Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/puliti_piccola.jpg

PULITI Oreste

Livorno 18.02.1891 / Lucca 05.02.1958

1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, 4° Sciabola Individuale, 7° Fioretto Individuale

1924. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Sciabola a Squadre, 4° Fioretto a Squadre

1928. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre, 4° Fioretto Individuale

Appartenente alla grande scuola livornese del burbero maestro Beppe Nadi, padre dei grandi Nedo ed Aldo. Puliti ha 21 anni e gareggia in pedana da diverso tempo quando Nedo vince l’oro a Stoccolma nel 1912, dando l’esempio a tutti gli schermidori labronici. Puliti ne ha già assorbito in parte l’estro e la classe: la sua costante applicazione, guidata dal maestro Beppe, fa il resto. Puliti ha cominciato a segnalarsi nel 1909 quando ben figura al torneo del Club d’Armi Milanese sia nel fioretto che nella sciabola. Ma è valido anche nella spada, arma peraltro poco amata a Livorno, dato che nel dicembre di quella stessa annata vince il torneo di Mantova. Nel 1910 Puliti è sempre tra i migliori anche se in seconda fascia. Non demorde ma, complice anche il servizio militare, per un paio di stagioni i risultati sono piuttosto scarsi: pare ancora acerbo e la sua formazione schermistica è inevitabilmente incompleta. Non ha la classe innata di Nedo nè l’irruenza estrosa di Aldo, che sta crescendo bene al fianco del fortissimo fratello. Puliti non viene preso in considerazione per i Giochi di Stoccolma, non è ancora pronto per simili contesti internazionali: però ha dalla sua la grinta tipica dei livornesi, la voglia di non arrendersi e l’umiltà di migliorarsi imparando giorno dopo giorno. Tuttavia la sua ascesa è lenta, anche perchè deve confrontarsi con avversari indubbiamente di alto livello: nel 1914 si piazza terzo nel fioretto al torneo di Genova, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rallenta il suo excursus sportivo, e non solo il suo, ovviamente. Se ne riparla solo nel 1919. Essendo ancora sotto le armi, Puliti è selezionato, grazie alla “spinta” di Nadi, per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni ed alla quale prendono parte 29 nazioni. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Per la scherma il padre-padrone è il Generale Ceccherini, già medaglia d’argento olimpica nella sciabola a squadre nel 1908. I nostri sono forti ma anche sfortunati: nella prova di fioretto a squadre perdono in finale contro la Francia, che schiera pure maestri professionisti, ma solo per il computo delle stoccate (127 a 125). Nel fioretto individuale Puliti è di nuovo sfortunato: passato agevolmente il primo turno, rimedia una botta ad un dito e cede in semifinale, complici anche giurie scioviniste ed il suo carattere sempre impetuoso che certo non lo aiuta nei frangenti più delicati. Puliti torna grande nella sciabola a squadre: 19-8 al Belgio, 19-10 alla Francia, 19-8 al Portogallo il perfetto cammino degli azzurri per un oro prestigioso. Nel torneo individuale invece arriva in finale, ma non va oltre il 7° posto. Si tratta comunque di una fondamentale esperienza internazionale. Puliti si ripresenta al meglio nel 1920, preparandosi a puntino per i Giochi. Il 28 giugno a Firenze, nel torneo toscano che serve da eliminatoria regionale per la selezione olimpica nazionale (che poi non si farà), è secondo nel fioretto, superato solo da Aldo Nadi, e primo nella sciabola. È in forma e nessuno può togliergli il posto in una Nazionale oltre tutto dominata, anche politicamente, dai fratelli Nadi e dai livornesi.

