dunay). L’altro punto è perso da Mangiarotti con Dunay. Poichè l’Ungheria è battuta (8-7) anche dalla Cecoslovacchia e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra cechi ed azzurri, divenuto inutile. Ragno è in panchina nel match seguente, il quarto di finale con la Cecoslovacchia che si rivela altro avversario abbordabile: vinciamo 8-3. In pedana troviamo Mangiarotti, Riccardi, Brusati e Pezzana. Poichè anche gli USA superano i cechi (10-6) e passano al turno successivo le prime due compagini, non si disputa l’incontro tra americani ed azzurri, divenuto inutile. L’8 agosto si va dunque in semifinale e Ragno rientra contro il Portogallo, agevolmente superato 8-2, con Ragno che vince un assalto (con Carinhas), ma perde con Da Silveira che sconfigge pure Mangiarotti mentre Brusati e Pezzana si comportano alla grande (3-0). Con il CT che saggiamente alterna le pedine, a Ragno viene concesso un altro turno di riposo contro gli USA, sconfitti 12-4, con tutti gli assalti che terminano 3-1: in pedana vanno l’inamovibile Mangiarotti, Riccardi, Cornaggia e Brusati. Si entra dunque a vele spiegate in finale, disputata poche ore dopo. Ragno è titolare fisso dei tre incontri. La Svezia è battuta 10-5, con Ragno ottimo protagonista: vince tre assalti (Almgren, Dryssen e Thofelt), perdendo con Granfelt. Altrettanto fanno Mangiarotti e Cornaggia-Medici, entrambi battuti da Thofelt mentre Riccardi perde con Thofelt e Granfelt. Contro la Francia il discorso non cambia molto e vinciamo 9-5, con Ragno però un po’ impacciato: vince con Pecheux e Dulieux, ma viene sconfitto da Schmetz e Buchard. Con Riccardi a disagio (1-1-2), ci pensano Mangiarotti e Cornaggia-Medici che guadagnano tre assalti ciascuno. Con la Germania è una mezza passeggiata: dominiamo 7-1 e proprio Ragno cede l’unico punto, con Lerdon, vincendo con Geiwitz ed Esser. Il trionfo dei nostri è netto ed indiscutibile: sette successi con ampio margine, per un dominio incontrastato che sorprende pure molti osservatori. Per gli azzurri un grandissimo oro davanti a Svezia e Francia. Per Ragno un bel torneo, da pedina fondamentale soprattutto in finale, anche se lo score non è proprio brillantissimo: 10-6. Si tratta comunque di un bel viatico per il torneo individuale di spada, disputato interamente alla “Tennisplatze” ed al quale prendono parte 68 schermidori di 26 nazioni.
Nel primo turno, il 9 agosto, Ragno non inizia benissimo, perdendo tre incontri (il portoghese D’Eça Leal, il britannico Campbell-Gray, il magiaro Bartha) ma vincendone comunque cinque: il belga Stasse, il ceco Kunt, il romeno Dolecsko, l’austriaco Fischer, il canadese Dalton. Passa comunque il turno ed il giorno seguente affronta i quarti. La storia non cambia: viene battuto due volte (svedese Drakenberg e polacco Kantor), ma si impone in sei assalti (Campbell-Gray, romeno Miclescu-Prajescu, Stasse, svizzero Duret, olandese Weber e norvegese Guthe), passando il turno. Ragno non è perfetto, ma i gironi sono equilibrati e basta poco per emergere od affondare. Ciò si conferma anche in semifinale dove, pur perdendo altre tre volte (Campbell-Gray, Cornaggia-Medici e greco Zalokostas), Ragno arriva in finale grazie ai suoi sei successi: il belga Debeur, il francese Pecheux, lo svedese Granfelt, messicano Haro, D’Eça Leal e svizzero Hauert. L’11 agosto dunque è finale e Ragno si batte bene anche se perde ancora tre volte, peraltro sempre 2-3, all’ultima stoccata, a conferma dell’equilibrio: con Riccardi, Campbell-Gray e Zalokostas. Si impone però in sei occasioni: Cornaggia-Medici, Drakenberg, Debeur, il portoghese Da Silveira, Stasse