A scanso di equivoci, Puliti comunque parla coi fatti. A fine luglio nel prestigioso torneo di Venezia, disputato nella sontuosa cornice del cortile di Palazzo Ducale, termina ottavo nella spada ma buon quarto nella sciabola. I fratelli Nadi ovviamente la fanno da padroni, con Nedo naturalmente primo ed Aldo secondo in entrambe le armi. Nedo, che oltre al ruolo di capitano è pure una sorta di selezionatore occulto della nostra Nazionale, si fida ciecamente di Puliti che ad Anversa diventa una specie di “terzo uomo”, ovviamente dopo i due Nadi, tra i nostri. Puliti esordisce nella prima prova in programma della scherma: il fioretto a squadre che inizia lo stesso giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, il 15 agosto. Si gareggia in due playground: turni eliminatori al Royal Beerschot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion e la finale al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Alla prova a squadre partecipano 8 nazioni ed il regolamento è semplice: si affrontano 4 atleti alla volta, tutti contro tutti, ed ogni singolo incontro viene deciso alla terza stoccata a favore. Sono possibili sostituzioni dopo ogni match ed i nostri adotteranno un cospicuo turn-over, risparmiando i grandi calibri quando possibile. Nella mattina del giorno 15 gli azzurri iniziano con la Gran Bretagna, liquidata 9-7 da una compagine di seconde schiere. Con lo stesso punteggio è superato anche il Belgio (con Puliti in prima fila), poi tocca alla Danimarca ed alla Cecoslovacchia, quasi annientate. L’Italia domina il suo girone eliminatorio (4-0) e si prepara alla finale, ben decisa a vendicare la cocente sconfitta dei Giochi Interalleati di Parigi dell’anno precedente. Il giorno della verità è il 17 agosto, si comincia alle 9 di mattina. In finale l’unico dei nostri a non scendere in pedana è Baldi, ma gli altri sono strepitosi. Puliti poi è l’unico a gareggiare in tutti i 4 incontri, a dimostrazione delle sue qualità e della fiducia che Nadi tiene in lui. La Gran Bretagna è schiantata 16-0, gli USA dominati 13-3 e la Danimarca stesa 12-4, con un grande Puliti che vince i suoi 4 incontri. Il match decisivo, come prevedibile, con la Francia. La nostra formazione non teme confronti: i fratelli Nadi, Puliti, Olivier. Ma Gaudin, il “campionissimo” transalpino, fa paura, soprattutto quando Nedo Nadi viene battuto 3-2. Ci pensa però uno strepitoso Aldo a ridimensionarlo ed a riportarci in vantaggio. L’ultimo assalto, sul punteggio di 8-7 per noi, tocca a Puliti contro Ducret che è un osso duro e per di più è stato allevato da un maestro italiano, Gabrielli. Quindi conosce le nostre caratteristiche, ma Puliti non trema: la pasta livornese con cui è forgiato, anni ed anni di allenamenti col maestro Beppe e con i grandi fratelli Nadi, emergono in tutto il loro splendore. Il francese è steso 3-1 ed è trionfo azzurro, il primo a squadre nella scherma ai Giochi. Argento ovviamente alla Francia, bronzo agli USA. Si tratta inoltre della prima vittoria a squadre contro gli spocchiosi francesi, un successo ottenuto col pieno contributo di uomini dalle notevoli qualità schermistiche, ma suggellato alla fine proprio da Puliti che ripaga appieno la fiducia di Nadi. Puliti è giustamente osannato sulla stampa dove viene descritto “audace ed irrompente, capace di abbattere gli avversari con parate sapienti e pronte risposte”. Sì, Livorno ha di che festeggiare. Sullo slancio, Puliti partecipa anche al torneo individuale di fioretto che si svolge interamente al succitato Floralien. Al via 56 schermidori di 10 nazioni.

Si inizia la mattina del 17 agosto e Puliti inizia bene: nella sua poule eliminatoria è battuto solo da quello stesso Ducret che evidentemente gli ha preso le misure, ma vince gli altri quattro incontri (il belga De Schepper, il britannico Wand-Tetley, il danese Bernsten e lo statunitense Calnan) e passa in semifinale. Qui altro show livornese: con Nedo primo e Puliti secondo che, battuto solo dal concittadino, si prende la rivincita con Ducret e supera pure l’altro francese Majastres, lo statunitense Honeycutt e di nuovo il belga De Schepper. Entra quindi nella finale a dodici, disputata poche ore dopo. Nel turno conclusivo però accusa qualche passaggio a vuoto e le giurie non sempre sono dalla sua parte, innervosendolo: vince 5 incontri (anche con i connazionali Olivier e Speciale) ma ne perde sei e chiude settimo. L’oro va, di nuovo, al grandissimo Nedo Nadi che beffa i due francesi Cattiau e Ducret. Per Puliti comunque un’altra prova positiva che, con un pizzico di fortuna in più, gli avrebbe potuto regalare un’altra medaglia. La trova, e del metallo più luccicante, il 24 agosto, nel torneo di sciabola a squadre che inizia all’Olympisch Stadion ma poi, per la pioggia battente, viene trasferito al Floralien. Solo 8 le nazioni presenti e per questo viene deciso di sviluppare un’unica poule, senza eliminatorie. Grandi assenti proprio i formidabili ungheresi, ufficialmente “non invitati” ma in realtà estromessi dai Giochi, alla pari di tedeschi e austriaci, per il pesante ruolo giocato nella Prima Guerra Mondiale. La mancanza dei magiari favorisce indubbiamente gli azzurri che dominano letteralmente il campo, gestendo con oculatezza il turn-over degli uomini, schierando sette degli otto uomini presenti nella lista ufficiale. Il solo Cesarano non scende in pedana e ciò gli preclude la possibilità di mettersi la medaglia al collo. Perchè i nostri non lasciano il minimo spazio agli avversari, letteralmente schiantati. Puliti è titolare fisso in tutti gli incontri, assieme ad Aldo Nadi, l’unico altro azzurro che disputa ogni match. Il torneo non è una passeggiata, ma quasi, con Aldo spettacolare e Puliti strepitoso, a toccare il culmine della sua carriera. I risultati parlano fin troppo chiaro: Danimarca (con Nedo a concedersi l’unico turno di riposo e sostituito da Gargano), Cecoslovacchia, Stati Uniti e la temibile (sulla carta) Francia dominati 13-3. Paesi Bassi e Belgio, invece, vengono nettamente battuti 12-4. Con Belgio e USA Puliti vince tutti i suoi assalti, con le altre squadre ne perde solo uno per volta: grandissimo. L’ultimo incontro in programma, con la Gran Bretagna, non viene neppure disputato dato che non avrebbe cambiato l’esito finale. Dunque oro strameritato all’Italia, argento alla Francia e bronzo per i sorprendenti Paesi Bassi. Per Puliti è la consacrazione tanto attesa: oro nel fioretto e nella sciabola per una doppietta che in pochi possono vantare nella storia della scherma internazionale. Cresciuto all’ombra di Nedo, ha saputo emularlo, certamente non raggiungerlo ma ha dimostrato coi fatti di essere un grande schermidore. Livorno sempre più sugli scudi visto che Baldi (quattro incontri su sei) ed Urbani (schierato solo coi Paesi Bassi) completano i ranghi di una Nazionale che ha fatto sfracelli. Mai nella storia una singola città arriverà a tanto.

Nel torneo individuale di sciabola, che si tiene nel consueto Floralien, si va molto vicini ad un altro trionfo completamente labronico. La gara inizia la mattina del 25 agosto e si conclude nella serata. Partecipano 43 atleti di 9 paesi. Puliti è di nuovo grande: passa il primo turno col brillante score di 6-1, in semifinale ottiene 4-2, perdendo col connazionale Cesarano (che vince il girone) e l’olandese De Jong che poi lo beffa in finale. Difatti nell’atto conclusivo Puliti e lo stesso De Jong chiudono entrambi con 6 vittorie e 5 sconfitte, ma il computo delle stoccate premia l’olandese che guadagna la medaglia di bronzo alle spalle dei fratelli Nadi (primo Nedo), lasciando il povero Puliti al quarto posto. Un vero peccato: una prestazione che comunque non inficia il prestigio di Puliti, dimostratosi in sostanza il migliore italiano dopo gli inarrivabili Nadi (8 ori in due!). In effetti Puliti si mantiene poi su alti livelli di rendimento, raccogliendo in pratica l’eredità dei fratelli Nadi che sono passati professionisti. Il 25 maggio 1921, a Cremona, Puliti è l’elemento principale della nostra compagine che supera 13-3 gli ungheresi in un match di sciabola: con lui anche Belloni, Benfratello e Gargano. Puliti è grandissimo ai tricolori di Firenze, disputati tra fine novembre e primi di dicembre: vince sciabola e fioretto, chiude terzo nella spada dietro due specialisti come Thaon e Canova. Spariti i Nadi, ne è il più degno erede ed appare come lo schermidore dilettante italiano più forte e completo del momento. Si conferma nel 1922: il 18 giugno a Cremona vince il titolo italiano nella sciabola e giunge secondo nel fioretto, superato non senza polemiche dal padrone di casa Belloni che, pur battuto nello scontro diretto da Puliti, trova aiuti insperati negli altri contendenti. Nel 1923 la musica non cambia: l’8 giugno, nella palestra della Virtus a Bologna, Puliti si aggiudica il tricolore di fioretto e sciabola, suscitando commenti entusiastici: “in forma perfetta, potente per mezzi, esatto nell’esecuzione, felice d’intuito”. Sì, è l’indiscusso erede dei Nadi. Nel 1924, ovviamente, è il più atteso ai Giochi. Inizia la stagione alla grande: il 16 marzo nel salone del Vigado, a Budapest, dà spettacolo con la sciabola e batte l’olimpionico Meszaros. Gareggia più volte all’estero e ciò gli impedisce di essere presente alle varie prove di selezione olimpica che si tengono in Italia. È così costretto, nonostante il suo prestigio, a passare dagli appositi “recuperi” che si tengono il 25 maggio alla “Società del Giardino” a Milano. Vince agevolmente, senza perdere un assalto, sia nel fioretto che nella sciabola. Il 28 maggio, nella stessa sede, domina la definitiva selezione nel fioretto, di nuovo senza subire sconfitte. Il giorno seguente finisce terzo nel girone finale di sciabola e la Commissione Tecnica, di cui fa parte anche il suo mentore Nadi ma è guidata dal CT Flauto, ovviamente lo inserisce come pedina fondamentale per le gare di Parigi. In effetti Puliti è indubbiamente il nostro miglior schermidore del momento anche se il suo carattere sanguigno, da livornese doc, gli provoca più di un problema, in pedana e fuori visto pure il suo schierarsi apertamente con Mussolini ed i suoi accoliti.