ed il magiaro Bay. Si rivela per lui fondamentale il successo con l’altro azzurro Cornaggia-Medici con cui, con lo score di 6-3, arriva a pari merito, al secondo posto dietro Riccardi. Si contano le stoccate e Ragno risulta in vantaggio (+9 a +6): dunque è un grande argento! Non solo, ma il podio è interamente azzurro: oro a Riccardi, argento appunto a Ragno e bronzo a Cornaggia-Medici, per un trionfo assoluto, straordinario ed irripetibile della nostra scherma, dopo il successo a squadre. In un torneo equilibrato, dove Riccardi ha fatto la parte del leone, Ragno s’è districato a dovere, sfruttando l’equilibrio, con un pizzico di fortuna che non guasta mai, passando attraverso qualificazioni non brillantissime, ma uscendo al momento giusto. Ragno se ne va dai Giochi con un oro ed un argento, bilancio strepitoso. Si rivede a fine annata quando il 13 dicembre guida da capitano gli azzurri nella “Coppa Moliè” di spada a Genova contro la Francia. Ragno combatte bene, vince 4 assalti e ne perde uno solo, ma i giovani compagni non sono altrettanto abili e perdiamo nettamente, 31-19. Dopo i Giochi, la carriera di Ragno prosegue alla grande: nella spada a squadre ai Mondiali guadagna un oro (1937) ed un bronzo (1938) mentre nel 1939 consegue il tricolore individuale di spada. La guerra spezza la sua attività, ma non la interrompe definitivamente. Nonostante i 43 anni suonati, torna difatti in pedana, continuando a tirare con le tre armi. Nel 1948 ritrova i Giochi, a Londra, dove ottiene un bell’argento nel fioretto a squadre, specialità in cui guadagna l’oro ai Mondiali del 1950 (a 48 anni!). Nelle rassegne iridate, in precedenza, nel 1947 aveva ottenuto anche un argento (fioretto a squadre) ed un bronzo (spada a squadre). Ragno dunque rimane nella storia del nostro sport come uno tra gli schermidori più completi di tutti i tempi, capace di cogliere allori con le tre armi, figura di primissimo piano. La sua peraltro è una famiglia di olimpionici. Nel 1972 la figlia Antonella ha difatti conquistato l’oro olimpico di fioretto e per tre lustri è stata l’atleta più rappresentativa della Nazionale italiana[13]. Antonella ha sposato Gianni Lonzi[14], grande figura della nostra pallanuoto dove ha guadagnato l’oro olimpico nel mitico Settebello del 1960, conosciuto proprio durante un’edizione dei Giochi.
[1] Con lui gareggiano Pezzana, Terlizzi, Riccardi, Minoli, Basletta e Cornaggia-Medici
[2] Con lui gareggiano Gaudini, Pignotti, Guaragna, Terlizzi e Marzi
[3] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Riccardi, Agostoni, Minoli e Pezzana
[4] Con lui gareggiano Chiavacci, Gaudini, Marzi, Guaragna e Pignotti
[5] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Bertolaia, Minoli, Agostoni e Riccardi
[6] Con lui gareggiano Minoli, Riccardi, Agostoni, Cornaggia-Medici e Terlizzi
[7] Con lui gareggiano Guaragna, Macerata, Nostini, Bocchino e Di Rosa
[8] Con lui gareggiano Riccardi, Cornaggia-Medici, Minoli, Brusati e Visconti
[9] Con lui gareggiano Riccardi, Agostoni, Brusati e Minoli
[10] Con lui gareggiano Cornaggia-Medici, Brusati ed Agostoni
[11] Con lui gareggiano Agostoni, Riccardi, E. Mangiarotti
[12] Con lui gareggiano Agostoni, Battaglia, E. e D. Mangiarotti, D. Rastelli
[13] Nata a Venezia il 06.06.1940. Fiorettista, fuoriclasse, degna figlia del padre. Al suo attivo anche due bronzi olimpici (1960 e 1964) mentre ai Mondiali ha conquistato un argento (1967) e tre bronzi (1962-1963-1965). Ha vinto 9 Campionati Italiani
[14] Nato a Firenze il 04.08.1938. Grande anche come CT della nostra Nazionale con cui nel 1978 ha vinto il Mondiale