Puliti è comunque in formissima. Lo conferma il 5 e 6 giugno a Cremona, nella solenne cornice di Palazzo Affaitati, dove vince alla grande i tornei di fioretto e sciabola, tanto per ribadire la sua classe. Tutto è pronto per i Giochi. Le gare olimpiche di scherma si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Puliti esordisce nel fioretto a squadre cui prendono parte 12 nazioni. Esentati dal primo turno, i nostri scendono in pedana il 28 giugno nei quarti di finale ed è spettacolo: nella loro poule battono 16-0 l’Ungheria, 12-4 la Svizzera e 13-3 l’Austria. Puliti è in pedana nei tre incontri e dà spettacolo: vince 16 assalti senza perderne uno e spesso con score schiaccianti. Il 29 giugno tocca alla semifinale e gli azzurri se la devono vedere con Belgio e Danimarca. Ma poichè la Danimarca è sconfitta sia dai nostri che dal Belgio, l’incontro tra quest’ultimo e gli azzurri non viene disputato in quanto entrano in finale le prime due compagini. Per Puliti un altro 4-0, con i danesi sconfitti 12-4. Fatica solo con Osiier, l’unico a costringerlo al 5-4. Il 30 giugno è finale, in un girone a quattro, con Francia, Ungheria e lo stesso Belgio. La medaglia sembra praticamente scontata anche se la Francia fa paura. In effetti incontriamo subito proprio i transalpini e sono scintille. Puliti perde 5-2 con Labatut, Chiavacci vince con Ducret ma perdiamo altri due incontri e andiamo sotto 3-1. Tocca a Boni contro Gaudin: i due arrivano sul 4-4 e succede il patatrac. Il giudice ungherese Kovacs attribuisce la stoccata decisiva a Gaudin. Boni non ci sta, inveisce e protesta, offende il giudice che chiede la traduzione delle sue parole a Italo Santelli, CT degli ungheresi. Segue la protesta ufficiale del giudice che chiede scuse immediate. Nasce un parapiglia, l’intera squadra italiana brontola ed urla a squarciagola, Boni si rifiuta di porgere le scuse, ben spalleggiato da tutti i nostri, dirigenti compresi. Alla fine, dopo un breve conciliabolo, gli azzurri decidono di abbandonare clamorosamente la contesa e lasciano lo stadio, cantando “Giovinezza”. Non possono che essere classificati che quarti. L’oro va alla Francia, probabilmente superiore tecnicamente ai nostri, argento per il Belgio, bronzo all’Ungheria. Abbiamo buttato al vento una medaglia, per orgoglio e spirito patriottico. Inoltre, per protesta, nessuno dei nostri disputa il torneo individuale di fioretto. La questione però ha pesanti strascichi. Santelli viene pesantemente accusato dalla stampa italiana ed il giornalista Cotronei è particolarmente attivo in questo senso al punto che tra i due si arriva alla sfida a duello. Italo, come consente il codice cavalleresco, si fa sostituire dal figlio Giorgio. Cotronei non può certo arretrare, ne va dell’onore non solo suo ma dell’Italia intera. La sede del duello è alquanto insolita: Abbazia, in Istria. La sfida dura ben poco, Giorgio è troppo più forte: Cotronei viene ferito al volto e tutto finisce lì. Rimane però una figura non proprio adamantina dei nostri: qualcuno ipotizza che abbiano preferito l’onore alla sconfitta sul campo. Puliti, col dente avvelenato, ci riprova nel torneo di sciabola a squadre cui prendono parte 14 nazioni. Si inizia il 12 luglio, col primo turno dove i nostri battono la Cecoslovacchia 11-5 e la Grecia 14-2.

Puliti, leader della nostra compagine, è spettacolare, in forma strepitosa, ed in entrambi gli incontri vince tutti gli assalti. Il giorno seguente tocca ai quarti di finale e Puliti si risparmia la fatica con gli USA, facilmente battuti 12-4. È invece in pedana contro i belgi che si rivelano molto ostici. Puliti vince tre assalti (4-3 a Delporte, 4-0 a Feyerick, 4-3 a Tom) e perde 4-3 con Willems. L’incontro è molto equilibrato e termina 8-8, ma prevaliamo per il computo delle stoccate. Poichè anche l’Ungheria vince con Belgio ed USA e visto che passano due squadre, diviene superfluo il match con i magiari che difatti non viene disputato. Il 14 luglio situazione analoga in semifinale. L’Argentina è superata sia dall’Italia, 14-2, che dalla Cecoslovacchia e dunque non incontriamo i boemi. Puliti si conferma: 4 successi pieni. Siamo dunque in finale, disputata il 15 luglio. Solito show di Puliti con score immacolato contro Paesi Bassi, domati a fatica 9-7, e Cecoslovacchia, di nuovo battuta 11-5. Il match decisivo, come tradizione, è con l’Ungheria. Puliti perde solo con Posta, 4-3, ma vince gli altri tre assalti (4-3 a Tersztyanszky, 4-1 a Berti e Garay). L’incontro è equilibratissimo: finisce 8-8 ma stavolta il computo delle stoccate ci premia, 50-46. Medaglia d’oro! Ed a svantaggio degli odiati magiari con cui, da tempo, è in atto una fiera polemica, acuitasi proprio in questa edizione dei Giochi. Puliti è stato strepitoso, il trascinatore dei nostri: ha vinto 26 assalti, perdendone solo 2! Il computo delle sue stoccate è fenomenale: 110 a favore, 39 subite! Emulo del maestro ed amico Nedo Nadi, Puliti ha dimostrato in questo torneo tutta la sua classe di schermidore energico, irruente, generoso, esaltando l’ardente spirito livornese, acuito anche dall’animo fascista che caratterizza un po’ tutta la spedizione italiana a Parigi ed in particolare il settore schermistico. Difatti non finisce qui. Puliti è il favorito del torneo di sciabola individuale cui prendono parte 47 schermidori di 15 nazioni. Si parte il 16 luglio e Puliti domina la sua poule del primo turno, battendo rapidamente i cinque avversari designati: lo spagnolo Gonzalez, l’argentino Ponce, l’uruguayano Mendy, il britannico Seligman ed il belga Freyerick. Il giorno seguente, in semifinale, altra “passeggiata”: 7-1 lo score di Puliti che perde solo con l’argentino Casco. Batte l’ungherese Posta, l’uruguayano Belo, il belga Freyerick, il francese Perrodon, l’olandese Van Dulm, il greco Kotzias e l’altro azzurro Sarrocchi, volando in finale da numero uno. Il 18 luglio però altro patatrac. Gli ungheresi temono gli italiani ed i giudici sono dalla loro parte. Gli italiani però, forse, esagerano coi tatticismi: in finale sono quattro su dodici e casualmente i primi assalti si svolgono proprio tra azzurri. Bertinetti, Sarrocchi e soprattutto Bini, quest’ultimo fin troppo platealmente, lasciano campo libero a Puliti, leader designato. Prassi consueta in quel periodo a livello internazionale, niente da stupirsi: si cerca sempre di favorire l’uomo più forte. Ma Bini, probabilmente, oltrepassa il limite ed interviene il famigerato giudice magiaro Kovacs che chiede il richiamo dell’azzurro per scarso impegno. Gli animi si esasperano, volano parole grosse, Puliti minaccia il giudice che insiste ed arriva la squalifica per l’azzurro. Scoppia il finimondo e volano altre cose, sedie comprese.

Si sfiora la rissa generale tra l’incredulità di molti. Alla fine rimane la squalifica per Puliti e gli altri tre azzurri si ritirano per protesta. Si ripete in pratica l’episodio del fioretto a squadre. Un’altra medaglia buttata al vento per orgoglio e spirito patriottico, con la politica che, neanche troppo velatamente, fa capolino nei Giochi. L’oro va, dopo spareggio, all’ungherese Posta sul francese Ducret e l’altro magiaro Garay. Schermidori, peraltro, in precedenza ripetutamente battuti dagli azzurri. Puliti non demorde nella sua sanguigna polemica e, addirittura, si arriva al duello con Kovacs, schiaffeggiato pubblicamente dall’azzurro alle celebri Folies Bergère. I due si battono il 12 novembre 1921 a Nagykanizsa, cittadina ungherese prossima al confine jugoslavo. Il duello dura un’ora, con Kovacs che viene ferito più volte finchè tutti capiscono che è meglio chiuderla lì prima che ci scappi il morto. Un episodio increscioso al quale i Giochi hanno fatto da catalizzatore, ma che con gli ideali olimpici non ha niente da spartire. Inoltre un evento che lascia strascichi pesanti: il 21 aprile 1925, dopo attenta disamina dei fatti parigini, la Federazione Internazionale squalifica Puliti per 18 mesi! La squalifica vale solo a livello internazionale e Puliti, diventato un simbolo del regime fascista, spadroneggia in patria. Il 29 giugno a Livorno stravince nelle tre armi la “Coppa Mussolini”, riservata agli adepti della MVSN di cui appunto Puliti è un fervente militante. Il 20 settembre a Fiume, in un’altra riunione delle “legioni fasciste”, Puliti di nuovo domina fioretto, spada e sciabola. Il 20 novembre vince a Roma un’altra “Coppa Mussolini” di sciabola, senza perdere un incontro e non gareggiando appositamente nelle altre armi “per lasciare signorilmente spazio agli altri” come si trova scritto sui giornali dell’epoca. Nel 1926, costretto a disertare le competizioni internazionali per la squalifica, rimane a lungo inattivo. Si rivede solo ai primi di giugno nel prestigioso “Trofeo del Littorio” a Cremona, disputato nel sontuoso palazzo Ugolani Dati. Nel fioretto, stranamente impacciato e soprattutto nervoso, viene battuto dal rampante Gaudini e chiude al secondo posto. Si riscatta nella sciabola che domina da par suo, senza perdere un assalto. Si rivede ai primi di dicembre, nel Campionato per gli ufficiali della MVSN, a Roma: domina nel fioretto e nella sciabola, senza perdere un assalto. Amnistiato dalla squalifica internazionale, viene selezionato, assieme a Chiavacci e Guaragna, per la “Coppa Bregnat” di fioretto che si disputa a Montecarlo il 26 aprile 1927. I nostri perdono 4-5 col Belgio, ma vincono 7-0 con la Francia. Poichè la Francia batte il Belgio 5-4, è necessario uno spareggio tra i capitani: Puliti doma 5-4 l’ostico belga De Beauckler e trionfa 5-2 col francese Trombert. Il trofeo è azzurro e Puliti si conferma il migliore dei nostri. Il 3 luglio, ancora col fioretto, vince il prestigioso torneo di Cremona. Diserta i tricolori, ma il 27 agosto è grandissimo a Vichy, in Francia, dove si disputano i Campionati Europei di fioretto: vince anche se deve faticare assai. Battuto a sorpresa da Pessina (3-5), è costretto allo spareggio col forte francese Cattiau, regolato 5-3.

Favorito anche nella sciabola, delude le attese, apparendo stranamente legato ed impacciato, uscendo in semifinale. Diserta i tricolori di Como, disputati a metà agosto, e centellina gli impegni in vista dei Giochi dove potrà partecipare grazie all’annullamento ufficiale della squalifica anche da parte del CIO. Inizia bene l’anno olimpico: il 30 gennaio 1928 domina il Campionato della Milizia di sciabola. Nessuno discute sul fatto che sia il nostro miglior schermidore, l’uomo di riferimento per tutto il nostro movimento verso Amsterdam. Il 26 febbraio si conferma nella preolimpica di fioretto a Firenze dove si affrontano due squadre “miste”: 4-2 il suo score, perde con Pessina e Guaragna dopo essersi deconcentrato sul 4-0. Questo dimostra quanto sia alto il livello dei nostri schermidori e quanto sia aperta la lotta per un posto ai Giochi. Il 18 marzo Puliti è nella squadra italiana che si aggiudica la “Coppa Bregnat” di fioretto nel Casino di Montecarlo: i nostri dominano, non perdendo un assalto anche se pesa l’assenza della Francia che, poco sportivamente, diserta l’incontro per non scoprire troppo le carte in vista di Amsterdam. Il 28 marzo è a Budapest per un informale incontro di sciabola con una rappresentativa ungherese: i nostri perdono seccamente 14-7 e lo score di Puliti, 1-3, non può certo entusiasmare, anzi preoccupa in vista dei Giochi perchè sembra pure un po’ appannato nei movimenti. Si riscatta il 22 e 23 giugno a Cremona, nell’ultima e decisiva preolimpica che nel fioretto ha uno sviluppo alquanto anomalo. Tra combine ed infortuni diplomatici la prova viene infatti addirittura sospesa a metà, per mancanza di concorrenti (!). In pratica i “sicuri olimpici” non se la sentono di rischiare e si astengono: tra questi anche Puliti che vince tre assalti, ne perde due e poi abbandona. Vince però da par suo nella sciabola, zittendo le critiche. Rifinisce la preparazione nella sua Livorno, contornato da persone fidate e dall’intera squadra di sciabolatori, allenandosi anche col fioretto: c’è fiducia, pare possibile un risultato importante anche se nessuno si nasconde le probabili difficoltà, pure con le giurie. Ci sarà da soffrire, ma i nostri sono pronti alla battaglia. Le gare olimpiche di scherma si svolgono in un apposito edificio situato a lato dell’Olympisch Stadion, dal poco fantasioso nome di “Schermzaal” (sala della scherma). Puliti esordisce nel fioretto a squadre che inizia il 29 luglio, giornata campale visto che prevede ben tre turni. Al via 16 nazioni. Il primo ostacolo viene superato di slancio dai nostri che vincono 15-1 con l’Austria e 16-0 con la Gran Bretagna. Incontri poco impegnativi e nei quali Puliti viene “risparmiato”. Difatti scende in pedana solo nel quarto di finale, non contro l’Ungheria, domata addirittura con un “cappotto” di 16-0, ma contro l’ostica Danimarca. Puliti tira da par suo, vincendo i 4 incontri: 5-3 con Osiier (che batte gli altri tre azzurri!) e Praem, 5-2 con Berthelsen e 5-0 con Barentzen. In semifinale non si può fare a meno di lui e gli USA sono nettamente sconfitti 14-2, con Puliti a vincere di nuovo i suoi 4 incontri: 5-1 a Calman, 5-2 a Lewis e Breckenridge, 5-4 a Peroy. Poichè anche la Francia supera gli americani, non viene disputato, in quanto superfluo, il nostro incontro coi transalpini. Si passa dunque alla finale, il 30 luglio. Il Belgio è facilmente sconfitto 13-3 anche senza Puliti che torna in pedana contro la temibile Francia e l’Argentina.

Coi transalpini Puliti perde col grande Gaudin, che sempre lo ha messo in difficoltà, ma vince 5-0 con Labatut, 5-2 con Cattiau e 5-4 con Ducret. I nostri però vincono 10-6 ed è il successo decisivo. Puliti, a sorpresa, perde un incontro anche con l’Argentina, 5-3 con L. Lucchetti, ma vince bene gli altri tre: 5-1 a H. Lucchetti, 5-2 ad Anganuzzi, 5-3 a Larraz. Gli azzurri comunque vincono 11-5. Tre vittorie, zero sconfitte: è medaglia d’oro! Per Puliti lo score di 14-2, con la “macchia” della sconfitta contro Gaudin, importante anche sotto il profilo psicologico per l’individuale, e la sorprendente battuta d’arresto con Lucchetti. In ogni caso Puliti s’è confermato su alti livelli ed il suo contributo al successo finale rimane indiscutibile: a 37 anni ed alla terza edizione dei Giochi, conquista il suo quarto oro, e scusate se è poco. Ovviamente, Puliti ci riprova nel torneo individuale di fioretto che inizia il giorno seguente, 31 luglio. Partecipano 54 schermidori di 23 nazioni. Il suo inizio è travolgente: 6 vittorie, 0 sconfitte nel girone eliminatorio. Batte 5-0 il cileno Goyoaga, lo svizzero Fitting, il britannico Wand-Tetley e l’olandese Nederpeld; 5-1 l’egiziano Moyal ed il norvegese Lorentzen. In semifinale, il 1° agosto, altro show: 7-0 il suo score. Stavolta i battuti sono il romeno Savu (5-0), il francese Ducret (5-1), lo svedese Uggla (5-1), di nuovo l’egiziano Moyal (5-3), lo statunitense Every (5-3), l’ungherese Rozgonyi (5-4) ed il belga Pecher (5-4). Poche ore dopo, è finale a 12. Puliti è di nuovo grande ma non abbastanza: si “vendica” di Gaudin con un sonoro 5-1 e perde all’ultima stoccata con Gaudini ed il tedesco Casmir. Compromette tutto lasciandosi superare, a sorpresa, dal belga Bru (5-3), schermidore forte ma non certo eccezionale. Un vero peccato perchè proprio questa inopinata sconfitta lo relega al 4° posto, con lo score di 8-3. I primi tre, che vanno allo spareggio, ottengono 9-2. Ecco perchè la sconfitta col belga si rivela esiziale. Valgono solo per i rimpianti le vittorie contro lo statunitense Lewis (5-1), Rozgonyi (5-1), Ducret (5-1), Uggla (5-1), il tedesco Gazzera (5-1), il francese Cattiau (5-2) e l’altro italiano Pignotti (5-4). Per Puliti è “medaglia di legno”. L’oro va proprio al “nemico” Gaudin, argento per Casmir e bronzo a Gaudini. Il podio nel fioretto individuale, certamente alla portata di Puliti, sarebbe stata la ciliegina su una torta eccezionale: è chiaro che si tratta di un’occasione persa, l’ultima di una carriera straordinaria. C’è spazio però per un’altra impresa. Puliti difatti viene schierato anche nella sciabola a squadre che inizia l’8 agosto e vede al via 12 nazioni. Primo turno facile per gli azzurri che demoliscono la Grecia 16-0, con Puliti in panchina dato l’impegno relativo. Il giorno seguente è già semifinale e Puliti scende in pedana contro i Paesi Bassi, vincendo agevolmente i suoi 4 incontri: 5-0 a Van der Wiel, 5-2 a De Jong, Ekkart e Wijnoldy-Daniels. I nostri vincono 12-4 mentre alla Polonia, con Puliti a riposo, infliggono un sonoro 16-0.  Poche ore dopo, in finale, la musica cambia. Puliti è titolare nel match più importante, contro l’Ungheria, ma non va bene: vince solo con Gombos (5-2), perdendo gli altri tre assalti (0-5 da Petschauer, 3-5 da Glykais, 4-5 da Tersztyanszky). Una prestazione non in linea con la sua classe e che condiziona pesantemente il risultato finale che parla a favore dei magiari, 9-7: in definitiva è il match decisivo per l’oro. Difatti i nostri, con Puliti in panchina, superano agevolmente la Germania 14-2 e, per il computo degli altri risultati e delle stoccate, risulta inutile l’incontro con la Polonia ai fini dell’assegnazione delle medaglie. Dunque oro all’Ungheria, argento all’Italia e bronzo alla Polonia. Per Puliti comunque una bella medaglia, anche se rispetto a Parigi si sviluppa un piccolo ma significativo passo indietro.

Puliti rimane tra i migliori schermidori mondiali. Alla fine di gennaio 1929 brilla a Montecarlo. Dapprima vince la “Coppa Principe di Monaco” di fioretto, assieme a Guaragna e Pignotti. I nostri battono 8-1 la Germania e 7-2 la Francia, con Puliti a vincere tutti e sei i suoi incontri. Il giorno seguente bissa nella sciabola, con Gaudini e Marzi, rimanendo di nuovo imbattuto. I nostri dominano: 8-1 alla Francia ed ai Paesi Bassi, 7-2 alla Germania. Quindi Puliti passa a Cannes dove si aggiudica il torneo di sciabola, superato il concittadino Marzi allo spareggio. L’11 marzo è a Parigi: con la sciabola batte 10-7 il francese Ducret. Agli Europei di Napoli, disputati a metà aprile, dà spettacolo nel fioretto: vince il torneo a squadre (pur gareggiando in un solo incontro, con l’Austria dominata 16-0) e l’individuale dove soffre più del previsto, guadagnando l’assalto decisivo con Cattiau solo 5-4 all’ultima stoccata. Affaticato, delude nella sciabola dove non arriva neppure in finale. Il 24 giugno Puliti si aggiudica a Cremona il prestigioso torneo di fioretto, senza subire una sconfitta. Avvicinandosi ai 40 anni di età, si prende le dovute pause. Si rivede in pedana difatti solo il 2 febbraio 1930 quando al Teatro della Pergola di Firenze perde 14-13 un serratissimo assalto di sciabola col forte magiaro Glykays. Un mese dopo, in un’altra esibizione con la sciabola ma al Teatro Chiarella di Torino, batte 10-5 Sormano. Il 13 marzo a Budapest si prende la rivincita su Glykays, superato 8-7 e batte anche Kalmar per 8-3. Quindi è grande protagonista a Montecarlo dove il 20 marzo col fioretto vince la “Coppa Principe di Monaco”, assieme a Pignotti e Girace: i nostri battono 7-2 gli inglesi. Il giorno seguente con la sciabola gli azzurri si aggiudicano la “Coppa Harden”, superando 12-4 la Francia e sconfiggendo l’Ungheria solo allo spareggio, con Gaudini che batte 5-4 Petschauer. Con Puliti, che vince 3 assalti e perde con lo stesso Petschauer, gareggiano anche Anselmi e Marzi. A metà luglio è ad Ostenda, in Belgio, dove partecipa ai Campionati Europei per militari: vince il fioretto a squadre[1] e nella prova individuale è battuto solo da Pignotti mentre nella sciabola a squadre guadagna l’argento[2]. Si rivede in pedana solo il 20 marzo 1931 a Montecarlo, nel match di fioretto che i nostri vincono, dominando, contro la Francia 27-9[3]. A 41 anni è dunque ancora in forma, ma i Giochi di Los Angeles sembrano per lui troppo impegnativi: non mancano gli ottimi schermidori ed il CT Nadi, che lo conosce benissimo, ritiene più opportuno non esporlo ad eventuali brutte figure, probabilmente lo considera (non a torto) un personaggio “ingombrante”. Non può portarlo come riserva, dato il suo prestigio; non può utilizzarlo una tantum ma neanche rischiarlo come titolare, per gli equilibri di squadra. Così Puliti non viene selezionato. Rimane ancora comunque uno schermidore di classe: nel marzo 1933 è invitato ad un’esibizione a Sanremo dove sconfigge due volte col fioretto il belga De Bourguignon, 10-7 e 10-5. Poi però sparisce dalle pedane, lasciando il ricordo di uno schermidore splendido, un fuoriclasse assoluto, non a caso cresciuto alla scuola del fenomenale Nedo Nadi.


[1] Con lui gareggiano Pignotti, Anselmi e Bertinetti

[2] Nel match decisivo i nostri sono sconfitti 11-5 dall’Ungheria. Con Puliti gareggiano Anselmi, Pignotti, Rosichelli e De Martino

[3] Con lui gareggiano Guaragna, Pignotti, Marzi, Gaudini e Chiavacci


Vai alla gallery